COME VIVE IL CRISTIANO
LAutore inizia la presentazione del Vangelo
di Luca, in lettura nellAnno C. I nostri lettori troveranno
grande giovamento per la loro formazione biblica e spirituale,
anche perché mantiene il collegamento con lAnno
liturgico.
Da gennaio a
novembre abbiamo risposto a questa domanda: Chi è e come
si forma il cristiano? Chi ha letto i diversi articoli con attenzione,
avrà capito quale importanza ha lagire dello Spirito
Santo nella nostra formazione cristiana e avrà pure capito
come lesperienza dello Spirito Santo, vissuta nella preghiera,
si manifesta in una comunione di vita con Dio, Uno e Trino, e
con i fratelli nella fede. Ora, continuando lo stesso tema vogliamo
chiederci: Ma come in concreto vive il cristiano? È facile
rispondere a questa domanda in un Anno Liturgico in cui, per
43 domeniche su 52, sentiremo proclamare abbondantemente il Vangelo
secondo Luca (633 versetti su un totale di 1150). E la prima
costatazione che faremo è che la vita cristiana si realizza
in pienezza solo in una comunità di fede. Lo Spirito Santo,
infatti, che è il noi della Trinità,
porta necessariamente a una comunione di vita con i fratelli
nella fede.
Osservando quello che facciamo ogni domenica, noi possiamo dire
se davvero riecheggiamo quella prima comunità cristiana
che Luca ci presenta in At 2,42. In questo passo egli afferma
che i discepoli erano uniti nellascoltare linsegnamento
degli Apostoli e nellunione fraterna, nello spezzare insieme
il pane e nelle preghiere. Limmagine di quella comunità
è forse un po idealizzata, ma tanto bella e utile
per un confronto. Da essa traspare che la comunità cristiana
è nata e si sviluppa ascoltando linsegnamento degli
Apostoli, che porta necessariamente a spezzare insieme il pane,
unespressione che indica la celebrazione eucaristica che
si compie nella preghiera. Importante è lespressione...
... linsegnamento
degli Apostoli
Ma cè da chiedersi
qual è il suo contenuto e dove possiamo leggerlo? Il contenuto
appare chiaro, se leggiamo quello che avvenne nel Cenacolo, dove
gli Undici Apostoli si riunirono con altri e con Maria, dopo
lAscensione di Gesù al cielo. Un giorno Pietro si
alzò e, dopo aver ricordato la morte di Giuda, disse:
È necessario che uno tra coloro che sono stati con
noi per tutto il tempo nel quale il Signore Gesù ha vissuto
tra di noi, cominciando dal battesimo di Giovanni Battista fino
al giorno in cui è stato di mezzo a noi assunto in cielo,
divenga testimone insieme con noi della sua risurrezione
(At 1,21-22). Fu eletto Mattia.
Ebbene, sono questi Dodici e solo loro (cf At 10,41) i veri garanti
della tradizione storica su Gesù e i veri testimoni della
sua risurrezione. E la loro testimonianza, quella che noi siamo
soliti chiamare Tradizione Apostolica, è raccolta nei
Quattro Vangeli. È perciò ad essa che si rifà
il Vangelo secondo Luca; ed è a questa Tradizione
che dobbiamo rifarci anche noi. Lo ha detto il Papa ai giovani
riuniti la notte del 19-20 agosto a Tor Vergata (Roma): Anche
oggi credere in Gesù, seguire Gesù sulle orme di
Pietro, Tommaso e degli apostoli e testimoni, comporta una presa
di posizione per Lui e non di rado quasi un nuovo martirio, il
martirio di chi, ieri come oggi, è chiamato a seguire
il Maestro divino
dovunque egli vada.
Ebbene Luca nel suo Vangelo cammina davvero sulle orme
degli Apostoli. Basta leggere i primi quattro versetti
del suo Vangelo, cioè il...
Prologo
(Lc 1,1-4)
Già molti hanno
cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono
compiuti in mezzo a noi, così come ce li hanno trasmessi
coloro che ne furono testimoni oculari sin dallinizio e
poi divennero ministri della Parola. Ebbene, anchio dopo
aver vagliato diligentemente ogni cosa sin dagli inizi, ho deciso
di scrivere per te, illustre Teofilo, un ordinato racconto perché
tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti
che hai ricevuto. Attualizziamo: perché possiamo
renderci conto della solidità degli insegnamenti che abbiamo
ricevuto. Quattro dati molto importanti sono racchiusi
in queste parole.
