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   Esperienze di GIOVANI - 2012:
   Una vacanza diversa


Anna Florio e Agostino Albo hanno vissuto un'estate all'insegna della condivisione e della solidarietà, ospiti del Centrul Don Bosco di Chisinau, nella Repubblica di Moldova.

Anna ha 27 anni, vive a San Benigno Canavese e da pochi mesi ha conseguito l'abilitazione in Psicologia. Come molti coetanei in cerca di lavoro e di prospettive per il futuro, frequenta uno stage presso un Servizio di Psicologia occupandosi di minori e di famiglie disagiate. Nel tempo libero adora leggere e ascoltare musica.
Di un anno più giovane, Agostino abita a Volpiano e sta per laurearsi in Scienze politiche per coronare il sogno di specializzarsi in sviluppo e cooperazione internazionale. Appassionato di fotografia e di snowboard, lavora da qualche anno come educatore.
Entrambi hanno scelto di concedersi un'estate speciale all'insegna della condivisione e della solidarietà. La loro meta? Il Centrul Don Bosco di Chisinau, capitale della Repubblica di Moldova. Li abbiamo incontrati per farci raccontare la loro esperienza.

Il coraggio di mettersi in gioco

Come è maturata l'idea di trascorrere una vacanza da volontari?
Anna: "Me lo ha proposto un sacerdote salesiano dell'oratorio della mia città, dove sono animatrice. Poiché nel 2004 ero già stata in Madagascar per conoscere "sul campo" i diversi aspetti del volontariato e dell'essere missionari, ho accolto l'invito sicura che si sarebbe rivelato un'occasione importante di crescita".
Agostino: "Per me è stata la terza esperienza. Le prime due, in Nigeria, mi hanno aperto gli occhi sull'opportunità di mettere a disposizione degli altri il tempo, le vacanze, i talenti... Questa volta mi sono messo in viaggio con il desiderio di comprendere meglio che cosa Dio volesse comunicarmi attraverso la vita missionaria".

Come vi siete preparati?

Anna: "Abbiamo frequentato il Corso partenti proposto dall'Ispettoria salesiana: una vera e propria scuola di mondialità aperta a chi desidera vivere un'esperienza di missione. Un'occasione per approfondire sia i temi legati ai processi di sviluppo dell'economia e della società sia le motivazioni interiori che spingono a voler condividere, anche solo per lo spazio di una vacanza, la vita dei missionari. È un corso che consiglierei a tutti i giovani perché insegna a essere buoni cristiani e onesti cittadini".

Dove avete svolto la vostra missione?

Agostino: "Siamo stati ospiti dei salesiani del Centrul Don Bosco di Chisinau, capitale della Repubblica di Moldova, che si trova tra Ucraina e Romania. Sorto nel 2006, il Centrul si compone di un oratorio, di una casa famiglia e, presto, di una scuola di formazione professionale. La maggior parte del nostro tempo, però, lo abbiamo speso a Voinova, un paesino di 700 abitanti a un'ora di pulmino dalla capitale, dove abbiamo collaborato con gli animatori locali per dar vita a un centro estivo che ha coinvolto circa 200 bambini. Abbiamo messo a loro disposizione le nostre competenze e il nostro entusiasmo, ma - prima di tutto - abbiamo cercato di sentirli fratelli e di condividere con loro il piacere di stare insieme".

Un amore senza confini

Come è stato l'impatto con la realtà rispetto a quanto immaginavate?
Anna: "In Madagascar credevo di aver incontrato la povertà e la sofferenza nei suoi aspetti più visibili e laceranti, ma constatare che esistono forme di estrema miseria e di disagio nel cuore dell'Europa mi ha sconcertato. La Repubblica di Moldova, infatti, è definita la nazione degli "orfani dell'emigrazione" perché un bambino su tre cresce in una famiglia in cui manca la presenza di uno o di entrambi i genitori, costretti dalla fame a cercar fortuna all'estero".
Agostino: "Dopo aver visto la Nigeria ammetto di aver quasi considerato la Moldova come una destinazione "di serie B". Mi sbagliavo e ho imparato che non esistono poveri "di serie A" e "di serie B" ma solo povertà diverse: al posto della fame e della miseria devastante della Nigeria, in Moldova ho incontrato prostituzione, degrado morale, alcolismo, abbandono minorile, aridità spirituale e altre pesanti eredità lasciate dal regime comunista. E ho cominciato a guardare all'Europa dell'Est con occhi diversi".

Che cosa vi ha regalato questa esperienza?
Anna: "Di certo una lezione di autentica accoglienza. Siamo stati ricevuti ovunque con affetto, calore e disponibilità. Soprattutto dai bambini. Mi sento in debito per tutti i doni che ho ricevuto e sono consapevole che è davvero poco ciò che ho dato in cambio. Il ritorno a casa, poi, è stato segnato da un rinnovato senso di responsabilità per testimoniare, non solo a parole, quanto ho vissuto".
Agostino: "Il ritorno è certamente la parte più dura perché, una volta a casa, vengono d'un tratto a mancare il gruppo che ti dà forza, il contesto del campo che ti stimola e i bambini che ti motivano. È lì che inizia la vera missione: portare Cristo ai vicini di casa, agli amici e ai colleghi... Tornato a casa ho pregato, mi sono confrontato con la guida spirituale e mi sono regalato la possibilità di vivere un'esperienza di missione più lunga e profonda: sono felice di affermare che Dio ha risposto ai miei interrogativi e di annunciare che presto partirò in missione con i salesiani per un anno".                                                                                                          
  Carlo Tagliani


       RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2012 - 5  
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