LA PRESENTAZIONE DI GESU'
AL
TEMPIO / Luca 2,21-34
Siamo di fronte
ad un racconto molto interessante: Maria e Giuseppe che vanno
ad offrire il loro primogenito (2,21-24), lincontro, mentre
stanno entrando nel Tempio, con lanziano Simeone (2,25-35),
lannuncio della profetessa Anna (2,36-38).
Sono tre eventi su cui dobbiamo
meditare a lungo, ma prima, come premessa, vorremo parlare di
qualcosa che non affiora direttamente dal testo, ma che molti
interpreti fanno notare. Nel nostro articolo sulla Visitazione
(mese di Gennaio) abbiamo parlato a lungo di Maria Arca
dellAlleanza.
Ai tempi di Davide lArca
rimase tre mesi nella casa di Obed Edom (2 Sam 6,10-12); quando
Davide vide che Obed Edom fu benedetto dal Signore, andò
allora e trasportò lArca a Gerusalemme. Ricordiamo
che Maria, Arca dellAlleanza, rimase tre mesi nella casa
di Elisabetta e che soltanto dopo molto tempo giunge a Gerusalemme
portando il bambino non nel grembo ma in braccio. È su
questo dato che fanno forza gli interpreti. Essi vedono nel Signore
che giunge al Tempio realizzarsi due grandi profezie antiche.
La prima è quella che
troviamo nel libro di Daniele 9,24: Settanta settimane
sono state fissate per il tuo popolo e la santa città
per mettere fine allempietà... per suggellare visioni
e profezie, per consacrare il Santo dei Santi.
Ebbene colui
che è sacro per il Signore al concludersi
della settantesima settimana entra davvero nella santa città
e nel Tempio. I calcoli tornano: sono passati 40 giorni dalla
nascita di Gesù, 450 dallannuncio dellAngelo
a Zaccaria, cioè 490 giorni pari a settanta settimane.
La seconda profezia è
quella di Malachia 3,1-3: Ecco entrare nel suo Tempio il
Signore... e purificherà i figli di Levi. Si rimane
stupiti quando Luca, parlando materialmente di Maria e Giuseppe
dice: Quando venne il tempo della loro purificazione....
È logico che si pensi alla purificazione di Maria,
ma quel loro fa pensare che Luca guarda oltre e vi
vede realizzata la profezia di Malachia dove si parla della purificazione
dei figli di Levi.
È in questa trasposizione
che il plurale loro, impossibile da cambiare in sua,
acquista tutto il suo vero valore. Gesù non è andato
al Tempio per essere purificato e consacrato. È lui che
entrando nel Tempio lo ha consacrato definitivamente purificando
i figli di Levi. Maria lo ha quindi portato perché desse
simbolicamente inizio alla
sua missione.
Gesù,
Maria e Giuseppe
Dopo il racconto della nascita
(2,1-20) eccoci immersi nella vita normale di Israele. Maria
e Giuseppe, dopo aver ubbidito al decreto dellimperatore
(2,1-6) sono ora in atteggiamento di ubbidienza a Dio. Si costata
quanto sia vero quello che dice Paolo: Quando giunse la
pienezza del tempo Dio mandò suo figlio nato da donna,
nato sotto la legge.
Ebbene in Luca 2,22-24 per
tre volte si parla della Legge di Mosè, cioè del
Signore. La piccola famiglia è in tutto obbediente alla
Legge e si usa unespressione che richiama linizio
del testo di Paolo: Quando si compirono gli otto giorni
dalla circoncisione...; quando si compirono i giorni della loro
purificazione....
Nel parlare
biblico si è soliti contemplare il trascorrere del tempo
nella sua tensione verso un atteso compimento in cui qualcosa
di significativo deve realizzarsi. Per Gesù non contava
la circoncisione, ma limposizione del nome e qui non si
dice chi impone il nome ma si ricorda latto di ubbidienza
a Dio e si dà quel nome che fu dato dallangelo
prima che fosse concepito nel grembo materno.