1. Innanzitutto Luca dà un giudizio positivo sulla
tradizione precedente e afferma che quanto altri hanno scritto
(certamente conosceva il Vangelo di Marco) corrisponde a quanto
davvero i testimoni oculari hanno trasmesso. Perciò, secondo
lui il deposito della fede è stato a lui e
alla sua comunità trasmesso fedelmente. Ora egli lo vuole
ripensare e ritrasmettere con fedeltà. E lo fa riportando
da 4,1 a 24,53 la Tradizione Apostolica, cioè quanto è
avvenuto dal battesimo di Giovanni Battista fino al giorno
in cui Gesù è stato assunto in cielo. Luca
ripercorre quindi le orme degli Apostoli e vaglia
diligentemente la testimonianza dei testimoni oculari. Però
non di tutti i testimoni oculari, ma solo di quei testimoni oculari
che poi...
2. ... divennero ministri della Parola. Egli intende infatti
rifarsi unicamente allinsegnamento dei Dodici,
perché la sua comunità continui ad essere edificata
sul fondamento degli Apostoli (Ef 2,20). Per questo trasmette
gli avvenimenti così come essi ce li hanno trasmessi.
Il come è molto importante e, per capirlo,
ci rifacciamo a quanto il Concilio Vaticano II ci ha insegnato
nella Costituzione sulla Divina Rivelazione (n. 19). Il Concilio
riconosce che i quattro Vangeli trasmettono fedelmente
quanto Gesù Figlio di Dio, durante la sua vita tra gli
uomini effettivamente operò e insegnò per la loro
eterna salvezza fino al giorno in cui fu assunto in cielo.
Subito dopo però afferma che gli Apostoli, dopo
lascensione del Signore, trasmisero ai loro ascoltatori
ciò che egli aveva detto e fatto (ecco il «come»)
con quella più completa intelligenza di cui essi, ammaestrati
dagli eventi gloriosi di Cristo e dallo Spirito di Verità
godevano. Questo significa che essi, nel loro insegnamento,
predicavano fedelmente quello che realmente Gesù aveva
fatto e insegnato, però non come lo avevano capito prima
della sua risurrezione, ma così come lo hanno capito dopo
essere stati ammaestrati da Gesù risorto e dopo essere
stati illuminati dallo Spirito di Verità (cf Gv 14,26;
16,13). Fu Gesù risorto a insegnare loro il vero modo
di leggere quanto operò e insegnò durante la sua
vita terrena. Apparendo loro, infatti, spiegò in
tutte le Scritture quanto si riferiva a lui... e aprì
loro la mente alla comprensione delle Scritture e fece loro capire
che il Cristo doveva patire e risorgere dai morti..., ma
disse anche che sarebbero stati rivestiti di forza dallalto
(Lc 24,25-27.45-49); ancora: riceverete la forza dello
Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni
sino agli estremi confini della terra (At 1,8). Solo lo
Spirito Santo, lo Spirito di Verità, infatti, li poteva
rendere testimoni capaci della risurrezione di Gesù. Ed
essi diedero la loro bella testimonianza, intrecciando il racconto
con frasi o allusioni allAntico Testamento. Facendo ciò
essi affermano che Gesù è il compimento delle Scritture,
il Sì del Padre a tutte le sue promesse, il
Messia, il vero e unico Salvatore del mondo, come Pietro afferma:
In nessun altro cè salvezza; non vi è
altro nome dato agli uomini sulla terra nel quale sia stabilito
che possiamo essere salvati (At 4,12). Ebbene, Luca assume
questa tradizione con uno scopo ben preciso:...
3. ... perché tu, illustre Teofilo possa renderti
conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
Luca scrive pensando al suo amico, e alla sua comunità.
Ma per spiegare questo suo atteggiamento, leggiamo quanto il
Magistero conciliare ci ha detto: Gli autori sacri scrissero
i quattro Vangeli scegliendo alcune cose tra le molte che erano
tramandate... e spiegandole tenendo conto della situazione delle
chiese... sempre però in modo tale da riferire su Gesù
con sincerità e verità. Questo spiega le
molte diversità che ci sono negli evangelisti, e chi legge
Luca, confrontando il suo racconto con quello di Matteo, Marco
e Giovanni, si accorge che egli ha 409 versetti su 1150, che
non leggiamo negli altri tre, e quanto ha in comune con loro
non lo esprime sempre nello stesso modo. Il motivo è chiaro:
egli vuole che i suoi destinatari lo capiscano.
