IL CRISTIANO E IL DONO
DI INTELLIGENZA
Se il dono di conoscenza ci coglie
nella nostra vita di fede, circondati da tutte le creature e
con esse ci aiuta a tendere con sicurezza verso Dio, Fine ultimo,
il dono di intelligenza o di intelletto ci coglie nella nostra
vita intima con Dio, in comunione con lui.
Facciamo un esempio. Una volta Mamma Margherita, la mamma di
Don Bosco, osservando il risultato del duro lavoro delle sue
mani di contadina, disse chi era per lei Dio: Il Signore
è davvero buono con noi, ci ha dato il pane quotidiano...
Dobbiamo ringraziare il Signore che ci provvede il necessario.
Davvero Dio è Padre, Padre nostro che è nei cieli.
Queste parole sono colme di serenità, pace, gioia. Mamma
Margherita percepiva che Dio era in comunione con lei e lei con
Dio. Laveva guadagnato lei il pane per i suoi figli, ma
sentiva che laveva guadagnato con laiuto di Dio.
Qui non cè solo il dono di conoscenza che dalle
creature ci porta a Dio, ma anche il dono di intelligenza che
ci fa penetrare nellintimità
con Dio, quel dono che purifica lintelligenza, la illumina
e laiuta a penetrare nel pensiero di Dio, a entrare in
sintonia con Dio, a scrutare le profondità di Dio. Non
è più un semplice accogliere nella fede la verità
rivelata, la notizia di Dio, non è più un semplice
aumento di conoscenza ordinaria, qui il Dio creduto diventa il
Dio percepito con la luce del cuore; qui cè unintelligenza
cordiale, un capire e vivere nella pace il pensiero di Dio, uno
scrutare nello Spirito e con lo Spirito le profondità
di Dio. È lesperienza viva, anche se tante volte
inconscia, di quello che Gesù ha detto ai suoi discepoli:
Ho ancora molte cose da dirvi, ma per il momento non siete
capaci di portarne il peso, cioè di penetrarne il
senso con le sole vostre capacità intellettuali, ma quando
verrà lui, lo Spirito di verità, vi guiderà
alla verità tutta intera... Egli vi insegnerà ogni
cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto
(Gv 16,12-13; 15,26). È solo mediante lo Spirito, che
ci elargisce i suoi doni, che noi possiamo conoscere in pienezza
Gesù Rivelatore e quanto lui ci ha insegnato e penetrare
nellintimità del Padre.
Dice Paolo: Quelle cose che occhio non vide, né
orecchio udì... a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello
Spirito; lo Spirito infatti scruta ogni cosa, anche le profondità
di Dio. Chi conosce i segreti delluomo se non lo spirito
delluomo che è in lui? Così anche i segreti
di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di
Dio. Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo
Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato
(1 Cor 2,10-12)...
e quelle cose che Dio ha preparato per coloro che lo amano
(v. 9)... Di queste cose noi parliamo non con parole ricevute
dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito (v. 13).
Ma chi sono
questi noi
Sono i puri di cuore, i semplici.
Di loro ha parlato Gesù quando ha detto: Padre,
Signore del cielo e della terra, tu hai nascosto queste cose
ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli, ai semplici
(Lc 10,21), cioè a coloro che ascoltano la tua parola
con cuore puro: beati i puri di cuore perché vedranno
Dio. È a questa beatitudine infatti che corrisponde
il dono di intelligenza. Il cuore puro è un cuore
sincero, limpido, leale; è trasparenza interiore nelle
intenzioni e nei pensieri, e ciò sia davanti a Dio, sia
davanti agli uomini (Drago, p. 151).
