Al dottore della Legge che gli chiede «Che cosa devo fare
per ereditare la vita eterna?» (10,25-37), il Maestro risponde
di amare Dio ed il prossimo. Gesù ha però ancora
un approfondimento da offrire in merito a quella domanda.
Una vicenda
accaduta a Betania (Gv 11,1) costituisce loccasione da
cui scaturisce lulteriore insegnamento che si raccoglie
in una breve espressione: «Di una cosa sola cè
bisogno», ascoltare la Parola. Nulla è più
essenziale di questo. Colui che non ascolta non può infatti
sapere chi il Signore gli chieda
di diventare e cosa gli comandi di fare.
Marta e
Maria
A differenza
dei Samaritani che non avevano accolto Gesù perché
diretto a Gerusalemme (9,52-53), Marta e Maria non esitano ad
ospitarlo nella loro abitazione. Sarà però sufficiente
aprirgli le porte? Certo che no! Bisognerà offrirgli dellacqua
perché si rinfreschi e preparagli unaccoglienza
che lo onori. Tutto questo spinge Marta ad adoperarsi al massimo
delle sue capacità. Maria invece, «seduta ai piedi
del Signore, ascoltava la sua parola» (v. 39).
Levangelista
Giovanni sarà totalmente concorde circa lindole
di queste due donne allorché, in occasione della rianimazione
di Lazzaro morto, scriverà di Marta, tutta intenta a ricevere
Gesù e a parlare con Lui, e ci racconterà di Maria,
dapprima «seduta in casa» (Gv 11,20) e poi, giunta
dal Signore, prostrata ai suoi piedi (Gv 11,32). Anche in Gv
12,2-3 si legge che Marta si fosse messa a servire Gesù
mentre Maria avesse preferito compiere gesti damore purissimo
per lui.
Luca osserva
che la fraintesa noncuranza della sorella non piace a Marta che
senza esitazione si rivolge a Gesù chiedendogli di congedarla
perché la possa aiutare (v. 40b). Certamente questo è
il primo dei vertici drammatici del brano, ma il successivo,
quello segnato dalle parole di Gesù, è il più
importante poiché è proprio in esso che va ricercato
linsegnamento.
Solo una
questione di temperamento?
La replica
del «Signore» a Marta è distesa e dà
soluzione alla questione: nessun rimprovero in quelle parole,
ma solo il desiderio che spinge a volere il bene di persone già
intimamente care (Gv 11,5). Unaffrettata considerazione
della risposta porterebbe ad affermare che Gesù intenda
fare un confronto tra un temperamento portato allattività
ed uno propenso alla contemplazione. Di fatto non è così!
Tutto linsegnamento
è invece incentrato sullimportanza dellascolto
della Parola, «la parte migliore»: si tratta di una
priorità così essenziale da non poter essere confrontata
con nulla. Di fronte ad essa non vi è indole o propensione
umana che giustifichi: si deve ascoltare il Signore.
Da ciò
viene la preziosa indicazione offerta a Marta, il cui modo di
fare non è squalificato, ma ridimensionato: ciò
che lha ingannata, «distolta» (v. 40a ), è
stato un affanno misto ad unagitazione tanto smisurata
da poter essere narrata col verbo con cui normalmente si descrive
il mare in burrasca. Quellesagerazione aveva strappato
la donna dal tesoro più grande dellascolto!
Lessenziale
che conta
Per «ereditare
la vita eterna» (10,25) bisognerà sempre garantire
priorità allascolto. Ad Israele Dio aveva detto
«Ascolta» (Dt 6,4); agli apostoli in occasione della
Trasfigurazione lo aveva ripetuto «Questi è il figlio
mio, leletto; ascoltatelo!» (9,34).
Ora è
il Signore Gesù a rivolgere ad ogni discepolo lo stesso
monito facendoci capire che di «una sola cosa cè
bisogno» (v. 42a): ascoltare Lui è lessenziale
che non teme confronti.
La Parola di
Gesù dura per sempre: «Il cielo e la terra passeranno,
ma le mie parole non passeranno» (21,33); le sue Parole
sono «spirito e vita»
(Gv 6,63) e chi le fa proprie scoprirà che realmente il
Signore ha per noi soltanto «parole di vita eterna»
(Gv 6,68). Esse sono «la parte migliore», la ricchezza
che non ci sarà mai tolta (v. 42b).
Marco ROSSETTI SDB
IMMAGINE:
Una sola cosa
è necessaria, Maria ha scelto la parte migliore e nessuno
gliela porterà via. Jan Vermeer, (1632-1675), Cristo
in casa di Marta e Maria / Editrice Elledici.