Terapia
della preghiera e del silenzio Io
credo nelle proprietà psicoterapeutiche della preghiera,
della meditazione, della solitudine.
Gesù, passò quaranta giorni nel deserto, prima
di tornare a predicare nel mondo. Anche Maometto e Buddha si
ritiravano spesso in meditazione in solitudine, in silenzio.
Una riflessione: oggi, in genere, si costruisce la propria identità
sul ruolo che si riveste, sulla professione che si esercita,
sullambiente che ci circonda, su qualcosa di esterno a
sé.
Ma, attenzione: ciò porta alla superficialità del
vivere umano, porta alla nevrosi, porta al vuoto, porta a una
vita senza un vero significato. Allangoscia. Alla morte
psichica, spirituale.
Dunque: per dare senso alla propria esistenza, per sentirsi pieni,
autentici, vivi, occorre allontanarsi, distanziarsi da ciò
che si rappresenta.
Imparare a stare soli con se stessi senza paura porta al senso
di eternità, allinfinito.
Sono convinto che i momenti mistici siano esperienze intensamente
reali.
Certamente sono momenti, luoghi di perfezione, dove scompaiono
o si riducono al minimo i dolori, le tensioni quotidiane, le
ansie, le angosce, le inquietudini.
Valerio
Albisett
La camicia
della felicità
Nel grande regno del lontano
Oriente viveva un re, triste tutto il giorno, melanconico tutta
la notte.
Aveva tutto, ma non era felice!
Un giorno, non potendone più, convocò i saggi del
suo regno e domandò loro:
Che devo fare per essere felice?
Molte furono le risposte, ma la più originale fu questa:
O re, se vuoi proprio toglierti la tristezza dal cuore,
basta che tu indossi per alcun tempo la camicia delluomo
felice.
Furono spediti in tutti gli angoli del regno cavalieri e ministri:
tutti in cerca dun uomo felice.
Batterono alle porte dei ricchi, ma ritornavano mesti: i ricchi
non erano felici!
Entrarono nei palazzi dei potenti, ma ritornavano tristi: anche
i potenti non sono felici!
Bussarono alla porta dei sapienti, ma ritornavano pensosi: purtroppo
anche i saggi spesso non sono veramente felici.
Ma un giorno, di ritorno alla reggia, videro in un campo, sotto
il sole destate, curvo sul suo lavoro, un povero contadino,
che cantava allegramente.
Lo pregarono:
A nome del re, donaci la tua camicia!
Quegli rispose:
Non ho camicia! Sono troppo povero per averla. Eppure
sono tanto contento: ho una moglie, che mi ama e io la amo; ho
figli che mi amano e io li amo; ho un Dio che mi ama e io lo
amo! Cosa volete di più?
Leggenda
persiana, ripresa da Hans C. Andersen
In Dio è
più grande la giustizia o la misericordia?
Al tribunale di Jahvé
novecento angeli accusano un uomo: Costui è veramente
malvagio!. Solo un angelo si attesta in suo favore: Ma
ha compiuto unopera buona!. Jahvé fa inclinare
la bilancia in favore del peccatore e sentenzia: Niente
Gehenna!. Gehenna è il nome biblico col quale è
indicato il luogo della perdizione. Ma non sapete qual è
lorario di Dio. Ecco come la pensavano gli Abbas
del deserto: Per tre ore al giorno Jahvé siede in
tribunale a giudicare il mondo. Ma, quando il male prevale sul
bene, si alza dal trono della giustizia e, con un sospiro di
sollievo, si siede per il resto della sua giornata sul trono
della misericordia.
Detti
dei Padri del Deserto RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2000-4 VISITA Nr. |