EDITH STEIN:
itinerario di conversione


L’11 ottobre 1998 Giovanni Paolo II ha regalato una nuova santa alla Chiesa e all’umanità. È Teresa Benedetta della Croce, al secolo Edith Stein.
Ha avuto un itinerario intellettuale e spirituale molto interessante, che ne fa una delle grandi figure di questo nostro secolo. Di famiglia ebrea, Edith era di intelligenza brillante (in famiglia la chiamavano “die kluge Edith” cioè Edith l’intelligente). All’età di 12 anni – racconta lei stessa – abbandona la fede “per affermarsi come essere autonomo”. A 21 anni si dichiara agnostica: “Mi sento incapace di credere all’esistenza di Dio”. Poi l’incontro con E. Husserl e la sua fenomenologia nell’Università di Gottinga. Edith sta lentamente cambiando. La sua ricerca appassionata della verità la vive come una intensa preghiera. Dirà lei stessa: “Lo studio è la mia preghiera”. Il suo itinerario spirituale si conclude a trent’anni con la conversione al cattolicesimo.

Tre “esperienze” o testimonianze sembrano essere state determinanti nel processo della sua conversione. La prima fu la visita ad Anne Reinach, la giovane vedova di un suo collega filosofo morto in guerra. Invitata dalla sua amica a casa per riordinare le carte e gli appunti del marito in vista di una pubblicazione, Edith si aspettava una donna in preda alla disperazione per una perdita così grave. Trovò invece Anne addolorata sì ma serena e sorridente: era sostenuta dalla fede. Scriverà Edith: “Fu il mio primo incontro con la Croce, la mia prima esperienza della forza divina che dalla Croce emana e si comunica a quelli che l’abbracciano...”.

Secondo quadro. Duomo di Friburgo, Edith con un gruppo di amici. Mentre sostavano in rispettoso silenzio, entrò una donna con la borsa della spesa, e si inginocchiò per una breve preghiera. Scrisse Edith: “Per me si trattava di una cosa assolutamente nuova. Nelle sinagoghe o nelle chiese protestanti che avevo visitato, si andava solo per il servizio divino.

Qui invece si veniva nella chiesa vuota, in mezzo alle quotidiane occupazioni di un giorno di lavoro, come per un intimo colloquio. È una cosa che non ho potuto dimenticare”.

Terzo episodio, decisivo, in casa di amici nell’estate del 1921. Una sera si recò alla biblioteca. Scrisse lei stessa: “Senza scegliere, presi il primo libro che mi capitò sotto mano: era un grosso volume che portava il titolo “Vita di S. Teresa scritta da lei medesima”. Ne cominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non l’interruppi fino alla fine. Quando lo chiusi, dovetti confessare a me stessa: “Questa è la verità”. Poco tempo dopo ricevette il battesimo, diventando cattolica.
Anne Reinach, la donna di Friburgo, Santa Teresa: tre donne che con la loro testimonianza hanno aiutato Edith nel suo itinerario spirituale.
                                                                                         
MARIO SCUDU


“Chiami straccio un oggetto che richiama la Madonna?”

Lo scapolare della Vergine del Carmelo, come ha detto Pio XII, è il segno esterno della nostra consacrazione a Maria. Ce lo insegnano anche i negri dell’Africa.
Un ufficiale protestante trovò un moretto con uno scapolare al collo. Gli disse: “Getta via quello straccetto...”. Il negro reagì: “E che? Chiami straccio un oggetto che richiama la Madonna?”.
“Eccoti una bella moneta – aggiunse l’ufficiale – ma gettalo via!”.
Il ragazzo rifletté un poco; poi, stesa la mano, afferrò la moneta e disparve. Ma l’ufficiale non gustò a lungo la soddisfazione della presunta vittoria. Poco dopo il fanciullo ricomparve, portando sul petto uno scapolare fiammante. L’aveva acquistato alla vicina residenza dei missionari.
                                                             D. Umberto Pasquale sdb


IMMAGINE:
Edith Stein, diventata suro Teresa Benedetta della Croce, carmelitana
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 1999-4
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