Così si ricorda, anche
se cè il pronome loro già spiegato
sopra, la purificazione di Maria. La tutta santa non vuole apparire
diversa dalle altre donne, come Gesù, quando si presenterà
mescolato ai peccatori per farsi battezzare, non vuole apparire
diverso dagli altri, forse perché sa che deve assumere
il peccato di molti.
Ci si sofferma invece sulla
presentazione del Primogenito come è scritto nella
Legge del Signore. Luca conosceva bene la Scrittura e nel
gesto di Maria vede ripetersi quanto, secoli prima, fece Anna
dopo la nascita di Samuele. Essa andò al Tempio e disse
al sacerdote: Lo do al Signore perché appartiene
al Signore (1 Sam 1,28). Per lei era un dono del Signore
alla sua sterilità. E poi il primogenito secondo la Legge
(Es 13,2.12) appartiene al Signore. Si legge infatti:
Ogni
primogenito sarà chiamato santo (consacrato) al Signore.
Tutto ciò valeva per Maria: suo Figlio è tutto
del Signore, per questo lo presenta al Signore. Tutto:
forse per questo Luca non parla di riscatto possibile (Es 13,15).
Il sacrificio di due tortore o due giovani colombi non riguarda
Gesù, ma la purificazione di Maria.
Forse, in quel momento, Maria
e Giuseppe
potevano pensare che ora avevano esaurita la loro missione: dare
vita e una famiglia al figlio. Ma quello che udì Maria
dallanziano Simeone mentre entravano nel Tempio, ci impone
una domanda: Con quali sentimenti Maria offrì il
Figlio. Certamente dalle parole di Simeone aveva capito
di non avere una vita facile. Di questo ora dobbiamo parlare.
Lincontro
con lanziano Simeone
Il racconto precedente doveva
essere molto importante per Luca se solo ora parla di quello
che avvenne quando la piccola famiglia stava per entrare nel
Tempio. Qui si parla di un anziano di nome Simeone, simbolo di
tanti altri che in Israele aspettavano il Consolatore, la salvezza
messianica.
Simeone viveva in questa ansiosa
attesa guidato dallo Spirito come gli antichi profeti. Ora, lo
Spirito gli fece sapere che non sarebbe morto prima di vedere
il Cristo, il Messia. A questo titolo la comunità pasquale
aggiunge: il Signore.
Era da molto tempo che mancavano
i profeti (1 Mac 2,8; 14,41; Sal 94,3). Ora però lattesa
è finita, il momento della definitiva salvezza è
giunto e lo Spirito è in azione e Simeone mosso dallo
Spirito va al Tempio e subito riconobbe il Messia in braccio
alla madre. Lo prese tra le braccia e, immaginiamo, alzando gli
occhi e il bambino verso il cielo, intona la sua lode a Dio.
La sua attesa è finita e perciò può concludere
con gioia la sua vita perché ha visto il Salvatore. E
quanto dice di Lui è molto importante.
Sì,
è la gloria di Israele perché è
segno della presenza di Dio in mezzo al suo popolo ed è
una presenza dal respiro universale: è per tutti i popoli
e rivelazione per tutte le genti. Sono parole che ricordano il
terzo canto del Servo di Dio (Is 49) e che ora si compiono in
Gesù.
In Isaia il
Servo sente linutilità della sua missione in Israele,
ma Dio gli dice: È troppo poco per te che tu sia mio servo
per rialzare le tribù di Israele e ricondurre gli scampati
del popolo, voglio fare di te la luce delle nazioni, lo strumento
della mia salvezza fino alle estremità della terra
(Is 49,6). Questo è quello che avviene di Gesù
guidato dallo Spirito.
