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LEGGIAMO LA SCRITTURA: LA LECTIO DIVINA
   
DIO CI PARLA


Dopo aver riflettuto su che cos’è la Parola di Dio, in questa seconda tappa ecco la struttura della “Lectio divina”.


Nessuna parola esiste senza una persona che parla. Dio ci ha parlato e ci parla. Nella Lettera agli Ebrei, infatti, è scritto: “Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri, per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo. Questo Figlio, che è irradiazione della sua gloria e della sua sostanza, sostiene tutto con la potenza della sua parola” (Ebr 1,1-3).

La parola è il mezzo per entrare in relazione con una persona. La Parola può essere comunicata in vari modi, ma l’autore rimane sempre Dio. La “Lectio divina” è prima di tutto relazione con la Persona, o meglio con le Persone della Trinità. E questa relazione è un mezzo ed un segno per la comunione. L’apostolo Giovanni scrive: “Ciò che era fin dal principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il verbo della vita... noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo” (1 Gv 1,1-4).

In relazione con Dio

Lo scopo della Parola è farci entrare in comunione con Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. Nel Vangelo di San Giovanni, Gesù riassume: “Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (15, 11). Questo pensiero è bellissimo, ma noi non ci crediamo abbastanza. Tutta la Parola di Dio è per creare relazione con Dio, per creare una relazione personale con Dio.

Osserva ancora San Giovanni: “Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome” (20,30-31).

Nel creare una “relazione” con noi, è Dio che ha fatto il primo passo, e l’ha fatto non soltanto con la storia della salvezza. Basta pensare ai sacramenti che ognuno di noi ha ricevuto: sono segni efficaci che sono dentro ciascuno di noi, non sono aria fritta!

La “Lectio” della Parola è lo strumento per rendere concreta questa comunione, per capire ciò che Dio prova per te, molto prima che ciò che tu provi per Dio. Perché ci sia comunione, il primo posto va alla persona: quanto comunica una persona, passa tramite la parola, ma alcune volte la parola può non servire perché la comunione arriva più intensa dall’amore: è lo Spirito Santo.

Lectio, percorso a tappe

Detto questo, anche se un po’ difficile, entriamo nei vari passaggi della “Lectio”.

Innanzi tutto, la contemplatio.
La prima cosa è contemplare l’amore che Dio mi vuole. Noi occidentali non siamo molto capaci a fare questo. Anche quando pensiamo all’amore di Dio, andiamo subito a noi, che non sappiamo amare Dio... Invece occorre contemplare l’amore di Dio: il primo passo verso di noi è suo. E il Signore Gesù si relaziona con noi mediante la Parola.

Poi, l’oratio, la preghiera, perché siamo consapevoli che il Signore è con noi e ci spiega le scritture e spezza il pane per noi. Perché pregare? Perché di fronte a questi doni, noi siamo come il cieco di Gerico. Ricordate? “Gli risposero: «Passa Gesù Nazareno!». Allora incominciò a gridare: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me».

Quelli che camminavano avanti lo sgridavano perché tacesse; ma lui continuava ancora di più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me». Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò: «Cosa vuoi che faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io riabbia la vista». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato» (Lc 18,37-42).

La meditatio: è il nostro impegno per togliere ciò che impedisce di vedere. L’amore di Dio che scopriamo per noi, non ci lascia indifferente. “Ma le loro menti furono accecate; infatti fino ad oggi quel medesimo velo rimane, non rimosso, alla lettura dell’Antico Testamento, perché è in Cristo che esso viene eliminato. Fino ad oggi, quando si legge Mosè, un velo è steso sul loro cuore; ma quando ci sarà la conversione al Signore, quel velo sarà tolto” (2 Cor 3,14-16).

Infine, l’actio: è cercare come obbedire al Signore che ci invita: “Va’, lavati gli occhi alla luce della mia Parola e vedrai”. La constatazione di un amore (qualsiasi amore, e quindi, pensiamo a com’è quello di Dio) ci mette in movimento dentro e butta giù le barriere interiori per trovare la strada della comunione.

                                                    
D. STEFANO MARTOGLIO SDB
                                                E.mail:
stefano.martoglio@salesianipiemonte.it


IMMAGINE:
                       
La meditatio è il momento della Lectio in cui riflettere sulla Parola.
      RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2010 - 4
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