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VITA LITURGICA: LA RESURREZIONE E LA MISSIONE -2
   
ANDATE - AMMAESTRATE - INSEGNATE

Il dono della Missione

“Gli Undici andarono in Galilea sul monte che Gesù aveva loro fissato” (28,16). Qui si compie quanto Gesù disse loro sulla via del Getsemani: “... il gregge sarà disperso, ma dopo essere stato risuscitato, vi precederò in Galilea” (26,32).

I discepoli sapevano anche il luogo dove l’avrebbero rivisto vivo. E qui dalle parole di Gesù, cioè dalla rivelazione, sappiamo che si è compiuto quanto Gesù ha detto davanti al Sinedrio: “D’ora in poi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra di Dio e presentarsi sulle nubi del cielo” (26,64).

Si è perciò compiuta in Gesù la profezia di Daniele 7,13-14. Il Crocifisso-Risorto si è davvero presentato davanti al Vegliardo, la cui veste era candida come la neve e “il Vegliardo gli diede potere e gloria e regno; tutte le nazioni e lingue lo serviranno”. Gesù-Risorto si presenta in Galilea ai suoi discepoli e dice: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra” (28,18).

Egli è il solo vero Signore e Maestro e come Signore del mondo e della storia, può affidare una missione universale e unire a sé tutti coloro che accettano di essere suoi discepoli e formare parte della sua Chiesa. È dall’autorità che Gesù ha ricevuto dal Padre che nasce la missione e per Gesù il compito di “essere con loro (con noi) sino alla fine dei secoli” (28,20), cioè di mettere tutto il suo potere a servizio dei suoi inviati, di non abbandonarli mai.

E Gesù mantiene le sue promesse; non ci abbandona mai. Nella missione egli è sempre accanto a noi e noi al suo servizio, colmi come lui di amore per tutti, con il desiderio di condurre tutti al Padre, di immergere tutti nell’amore trinitario.

Ascoltiamo il mandato: “Andate, ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato” (28,19s). Come si vede la missione viene precisata da due verbi “battezzare” e “insegnare”. Per noi che battezziamo i neonati, prima c’è il “battesimo”, a cui segue l’obbligo di fare poi prendere coscienza al battezzato di quanto è avvenuto in lui e di portarlo attraverso un solido insegnamento ad accettare il proprio battesimo.

Quando invece si tratta di catecumeni adulti, prima c’è l’insegnamento e poi il battesimo. E qui è bello costatare che Gesù stesso stabilisce con chiarezza il contenuto dell’insegnamento: “osservare tutto ciò che io vi ho comandato”.

Le parole di Gesù ci impongono una domanda e un esame di coscienza. Chiediamoci con sincerità: “È davvero Gesù il centro del nostro insegnamento?”. È chiaro che se Gesù mi dice: “Come io vi ho amati, amatevi anche voi... Fate come io ho fatto”, l’insegnamento non si limita a quello che lui ha detto, ma si estende a tutto ciò che ha fatto, a come egli si è rivelato e “Chi” mi ha rivelato.
“I due verbi osservare e comandare – dice Martini – evocano la volontà di Dio che Gesù ha proclamato in virtù del suo potere di Signore, come nel Discorso della Montagna.

Ma bisogna guardarsi dal limitare l’ordine di Gesù alle sole raccomandazioni o prescrizioni di ordine morale. Tutto l’insegnamento di Gesù fatto di parole, di gesti, di comportamenti ha un carattere di esigenza... L’intero Vangelo costituisce per sua natura profonda e per il suo contenuto una regola di vita per i discepoli.

Questa regola di vita dev’essere insegnata integralmente, senza indebolire quello che sa di radicale”. “Inoltre – dice sempre Martini – la formula trinitaria non è da intendersi in senso statico ma dinamico: La vita e l’opera di Gesù sono l’opera e la vita del Padre nello Spirito Santo”.

Il Dio cristiano è il Dio Uno e Trino; non è un Dio solitario ma un Dio che fa comunione e che ci chiama alla comunione con lui. Per questo siamo battezzati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo e chiamati a testimoniare e ad annunciare ad altri la nostra fede perché tutti possano essere in comunione con noi e affinché la nostra comunione sia con il Padre e con il Figlio suo Gesù Cristo nello Spirito Santo.
Questo compito lo compiremo se cercheremo di far sì che Gesù sia colui che dà senso alla nostra vita intima e se la nostra testimonianza e il nostro annuncio trovano sempre il suo senso solo in Gesù. È un compito grande ed entusiasmante.

Preghiamo

Signore Gesù, vogliamo renderti grazie sempre e ovunque per la missione che ci hai affidato. Donaci di sentire ogni giorno nel cuore la tua Parola: Andate... Ammaestrate... Se non ci dimenticheremo mai di questo tuo mandato la nostra vita cristiana sarà totalmente assorbita dal desiderio di farti conoscere agli altri in modo che tutti trovino solo in te il senso vero dell’esistenza. Solo così la nostra vita si colmerà di vera gioia. Grazie, Signore Gesù!
                                                                                       
 Mario Galizzi


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      RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2009 - 9
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