DON
BOSCO... A LA SPEZIA
E UN 'CANE GRIGIO' (1959)
Don Tiburzio
Lupo, ormai prossimo a compiere i cento anni di età, ci
regala questo ricordo di quando, Direttore nella Casa salesiana
di Livorno, fu testimone della curiosa vicenda del misterioso
cane "Grigio".
L'urna di Don
Bosco al ritorno da Roma sostò a La Spezia un giorno,
il 12 maggio 1959 dalle ore 6,30 alle ore 15.
Un cane "grigio"!
Per una più
chiara comprensione del fatto mi rifaccio agli avvenimenti precedenti.
L'urna contenente il corpo di Don Bosco, sistemata su un furgone
speciale concesso dalla Fiat, doveva viaggiare verso Roma e da
Roma verso Torino in perfetto incognito. Anche le soste obbligate,
dato il lungo percorso, tenute segrete!
Io, peraltro, ero fermamente deciso di fare fermare Don Bosco
a La Spezia!
Dovevo lavorarmi Don Giraudi. L'occasione propizia mi venne direttamente
da Don Giraudi stesso. Ebbi da lui l'incarico di preparare un
pranzo all'albergo del Passo del Bracco per tutti i Confratelli
che con lui e con Don Giovannini accompagnavano - come guardia
del corpo - l'urna contenente Don Bosco verso Roma.
Feci del mio meglio. Non feci mancare dell'ottimo "cinque
terre".
Inter pocula, dopo molte insistenze, Don Giraudi cedette alla
mia richiesta!
"Gli avrei dovuto scrivere a Roma. Mi avrebbe precisato
il giorno e le modalità da seguire. Fu di parola come
sempre... Le modalità erano queste; a) Don Bosco, proveniente
da Livorno, sarebbe giunto a La Spezia verso le 5,30 del 12 maggio,
in forma segretissima; b) Si sarebbe concesso ai Confratelli
e giovani convittori di vedere Don Bosco; c) Si sarebbe ripartiti
nella stessa mattinata per Sampierdarena, ultima tappa, prima
del rientro a Torino.
Noi si era contenti anche così!
Il giorno 12 maggio io (direttore) e alcuni confratelli ci alziamo
per tempo, ci portiamo in viale Garibaldi di fronte alla chiesa
Madonna della Neve in attesa del sospirato arrivo di Don Bosco!
A questo punto comincia la storia del "cane grigio"!
Due confratelli, impazienti di attendere, si portano sull'incrocio
della via Aurelia con la strada di Portovenere per ispezionare
l'arrivo.
Un cane, mezzo lupo "grigio" di pelame, si avvicina
a loro, vi gironzola attorno. Cercano di cacciarlo via, anche
con qualche sasso. Il cane infila viale Garibaldi e si ferma
ove mi trovo io, Don Oliva e una buona mamma con un bambino per
mano comparsa essa pure per vedere Don Bosco. Come questa avesse
saputo che l'urna di Don Bosco si sarebbe fermata a La Spezia,
non lo so.
Il cane si avvicina a Don Oliva che lo accarezza. Si accoccola
accanto a lui! Don Oliva è seduto su una panchina del
viale. Il cane pone la testa sulle sue ginocchia, dimostrandosi
assai soddisfatto dei complimenti.
Il furgone con tutto l'accompagnamento giunge con un'ora di ritardo...
alle ore 6,30.
Don Giraudi, al mio insistente invito, accetta di fare scendere
l'urna e trasportarla in chiesa alla venerazione nostra e dei
fedeli!
Prevedendo di poter convincere Don Giraudi, avevo già
fatto preparare in presbiterio un solido tavolo ottimamente arredato
dalle suore, che avrebbe potuto sostenere l'urna.
Dopo tante manovre, guidate e comandate da Don Giraudi in persona,
finalmente l'urna contenente Don Bosco, illuminata da calibrati
riflettori, è in presbiterio visibile da ogni parte della
chiesa tra la gioia e la venerazione nostra e dei pochi presenti,
in quel momento, in chiesa.
Quello che sia successo io non lo so, ma quanto sto per esporre
è pura, autentica verità.
Non era ancora trascorsa un'ora, da quando l'urna era esposta
in presbiterio, e già la chiesa era zeppa di fedeli accorsi
a venerare Don Bosco! E andò aumentando
via via in misura così strabocchevole che, verso le ore
8, si dovette fare intervenire la forza pubblica, per regolare
l'afflusso e tenere l'ordine.
Da notare che già era stata organizzata una assistenza
all'urna con i ragazzi più grandicelli della scuola e
con i novizi di Pietrasanta, chiamati per telefono a venire a
vedere Don Bosco.
È stata una manifestazione di fede, di venerazione e di
amore così spontanea, indescrivibile da stupirci e commuoverci
profondamente. Ci sentimmo felici e orgogliosi nello stesso tempo
di essere figli di Don Bosco!
Durante la Messa di Don Giraudi - ore 7,30 - una signora entra
in sacrestia ad avvertire che un cane sta accovacciato sui gradini
della balaustra dalla parte dell'urna e impedisce ai fedeli di
avvicinarsi ad essa. Tutti vorrebbero toccare l'urna e fare toccare
oggetti!
Mando il sacrista a prendere il malaugurato cane.
