IL CRISTIANO E IL DONO
DELLA CONOSCENZA
Con il dono di conoscenza lo Spirito
Santo ci coglie nella nostra vita di fede circondati da tutte
le creature razionali e irrazionali e ci aiuta a tendere con
sicurezza verso Dio, fine ultimo di ogni cosa. Prima però
cerchiamo di capire lespressione: Spirito di conoscenza
che è presa da Is 11,2 dove si parla di un futuro re,
discendente di Davide, su cui riposerà in permanenza lo
Spirito del Signore. Nelle antiche traduzioni si era soliti dire:
spirito di scienza, ma le nuove traduzioni, come quella della
CEI, preferiscono tradurre: spirito di conoscenza. In questo
modo si riesce meglio a distinguere quella scienza, cioè
quel sapere del mondo fisico e spirituale che luomo acquista
con i suoi ragionamenti, dal dono dello Spirito Santo che implica
non solo lacquisizione di un sapere, ma anche di una certa
esperienza di fede, di solito implicita nel termine conoscenza
usato dalla Bibbia. Lo Spirito Santo, infatti, crea sempre una
relazione di comunione con Dio.
Con questo dono lo Spirito Santo viene in aiuto alla nostra fede
e ci dona la capacità di capire, senza errore di sorta,
qualsiasi realtà del mondo fisico, umano e spirituale,
nella sua relazione con Dio e di vedere ogni cosa nella luce
di Dio, Sommo Bene e fine ultimo di tutte le cose. Ora, tra queste
realtà esistenti e visibili, si trova soprattutto ogni
persona umana. Troppi contemplano le bellezze naturali: i monti,
i mari, il cielo, ecc. e con entusiasmo esclamano: Veramente
Dio esiste!. Ma è forse possibile dire questo con
convinzione, quando vedo milioni di esseri umani affamati o soggetti
agli altri come schiavi? Luomo non è forse la creatura
più importante della creazione? Dice il Salmista:
Quando contemplo
il cielo / opera delle tue dita / la luna e le stelle che hai
fissate / (mi chiedo:) che cosè luomo perché
te ne ricordi / il figlio delluomo perché te ne
curi? / (e sento che debbo rispondere:) Eppure lo hai fatto poco
meno di un Dio / di gloria e onore lo hai onorato / gli hai dato
potere sulle opere delle tue mani / tutto hai posto sotto i suoi
piedi (Sal 8,4.6-7).
Che bello! Questa è
la volontà di Dio. Eppure, quando osservo lumanità,
sento che questa volontà di Dio su ogni persona umana
non si compie: la maggioranza degli uomini non sono come li vuole
Dio e ciò per la malvagità di tanti che, peccando,
si servono della creazione e delle persone umane per le loro
vane ambizioni e non permettono a milioni di esseri umani di
sentirsi di casa in questo mondo. Questa situazione, secondo
la Bibbia, è uno dei motivi più grandi che ci impediscono
di risalire dalle creature a Dio e di adorarlo come il Sommo
Bene.
Il libro della Sapienza dice che gli uomini sono incapaci
di conoscere Dio partendo dai beni visibili... e si lasciano
sedurre dalla loro apparenza, perché sono troppo belle
le cose che vedono (Sap 13,1-7). E Paolo, riecheggiando
questo testo, dice che gli uomini, affascinati dalla loro bellezza
hanno cambiato la gloria di Dio con limmagine delluomo
corruttibile, di uccelli, di quadrupedi, di rettili... e hanno
agito secondo i desideri
del loro cuore (Rm 1,23s), resi così incapaci di
vedere il senso di ogni cosa, e in particolare della creatura
umana, nella luce di Dio.
