MEDITAZIONE:
I VANGELI
Vangelo è
un nome di origine greca, che significa buona
notizia: quella che ci porta Gesù, che fa conoscere
la bontà tenerissima del Padre, il modo di accoglierlo
nel nostro cuore, e la possibilità di camminare con il
Figlio incarnato, fino a raggiungere la sua stessa vita felice,
che non avrà mai fine.
Dunque il Vangelo, originariamente
non è un libro: è la rivelazione e la promessa
del Salvatore. Questo Vangelo è stato conservato nei cuori,
meditato e predicato dai primi discepoli di Gesù, sia
in forma orale sia con brevi scritti (che presentavano discorsi,
parabole, miracoli...).
Da queste brevi unità
letterarie se ne svilupparono altre più complesse,
fino al formarsi degli attuali Vangeli.
Siamo sempre nei primi anni
dopo la Pasqua, e gli Evangelisti hanno vissuto personalmente
o attraverso la viva voce degli Apostoli i fatti che narrano
nei loro scritti.
Così, dal Vangelo di
Gesù siamo giunti ai libri dei Vangeli:
* quello di Marco (discepolo di San
Pietro), che si rivolge ai convertiti dal paganesimo: molti pensano
che questo Vangelo sia stato formato prima del 70, altri verso
il 60, altri ancora dopo il ritrovamento di un papiro
scoperto a Qumran nel 1947 addirittura nel 42, quasi in
contatto con ciò che vi si narra;
* il Vangelo di Matteo (apostolo), che
si rivolge agli Ebrei: scritto prima in aramaico nel 56, poi
in greco;
* il Vangelo di Luca (discepolo di San
Paolo), che si rivolge ai convertiti del paganesimo, tra il 60
e il 70;
* il Vangelo di Giovanni (apostolo,
forse con laiuto di qualche suo discepolo), che si rivolge
a cristiani maturi tra l80 e il 90.
Ma dopo questi quattro Vangeli
(chiamati canonici, cioè riconosciuti dalla Chiesa come
scritti da Dio, attraverso gli autori umani), sono nati altri
vangeli e scritti diversi, analoghi ai libri del
Nuovo Testamento, che sono detti apocrifi, cioè
non riconosciuti dalla Chiesa. Essi sono più tardivi,
dal II secolo in avanti, e presentano fantasticherie, inesattezze,
e a volte persino eresie.
In base a questi apocrifi,
oggi si nota più che mai il rischio che si accolgano dei
miti, presentati come fossero fatti storici, che disturbano la
serenità della nostra fede cristiana. Pensiamo per esempio
a quelli del Codice da Vinci o del vangelo di Giuda.
Credo quindi necessario ricordare
che i Vangeli canonici sono sostanzialmente fedeli ai fatti,
e sono del tutto autentici.
Certo, non si tratta di una storia nel senso moderno della parola:
* spesso gli avvenimenti e i discorsi
non sono narrati secondo lordine cronologico, ma secondo
largomento;
* la narrazione non è completa;
* vi sono differenze marginali tra vangelo
e vangelo, soprattutto perché gli Evangelisti hanno
dovuto considerare le esigenze dei loro uditori e delle circostanze
locali.
Si tratta però sempre
di una sostanziale fedeltà ai fatti, perché i Vangeli
volevano essere fedeli: si pensi allautorità degli
Apostoli, ancora viventi, che presentavano la dottrina imparata
dal Maestro (anche per questo si rifiutano gli apocrifi: non
per ragioni di principio, ma per linfedeltà allinsegnamento
di Gesù).
E poi, la comunità poteva
riuscire ad essere fedele, per le sperimentate tecniche mnemoniche
delle civiltà orali (cf Mt 7,24-27), e per le progressive
fissazioni per iscritto, previe alla stesura dei Vangeli (cf
Lc 1,1).
Infine, tale fedeltà
si dimostra di fatto:
* non vi si nota alcuna esaltazione;
* vi si trovano particolari apparentemente
insignificanti, che non possono provenire che dal vivo ricordo
degli eventi (cf Gv 1,39);
* vi si segnalano sia gli insuccessi
di Gesù, sia gli errori e le colpe degli Apostoli, che
sarebbero potuti essere taciuti;
* vi si raccontano fatti conosciuti
e contemporanei, che non sarebbero potuti circolare tra la gente,
se non fossero stati veritieri (cf At 2,22);
* importanti poi le conferme di San
Paolo, e gli accenni di Plinio il Giovane, Tacito, Svetonio,
Flavio Giuseppe
e il Talmud ebraico, sia per quanto riguarda la persona di Gesù,
sia per quanto riguarda le figure di Pilato, Erode, Caifa...
Per concludere, siamo sicuri
che i Vangeli che noi possediamo non siano stati alterati, ma
siano autentici, cioè proprio quelli che furono scritti
dagli Evangelisti?
La distanza di tempo tra i
manoscritti originali (tutti perduti) e i primi codici che ci
sono rimasti, sono 400 anni per Virgilio, 2000 anni per Omero...
mentre, per i Vangeli, sono soltanto una trentina danni!
E il numero dei codici rimasti
sono 250 per Orazio (uno dei più fortunati!), un centinaio
per Virgilio e Sofocle, 11 per Platone, uno solo per buona parte
degli Annali di Tacito, mentre per i vangeli sono più
di 4.000 i codici greci oltre a 30.000 traduzioni; e fra di essi
vi sono soltanto differenze secondarie, che si possono risolvere
con certezza.
Se dunque non dubitiamo dellautenticità
degli antichi scritti profani, a maggior ragione non potremo
dubitare dellautenticità dei Vangeli, così
documentati!
Antonio
Rudoni sdb
IMMAGINI:
1 Il Vangelo di Matteo si rivolge ai cristiani
provenienti dal giudaismo.
2 Il testo di Marco è stato scritto per
i convertiti dal paganesimo.
3 Il testo di Luca è un componimento
di alta letteratura con pagine raffinatissime che sfidano per
bellezza i classici dellantichità.
4 Il Vangelo di Giovanni
è stato composto verso la fine del primo secolo.
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2007
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