Rimetti
a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri
debitori (Mt 6,12). Così il Signore ci ha insegnato
a pregare nel Padre Nostro, offrendoci la misura più alta
ed esigente del perdono, sia quello ricevuto dal Padre, sia quello
da donare agli altri. Gesù ben conoscendoci, sentì
però il bisogno di precisare maggiormente quel primo insegnamento
sul perdono reciproco, e lo ha fatto nel cosiddetto discorso
sulla Chiesa.
Chi di noi,
infatti, non ha bisogno di essere aiutato ad amare quanti in
un modo o nellaltro possono essersi comportati in modo
difforme dalla Parola di Dio e dallinsegnamento della Chiesa?
Che cosa dobbiamo fare nei confronti di queste persone? E ancora:
come ameremmo essere trattati quando siamo noi a rompere la concordia?
Che nessun piccolo sia scandalizzato (Mt 18,6-9);
che nessun piccolo, imboccata la strada del peccato
si perda, ma al contrario, come pecora smarrita sia cercato e
trovato (Mt 10-14); che nessun fratello in errore venga facilmente
allontanato, ma sia corretto e riammesso nella comunità
(Mt 15-18). Questa è la Parola di Cristo, questo è
lo stile che noi suoi discepoli dobbiamo assumere.
Impegnarci
per non perdere nessuno
Approfondiamo
la lettura del breve testo contenuto nei versetti Mt 18,15-18.
Ci descrive linsegnamento di Gesù sul tema dellunità
e della concordia fraterna. Limpressione che se ne ricava
è di trovarsi di fronte ad una fredda norma disciplinare.
È ciò che può accadere qualora lo si stacchi
dal brano successivo sulla preghiera efficace (vv. 19-20). Questultimo,
infatti, ha la capacità di motivare e di dare spirito
nuovo a quelle norme.
Matteo, componendo
in tal modo questa piccola sezione del suo Vangelo, ci mostra
di aver capito perfettamente ciò che interessava a Gesù:
non prescrivere delle regole circa il procedere nei confronti
di un fratello in errore, ma piuttosto richiamare al serio impegno
di ciascuno per ristabilire a tutti i costi la concordia fraterna.
Questo è indispensabile continua Gesù
se vogliamo che le nostre
comunità cristiane siano il luogo in cui Lui sia presente
e in cui la preghiera sia ascoltata. Senza unità e senza
concordia il Padre non ci concederà quello che gli chiediamo
(v. 19)!
Leggendo i
vv. 15-16 impariamo quanta e quale cura debba essere riversata
su una persona che non abbia agito rettamente. Si noti poi la
finalità di queste attenzioni: riguadagnare
il proprio fratello, espressione in cui è detta tutta
la gioia che scaturisce dalla correzione fraterna che ha raggiunto
il suo fine (cfr. Mt 18,13).
Correggere
deve sempre avere lobiettivo di riaccendere la voglia di
cambiare per riaccogliere e far regnare su tutto e su tutti la
carità: questo è espressione dellautentica
attenzione per laltro ed è la manifestazione del
desiderio di ridargli possibilità di vita nuova.
Le parole di Gesù procedono, poi, sino a toccare la drammatica
situazione dellinsuccesso nel ristabilire la concordia
(v. 17). In questo amaro caso si dovrà dichiarare che
quel fratello si è posto da solo fuori dalla comunità
per non aver voluto ascoltare ed accogliere i reiterati tentativi
di aiuto che pur gli erano stati offerti. Si tratta evidentemente
di una situazione estrema, alla quale si spera di non dover giungere.
Sentinelle
gli uni degli altri
Aiutarci a
crescere nellamore e nella concordia, perché nessuno
vada perduto: questo è il punto! Ma come farlo? Affianchiamo
altri brani a questo ed impareremo che secondo Gesù cè
vera correzione fraterna solo nello spirito della riconciliazione
(Mt 5,23), del perdono (Mt 6,14), del non giudizio (Mt 7,15)
e della tolleranza (Mt 13,24). Dobbiamo, insomma, imparare a
crescere nella concordia senza mai rompere il comandamento dellamore!
La concordia è meta difficile da mantenere: dobbiamo imparare
a salvarla diventando come sentinelle gli uni per
gli altri (Ez 33,1-9).
Come sarebbe
bello se diventassimo persone che si tendono la mano per vivere
al meglio il cammino di vita cristiana e di santità. Se
così facessimo, ciascuno nel proprio quotidiano, potremmo
veramente costruire comunità di riconciliati, perché
la mia e la tua vita sarebbe posta in continuo desiderio di concordia.
Soltanto se ogni altra persona sarà al centro della mia
cura personale, la concordia sarà salva, la comunità
più vera, così come la preghiera da essa elevata:
ravvivata dalla presenza di Cristo, ridonataci dal Padre come
benedizione.
Marco ROSSETT sdb /
rossetti.rivista@ausiliatrice.net
IMMAGINE:
Per
Gesù è essenziale lintesa con i fratelli
e in caso, occorre riguadagnarla: Chi di voi
se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove
nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la
ritrova?. © Harvey Hudson - Photoxpress