Sr.
EUSEBIA E IL PANE DEI POVERI
Aveva potuto
comprendere bene il valore del pane, "dato per amor di Dio"
suor Eusebia Palomino, nella sua poverissima infanzia, costretta
a mendicare con il padre attraverso i villaggi della Spagna vicini
alla natia Cantalpino.
Per sostenere economicamente la famiglia, Eusebia, dodicenne,
trova lavoro come domestica a Salamanca. Nella grande città
il contatto con l'ambiente salesiano dell'oratorio festivo fa
maturare in lei la vocazione religiosa, alla quale risponderà
con entusiasmo, diventando Figlia di Maria Ausiliatrice nel 1924.
L'obbedienza la manderà nel collegio salesiano di Valverde
del Camino (Spagna sud occidentale)
dove le saranno affidate la cura della cucina, dell'orto, del
guardaroba e l'assistenza all'oratorio festivo. In questa mansione
suor Eusebia diventerà amica, confidente, catechista delle
giovani, comunicando loro le bellezza della vita consacrata,
la devozione a Maria Ausiliatrice e alle sante Piaghe di Gesù.
Malgrado la scarsa scolarizzazione e la modesta cultura riusciva
a convincere persone di ogni ceto sociale con la sua semplice
catechesi, radicata nella fede e in una profonda vita interiore.
Nella ventata di anticlericalismo che scosse la Spagna degli
anni Trenta, suor Eusebia offrì la propria vita a Dio
per la salvezza della Patria e della Chiesa.
Morì il 10 febbraio 1935, dopo una lunga malattia. Ebbe
il dono della chiaroveggenza. Negli spasmi dell'agonia rivelò
alla direttrice, suor Carmen Moreno, che la vegliava, la visione
profetica di una guerra imminente, in cui sarebbe stato versato
sangue salesiano, anche di chi, in quel momento, le stava molto
vicino.
Suor Carmen morirà nel 1936, fucilata durante la guerra
civile spagnola.
Entrambe le religiose sono state beatificate da Giovanni Paolo
II.
A suor Carmen Moreno si deve la trascrizione dei Fioretti di
suor Eusebia e degli appunti di cucina dettati dall'umile cuoca,
con alcune ricette ideate per riciclare gli avanzi, come quella
del pasticcio di pane raffermo. Eccola:
Sistemare in una teglia imburrata grossi pezzi di pane raffermo
ben inzuppati nel latte. Coprirli con fettine di formaggio morbido,
tipo fontina. Stendere sul formaggio fette di prosciutto o mortadella.
Montare a neve gli albumi di tre uova, aggiungervi i tuorli e
versare sul pasticcio di pane. Infornare a 180 gradi per trenta
minuti.
Anna Maria Musso Freni