Dopo alcuni minuti ritorna solo, scusandosi che il cane gli è
sfuggito di mano è penetrato in presbiterio ed è
andato ad accovacciarsi sotto il tavolo su cui poggia l'urna!
Per non disturbare la funzione, lo si lascia stare, tanto più
che i tendaggi che ornano l'urna, lo nascondono alla vista di
tutti.
Io avevo altro da fare in quel momento e non feci più
caso al cane.
Nessuno reclamò e il cane se ne stette quieto per tutta
la durata della Messa sotto il tavolo dell'urna.
Terminata la Messa rientro in sacrestia per ricevere Don Giraudi
e condurlo a colazione.
Ecco comparire il cane! Quieto quieto, scodinzolante, come fosse
uno del seguito, ci segue verso il refettorio.
Veramente io cerco di cacciarlo via... Don Giraudi interviene
dicendo e sorridendo: "lascialo stare... Chissà che
non sia il Grigio di Don Bosco!
Si ride e si lascia il cane al nostro seguito.
In refettorio si accovaccia sotto il tavolo tra i piedi di Don
Giraudi! Rifiuta ogni cibo... pane burrato, formaggio, salame!
Fosse stato un cane randagio, a quell'ora, credo, che un buon
boccone l'avrebbe divorato.
Terminata la colazione Don Giraudi si ritira per un po' di riposo.
Io prendo il cane per la pelle del collo e lo trascino in cortile.
I giovani che hanno partecipato alla Messa di Don Giraudi e che
già si trovano in ricreazione, appena scorgono il cane
si fanno attorno ad accarezzarlo. Anche da essi rifiuta i bocconi
che gli porgono.
Suonata la campana della scuola, il consigliere, fa condurre
il cane in portineria. Qui si accuccia mogio mogio. Il portinaio
visto che si rifiuta di muoversi lo lascia tranquillo.
Verso le dieci passa il sig. Basilio (factotum della casa), prende
il cane per il collarino e senza tanti complimenti, lo trascina
fuori e chiude la porta; il cane non fu più visto!
Che sia stato
il "Grigio di Don Bosco"?
Per me, pur
non disturbando il Grigio di Don Bosco, tutto il comportamento
di questo cane ha qualcosa di fuori dell'ordinario. Non mi è
mai accaduto di incontrare un cane che si comportasse a questo
modo!
O... era una cane ben idiota, oppure un cane ben straordinario!
Un fatto molto significativo
Don Giraudi è seduto - vigile custode - presso l'urna.
Si bea felice di vedere quella fiumana di gente che passa presso
l'urna, che si ferma brevemente... mira e rimira il volto di
Don Bosco... prega sommessamente... che vuole far toccare qualche
oggetto personale all'urna.
Gli uomini sono incanalati nella navata destra di chi entra in
chiesa: passano attraverso il presbiterio, sostano presso Don
Bosco e, poi, per la sacrestia sfollano nei cortili dell'Istituto
e quindi in via Roma. Le donne si accalcano alla balaustra di
fronte all'urna.
Verso le 11 faccio un sapralluogo. In sacrestia mi avvicina una
giovane signora con un piccino di pochi mesi stretto tra le braccia.
- Reverendo, mi dice, potrei passare in presbiterio e far toccare
l'urna al mio piccino?
- Signora, non è possibile. Lo vede!
- Ma... il piccino è cieco!
Mi prende un groppo alla gola. Le lacrime mi velano gli occhi.
- Farò il possibile... Venga con me.
Entro in presbiterio con lei accanto. Don Giraudi mi lancia un'occhiata!...
Mi avvicino, gli espongo il caso.
- Allora, falla passare, mi risponde.
La Signora, giunta presso l'urna, tenta di sollevare il bimbo
verso Don Bosco. Don Giraudi delicatamente le prende, egli stesso,
il bimbo, lo alza fino all'altezza della testa di Don Bosco,
ripetutamente fa toccare la testina di lui all'urna di Don Bosco...
Sembra S. Giuseppe con il Bambino tra le braccia... Gli scorrono
lacrime di sotto gli occhiali! Riconsegna il piccino alla mamma...
trasfigurato!
È stato un segnale!
Altre e altre mamme passano in presbiterio per far toccare l'urna
ai loro piccoli. Don Giraudi ripete più volte il pietoso
e amorevole atto di bontà. L'accompagna con il cuore e
la mente imploranti Don Bosco.
Alle tre del pomeriggio si deve prelevare l'urna e riportarla
sul furgone. Si fanno intervenire i carabinieri di servizio.
Chiudono il portone centrale della chiesa, fanno sfollare le
centinaia di persone presenti in chiesa, dalla sacrestia nei
cortili dell'Istituto.
Contemporaneamente altri militi chiudono il cancello in ferro
della cancellata che limita la strada dalla gradinata della chiesa...
tra le proteste della gente in arrivo per vedere Don Bosco.
Solo verso le 16 si può riportare l'urna sul furgone e
partire per Sampierdarena.
Don Bosco sei grande!
D.
Tiburzio Lupo
sdb (morto centenario
(2001) alla Casa Madre di Torino-Valdocco)
IMMAGINE: Don Bosco, Mamma Margherita
e il Cane Grigio, quadro che si può ammirare salendo le
scale delle Camerette di Don Bosco a Valdocco