La gioia di Dio è quando...


Un giorno, mentre me ne tornavo in albergo, ho  incontrato una donna con un bambino al petto. Era una donna ancor giovane, e il bambino poteva avere sei settimane. Lei aveva notato che il bambino le aveva sorriso proprio allora per la prima volta dalla nascita. Mentre la osservo, vedo che improvvisamente si fa devotamente il segno della croce.
“Che cosa fai, brava donna?” le chiedo (io allora avevo l’abitudine di far domande a tutti). E lei mi fa: “Vedi, la gioia che prova una madre quando coglie il primo sorriso del suo bambino dev’essere proprio la stessa che prova Iddio ogni volta che, su dal cielo, vede un peccatore che gli rivolge una preghiera con tutto il suo cuore”.
Questo mi disse quella donna del popolo, e quasi con queste precise parole, e questo pensiero così profondo, così giusto ed autenticamente religioso, un pensiero in cui è contenuta tutta l’essenza del cristianesimo, e cioè tutta la concezione di Dio, come di un padre amoroso, di un Dio che si compiace dell’uomo, così come un padre si compiace e prova gioia per suo figlio, questa è appunto l’idea essenziale di Cristo!

                                                                    Fëdor Dostoevskij
                                                                          da L’idiota


Lo fuciliamo perché è buono...

Per la Spagna erano gli anni dei terribili disordini sociali e della persecuzione religiosa. Quando, nel luglio 1936, la bufera anarchica e comunista squassò quelle regioni portandovi desolazione e morte, padre Ricardo Gil fu rispettato fino all’ultimo perché si occupava dei poveracci. Due volte i miliziani andarono alla sua casa per eliminarlo come tanti altri sacerdoti. Due volte si interpose la gente del vicinato, dicendo: “È buono, aiuta i poveri, i nostri figli mangiano perché c’è lui!”. La terza volta, il 3 agosto, i miliziani chiusero l’argomento: “Sono proprio quelli buoni che noi cerchiamo!”.
Il giovane postulante, Antonio Arrué Peirò, ritornando verso casa vide il camion su cui stavano facendo salire il padre. Lo consigliarono di scappare. Non esitò un attimo e volle rimanere con lui. Furono portati insieme al Saler di Valencia. Fucilarono il padre Gil, il quale alla proposta di gridare “Viva l’anarchia” preferì professare “Viva Cristo re”. Antonio, al vedere cadere il Padre, gli balzò accanto per sorreggerlo. Le guardie comuniste gli fracassarono il cranio con il calcio del fucile.

                                                                      Flavio Peloso
                                                   da Don Orione oggi, Roma, dic. 2000



Dove trovare la felicità

Carità... Amore... difficile trovare parole così “abusate”. Eppure, sono parole semplicissime. L’Amore, infatti, è l’Essere stesso di Dio. Dio è Amore, nonostante tutto quello che sembra negare questo Amore. Noi siamo amati, nonostante tutto. Noi siamo capaci di amare o di non amare. Queste tre realtà sono sempre state la radice e la guida della mia vita di credente.
Quando, nelle nostre comunità, qualche amico mi chiede “Chi è Dio?” sono solito rispondere con un ricordo dei primi anni di Emmaus.
Una sera un comunitario col quale avevo lavorato tutta la giornata per finire di costruire una casa a una famiglia che dormiva in strada, mi disse: “Padre, sono stanco morto, ma felice”. Ricordo che commentai quella confessione di un amico, che nulla sapeva di religione, dicendogli: “Non dimenticare mai questa gioia. Tu stesso la ritieni inspiegabile. Eppure ne avverti tutta l’intensità incomparabile. Questa gioia, è Dio stesso. Attraverso questa giornata che con fatica hai vissuto per gli altri, per rendere un servizio ai più poveri, Dio si manifesta e ti fa gustare la Sua gioia. Anche se, magari non sai nulla di Lui, attraverso un gesto di carità e di amore, tu incontri, tu conosci Dio”.

                                                                                  Abbè Pierre


 A cura di MARIO SCUDU
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2001-9
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