ATTI 2.14-41:
LA PRIMA CATECHESI
DI PIETRO
Gesù
disse ai suoi discepoli: «... sarete miei testimoni iniziando
da Gerusalemme» (1,8). Ebbene, questinizio ufficiale
della testimonianza ora si realizza con la catechesi di Pietro.
Per Luca, Pietro e gli altri Undici hanno unimportanza
unica. Egli, infatti, ha diligentemente indagato quanto
essi ci hanno trasmesso; essi che furono testimoni oculari fin
dal principio e poi, per volontà di Gesù, divennero
ministri della Parola, (Lc 1,2). È perciò evidente
che Luca ci vuole trasmettere la testimonianza di Pietro, testimone
oculare, comè altrettanto chiaro che lo faccia con
le sue parole e il suo stile e che scrivendo pensi sempre a Gesù.
Come Gesù la sera di Pasqua insegna agli Apostoli a leggere
la sua vita e in particolare la sua morte e Risurrezione servendosi
delle Scritture, così fa ora Pietro, imitando il Maestro.
Egli legge levento di Pentecoste e tutto il mistero di
Cristo servendosi delle Scritture. E lo fa in modo nuovo e creativo
distanziandosi nettamente dalla lettura ebraica. Non sono più
gli eventi dellEsodo che illuminano tutte le Scritture,
ma la novità di Cristo che svela il senso pieno di ciò
che fu detto agli antichi.
Ancora, la novità di Cristo, il compimento perfetto delle
promesse si realizza sempre in misura insospettata rispetto agli
antichi annunci. Di qui tante volte la necessità di citare
lantico con libertà per esprimere meglio il nuovo,
sempre però in linea con il senso fondamentale del testo.
Detto questo, possiamo leggere cristianamente i testi antichi,
ascoltando Pietro, senza star lì a discutere che cosa
sia di Pietro e che cosa sia di Luca.
Tutto è
opera dello Spirito Santo (2,14-21)
La reazione
della gente, che ascoltava gli Apostoli annunciare in altre lingue
le grandi opere di Dio, in alcuni provoca stupore e desiderio
di capire: Che significa questo?; mentre altri trattarono
gli Apostoli come ubriachi (2,12s). Sentendo ciò, Pietro,
che era lì ritto in piedi, alzò la voce e disse
ai presenti: Correligionari Giudei e voi tutti che soggiornate
a Gerusalemme, cercate di capire quello che sta avvenendo; fate
attenzione alle mie parole. Non siamo ubriachi come certi sospettano
di noi perché sono appena le nove del mattino e noi, osservanti
della legge, non beviamo bevande alcooliche di primo mattino
(vedi Is 5,11). Quello che sta accadendo è tutta opera
dello Spirito Santo, è compimento di una promessa di Dio
come possiamo leggere nel profeta Gioele. Subito dopo cita
il testo, ma lo fa alla luce dei nuovi eventi. Leggiamolo anche
noi mettendo in neretto ciò che è proprio del testo
lucano e
tra parentesi il corrispondente testo antico, se cè.
«Accadrà negli ultimi giorni (dopo questo)
dice Dio : effonderò il mio Spirito su ogni persona
e profeteranno i vostri figli e le vostre figlie, i vostri giovani
avranno visioni e i vostri anziani faranno sogni. Anche sui miei
servi e sulle mie serve (sugli schiavi e sulle schiave) effonderò
in quei giorni il mio Spirito e profeteranno. Farò prodigi
in alto nel cielo e segni in basso sulla terra, sangue, fuoco
e nuvole di fumo. Il sole si muterà in tenebra e la luna
in sangue prima che giunga il giorno del Signore, giorno grande
e splendido (terribile). Allora, chiunque invocherà il
nome del Signore sarà salvo».
Come si vede, cè diversità tra il nuovo testo
e lantico, innanzi tutto perché non stiamo ascoltando
Gioele e neppure Pietro, ma Dio il quale ci dice che cosa ha
avuto inizio in quel mattino di Pentecoste: non il giorno
grande e terribile del Signore come dice il testo antico,
ma il giorno grande e splendido del Signore. La Pentecoste
è un giorno meraviglioso, perché hanno inizio gli
ultimi giorni stracolmi del dono dello Spirito, non più
proprietà di pochi. Dio, infatti, dice: «Effonderò
il mio Spirito su ogni persona: uomini e donne, giovani e anziani,
e anche sui miei servi e sulle mie serve»; gli schiavi
e le schiave scompaiono per diventare servi del Signore,
come Mosè e i profeti, come Maria, la Madre del Signore.
