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  7 OTTOBRE : Madonna del Rosario:
     
IL ROSARIO: UNA BELLA E DOLCE 'ANTICAGLIA'


Il Rosario: una bella e dolce "anticaglia"

L’episodio è noto. I personaggi pure. Da una parte Don Bosco, dall’altra il marchese Roberto D’Azeglio, senatore del Regno di Sardegna e amico del Re Carlo Alberto. Un uomo insomma che a Torino contava molto... in tutti i sensi. E in mezzo? Il Rosario.

Il senatore aveva fatto una visita all’Oratorio di Valdocco. Gli onori di casa li fece lo stesso Don Bosco che gentilmente lo accompagnò nella visita. Il marchese vide i ragazzi che giocavano allegramente e li osservò anche mentre pregavano in chiesa. Espresse la sua viva compiacenza per quello che aveva visto, ma solo con una riserva. Definì tempo perduto quello occupato a recitare il Rosario. “Lasci, gli disse, di far recitare ai ragazzi quell’anticaglia di 50 Ave Maria infilzate una dopo l’altra”.
Don Bosco lo guardò e gli rispose: “Ebbene, io ci tengo molto a tale pratica; e su questa potrei dire che è fondata la mia istituzione; sarei disposto a lasciare tante altre cose pure importanti, ma non questa”.
E poi con il suo abituale coraggio, soggiunse: “Anche, se fosse necessario, sarei disposto a rinunziare alla sua preziosa amicizia, ma mai alla recita del S. Rosario”.

L’amicizia si interruppe... ma la pratica del Rosario è continuata ... fino a oggi.

Ma allora cos’è il Rosario, se per Don Bosco aveva molta più importanza dell’amicizia di un suo illustre benefattore? I papi ne hanno sempre ribadito l’importanza nella vita della Chiesa.

Paolo VI ha scritto che lo scopo ultimo del culto alla beata Vergine Maria (quindi anche del Rosario) è di glorificare Dio e di impegnare i cristiani ad una vita del tutto conforme alla sua volontà. Pio XII lo ha definito “il compendio di tutto il Vangelo”.

Quindi recitare questa preghiera mariana, proprio nella metodologia ripetitiva dell’Ave Maria, è “ritornare al Vangelo” e al suo centro, Gesù Cristo. È cioè riflettere e pregare, meditare e contemplare ciò che Lui ha fatto per noi. È richiamare alla nostra vita i misteri dell’incarnazione di Cristo per la nostra salvezza.

In altre parole siamo portati, attraverso la preghiera, a pensare all’amore di Cristo per noi e a impostare, giorno dopo giorno, la nostra vita sul suo esempio. Questo lo facciamo chiedendo l’aiuto a Maria, Madre di Gesù e nostra. È quindi una preghiera mariana cristocentrica.

Tutto valido anche oggi? La risposta è di Giovanni Paolo II: «Il Rosario della Vergine Maria... rimane, anche in questo Terzo Millennio... una preghiera di grande significato, destinata a portare frutti di santità. Non ha perso nulla della freschezza delle origini... per ridire, anzi “gridare” Cristo al mondo come Signore e Salvatore, come “la via, la verità e la vita”».

Tutte cose di cui anche noi, cristiani di oggi, moderni o post moderni, giovani o meno giovani, abbiamo bisogno, per continuare ad essere positivi e propositivi nel nostro mondo ricco di tecnologia e di benessere ma spesso povero di anima e di ideali.
                                                                                                        
Mario SCUDU sdb


Il Rosario? Sì, grazie

Il Card. A. Ballestrero (1913-1998), da semplice carmelitano si chiamava Anastasio del Santo Rosario. La prima volta che fu ricevuto in udienza da Giovanni XXIII, questi gli disse: “Lei si chiama Anastasio del Santo Rosario. Ma lo dice il rosario?”. “Certo che lo dico”. “Quante poste dice?”. “Tutte e quindici”. “Tutti i giorni?”. “Sì”. “Bravo, anch’io faccio lo stesso, anche adesso che sono Papa e quando qualcuno mi chiede quando trovo il tempo, dico a tutti che basta volere e il tempo c’è sempre”.


PREGHIRA DI SAN BERNARDO

Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile ed alta più che creatura,
termine fisso d’eterno consiglio,
tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ’l suo Fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l’amore
per lo cui canto nell’eterna pace
così è germinato questo fiore.
Qui se’ a noi meridiana face
di caritate; e giuso, intra i mortali,
sè di speranza fontana vivace.
Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia ed a te non ricorre,
sua disianza vuol volar sanz’ali.
La tua benignità non pur soccorre
a chi dimanda, ma molte fiate
liberamente al dimandar precorre.
In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s’aduna
quantunque in creatura e’ di bontate.

                             Dante Alighieri, Paradiso canto XXXII


IMMAGINI:
Nel Giudizio Universale della Cappella Sistina, Michelangelo ha un curioso particolare “mariano”. Accanto alla maestosa figura di Gesù, giudice giusto, c’è una dolce immagine di Maria, col capo rivolto in basso verso un angelo, che con una fune solleva verso l’alto due fedeli. Questa fune di salvezza è una corona del Santo Rosario. È una felice intuizione del grande artista sull’efficacia della mediazione di Maria, accanto a suo Figlio, nel salvare l’umanità dalla perdizione e nell’aprirla alla speranza.

         RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2010 - 7  
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