1999: anno dedicato al “Padre Nostro”


Nell’anno dedicato allo  “studio” e alla contemplazione del “Padre che è nei cieli”, invitiamo tutti, lettori e lettrici di Maria Ausiliatrice, a leggere un qualche commento sul Padre Nostro.
Non è una preghiera, ma la preghiera per eccellenza.
Una grande santa e dottoressa della Chiesa, santa Teresa d’Avila, ci invita a gustare la preghiera che ci ha insegnato Gesù: “V’è da lodare Iddio nel considerare la sublime perfezione di questa preghiera evangelica. Come si vede che fu insegnata da un tal Maestro! Ognuno può servirsene a seconda dei suoi particolari bisogni, perché in poche parole racchiude tutto quello che si può dire della contemplazione e della perfezione”.
 (Mario Scudu)

Francesca “folgorata” da Taizé

“Tutta questa gente che corre per negozi dovrà prima  o poi fermarsi e chiedersi se c’è qualcos’altro nella vita”. Francesca ha fatto parte dello staff organizzativo dell’Incontro ed è rimasta molto colpita dal grande ipermercato prenatalizio in cui Milano si trasforma ogni anno. “Per me Dio è presente in ogni momento – dice –, gli parlo sempre, anche quando sono in metropolitana”. Questo grazie anche a due anni vissuti a Taizé tra i “permanenti”, ragazzi e ragazze che decidono di condividere la vita dei fratelli per un certo periodo di tempo.
“Sono rimasta folgorata da Taizé – racconta –, soprattutto dagli scambi personali avuti con le altre persone”. Al suo terzo viaggio in terra francese, intrapreso per cercare di superare un momento difficile che stava attraversando, alla prima settimana di permanenza nella comunità ne aggiunge una seconda. La terza e la quarta arrivano da sé. “Così ho deciso di fermarmi, anche perché volevo dare un taglio netto alla mia vita precedente”. Ora molte cose sono cambiate: “Ho scoperto uno stile di vita basato sull’accoglienza, ho stretto amicizie molto impor-
tanti, ma soprattutto ho trovato
un rapporto con Dio che cresce sempre”.
                                                                                           
Città Nuova


“Si ricordi che Dio la ama immensamente”


Avevo 23 anni. Pur cristiana  praticante, ero alla ricerca di ciò che potesse saziare la grande sete di verità, la sete di un amore per Dio sempre più vivo e profondo.
Un fatto. Facevo ancora scuola. Un sacerdote mi domanda di offrire un’ora della mia giornata per le sue intenzioni. Rispondo: “Perché non tutta la giornata?”.
Colpito da questa generosità giovanile, mi dice: “Si ricordi che Dio la ama immensamente”.
Queste parole, rivoltemi da un ministro di Dio, sono state per me come una folgore: Dio mi ama immensamente!
Lo dico, lo ripeto anche alle mie compagne: “Dio ci ama immensamente. Dio ti ama immensamente”.
Da quel momento la vita vissuta in precedenza mi appare come adombrata di orfanezza.
Scorgo Dio presente dappertutto col suo amore: nelle mie giornate, nelle mie notti, nei miei slanci, nei miei propositi, negli avvenimenti gioiosi e confortanti, nelle situazioni tristi, difficili. C’è sempre, c’è in ogni luogo e mi spiega. Che cosa mi spiega? Che tutto è amore, ciò che sono e ciò che mi succede; ciò che siamo e ciò che ci riguarda; che sono figlia sua ed Egli mi è Padre, che nulla sfugge al suo amore, nemmeno gli sbagli che commetto, perché Egli li permette per un bene; che il suo amore avvolge i cristiani come me, la Chiesa, il mondo, l’universo.
Ora so chi è Dio: Dio è Amore, è Padre.
Da allora l’intima relazione con Lui non si è interrotta più.
La mattina quando recito il rosario, appena arriva il Padre nostro... non posso spiegare cosa sia per me soprattutto nella sua prima parte.
                                                                             
 Chiara Lubich


RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 1999-8
VISITA
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