Nel nuovo popolo di Dio non ci sono dei privilegiati. Lo Spirito
e di conseguenza la capacità di profetare e di intendere
e comunicare la Parola di Dio è dato a tutti. Questo è
il segno dei tempi nuovi, un segno compiuto da Dio che la mattina
di Pentecoste si visibilizza in un vento gagliardo e in lingue
di fuoco venute dal cielo; un segno di Dio che viene rappresentato
con tante altre immagini cosmiche che però non hanno più
nulla di terrificante. Dal momento che ora si parla del giorno
grande e splendido del Signore, esse esprimono lirrompere
trionfante di Dio nella storia con il fuoco e la potenza dello
Spirito per rendere «chiunque invoca il nome del Signore»
capace di camminare nella storia, come Gesù e con Gesù,
con la potenza dello Spirito.
«Chiunque invoca il nome del Signore». La parola
Signore nellantico testo indicava Iahvè,
nel nuovo testo questo titolo è dato a Gesù, come
subito si dimostrerà.
Pietro,
il testimone oculare
Ecco ora
la testimonianza di Pietro, il testimone oculare per eccellenza.
Egli ci offre il primo kerygma, cioè il primo annuncio
cristiano.
Il soggetto predominante di questannuncio è Dio
e i destinatari sono insistentemente indicati con il voi,
ma è chiaro che sono gli Israeliti e in particolare i
dirigenti del popolo.
Osserviamo questo testo specificandolo un po tra parentesi,
e mettendo in neretto il protagonista principale e gli immediati
destinatari dellannuncio.
«Gesù, il Nazareno, fu un uomo accreditato da Dio
presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio
stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete.
Dio, secondo il suo progetto (salvifico) e (pur) prevedendo (che
non lavreste accolto), lo ha consegnato a voi e voi per
mano di empi lo avete fatto inchiodare sulla croce e lavete
ucciso. Ma Dio lo ha risuscitato, liberandolo dalle doglie della
morte che non poteva tenerlo in suo potere».
Si sente che Pietro ha ricevuto lo Spirito Santo; parla, infatti,
con un coraggio incredibile accusando i suoi correligionari,
gli Israeliti, della morte di Gesù. Il voi,
ripetuto con insistenza dice tutta la loro responsabilità.
Ma è anche sorprendente osservare come Pietro, parlando,
è in contemplazione di Dio. È Dio che ha dimostrato
di essere con Gesù, operando dice agli Israeliti
tra di voi e come voi ben sapete, prodigi, miracoli e
segni. Il voi indica i contemporanei di Gesù,
ai quali Pietro sta parlando. Nessuno può negare che in
Gesù si rivelava lopera di Dio, che Dio era con
Gesù, anzi che Gesù era un dono che Dio ha fatto
loro.
Pietro, infatti, così continua: «Dio, secondo il
suo progetto (salvifico) e (pur) prevedendo (che non lavreste
accolto) lo ha consegnato a voi» sperando in una vostra
accoglienza. «Voi invece per mano di empi lo avete fatto
inchiodare sulla croce e lo avete ucciso». Ma la prova
che Dio non era con voi e che voi, uccidendolo, siete andati
contro la volontà di Dio sta nel fatto che «Dio
lo ha risuscitato». Come? «Liberandolo dalle doglie
della morte che non riusciva a tenerlo in suo potere».
Limmagine delle doglie è affascinante: la morte
nelle doglie del parto, ma può la morte dare la vita?
No! Perché è lantivita! La sorgente della
vita è solo Dio che ora libera Gesù risuscitandolo
e rendendolo fonte di vita per tutti. Infatti, è venuto
perché tutti abbiano la vita e labbiano in abbondanza
(Gv 10,10). Ecco lessenziale dellannuncio cristiano
condensato in tre punti: vita pubblica, passione e morte e Risurrezione.
Questi tre punti sono linizio del kerygma, cioè
del primo annuncio, e segnano linizio della Tradizione
apostolica. Però questo non poteva quel giorno bastare
né a Pietro, né ai suoi uditori: doveva essere
letto alla luce delle Scritture.
