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LEGGIAMO I VANGELI:
   
Chi dite che io sia?



Un anno della fede. Cioè? Benedetto XVI nella sua Lettera Apostolica"Porta fidei" ha scritto: "Fin dall'inizio del mio ministero come Successore di Pietro ho ricordato l'esigenza di riscoprire il cammino della fede per mettere in luce con sempre maggiore evidenza la gioia ed il rinnovato entusiasmo dell'incontro con Cristo".

Alla luce di questo pensiero che avete appena letto, ha indetto un Anno della fede che avrà inizio nella felice coincidenza di due anniversari: il cinquantesimo dell'apertura del Concilio Vaticano II e il ventesimo della pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica. Gli obiettivi verso cui indirizzare l'impegno della Chiesa: "Desideriamo che questo Anno susciti in ogni credente l'aspirazione a confessare la fede in pienezza e con rinnovata convinzione, con fiducia e speranza. Sarà un'occasione propizia anche per intensificare la celebrazione della fede nella liturgia, e in particolare nell'Eucaristia… Nel contempo, auspichiamo che la testimonianza di vita dei credenti cresca nella sua credibilità. Riscoprire i contenuti della fede professata, celebrata, vissuta e pregata, e riflettere sullo stesso atto con cui si crede, è un impegno che ogni credente deve fare proprio".

Confessare la fede in pienezza

Che sarà mai? Non basta andare a messa la domenica? Non basta più confessarsi una volta all'anno come ai bei tempi? E poi prendere l'indulgenza plenaria e…
Mi dispiace dirlo, ma la fede è tutto un'altra cosa! Tutte le opere buone sono buone. Ma sono la conseguenza di quanto c'è all'origine e che va continuamente rimesso in discussione perché noi siamo continuamente mutevoli e anche i nostri pensieri non sempre dicono quello che pensano di dire. Credo che per parlare di fede occorra innanzitutto dare una risposta alla domanda che Gesù fece a un certo punto ai discepoli dopo averli conquistati e interessati alla sua causa: "Chi dite che io sia?".

Pietro uno: Tu sei il Cristo

Ma attenti bene, perché per quanto possiamo dare la risposta catechisticamente giusta non è detto che le parole dicano veramente quello che Lui è. Tanto è vero che alla risposta di Pietro Gesù lo loda ma dice subito di non dire nulla in giro perché quella parola giusta "il Cristo" poteva voler dire cose diverse e bisognava passare dal catechismo imparato, da una fede scolastica e infantile a una fede adulta come capacità di scelta di vita e di sequela…
Pietro pensava un Cristo secondo la cultura del suo tempo, secondo la lettura delle Sacre Scritture fatta dai maestri del tempo e, molto probabilmente, il Cristo di Gesù non intendeva essere il Cristo di Pietro e di tutti i suoi connazionali. Bravo Pietro, dice Gesù, però adesso stai zitto ed ascolta bene! "Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno".

Pietro due: Questo non accadrà mai

Ma Pietro che ha studiato bene il catechismo e ha preso anche il premio dalla maestra non si smuove di lì e non c'è Cristo che tenga. Però non vuole offenderlo e allora con delicatezza lo prende in disparte e sgrida Gesù perché non dica queste sciocchezze. "Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai". Ma insomma se sei Dio comportati da Dio! E Pietro sa come ci si comporta da Dio, l'ha studiato che Dio è perfettissimo, onnipotente, onnisciente, e tutti gli "onni" del mondo! Invece Gesù parla di sofferenza, di morte e stranezze che han niente a che fare con il Dio imparato nelle lezioni materne della catechista. Ma Gesù, che un attimo prima lo ha lodato alla grande, adesso non gli risparmia il diploma di presuntuoso e ignorante perché ha imparato a memoria due risposte del già più volte nominato catechismo.

Pietro tre: Pensi secondo gli uomini

"Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!". Fede è quindi pensare come Dio non pensare secondo gli uomini! E cioè? "Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua". Uno: rinnegare, smetterla di assolutizzare i propri pensieri mettendosi al centro come possessori della verità. Due: prendere la propria croce, non quella del vicino, non lamentarsi e colpevolizzare Dio che porta la sua davanti a noi senza scendere dalla croce. Tre: andare dietro di lui, non davanti pretendendo di insegnare a lui come deve comportarsi secondo gli uomini che sanno tutto di Dio.

Siamo tutti Pietro

Come Pietro anch'io ho studiato, so perfino di teologia o non mi perdo gli interventi in TV del Ravasi/Cantalamessa di turno. Come Pietro devo mettermi a imparare sempre e d'accapo perché la fede non è mai raggiunta una volta per tutte. Non è una laurea che finisce lì. Ma Gesù non ha fretta, si adegua ai miei tempi, mi aspetta per fare i passi successivi un po' alla volta. E allora seguiamo Pietro che continuerà a imparare con fatica ma con successo. La fede adulta non è solo sapere ma rischiare, rischiare dietro di lui anche quando ci sembra, pur sapendo, di non capirci più nulla. "Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà".

                                                                                                                           Giuliano Palizzi sdb
*** Ecco l'articolo in PDF                                                    




      RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2012 - 06
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