Tutti figli dello stesso Padre


Il 30 aprile 1997 nel Seminario Minore di Buta, nel Burundi: alcuni soldati hanno raggruppato 40 seminaristi, tra i quali si mescolavano hutu e tutsi. Hanno dato loro l’ordine di separarsi, per uccidere quelli che non erano della loro etnia. I giovani hanno rifiutato di separarsi. I soldati, furiosi, li hanno massacrati tutti. Laggiù, li si chiama i “martiri”: hanno mostrato perfino nella morte che erano fratelli, tutti figli del Padre... che conta i poveri capelli macchiati di sangue.
                                                                                    Gérard Bessière

Il testamento spirituale di don Renzo Beretta

Sì, ho un Padre: Abbà. Ho un Fratello: Gesù. Il Consolatore, credo e desidero sia in me. Giunto così alla fine, così come crede mia Madre, la santa Chiesa cattolica, dico: “in Te Domine speravi, non confundar”... e tante grazie, Signore. Per grazia, sino ad oggi, non sento di temere la morte, attraverso lei, la morte, mi è dato di vedere Lui, il Signore, tanto desiderato.
Spero d’aver servito, così come sono stato capace... avrei dovuto, ardere di più per le anime. Chiedo umilmente perdono a Te, mio Salvatore e Dio. Chiedo perdono a tutti, se posso aver involontariamente offeso o non dato l’esempio dovuto.
Maria, la Mamma di Gesù, mi aiuti in questo passo, con il mio Angelo Custode. Voglio che la mia morte sia un atto di adorazione, di fiducia, di amore per il mio Dio, Signore, Salvatore.
Quello che ancora ho, non mi è mai appartenuto. Ho ricevuto tutto, tutto appartiene a chi è nel bisogno.
Ringraziate con me il Signore; fate festa: Dio è Padre, la Mamma di Gesù ci accompagna. Pregate per me la misericordia di Dio. Per grazia “vedrò” il mio Salvatore. A vederci tutti in Paradiso.
                                                                                                   
Don Renzo
                                                                                            1-1-1995 - Ponte Chiasso
(Don Renzo Beretta fu ucciso da un immigrato clandestino che aveva beneficato a Ponte Chiasso, Como).


Alla messa riprendevo coraggio...

Dal ’61 al ’79, lei fu parroco a Castelfiorentino,  che alcuni definivano allora “il comune più rosso d’Italia”. Anni turbinosi, a volte difficili anche nella Chiesa. Cosa la confortò in quel periodo?

Piovanelli. In quegli anni a volte c’era chi diceva: il nostro cristianesimo fatto di tradizioni bisogna smantellarlo; la parrocchia è senza futuro; bisogna ricominciare ripartendo da zero. Magari la notte non ci dormivo, rigirandomi nella mente quei giudizi. Ma poi la mattina riprendevo coraggio, vedendo le persone che venivano a messa. Uomini e donne che ascoltavano il Vangelo, che cantavano lieti. Padri di famiglia, magari rotti dalla fatica del lavoro, ma fedelissimi alla messa domenicale, con gli occhi vivi e gioiosi. Donne indaffarate dietro ai figli e alla casa, capaci di dirti tra una faccenda e l’altra poche parole di fede che t’illuminavano per tutta la giornata. E poi, l’imprevisto di essere confortati anche da chi era lontano, da chi non veniva magari in chiesa. Le racconto un episodio. Quando ci fu la grande alluvione, nel ’66, anche a Castelfiorentino ci furono gravi danni. Rimase isolata la casa di riposo dove c’erano gli anziani. Appena le acque si ritirarono, io andai là, per rimediare al grande disagio. Gli anziani non potevano più star lì. Dove mandarli? Ho chiamato la gente, ho detto: “Guardate, se non vogliamo mandarli via, l’unico modo è prenderli in casa nostra”. Mi raccontarono di uno che non veniva mai in chiesa, ma che accolse una coppia di vecchietti e la fece dormire nel proprio letto, mentre lui e la moglie dormivano sul divano. A quest’uomo dal cuore buono, penso che forse gli capiterà quello di cui parla il Vangelo di Matteo al capitolo 25: “«Ma quando mai, Signore, t’abbiamo fatto questo?». «Quella volta che tu mi mettesti a letto, nel tuo letto, e tu e tua moglie andaste a dormire sul divano»”.

                 Da un’intervista di 30 Giorni al Card. Piovanelli di Firenze


RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 1999-10
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