Non così chi sa vivere come figlio di Dio
e vuole amare e lodare Dio. I credenti, infatti, dotati del dono
di conoscenza, sanno dalla bellezza delle cose create innalzare
un inno di lode al loro Creatore. Essi sanno dilettarsi nella
contemplazione del cielo stellato e dei campi cosparsi di fiori,
senza dimenticare le creature umane. Essi, mossi dalla virtù
teologale della carità sostenuta dal dono di conoscenza,
vedono ogni persona umana nella luce di Dio e sentono nascere
dentro di sé un senso di sommo rispetto verso ogni persona,
in qualunque situazione si trovi, anche nei loro riguardi, e
laiutano a orientarsi verso Dio, Sommo Bene e fine ultimo
di ciascuno. E in ciò, imitano Gesù che dava sempre
il primato alla persona umana. Egli, infatti, dalle creature
irrazionali passava agli esseri umani e da questi al Padre e
contemplava ogni cosa sotto lo sguardo amoroso del Padre. Ascoltiamolo:
Osservate gli uccelli: non seminano, non mietono: ... eppure
il Padre vostro li nutre... Non valete voi di più loro?
Osservate i gigli del campo: non lavorano, non filano... Ora
se Dio veste così lerba del campo... Non farà
assai di più per voi? (Mt 6,25-34).
Anche il cristiano, come Gesù, sente tutto il simbolismo
della natura e le sue orecchie ascoltano le mille voci delle
creature che lo invitano a lodare il suo e il loro creatore.
Ma allo stesso tempo, osservando la natura sottomessa al peccato,
sente come figlio di Dio di dover aiutare ogni persona umana
a sentirsi tale nel mondo e perciò a liberare la natura
dal peccato delluomo perché da essa salga un inno
di lode a Dio. La persona credente, che vive la virtù
morale della giustizia, sostenuta dal dono di conoscenza, scopre
che nelle creature razionali e irrazionali ci sono tanti limiti,
perché vede Dio come il fine supremo di tutte le cose
e come la vera e unica felicità per ogni persona umana.
Ora, come si può raggiungere Dio, fine supremo di tutte
le cose? Vivendo i doni dello Spirito Santo e in particolare
il dono di conoscenza. Il cammino non è facile. Lo spirito
di conoscenza è un dono, ma per viverlo bisogna allenarsi
e il cammino è lungo. Lo Spirito, mediante questo dono,
educa a poco a poco ogni persona a vivere la virtù morale
della prudenza e ad avere una giusta relazione con tutte le creature
fino a considerare davvero e sempre Dio come il Sommo Bene e
a relativizzare tutte le cose, anche le creature umane. Ecco
le tappe di questo cammino.
1ª tappa: non
attaccare il cuore a nessuna creatura
Come fare? Basta vincere il
peccato denunciato dal capitolo 13 del libro della Sapienza e
dal capitolo primo della lettera ai Romani (vedi sopra); e innanzitutto
renderci conto che siamo persone assai limitate, anche se dotte.
La Bibbia ci insegna questo con parole molto radicali, che però
bisogna leggere senza dimenticare quanto ci ha detto il Sal 8.
Il Sal 39,6 dice: La mia esistenza davanti a te è
un nulla; solo un soffio è luomo vivente;
e Is 40,17 afferma: Tutte le nazioni sono come un nulla
davanti a lui, come niente e vanità sono da lui ritenute.
Queste affermazioni sono un invito a mettere Dio al di sopra
di tutte le cose e ad amare tutto e tutti come Dio ama; Gesù
dice: Per questo il Padre mi ama, perché io offro
la mia vita... Questo comando ho ricevuto dal Padre mio;
(Gv 10,17.18). Se mi amate osserverete i miei comandamenti...
E questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni
gli altri come io vi ho amato (Gv 14,15; 15,12). Solo amando
Dio sopra ogni cosa o persona, posso, come Gesù, amare
gli altri fino al sacrificio totale. Questo esige un certo distacco
anche dalle creature umane, ma si tratta di un distacco che ci
rende liberi e che permette agli altri di essere liberi, cioè
se stessi, e di vedere Dio o il Signore Gesù, e non noi,
come il vero e unico punto di riferimento della propria vita.
