Montanelli: vorrei
la fede senza dubbi
Indro Montanelli, laico di formazione
ma «cattolico nel sangue», vorrebbe avere la fede
cristiana di sua madre e si dichiara ammiratore di Giovanni Paolo
II, che considera «un eroe della Chiesa». Il grande
vecchio del giornalismo italiano confessa, a 91 anni, i suoi
turbamenti religiosi in una lunga intervista al mensile «30Giorni»
diretto da Giulio Andreotti. Montanelli (nella foto) ricorda
che sua madre era «molto pia, osservante», che viveva
la sua fede «senza incrinature di dubbio». «Io
vorrei aver quella fede lì, mia madre non ha mai avuto
dubbi. È morta a 96 anni ancora credendo in Gesù:
pensi che bellezza! Questa è la fede che io vorrei».
Il decano della stampa italiana non è sulla via della
conversione, ma ammette di essere assai affascinato dalle questioni
religiose: «Io sono un laico, laicone, laicaccio, ma sono
molto, molto interessato a questa faccenda della Chiesa. Che
io sento, pur restando con tutti i miei dubbi laici, come una
mamma che mi allatta, al cui latte io sono cresciuto».
Da
Avvenire
La «piccola
via» della Venerabile Teresita Quevedo
Alta, i capelli biondi sulle
spalle, lo sguardo pieno di luce, un volto dolcissimo, reso
ancor più bello dal sorriso. Così era Maria Teresa
Gonzales-Quevedo. Qualcuno disse che era una diva del cinema;
in realtà era unangelica creatura «in terra
dal ciel venuta / a miracol mostrare», come direbbe Dante.
Era nata a Madrid il 14 aprile 1930, Sabato Santo. Il papà,
medico, aveva qualcosa dello stile di Louis Martin, il babbo
di S. Teresa di Lisieux; e forse anche per questo la volle chiamare
Teresita.
A dieci anni scrive sul suo Diario: «Ho deciso di farmi
santa». E la Vergine Maria le appare la via migliore, quasi
una scorciatoia, che la porta alle vette della santità:
Teresita lo comprende molto presto e, già nel 1944, si
consacra alla Madonna nella «Congregazione Mariana». Sulla medaglia-distintivo
della Congregazione fa incidere il suo impegno:
«Madre mia, chi guarda me, veda Te». A 17 anni, sebbene
ammirata quasi fosse una piccola «dea», lascia tutto
ed entra nel noviziato delle Carmelitane della Carità.
«Lamore alla Vergine, proprio perché porta
a Gesù scrive è lunica realtà
che riempie la vita. Io non capisco come ci siano persone alle
quali la Madonna sia indifferente». Non le è risparmiato
il dolore, il peso della rinuncia, la prova delle aridità
spirituali; ora, mentre nel Carmelo conosce e ammira S. Teresa
di Gesù Bambino e la sua «piccola via» della
confidenza e dellamore, spiega: «Ma per me la piccola
via passa attraverso la Madonna».
Man mano che il tempo passa anche se ha solo ventanni
cresce in lei il desiderio di vedere la Vergine Santa,
di stare con lei in eterno. Allinizio dellAnno Santo
1950, questo desiderio diventa convinzione: «Siccome questanno
ci sarà una festa molto grande (la proclamazione del dogma
dellAssunzione di Maria), la Madonna non mi può
lasciare qui: quel giorno, lo passerò con la Madre celeste».
La notte del Sabato Santo 8 aprile 1950 proprio cinquantanni
fa, in tempo di Giubileo come oggi Suor Teresita esclama
a gran voce: «Madre mia, vieni a prendermi e portami con
Te, in Paradiso!». Così va incontro a Cristo e alla
sua Santa Madre, vero capolavoro della grazia e dellintercessione
di Maria.
Il 9 giugno 1983, papa Giovanni Paolo II lha riconosciuta
«eroica nelle sue virtù», quindi «venerabile»
per il popolo di Dio. Attendiamo la sua beatificazione, nellora
in cui lo Spirito Santo lo suggerirà alla Chiesa.
Da
Madre di Dio, giugno 2000
IMMAGINE:
Teresita
Gonsales-Quevedo a 17 anni, prima di entrare al Noviziato delle
Carmelitane della Carità
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE
2000-10
VISITA Nr.