Fin qui è tutto uno
scoppio di gioia tanto che Maria e Giuseppe si stupirono delle
cose che si dicevano di Gesù: Maria sente cantare il futuro
di suo figlio. Ma subito sentirà parlare del futu-
ro di sofferenza del Messia. Ha inizio così la presentazione
di Maria, la Dolorosa (2,34-35).
Una spada
ti trapasserà lanima
Simeone li benedisse e rivolto
a Maria disse: Egli è qui per la rovina e la risurrezione
di molti in Israele, e come segno di contraddizione; e anche
a te una spada trafiggerà lanima perché siano
svelati i pensieri di molti cuori. Sono altre parole che
Maria deve conservare e confrontare perché solo a poco
a poco riuscirà a capirne il senso.
Certamente
però ha capito che sarà coinvolta nel destino di
suo Figlio. Ed è questo che certamente accetta quando,
entrata nel Tempio, offre il suo Figlio al Signore. Questo dice
che la Maternità di Maria ha uno scopo storico-salvifico
e che tutta la vita del Figlio la coinvolgerà. Certamente,
in quel momento, non poteva capire tutto, ma a poco a poco riuscirà
a penetrarne sempre di più il senso vivendo in ascolto
del Figlio.
Un giorno Gesù disse:
Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra?
No! Sono venuto a portare la spada. Dora in poi se in una
famiglia ci sono cinque persone si metteranno tre con due e due
contro tre. Maria ha sperimentato questo. Un giorno i suoi
familiari se la trascinarono dietro perché volevano andare
a prendere Gesù di cui si diceva che era fuori di sé.
Quando arrivarono
mandarono a chiamarlo, ma Gesù disse: E chi è
mia madre e chi sono i miei fratelli? e volgendo lo sguardo
verso i suoi discepoli disse: Ecco mia madre e i miei fratelli.
Chiunque fa la volontà di Dio è mio fratello, mia
sorella e madre. Maria prende atto della divisione o spada
che ha diviso la sua parentela. I suoi parenti infatti non credevano
in Gesù (Gv 7,5).
Questo racconto dei fratelli
e della madre fa da cornice a quella grande contestazione dellagire
di Gesù accusato di essere amico del demonio (Mc 3,10-11.22-34).
Limmagine di Gesù contestato e persino trattato
da bestemmiatore (Lc 5,2) è continua nel Vangelo. Come
dice la lettera agli Ebrei: Durante la sua vita ha dovuto
sopportare una grande contestazione da parte dei peccatori
(Eb 12,3).
Gesù
rivelazione del Padre e segno della sua presenza non ha raggiunto
il suo scopo. Come Dio nel suo agire nella storia diventa motivo
di rovina o di salvezza per molti in Israele (Is 8,14), così
è di Gesù.
Di fronte a
questi fatti Maria continua a conservare e a confrontare parole-eventi
cercando di capire. In questo suo lavorío sarà
poi aiutata dalla comunità cristiana. Infatti linterpretazione
della comunità meditando sulle parole dellanziano
Simeone, si accorge che per lui quello che ha valore è
sottolineare lintima unione Madre-Figlio.
La stessa spada che uccide
il Figlio trapasserà lanima di Maria. Non si tratta
di due episodi, di due protagonisti, ma di una stessa passione
sopportata allo stesso tempo
dalla Madre e dal Figlio. Non si parla prima di Maria e poi del
Figlio. Le parole del testo si intrecciano e i due sono messi
sullo stesso piano. Maria si trova associata intimamente al destino
e alla morte di Gesù e non solo per il dolore che ha provato
ai piedi della croce, ma per il posto che essa occupa nelleconomia
della salvezza.
Un esempio
su questa intima unione Madre-Figlio. La metafora della spada
è probabilmente un implicito richiamo al testo di Ezechiele
14,17 dove si legge: Una Spada attraversa questo paese.
