Dov’è Dio?


Era una delle domande del vecchio Catechismo della Chiesa Cattolica. La risposta era: “Dio è in cielo, in terra ed in ogni luogo”. È vero, la natura con il suo splendore parla continuamente di Lui. Il sole, poi, sembra parlare più forte di tutto.
Un pagano di Roma chiese a un rabbino (cioè un dottore della Legge ebraica): “Fammi vedere il tuo Dio”.

Il rabbino rispose: “Alza gli occhi al cielo: Dio è là!”. Il romano alzò lo sguardo, ma restò talmente abbagliato dal sole che abbassò subito le palpebre e il rabbino commentò: “Tu mi chiedi di vedere il Creatore e non sei neppure capace di sopportare lo splendore d’una sua creatura”? Evidente, no?


“Loro sono morti per amore del Signore Gesu'

Sono state date tante definizioni di questo nostro secolo XX che volge al termine. Una è: “Secolo di martiri”.

Ecco la testimonianza di uno di questi.

“Tremo al pensiero del Giudizio universale. Il Padre nostro potrebbe dirmi: «Tu dovevi dare anche la vita»”. Frane Frani´c, 88 anni, è Arcivescovo emerito di Spalato-Makarska. Ordinato sacerdote nel 1936, è divenuto Vescovo ausiliare di Spalato nel 1950. Da giovane sacerdote e da giovane Vescovo è stato protagonista della tenace resistenza dei cristiani contro i tre grandi mali del XX secolo: nazismo, fascismo e comunismo. Si è fermamente opposto a quanti cercavano, con ogni arma di colpire la Chiesa cattolica.
L’Arcivescovo ricorda quegli avvenimenti fin nei particolari...
...“La mia generazione era pronta a morire per la Chiesa e così anche la generazione successiva – prosegue Frani´c –.
Stepinac è stato il nostro simbolo, ma non era un isolato, neppure quando era in carcere al confino. Siamo stati sempre uniti. Eravamo con lui. Era con noi anche il giovane Karol Wojtyla. L’ho conosciuto al Concilio Vaticano II, quando era ancora Vescovo ausiliare di Cracovia. Abbiamo lavorato insieme nella commissione per la redazione della Costituzione pastorale «Gaudium et spes». Eravamo diventati amici. Conosceva bene la vicenda di Stepinac”...
“Sono venuto a Roma, in questo Anno Santo, per rinnovare la mia fedeltà a Pietro” dice. Ricorda con le lacrime agli occhi la visita di Giovanni Paolo II a Spalato quel 4 ottobre 1998. “Quando i comunisti sembravano i «padroni» delle nostre vite, chi avrebbe mai immaginato che il Successore di Pietro sarebbe venuto a casa nostra?”.
Oggi Frani´c vive nella canonica della Concattedrale di Spalato che è riuscito a far costruire. L’han voluta dedicare a San Pietro proprio per riaffermare l’unità con Roma. Ripete: «Ho vissuto il tempo delle persecuzioni, ho vissuto accanto a tanti martiri, i cui nomi purtroppo resteranno sconosciuti. Loro sono morti per amore del Signore Gesù. Io sono rimasto vivo anche se in tante occasioni ero sicuro di essere vicino alla morte. In più di un’occasione, prima di andare in visita pastorale in una parrocchia, ho chiesto l’assoluzione sacramentale ad un confratello perché il pericolo era grandissimo. Non mi sono mai tirato indietro. Avrei potuto fare di più? Avrei potuto fare meglio? Avrei dovuto servire con più eroismo la mia Chiesa? Ho la coscienza tranquilla, ma temo che il Padre potrebbe dirmi: “Tu dovevi dare anche la vita”».
                                                                               Gian Paolo Mattei (O. R.)


RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2000-11
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