4. ... un
ordinato racconto
La struttura del suo Vangelo
è quanto mai semplice. Fedele alla tradizione storica
egli parla di Giovanni che, mentre battezza nel Giordano, presenta
Gesù che viene dopo di lui e che per questo è chiamato
il Precursore (3,1-8). Solo più tardi si accorge
che sullo stile dellAntico Testamento può far risalire
nel tempo il binomio Giovanni-Gesù ed eccolo
scrivere i racconti dellannuncio del concepimento e quelli
della nascita dei due. In essi (1,5-2,52) Giovanni è semplicemente
descritto come colui che deve andare innanzi al Signore
a preparargli la strada (1,76; 3,5). Per questo, subito
dopo aver annunciato Gesù mentre battezzava il popolo
nel fiume Giordano, Luca lo fa uscire di scena, anticipando la
sua incarcerazione (3,19-20).
Ha inizio la vita pubblica di Gesù, ed è
bello costatare che al suo primo apparire Gesù è
in preghiera (3,21). Il suo Vangelo si concluderà presentando
la prima comunità in preghiera (24,53). Su Gesù
scende lo Spirito Santo e il Padre lo dichiara suo figlio (3,22);
la sua missione sarà quella di riagganciare lumanità
a Dio: genealogia ascendente (cf in particolare 3,38) e di lottare
contro il potere del male, il diavolo (4,1-13 tentazioni) che
vincerà definitivamente nella passione (22,53). Tra questi
estremi si snoda in tre tempi la vita pubblica di Gesù.
1a parte (4,14-9, 50): Gesù in Galilea. Il lettore è
qui invitato a fissare lo sguardo su Gesù, a chiedersi
chi è e ad ascoltarlo. Gesù si presenterà
a noi altre quattro vol-
te in preghiera (5,16; 6,12; 9,18.28) e dirà ai suoi discepoli:
pregate per coloro che vi maltrattano (6,28). Chi
lo ascolta, secondo il comando del Padre (9,35) lo
imita.
2a parte (9,51-19, 28): Gesù in cammino: mèta Gerusalemme.
Inutile seguire Gesù con una cartina geografica in mano.
Linsegnamento per il discepolo è di sentirsi sempre
in cammino per annunciare il regno di Dio. Guai ad avere altri
interessi! O a volgere indietro lo sguardo (cf 9,57-62; 14,26.27.33).
Ora, nellanno di Luca la liturgia trarrà i suoi
brani da questa seconda parte per ben 21 domeniche: 18 centrate
su parole dirette di Gesù. È il grande momento
dellascolto di Gesù. La meditazione di questa sezione
unita a quella sul Discorso in luogo pianeggiante, parallelo
del Discorso della Montagna in Matteo, ci permette di capire
il senso della morale cristiana, lo specifico cristiano,
cioè il vero senso del nostro vivere in Cristo e del nostro
donarci come lui ai fratelli.
3a parte (19,29-24,53): Gesù a Gerusalemme. Il racconto
inizia con il suo avvicinarsi trionfale alla città e con
la sua entrata nel tempio dove si insedia quale Maestro (cf 19,47-48;
21-37-38). Segue il racconto della Passione, Morte e Sepoltura.
Il discepolo viene invitato a fissare lo sguardo su Gesù
per scoprire nella sua fedeltà alla propria missione le
sue infedeltà, a portare come il Cireneo la croce dietro
a lui, a fare del bene anche ai nemici, e a perdonare. Il capitolo
24 racconta gli eventi pasquali.
Dalla Passione agli eventi di Pasqua (c. 24). Da essi Gesù
appare sempre come il Maestro della sua comunità a cui
affida lannuncio del regno.
Il nostro
programma
Nel corso dellanno lucano
vogliamo aiutare i lettori a meditare ogni mese con noi un brano
liturgico. Ne presenteremo il senso originale, cercheremo di
confrontare con la nostra vita la Parola letta e ascoltata con
il cuore, per concludere pregando quanto abbiamo meditato.
Preghiera
O Spirito Santo,
dono del Padre e di Gesù, donaci di camminare anche noi
sulle orme degli Apostoli, di accogliere in pienezza la Tradizione
Apostolica e di trasmetterla, ma prima di meditarla e di testimoniarla
fedelmente con la nostra vita. Donaci il coraggio di fare sempre
chiarezza nella nostra vita perché sia sempre in sintonia
con il messaggio che abbiamo accolto. Donaci infine di dirlo
sempre con sincerità, anche quando ci è scomodo
e ci accusa. Amen!
Mario
Galizzi SDB
IMMAGINI: 1 San Luca evangelista, miniatura
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Rembrandt: ritorno del figlio prodigo
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE
2000-11
VISITA Nr.