La purezza del cuore non riguarda solo la sessualità,
anche se questo aspetto è molto importante, perché
coloro che vivono nel disordine sessuale sono così ripiegati
e rinchiusi in se stessi e nel loro egoismo che si privano da
se stessi della conoscenza di ogni bene. Chi invece vive nella
massima rettitudine, cioè chi è puro di cuore
nel senso pieno dellespressione, può contemplare,
o meglio, può anche sulla terra, sentire la presenza amorosa
di Dio. Il dono di intelligenza infatti rinsalda e purifica la
fede di tutti coloro che nella semplicità del loro cuore
la sanno vivere senza tanto discutere o ragionare. Sono le persone
semplici che sanno vivere in profondità questo dono dello
Spirito e rifuggono con il suo aiuto da ogni errore o inganno.
Tanti di loro non sono capaci di discutere se è errore
o verità quello che si dice loro; lo sentono, perché
hanno il vero senso di Dio. Vivendo nella massima semplicità
e rettitudine la loro vita cristiana e sostenuti dal dono di
intelligenza, essi percepiscono le profonde armonie della fede
e contemplano la grandezza e leccellenza delle perfezioni
divine. La semplicità dice il libro dellImitazione
di Cristo penetra in Dio e lo capisce. Se anche tu fossi
semplice e puro vedresti limpidamente e capiresti senza fatica
tutte le cose. Se poi i puri di cuore,
cioè le persone semplici, fissano lo sguardo sul Crocifisso
per amore, sentono che debbono imitarlo nel suo amore per tutti
gli uomini e in particolare per i più poveri e i più
lontani da Dio o in pericolo di perdersi. Per questo sentono
che debbono distaccare il cuore da ogni peccato e soprattutto
che debbono vincere lorgoglio umano per vivere in umiltà,
virtù indispensabile per percorrere la via della carità.
Vincere
lorgoglio
Lorgoglio, la cecità
del cuore, è la più tremenda malattia che può
colpire lo spirito delluomo. Quando un giorno Gesù,
dopo aver guarito un uomo nato cieco, disse che egli era venuto,
perché coloro che non vedono vedano e quelli che
vedono diventino ciechi, i farisei gli chiesero: Siamo
forse ciechi anche noi?. E Gesù rispose: Se
foste ciechi non avreste alcun peccato, ma siccome dite: «Ci
vediamo», il vostro peccato rimane (Gv 9,40s). Lintelligenza
umana per essere guarita dalla tragica malattia dellorgoglio
ha bisogno di aprirsi con umiltà allopera santificatrice
dello Spirito, deve avere il coraggio di immergersi nella notte
oscura della non intelligenza (= rinunziare a farsi forti della
propria sapienza umana, del proprio sapere e di tante sicurezze
acquisite semplicemente con lo studio) per arrivare alla sublime
vetta della vera intelligenza che è la visione di Dio...
Niente è più duro, come il rinunciare a quelle
evidenze che ci appaiono tali, ma che in realtà sono solo
nostri modi personali di vedere, frutto di nostre mentalità
spesso distorte... È difficile rinunciare a unidea,
a una nostra chiarezza intellettuale a cui il nostro orgoglio
ci tiene attaccati, perché abbiamo faticato molto nello
studio: è una nostra conquista. Ebbene il dono di intelligenza
ci purifica e ci infonde il santo coraggio di rinunciare anche
a un tipo di rapporto con Dio vissuto sulla base di ciò
che vorremmo noi, e non sulla base di ciò che vuole Dio
da noi. In questo caso infatti il nostro intelletto cercherebbe
solo un appagamento di sé e non un profondo e gratuito
rapporto di amore con il Signore. Cè in questo un
sottile e impercettibile orgoglio che rende impuro il cuore e
quindi incapace di vedere il Signore (vedi Drago, p. 154).
Perciò...
... un senso
di rinuncia è necessario
Infatti, per entrare in intimità
con Dio è necessaria una disponibilità a rinunciare
a ciò che sentiamo conquista nostra e non dono di Dio.
