VANGELO DI GIOVANNI:
C. 21,1-14: Personalmente pensiamo che lautore di questo breve capitolo (25 versetti) sia stato un collaboratore dellEvangelista che ha recuperato due dati importanti della tradizione sinottica. Il primo è quello di evidenziare una parola di Gesù: Dopo la mia Risurrezione vi rivedrò in Galilea (Mc 26,22; 28,30), e lo fa narrando una pesca miracolosa sul mare di Tiberiade (21,1-14). Il secondo dato è quello del primato di Pietro sempre rimasto in ombra nel Vangelo di Giovanni e tanto importante nella tradizione (Mt 16,16-20): Su di te fonderò la mia Chiesa e Luca 32,32: E tu una volta ravveduto conferma nella fede i tuoi fratelli. Lo sviluppo è meraviglioso (21,15-19). Segue quello che Gesù ha detto a Pietro sul discepolo che egli amava (21,20-23). Infine una breve conclusione (21,24-25). Una pesca significativa (21,1-14) Dopo questi fatti Gesù si manifestò di nuovo ai suoi discepoli sul mare di Tiberiade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: Io vado a pescare. Gli dissero gli altri: Anche noi veniamo con te. Allora uscirono e salirono sulla barca, ma quella notte non presero nulla. Quando già era lalba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: Figlioli, non avete nulla da mangiare?. Gli risposero: No!. Allora disse loro: Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete. La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: È il Signore. Simon Pietro appena udì che era il Signore si strinse la veste attorno ai fianchi perché era svestito e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci. Infatti non erano lontani da
terra se non un centinaio di metri. Era la terza volta che Gesù
si manifestava ai discepoli dopo essere risorto dai morti. I pesci Ora Pietro a un certo punto dice: Vado a pescare e gli altri risposero: E noi veniamo con te e salirono sulla barca. Quando venne lalba, Gesù si presentò ai discepoli i quali non lo riconobbero e chiese loro: Figlioli, avete qualcosa da mangiare?. Risposero: No. Non avevano preso nulla quella notte. E Gesù a loro: Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete. La gettarono e la rete si riempì di centocinquantatré grossi pesci e non si ruppe. Su questo numero, nella storia della Chiesa si sono avute varie interpretazioni. La più suggestiva può essere quella che vede il numero come la somma di 76 + 77 ossia del valore numerico delle parole Simon e Ichthys (pesce). Quindi unidentificazione fra Pietro e Gesù, indicato dal simbolo del pesce. Unaltra interpretazione si rifà al testo del profeta Ezechiele (capitolo 47) che vede un fiume uscire dal Tempio di Gerusalemme per irrigare tutta la Palestina portando una quantità incredibile di pesci; i pescatori stanno presso il mare a En-eglaim e gettano le reti: il valore numerico delle consonanti ebraiche di En-Eglaim è 153. Noi oggi sappiamo che nel mondo antico non è mai stato attribuito, né dai pagani, né dai rabbini, un particolare valore simbolico a questo numero. Per cui la sua presenza in questo testo deve avere un significato del tutto particolare. Un significato oscuro, tanto che ha fatto dire a SantAgostino che questo numero è «un grande mistero», oppure ha un significato così semplice che sfugge alle interpretazioni contorte che si sono avute nel corso dei secoli. Orbene, lorigine di questo numero così preciso (altre volte Giovanni fa sempre precedere lespressione circa davanti alluso dei numeri), probabilmente, va ricercata nella volontà di richiamare lattenzione sul fatto che quanto è stato riferito è il rapporto di un testimone oculare che indica il numero esatto di una pesca decisamente abbondante. Ed è per questo che di fronte a tutto ciò, il discepolo che Gesù amava disse a Pietro: È il Signore. Pietro si strinse la sopravveste e si gettò in acqua per arrivare prima. Ma Gesù non gli fece caso; forse era una prova, e continuò a parlare a tutti. Lì sulla spiaggia cera un fuoco acceso con del pesce sopra e anche del pane. Il fuoco Il fuoco che è acceso sulla spiaggia è un fuoco di carbonella. Il termine usato è molto raro. Solo in Giovanni 18,18 al momento del tradimento di Pietro, Giovanni usa questo termine per indicare il fuoco presso il quale Pietro si era seduto. Un riferimento al momento del tradimento? Certo è che il Gesù che Pietro vede presso il fuoco la notte dellarresto è il Gesù abbandonato e di lì a poco, sfigurato, ora è il Gesù glorioso e risorto che convoca i suoi per inviarli nel mondo. Inoltre, è anche il Gesù che, abbandonato, ora chiama alla comunione con Lui, allintimità del convivio, allaffettuosa amicizia che solo lAmore trafitto può offrire alluomo. Per questo, Gesù disse: Portate un po del pesce che avete preso. Lo dice a tutti, ma è il solo Pietro che va e trae fino a terra la rete. Ciò che non fu possibile a tutti, fu possibile a uno: È lui il Pescatore. Del resto la barca era sua. Qui si compie la promessa di
Gesù: è davvero pescatore di uomini qui simboleggiati
dai pesci. E la rete non si ruppe. È lui nella
comunità il centro visibile dellunità della
Chiesa e lo sarà finché avrà portato a termine
la totalità degli uomini: senso simbolico del numero 153. Nel capitolo 20, Gesù
era il dispensatore dei doni: pace e Spirito Santo. Ora il Risorto
dispensa la vita e tutti lo vedono e non è più
il tempo di fare delle domande. Ora i discepoli non conosco
più Gesù come lo avevano conosciuto prima, ora
sono entrati con lui in una nuova relazione. Se prima anche loro
dubitavano ed erano incerti, ora nessuno di loro osa domandare,
perché, come insegnavano i rabbini, quando ci si trova
dinanzi a Dio solo lo stolto rivolge delle domande a Dio. Ora,
invece, tutto è chiaro: Gesù vive davvero in mezzo
a loro. Lui è il Signore, il Risorto dai morti!
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