Ecco il mandato
di Gesù Risorto ai suoi primi discepoli, e oggi a ciascuno
di noi. Chi si incontra con il Risorto deve andare, deve far
sì che altri diventino discepoli del Signore, deve insegnare
loro quanto il Signore ci ha insegnato e continua ad insegnarci.
Anzi solo nel compimento di questo mandato abbiamo la certezza
che ci siamo davvero incontrati con il Risorto.
Prendiamo atto di questo compito che ci attende, riflettendo
prima sullannuncio della Risurrezione, e poi sul comando
di andare in tutto il mondo.
Lannuncio
della Risurrezione
Mt 28,1-10
ha il suo parallelo in Mc 16,1-8 e Lc 24,1-9. Ma se confrontiamo
anche solo il primo versetto ci accorgiamo che Matteo cammina
per la sua strada: le donne non portano il vasetto dei profumi,
non vanno ad ungere il corpo di Gesù, vanno solo a visitare
il sepolcro, forse nella attesa del compimento della parola
di Gesù: Dopo tre giorni risorgerò
(27,63). Altra differenza: mentre in Marco e Luca, le donne trovano
il sepolcro aperto: la pietra era già stata rotolata
via, secondo Matteo, invece, esse vedono che la pietra
viene rotolata via da un angelo. Questo introduce una diversità
nel tempo in cui si sono recate alla tomba. È un problema
degli storici precisare quando le donne sono andate al sepolcro.
Per noi il motivo è che Matteo sta scrivendo per la comunità
cristiana di origine ebraica, che aveva un suo modo di calcolare
il tempo. Inoltre cè pure il fatto che Matteo usa
lo stesso verbo che ha usato Luca quando afferma che fecero in
fretta la sepoltura perché già splendevano
le luci del sabato (23,54). Per Luca era la sera del venerdì,
quando alla luce delle prime stelle iniziava il sabato. Matteo,
usando lo stesso verbo dice, che passato il sabato, quando
già splendevano le luci del primo giorno della settimana,
le donne andarono a visitare la tomba.
I primi lettori di Matteo, giudeo-cristiani, potevano solo pensare
alla sera del sabato, quando alle prime luci delle stelle iniziava
la nuova settimana.1 Quindi siamo di notte, ed è di notte
che langelo scende dal cielo, come nella notte dellEsodo;
è nella notte che si scuote la terra, come dopo la morte
di Gesù, quando pure cerano le tenebre; e poi qui
le donne vedono che la pietra viene sbalzata via e langelo
che vi si siede sopra. Le guardie sono tramortite e le donne
sono piene di paura. Questi sono tutti segni che ben sottolineano
la partecipazione celeste al mistero che si svolge presso il
sepolcro. Come nel racconto del Calvario, anche qui Matteo ci
sta parlando di una teofania.
Langelo è lì seduto, quale vincitore, sulla
pietra rotolata via, una pietra che era stata ben sigillata per
seppellire per sempre la parola di Gesù: dopo tre
giorni risorgerò (27,63). Ma la sua parola non può
essere incatenata; quanto ha detto si realizza davvero, e lannuncio
dellagire di Dio in Gesù riprende il suo corso.
Lannuncio si divulga per mezzo delle donne che Dio ha scelto
come prime testimoni della Risurrezione di Cristo.
Un dato questo che verrà poi, purtroppo, messo in sottordine
da gente ancora ammalata di maschilismo. Lattuale Papa
però ha, giustamente, rivalutato il ruolo di queste prime
testimoni del Signore Risorto.
Andate e
dite: È risorto!
Langelo
dice alle donne: Non abbiate paura voi. So che cercate
Gesù, il crocifisso. Non è qui; è stato
risuscitato come aveva detto. Andate.... Da queste parole
è chiaro che il crocifisso e il Risorto sono la stessa
persona, che il sepolto, colui che veramente è
morto, è stato risuscitato. Traduciamo allattivo
questo passivo teologico e avremo il primo atto di fede della
comunità cristiana: Dio lo ha risuscitato dai morti
(1 Ts 1,10; Rom 10,9; At 3,15; ecc.). La Risurrezione è
opera di Dio ed è compimento della parola di Gesù:
come aveva detto, così come lo è stata
la sua passione (26,2) e la sua sepoltura (26,12).
Un dato risulta chiaro: nessuno ha visto Gesù risorgere;
nessuno ha visto uscire vivo Gesù dal sepolcro. È
un atto di Dio che ha un prima e un dopo e che perciò
si inserisce negli eventi storici, ma come ogni atto di Dio può
essere solo conosciuto nella fede, può essere oggetto
di annuncio, non di indagine storica. Dalla storia posso solo
sapere che colui che è morto e fu sepolto, è stato
visto vivo dopo la morte. E soltanto chi accoglie lannuncio
nella fede, può capire perché la tomba è
vuota. Non è lecito dire: il sepolcro è vuoto,
perciò è stato risuscitato. Chi non ha fede,
vedendo vuota una tomba che conteneva un cadavere, solo può
dire che il suo corpo è stato rubato e nascosto altrove
(28,13; Gv 20,2.13.15).
Ma per chi ha fede e accoglie lannuncio inizia una vita
nuova. È il compito che viene affidato alle donne, che
tende al compimento di unaltra parola di Gesù: Presto,
andate, dite ai suoi discepoli: «È stato risuscitato
dai morti, vi precede in Galilea» (28,7; 26,32).
Ed esse, abbandonarono in fretta il sepolcro e corsero
a dare lannuncio. Presto... in fretta:
sono parole che fanno sentire lurgenza dellannuncio,
anche per noi che non abbiamo visto con i nostri occhi il Risorto.
Anche le donne non lavevano visto; credettero e corsero
ad annunziare la sua Risurrezione. E solo mentre andavano: Gesù
venne loro incontro e le salutò. Chi è in
atteggiamento di annuncio si incontra con Gesù, per sentirsi
ripetere dallo stesso Gesù il comando dellangelo:
Andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea,
là mi vedranno.
Una constatazione: Gesù non ha dimenticato i suoi discepoli;
anche se lhanno abbandonato, sono sempre suoi, anzi sono
suoi fratelli, e ricorda loro lappuntamento dato in precedenza
(26, 32). La Risurrezione fa guardare avanti.
Mario Galizzi
(1
- continua)