“Suora tua, tocca ferro


Si chiama Alessandra Falco:  non l’abbiamo vista a Sanremo, ma di musica se ne intende e l’ispirazione certo non le manca. Recentemente ha anche inciso un CD dal titolo “Suora tua”.
Segno particolare? È una suora giovane dell’Istituto delle Suore Operaie.
Ma del perché di quel titolo, Suor Alessandra, che di se stessa canta in perfetto stile rap: “Sono pazza, sono fuori, perché Dio mi fa felice” ne racconta la genesi.
Mentre un giorno passava davanti ad un bar, un gruppo di giovani, vedendola, non trovarono niente di più originale che le solite frasi: “Tocca ferro, tocca ferro. Arriva una suora”. Di qui la sua risposta “creativa”:

“Suora tua, tocca ferro”, la migliore canzone del suo CD.

Due strofe della sua canzone
Suora tua, tocca ferro
Io ho negli occhi il cielo,
porto al collo e sulla testa
una croce e un velo!

C’è chi dice delle suore
“Attenzione, attenzione!”.
È un’antica e brutta razza
forse in via di estinzione,
sono acide, scorbutiche,
zitelle, senza cuore,
sono vecchie, antiquate,
chiuse e fredde, sono suore!

Suora tua, fa’ le corna,
è fuori moda, non s’aggiorna!
Suora tua, sgomma, taglia,
tocca ferro, non si sbaglia!
Io ho negli occhi il cielo,
porto al collo e sulla testa
una croce e un velo!

Se sapessi quanto danza,
vibra e canta questo cuore!
Io so ridere, scherzare e anche
piangere d’amore!
Sono pazza, sono fuori,
perché Dio mi fa felice,
chi ci crede vola in alto
e così ora mi dice:
Suora tua, fa’ un sorriso,
questa è moda, il Paradiso!
Suora tua, il cuore chiama,
tocca il cielo, Dio ti ama!

Una delle prime copie del suo CD Sr Alessandra lo ha regalato ad uno dei giovani di quel bar involontario ispiratore della canzone.
                                                                                      MARIO SCUDU SDB


Ebrei e Battesimo

Un vecchio ebreo, il cui unico figlio ha chiesto il battesimo, incontra un suo amico che gli dice: “Il tuo bel figlio si è fatto battezzare e tu non l’hai neanche cacciato di casa!”. Eppure sei un pio ebreo “vecchia maniera”. Che farai quando verrà il tempo di rendere conto davanti al tribunale di Dio e il Signore ti dirà: “Rendimi conto del tuo unico figlio che è diventato cristiano”?
Che farò? Gli risponderò semplicemente “E il tuo Figlio, Signore?”.
Mosè, avvicinati
Mosè s’avvicinò al roveto ardente. Udì e capì il Signore perché aveva la “voce” di suo padre. “Mosè, avvicinati!”. E lui: “Padre, dove sei?”. E Dio: “Togliti i sandali, perché sono Jahvè”. Allora Mosè osò chiedere: “Se sei Dio, perché parli la mia lingua?”; e Dio rispose: “Per farmi capire da te”. E Mosè: “Se sei Dio, perché hai il timbro di voce di mio padre?”. Jahvè spiegò: “Per non spaventarti; tanto più che ho bisogno di te”. Mosè tacque, perplesso, e Dio gli ordinò: “Mosè, scendi. Va’ a liberare dalla schiavitù il mio popolo che soffre!”.
                                                                         Dai Detti dei Padri del deserto


RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2000-7
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