2ª tappa: distacco,
non disprezzo
Il dono di conoscenza relativizzando
ogni creatura e facendocela vedere nella sua vera realtà,
è sorgente di lode, di canto, di meravigliosa libertà
interiore. In questa situazione, dopo essere risalito dalle creature
a Dio, si può davvero in sintonia con Dio contemplare
il creato e, passando in rassegna le cose create, esclamare:
è cosa buona, anzi: molto buona
(Gn 1,4.10. 12.18.21.25.31). Si potrebbe anche tradurre: è
cosa bella, anzi: molto bella. Questo però,
lo scopre solo chi ha fede, come lautore del libro della
Sapienza (c. 13) e Paolo (Rm 1). Solo il credente, dotato del
dono di conoscenza, pur prendendo atto della limitatezza delle
cose create, può sempre esclamare: Mi rallegri,
o Signore, con le tue meraviglie, esulto per lopera delle
tue mani (Sal 92,5).
Con il dono di conoscenza luomo impara a meravigliarsi,
a stupirsi delle cose che lo circondano, perché ne assapora
tutta la bellezza come riflesso della bellezza di Dio. Guardando
la creazione è come se posasse lo sguardo sulle cose invisibili;
anzi, linvisibilità di Dio in qualche modo gli si
fa visibile (cf Rm 1,20). E allora in questa luce gli avvenimenti,
i fatti e le persone non lo colpiscono mai in profondità:
il suo cuore non ne rimane impressionato: è come se avesse
tutto e non possedesse nulla, perché di ogni cosa ha imparato
a fare eucaristia, ringraziamento, offerta.1 Non si presenta
forse così il Poverello di Assisi nel suo Cantico delle
Creature?
3ª tappa: mortificarsi
Non ci stupisca questa parola,
perché il giusto che contempla il creato, non può
non soffrire a causa del peccato delluomo, che ha stravolto
il senso della creazione; guidato dal dono di conoscenza capisce
che la sua missione è quella di lottare contro il peccato
per liberare se stesso e lumanità dal male. Egli
deve rendersi sempre di più conforme a Gesù crocifisso,
deve vivere come Gesù, cercando sempre e in ogni cosa
la gloria di Dio, per tendere come Gesù verso il godimento
di Dio con le creature che egli ama.
Chi cerca Dio, come Sommo e Unico bene, e lo cerca con tutto
il cuore anche quando tutto sembra congiurare contro di lui,
costui sullo stile di Gesù appare come il restauratore
dellordine voluto da Dio e distrutto dal peccato delluomo.
Il vero credente, sotto lazione dello Spirito, si sente,
come Gesù, triste osservando la durezza dei cuori
(Mc 3,5); ferito nel cuore dal peccato, soffre tutti i dolori
possibili e sa percorrere come Gesù tutte le strade della
redenzione disposto a vincere qualsiasi ostacolo pur di aiutare
tutti a orientarsi verso Dio, fine ultimo di tutti, e a salvarsi.
Chi vive in profondità il dono di conoscenza ama le creature
e desidera che ritornino ad essere come Dio le vuole per esclamare
in sintonia con Dio: Adesso sì, che tutto è
cosa buona, bella.
Preghiamo
Signore Gesù,
che mi hai donato il tuo Spirito, fa che, seguendo il tuo
esempio, io possa con te pretendere la croce e possa vedere ogni
persona nella luce di Dio e camminare insieme ad essa verso Dio,
Unico e Sommo Bene, Fine ultimo e felicità suprema ed
eterna di ogni essere umano. Amen!
Mario Galizzi SDB
1 Augusto Drago, I doni dello Spirito
Santo, Ed. Ancora, Milano, 1986, p. 13. Lo citerò molte
volte nei miei articoli indicando solo il nome e la pagina.
IMMAGINE:
1 Lo Spirito Santo - Basilica di San Pietro - Roma
RIVISTA MARIA AUSILITRICE
2000-4
VISITA Nr.