Pietro
che ha concluso con un accenno alla Risurrezione di Gesù,
ha subito pronto alcuni versetti di un bellissimo salmo (Sal
16,8-11). È un testo che esprime la gioia di unintimità
profonda di vita con Dio, unintimità che lorante
vorrebbe eternizzare dicendo: «Non abbandonerai la mia
vita nello sheol, né permetterai che il tuo santo veda
la fossa» (la Bibbia dei LXX dice: la corruzione). Ma Davide
sa che questo non accadrà a lui. Pietro, infatti, dice
che sta profetizzando e parlando di un suo discendente. E la
storia dice che questo si è realizzato in Gesù.
Testimone
della Risurrezione
Quando si
trattò di sostituire Giuda, Pietro disse: Bisogna che
un altro divenga insieme a noi testimone della Risurrezione
di Gesù. Ecco ora questa testimonianza che Pietro
dà insieme agli altri Undici. Dice: «Questo Gesù
Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato
alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito
Santo, che egli aveva promesso, lo ha effuso come voi stessi
potete vedere e udire» (2,32s). Ma anche qui lebreo
Pietro dopo aver detto: «Innalzato alla destra di Dio»,
non poteva non confermare questo dato con le Scritture. Per questo
afferma: «Davide non salì al cielo, tuttavia dice:
Disse il Signore al mio signore: Siedi alla mia destra
e poi aggiungere: Sappia dunque con certezza tutta la casa
dIsraele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù
che voi avete ucciso». Le ultime parole sono
un vero atto di fede nella signoria di Gesù
e nel suo essere Messia, cioè Salvatore.
Reazione
degli uditori (2,37-41)
Laccusa
di Pietro: voi lavete ucciso con la sua chiara
dimostrazione del progetto storico di Dio che, secondo le Scritture,
si compie in Cristo, non ha lasciato indifferenti. Molti del
suo popolo, Si sentirono trafiggere il cuore, coinvolti
nella collettiva colpevolezza del popolo che aveva eliminato
dalla storia di Israele il Messia. Uccidendo il Nazareno, in
realtà uccisero lAtteso Messia davidico. Molti angosciati
cercano di ribaltare la situazione in cui si trovano e, rivolgendosi
agli Apostoli chiedono: Fratelli, che cosa dobbiamo fare?,
come possiamo eliminare questa rottura con Dio? E Pietro dice
loro: Convertitevi, cambiate mentalità, fate vostri
i pensieri di Dio, rientrate nel suo modo di agire nella storia.
Dio vi dà la possibilità di accettare ora il Messia
risorto, di mettere un segno di questa vostra accoglienza, facendovi
battezzare nel nome di Gesù. Accoglietelo nella
vostra vita e Lui effonderà su di voi lo Spirito Santo
e vi concederà il perdono dei vostri peccati. Accolsero
linvito, circa tremila e furono battezzati.
Leggendo il testo si ha limpressione che tutto sia avvenuto
nello stesso giorno di Pentecoste, ma forse è meglio pensare
che sia avvenuto gradualmente, vivendo quanto si dice nel v.
42s.: Erano assidui alla catechesi degli Apostoli, ad unintensa
vita comunitaria (koinonia, parola ricca di significato), e impararono
a spezzare insieme il pane (Eucaristia) e a pregare insieme.
È logico che tutto ciò non si fa in massa, ma in
piccoli gruppi. Il tremila di Luca ha solo lo scopo
di sottolineare la crescita della comunità. Seguono alcuni
versetti (2,44-47) sulla vita della comunità. La descrizione
suscita una domanda: È un ideale di vita altamente
cristiano quello che Luca propone o è già realtà?.
Pensiamo che lideale cristiano sia bello, ma che non simprovvisa;
lo si costruisce a piccoli passi come apparirà dai capitoli
seguenti.
Preghiamo
Signore
Gesù,
a che tutti noi possiamo, come
Pietro, testimoniare ed annunciare la nostra fede con sincerità
e radicalità, anche quando ci contesta e ci chiama ad
una continua conversione. Tu hai sofferto molto, Signore Gesù,
quando ti sei sentito rifiutato dal tuo popolo, ma hai risposto
offrendo una possibilità di perdono. Signore, fa
che non ti elimini mai dalla storia della mia vita, e se accadesse,
donami il coraggio di ritornare pentito a Te e di riprendere
a camminare con Te nella storia. Amen!
Mario Galizzi
IMMAGINI:
1
Peter Paul Rubens : La Pentecoste, Bayerstaatsmuseum, Monaco
/
2 Nicola Onufri (sec. XVI) San Pietro, Museo
di Berat
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2004-2
VISITA Nr.