Giovanni c. 7
GESU', COLUI CHE DISSETA
Gesù
pane di vita (c. 6), acqua che disseta (c. 7), luce del mondo
(c. 8), acqua e luce che illumina, (c. 9), il Buon Pastore (c.
10). Ecco come Gesù continuerà a rivelarsi e stavolta
Giovanni userà un linguaggio più accessibile, anche
se il cambio di temi, a volte, non sembra sempre logico. Noi
cercheremo di offrire lessenziale, perché il lettore
continui a contemplare come Gesù ci racconta il Padre:
egli infatti fa quello che fa il Padre e dice quello che da Lui
ascolta. Il Padre viene per sei volte indicato con lespressione:
«Colui che mi ha mandato».
La situazione
come nel capitolo 6 è di polemica con il giudaismo e riflette
il tempo della Chiesa, senza oscurare i dati storici. Il primo
versetto ci mette subito in situazione di lettura:
Gesù
se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere
la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
È tanto
umano Gesù. Sì, è il Figlio di Dio, ma non
considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, umiliò
se stesso e si fece in tutto simile a noi (Fil 2,6.8).
Perciò anche lui di fronte al pericolo di essere ucciso
fugge, ma senza smettere la sua opera di evangelizzazione e insegnerà
ai suoi discepoli a fare lo stesso: «Se vi perseguitano
in una città, fuggite in unaltra». (Mt 10,43).
Comunque la volontà dei dirigenti Giudei di ucciderlo
continuerà a farsi sentire in questi capitoli e noi lo
vedremo spesso rifugiarsi altrove.
Nel v. 2 una
notizia storica: Si avvicinava la festa dei Giudei detta delle
Capanne. Era una festa di pellegrinaggio che si svolgeva a fine
settembre-inizio ottobre. Durava 8 giorni e si caratterizzava
per la festa dellacqua e della luce. Lacqua veniva
portata solennemente dalla piscina di Siloè e poi sparsa
sullaltare. Essa ricordava lacqua scaturita dalla
roccia durante lEsodo (Es 17,1-7; Nm 20,1-13) ed era profezia
di un meraviglioso futuro: «Attingerete acqua alle sorgenti
della salvezza» (Is 12,3).
Fu in questa occasione (vv. 3-5) che i fratelli (parenti) di
Gesù si misero a insistere dicendogli di andare a Gerusalemme
perché è lunico modo per farsi conoscere.
Il testo aggiunge: «Neppure i suoi fratelli credevano in
lui». Cera rottura tra Gesù e i familiari
(Mc 3,21s.31-35). La risposta che dà loro Gesù
è molto importante: Disse loro:
«Il
mio tempo non è ancora venuto; il vostro tempo invece
è sempre pronto. Il mondo non può odiare voi, ma
odia me perché io attesto che le sue opere sono malvagie.
Salite voi alla festa; io a questa festa non vado perché
il mio tempo non è ancora giunto al suo compimento».
Gesù
non elude la sua missione perché, evangelizzando, continua
ad affermare che «le opere del mondo sono malvagie»
(7,7) e dice ai fratelli che non va alla festa perché
«Il suo tempo non è ancora venuto», una frase
che richiama il racconto di Cana, dove ha detto: «La mia
ora non è ancora giunta». Perciò il tempo
di Gesù è sospeso a un disegno che gli dà
senso, un momento che conta nel suo destino e nel quale egli
discerne la volontà del Padre. Salirà anche lui
più tardi alla festa, ma di nascosto, perché egli
è in attesa che il suo tempo giunga al suo perfetto compimento.
E questo avverrà nella sua Pasqua: passione, morte, Risurrezione,
esaltazione al cielo.
A Gerusalemme (7,11-13) era atteso. I dirigenti Giudei lo cercavano
e dicevano: «Lui dovè?» e tra la gente
correvano voci diverse su di lui, ma nessuno parlava apertamente
a motivo della paura che avevano dei capi del popolo.
Gesù
nel Tempio (7,14-18)
"Quando
oramai si era a metà festa, Gesù salì al
Tempio e insegnava. I Giudei ne erano stupiti e dicevano: «Come
mai costui conosce le Scritture, senza aver studiato?»,
Gesù rispose loro: «La mia dottrina non è
mia, ma di Colui che mi ha mandato, chi vuol fare la sua volontà,
riconoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se io parlo
da me stesso. Chi parla da se stesso cerca la propria gloria,
ma chi cerca la gloria di Colui che lo ha mandato è veritiero
e in lui non cè ingiustizia».