La spada che attraversa Israele è la predicazione di Gesù,
la Parola di Dio, che è più tagliente di
ogni spada a doppio taglio. Essa penetra fino al punto di divisione
dellanima e dello spirito... e sa discernere i sentimenti
e il pensieri del cuore. (Eb 4,12). Essa provoca la rovina
di molti perché li obbligherà a svelare i pensieri
occulti del loro cuore, prendendo posizione di fronte alla parola
di Gesù.
Ebbene questa stessa spada
attraversa la vita di Maria nel senso che essa comunicando con
i sentimenti del suo popolo ne sente tutta la tragedia dovuta
al rifiuto di Gesù; e questa tragedia diventerà
ancora più dolorosa ai piedi della croce. La parola dellanziano
Simeone segna un culmine di infinita sofferenza.
Lagire di questa spada,
rifiuto del Vangelo, si accentuerà nella storia con la
divisione Giudei-cristiani e continuerà anche nella storia
della Chiesa. La sofferenza di Maria non è mai finita
perché essa ama tutti e vorrebbe che tutti accogliessero
Gesù per salvarsi.
Un soffio
di gioia (2,36-38)
Il racconto della presentazione
si chiude con un senso di gioia, che sempre si alterna alla sofferenza.
È parallelo alla prima parte del racconto dellanziano
Simeone. Qui la novità è che si tratta di una donna:
la profetessa Anna.
Il titolo di profetessa dice
che, come Simeone, è sotto lagire dello Spirito
e, come lui, giunge allo stesso tempo allentrata del Tempio
e come lui celebra Dio e si mise a parlare del bambino a tutti
coloro che aspettano la Liberazione, cioè
la salvezza di Israele.
È il positivo che si
sovrappone alla tristezza che ha lasciata la seconda parte delle
parole di Simeone. Sembra che dica: lultima parola della
storia è sempre quella di Dio ed è gioia e salvezza.
Alla Dolorosa succede la Donna gloriosa che partecipa alla gloria
del Figlio.
Preghiamo:
Maria che cosa
hai fatto quando hai offerto tuo Figlio al Padre, dopo aver sentito
parlare di spada e di segno di contraddizione? Credo che ti sei
unita al destino del Figlio e ti sei offerta con Lui. Lo dimostra
il fatto che sei stata coinvolta nel suo destino fino al Calvario.
Confronto la
mia vita con la tua e so che per essere cristiano debbo imitare
Gesù in tutto, cioè debbo anchio essere totalmente
coinvolto nel suo destino. Non è facile, mamma.
Ma se tu chiedi
per me la forza dello Spirito Santo qualcosa riuscirò
a fare e la mia testimonianza sarà sempre più autentica.
Aiutami, Maria, mamma mia. Amen!
Mario Galizzi SDB
IMMAGINI:
1 © Elledici / G. Schnoor / La presentazione di Gesù al
Tempio è il modo in cui Maria manifesta la sua accettazione
della legge di Mosè, ma nel contempo è anche offerta
del Figlio al mondo.
2 © Elledici / Nino Musio / Le due tortore che Giuseppe
e Maria offrono al Tempio quale riscatto per il figlio primogenito
sono lunica offerta che i poveri potevano permettersi.
3 Presentazione al Tempio,
Beato Angelico (1400-1455), Convento di San Marco, Firenze. /
Nel momento
in cui genera, la donna dIsraele entra nella sfera divina,
poiché collabora con Dio nel portare vita nuova nel mondo.
Per ritornare alla vita ordinaria, deve compiere un gesto di
allontanamento dalla sfera divina e riposizionarsi nel mondo
creato.
4 Con la presentazione al Tempio di Gesù,
Giuseppe e Maria, offrono il figlio al Padre, ma nello stesso
tempo, lo riscattano, ossia lo pongono nel mondo consacrandolo
alla sua missione di Redentore.
5 © Elledici / Severino
Fabris / Il
maestoso Tempio di Gerusalemme, centro religioso di tutto lebraismo
e gloria del popolo dIsraele.
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2006 - 6
VISITA Nr.