CERCARE OMBRA SOTTO UN FAGGIO


Soeren Kierkegaard è un filosofo danese del secolo scorso, esponente di punta di quell’esistenzialismo che fu acerrimo nemico dell’idealismo di Hegel. Nella sua prima opera dal titolo “Aut Aut” il filosofo esorta con insistenza il lettore a guardare dentro la propria esistenza e a non rimandare le scelte che contano e che qualificano la vita. La posta in gioco è se stessi e la propria realizzazione (la propria salvezza).
Occorre passare, esorta Kierkegaard, dalla ricerca continua del proprio piacere ed interesse momentanei, dal vivere schiavi dell’effimero e preoccupati di godere “l’attimo fuggente”, senza mai impegnarsi fino in fondo (la vita estetica), alla volontà di scegliere se stessi come compito da realizzare nella fedeltà ai propri progetti di vita. Sarà specialmente nel lavoro quotidiano che egli costruirà la propria personalità, troverà la propria soddisfazione (oggi si direbbe autorealizzazione) e sentirà profondamente di essere “qualcosa per gli altri uomini” (la vita etica).
Questo deve avvenire nella pazienza (senza la sindrome del tutto, subito senza o poco sforzo, comune a molti giovani di oggi), senza troppa fretta di essere “notato” immediatamente dagli altri. La maggior gratificazione personale dovrà fondarsi sulla convinzione di aver “fatto” bene il proprio “compito” per sé e per gli altri.
Qualcuno prima o poi avrà bisogno della nostra ombra per proteggersi o per essere rincuorato e incoraggiato a riprendere il proprio viaggio esistenziale.
A questo proposito Kierkegaard usa la metafora del faggio. “Un faggio che cresce spande i suoi rami, e gli uomini si rallegrano stando alla sua ombra. Se fosse impaziente e dicesse «qui in questo posto dove sto io non viene quasi mai anima viva, che cosa importa dunque che io cresca, che io spanda i miei rami, che cosa realizzo con questo?», con ciò ritarderebbe solo la sua crescita, e forse un giorno arriverebbe un viandante che direbbe: «Se quest’albero invece di essere malformato fosse un faggio frondoso, avrei potuto riposare alla sua ombra». Pensa un po’ se l’albero lo potesse ascoltare! Così ogni uomo può compiere qualche cosa, può compiere la sua opera.
L’opera può essere diversa, ma bisogna sempre tenere presente che ogni uomo ha la sua, e che tutti così si conciliano per il fatto di compiere ognuno la propria opera”.
                                                                                         
 MARIO SCUDU

Il pulpito di Massillon

Celebre oratore francese († 1742), Massillon, quando aveva finito le cure del suo ufficio e della sua missione di predicatore e di padre spirituale, sapeva darsi bel tempo, ed era anzi di umore allegro e gioviale. Crozat gli disse un giorno: – Padre, la morale che predicate dal pulpito mi spaventa; ma per fortuna la vostra maniera di vivere mi rassicura.
                                                                        E. Guerard Dictionnaire d’anecdotes


Le vere conquiste

Napoleone fece un giorno un’importante confessione: “Le uniche conquiste – disse il gran conquistatore – veramente utili e che non lasciano nessun rimpianto sono quelle che l’umanità compie contro l’ignoranza”.
                                                                                 Nouvelles récréations littéraires


A cura di MARIO SCUDU
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2001-7
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