Gesù
insegna nel Tempio; è la seconda volta che si dice che
insegna; la prima volta lha fatto nella sinagoga di Cafarnao
(6,59). Il suo insegnamento suscita lo stupore dei dirigenti
Giudei. Non riescono a capire come Gesù conosca le Scritture,
dal momento che non ha mai seguito una scuola. Perciò
non potrebbe insegnare nel Tempio. Il problema dei responsabili
dei Giudei non è il contenuto del suo insegnamento, ma
lorigine: da chi ha imparato? E Gesù risponde con
chiarezza: «Il suo insegnamento proviene da Dio, perché
egli, come apprendista, è stato alla scuola di Colui che
lo ha mandato; perciò insegna ciò che da Lui ha
ascoltato».
Poi dice loro come possono fare per capire questo: basta fare
la sua volontà, cioè ubbidire a Dio, ascoltare
quello che ha detto nelle Scritture e cercare di comprendere
dove porta linsegnamento di Dio sempre aperto sul futuro.
Solo così conosceranno che linsegnamento di Gesù
non è qualcosa di personale, ma proviene da Dio perché
quando lui parla cerca la gloria di Dio e perciò quello
che insegna è veritiero e senza inganni.
Ma in loro cè questa volontà? No! E glielo
dice chiaro: «Non è stato forse Mosè a darvi
la Legge? Eppure nessuno di voi mette in pratica la Legge. Perché
cercate di uccidermi?» (7,19). La folla reagisce e dice:
«Sei un indemoniato; chi cerca di ucciderti?» (7,20).
A questo punto Gesù tenta di smorzare i toni del discorso
e si richiama al miracolo del rattrappito, conosciuto da tutti
(c. 5). Perciò, difendendosi, dice loro: «Unopera
sola ho compiuto e siete rimasti stupiti perché lho
fatta in giorno di sabato e per questo cercate di uccidermi (5,19).
Poi, citando la Legge, spiega perché lo ha fatto. Nei
vv. 22-24 parla loro della circoncisione e dice che non è
stata data da Mosè, inizio della Legge, ma dai Patriarchi
e che si deve fare lottavo giorno anche se è sabato,
il giorno del riposo assoluto. Ora, dice Gesù: «Se
si può fare la circoncisione in giorno di sabato, perché
vi sdegnate con me che ho guarito, in giorno di sabato, un intero
uomo?». Pensate a questo e avrete la capacità di
«non giudicare secondo le apparenze, ma secondo giustizia».
Che sia
lui il Messia? (7,25-31)
"Alcuni
abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui
quello che cercano di uccidere? Ecco egli parla liberamente e non gli dicono nulla.
I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il
Cristo? Ma costui sappiamo di dovè, il Cristo invece
quando verrà nessuno saprà di dove sia».
Gesù
allora, mentre insegnava nel Tempio, esclamò: «Certo,
voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure io non sono venuto
da me, ma chi mi ha mandato è veritiero e voi non lo conoscete.
Io lo conosco perché vengo da Lui e Lui mi ha mandato».
Allora cercavano
di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso,
perché non era ancora giunta la sua ora. Molti della folla
invece credettero in lui e dicevano: «Il Cristo quando
verrà compirà forse segni più grandi di
quelli che ha fatto costui?».
Alcuni erano
meravigliati nel vedere Gesù predicare liberamente
nel Tempio. La parola liberamente dice che Gesù
non si curava del pericolo e continuava con audacia
ad annunciare la Parola. È quello che faranno anche gli
Apostoli, secondo i primi capitoli degli Atti: escono dal carcere
o dal sinedrio e corrono a predicare nel Tempio. Lamore
alla parola rende liberi. Osservando Gesù alcuni dicevano:
«I nostri capi hanno forse capito che costui è il
Cristo? Ma altri ribattevano: Impossibile. Noi sappiamo da dove
viene costui. Invece quando verrà il Cristo, nessuno saprà
da dove viene». Questultima opinione proviene forse
da Dn 7,13-14 secondo cui il Messia si manifesterà in
modo improvviso. Gesù, alzando con autorità la
voce rispose: «Certo sapete da dove vengo però io
non sono venuto da me stesso, ma cè qualcuno che
mi ha inviato». Gesù non nega la sua origine umana,
ma dice che non è questa che caratterizza la sua missione
e che dà significato alla sua vita. Egli si sente mandato
da Dio. È lui che mi ha mandato ma voi non lo conoscete.