Cè un bellissimo esempio di ciò nella vita
di Don Bosco. La mamma, sin da piccolo, gli esigeva delle semplici
mortificazioni materiali per prepararsi ad affrontare nella vita
situazioni assai più dure. E il figlio imparò dalla
mamma il senso di rinuncia e di mortificazione e praticò
per tutta la vita una totale mortificazione esteriore e interiore
e si sforzò sempre nel dominio di sé, frenando
le sue passioni e assoggettando il suo corpo. Nulla di strano,
perciò, se egli riuscì a sviluppare al massimo la sua intelligenza e se questa
fu resa ancor più valida dal dono di intelligenza: era
un puro di cuore; e quindi capace di penetrare con
laiuto dello Spirito nella conoscenza di Dio. Non fu un
cammino facile, ma ebbe il coraggio di percorrerlo con fedeltà
sin dal giorno in cui ebbe tra le mani il libro dellImitazione
di Cristo. Fu allora che comprese meglio la sua vita cristiana
e il modo di viverla. Da quel giorno si sforzò sempre
di aprirsi totalmente allazione dello Spirito; e, guidato
dallo Spirito, gli fu più facile acquisire le verità
divine e sviluppare meglio il senso delle cose di Dio allontanando
ogni pericolo di sviamento e di errore. Nella sua vita infatti
rifulse a poco a poco lumiltà, la rinuncia a fare
sfoggio della scienza dei dotti che egli possedeva, per parlare
agli umili, ai piccoli, agli ignoranti. Se il dono di conoscenza
gli permetteva di vedere i suoi ragazzi nella luce di Dio, il
dono di intelligenza gli faceva contemplare i fondamenti di una
vera educazione cristiana: portare tutti a una vera conoscenza
di Dio. Fu il dono di intelligenza che lo aprì a Cristo,
vero rivelatore del Padre e che lo rese un vero educatore cristiano.
Quando scrisse la sua Storia Sacra, nel Nuovo Testamento si sforzò
di presentare Gesù come modello da imitare, il quale donandosi
rivela lamore del Padre ed è tutto teso verso il
Padre.
Come aprirsi a Dio?
Fissando lo sguardo su Gesù, ascoltando Gesù. Solo
ascoltando Gesù posso davvero con laiuto dello Spirito
conoscere Dio come Padre e capire quello che Gesù con
la sua vita e la sua parola mi ha insegnato. Solo dalla rivelazione
posso comprendere che Dio è Amore e che il Figlio è
rivelazione di questo amore nella sua vita che si fa dono sino
alla morte per la salvezza di tutti. Solo il Padre conosce
il Figlio. Perciò solo lui me lo può rivelare,
e lo ha fatto nella Trasfigurazione del Figlio quando ci ha detto:
Questo è il Figlio mio prediletto. Ascoltatelo.
Ma come ascoltare Gesù ed entrare in comunione con lui?
Cè una regola molto semplice di lettura dei Vangeli:
fissare lo sguardo su Gesù che è Parola di
Dio in tutto ciò che è, fa e dice; scoprirlo
nella sua tensione verso il Padre e nelle sue relazioni con ogni
persona, anche con i suoi nemici. Sentiremo allora quanto è
vero e importante il suo comando: Imparate da me che sono
mite e umile di cuore. Solo vivendo come è vissuto
lui, solo imitandolo, sentiremo che la nostra vita diventerà
semplice e che si aprirà sempre di più a una vera
conoscenza di Dio. Solo così il dono di intelligenza ci
colmerà e dilaterà la virtù teologale della
fede e ci sarà luce piena nel nostro piccolo, limitato
e fallibile intelletto.
Preghiamo
O Spirito Santo, vinci
in me lorgoglio e, nella necessità di aggiornarmi
ogni giorno, fa che ci sia sempre in me il desiderio di
farlo solo per il bene dei destinatari della missione che mi
è stata affidata. Fa che il mio agire sia uniformato
su quello di Cristo, per infondere in tutti il desiderio di trovare
in lui il senso vero della propria vita. Amen!
Mario Galizzi
SDB
IMMAGINI:
1 Mamma Margherita, la mamma di don Bosco
2
Lo Spirito Santo dono di Cristo risorto
3
Lo Spirito Santo e i suoi Sette Doni
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE
2000-5
VISITA Nr.