Li accusa di non conoscere Dio ed essi si infuriano e «cercavano
di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere su di lui le
mani, perché non era ancora venuta la sua ora»,
o, come ha detto in 6,59: il suo tempo non era ancora giunto
al suo compimento perfetto. Avverrà nella sua Pasqua
che è ancora un po lontana. È la seconda
volta che ricorda la sua ora. La prima volta lha ricordata
parlando a sua Madre a Cana (2,4).
Comunque non tutto è negativo; il v. 31 dice che molti
credettero in lui vedendo i segni. Un modo di parlare che esprime
una fede non perfetta. Non cè infatti adesione alla
sua persona.
Nei vv. 32-36 si racconta che i farisei sentivano che la gente
bisbigliava queste cose e con i gran sacerdoti mandarono ad arrestare
Gesù, il quale dice a chi veniva ad arrestarlo: «Non
preoccupatevi, tanto sono ancora con voi per poco tempo, poi
vado da colui che mi ha mandato e voi mi cercherete ma non mi
troverete, perché dove vado io, voi non potete venire».
I dirigenti Giudei non lo capirono e pensavano che forse sarebbe
andato a predicare ai Greci, cioè ai pagani. Ma il voi
non potete venire forse lo sentirono molto duro. Cè
infatti una profezia di Is 7,6 che dice: «Andranno in cerca
del Signore, ma non lo troveranno, perché Dio li ha abbandonati».
Chi rifiuta Gesù come può essere accolto da Dio?
Gesù
compimento delle Scritture (7,37-39)
Nellultimo
giorno, il grande giorno della festa, Gesù, ritto in piedi,
esclamò a gran voce: «Se qualcuno ha sete, venga
a me e beva. Chi crede in me, come dice la Scrittura, dal suo
grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva».
Questo egli
disse dello Spirito Santo che avrebbero ricevuto i credenti in
lui: lo Spirito infatti non era stato ancora dato perché
Gesù non era stato ancora glorificato.
È il giorno della grande rivelazione e levangelista
commentando le parole di Gesù dice con chiarezza quando
si realizzeranno. Il dono dello Spirito sarà dato dopo
la sua glorificazione, nel giorno di Pentecoste.
Ora però
osserviamo Gesù le cui parole portano a compimento tanti
testi della Scrittura, due in particolare. Gesù realizza
in pienezza quanto dice lEsodo della Roccia da cui scaturì
lacqua che dissetò tutto il popolo nel deserto (Es
20,1-7). In pienezza, perché lacqua dellEsodo
non poteva dare quella sazietà di cui parla Gesù
e che i profeti annunziarono per i tempi messianici «Attingerete
acqua alle sorgenti della salvezza»
(Is 12,3). E San Paolo dice: «La roccia era Cristo»
(1 Cor 14,4). Ma vi è una seconda profezia che si applica
a Gesù, vero Tempio di Dio (2,19-21). La leggiamo in Ez
47 che parla dellacqua che sarebbe sgorgata dal Tempio
e scorrendo verso il deserto avrebbe tutto purificato e fertilizzato.
Ebbene Gesù si è già presentato due volte
come sorgente di vita in opposizione a unacqua in cui gli
uomini cercavano la vita (4,13-14; 5,1-9). Lacqua vera,
quella che davvero disseta ed è fonte di vita, sgorgherà
dal suo seno squarciato, quando, chinato il capo, consegnerà
lo Spirito (19,30-34). Gesù è colui a cui tutti
possono accostarsi per nascere dallacqua e ricevere quel
dono dello Spirito che li rende figli di Dio, creature nuove.
È unacqua che è per tutti fonte di vita eterna.
Anzi il credente che beve diviene anchegli a sua volta
sorgente di vita attraverso il suo legame esistenziale con Cristo,
e perciò deve comunicare ad altri la stessa vita.
Gesù,
segno di contraddizione (7,40-53)
Linizio
del brano (7,41-44) riprende 7,26s.30 esponendo alcune opinioni
su Gesù. Chi dice che è il Cristo, altri che il
Cristo non può venire dalla Galilea, ma da Betlemme, il
villaggio di Davide, ma cera dissenso tra di loro. In 7,32
si è annotato che i farisei e i capi dei sacerdoti mandarono
delle guardie per arrestare Gesù. Debbono quindi aver
avuto abbastanza tempo per ascoltare Gesù. Solo ora (7,45)
infatti si dice che: Le guardie tornarono dai capi dei sacerdoti
e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non
lavete condotto qui?». Risposero le guardie:
«Nessuno
ha mai parlato così». Ma i farisei replicarono:
«Vi siete lasciati ingannare anche voi? Gli ha forse creduto
qualcuno dei capi dei farisei? Ma questa gente che non conosce
la Legge è maledetta».
Allora Nicodemo, colui che era andato precedentemente da lui
di notte, ed era uno di loro disse: «La nostra Legge giudica
forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò
che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della
Galilea? Studia e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta.
E ciascuno tornò a casa sua.
Non cè
bisogno di commento: è chiaro che davvero Gesù
è segno di contraddizione e che cè disaccordo
in chi non lo accoglie. Si rimane con la bocca amara, dopo aver
letto una simile conclusione. Ma quando si guarda linsieme
del capitolo ci si accorge che Gesù, con la sua vita,
ha davvero narrato il Padre e narrando il Padre ha rivelato se
stesso, soprattutto la sua intima comunione con il Padre che
rende comprensibile il suo agire e il suo insegnamento. Per i
cristiani della comunità di Giovanni tutto ciò
serviva per contrastare le opinioni del giudaismo. Partendo dalle
Scritture capivano che solo chi ascolta Dio e si lascia ammaestrare
da Dio può davvero capire chi è Gesù e accoglierlo
come fonte di vita. Così poi rendono la loro vita simile
alla sua con una vera imitazione di lui, per sentire che anche
da loro possono sgorgare fiumi di acqua viva che li fa diventare
veri apostoli.
D. Mario Galizzi sdb
+
La mattina
del 27 febbraio 2007, il Signore ha chiamato a sé Don
Mario Galizzi nostro valente
collaboratore.
Don Mario aveva 81 anni, da 57 era Salesiano e da 50 Sacerdote.
La sua competenza
in campo biblico, la sua spiritualità semplice, familiare,
profondamente ottimista e gioiosamente salesiana ne facevano
un uomo di Dio apprezzato e ricercato. La sua visione fraterna
della comunità credente, la sua fedeltà alla Tradizione
e il suo spirito gioviale si riversavano nei suoi scritti, apprezzati
e diffusi in molti Paesi.
Studioso,
predicatore, missionario e innamorato della Scrittura, ora Don
Mario ascolta la Parola che ha annunziato e continua ad essere
presente in mezzo a noi anche con il suo prezioso lavoro preparato
già da tempo per i lettori della nostra Rivista. Mentre
continueremo a nutrirci delle sue impareggiabili riflessioni,
ricordiamolo nelle nostre preghiere.
IMMAGINI:
1
©
Elledici / G. Conti / Il Tempio di Gerusalemme, luogo dei sacrifici
offerti a Dio e centro di unità del popolo dIsraele.
Gesù contesterà la riduzione del rapporto con Dio
alla sola funzione del Tempio.
2 San Giovanni Evangelista
(XVII sec.), Onufri - Museo Nazionale Korça. / Levangelista Giovanni pone in
risalto come linsegnamento di Gesù non sia di natura
umana ma provenga da quanto Gesù stesso ha imparato alla
scuola del Padre.
3 © Elledici / G.
Conti / Il
sacerdozio ebraico era solo una figura anticipatrice del vero
sacerdozio di Cristo. Con la sua offerta sulla Croce, Gesù
annulla il sacerdozio levitico una volta per sempre.
4 Gesù si propone
come lacqua viva che spegne la sete di verità delluomo.
Accostarsi a Lui nella fede, significa accogliere la sua donazione
al Padre e agli uomini, fatta una volta per tutte sulla Croce.
Dal suo cuore trafitto scaturiscono i sacramenti della Chiesa
che offrono alluomo la salvezza.
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2007 - 7
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