ASCOLTATELO
Nel racconto della Trasfigurazione (Lc 9,28-36)
sentiamo risuonare un imperativo: Ascoltatelo!. È
il Padre che ci comanda di ascoltare Gesù,
perché è per mezzo suo che ora vuole definitivamente
parlare a noi. Prima ha parlato a noi (A.T.) per mezzo dei profeti,
ora ci parla per mezzo del Figlio, e lascolto di Gesù
è fondamentale per chi vuole vivere in pienezza la vita
cristiana.
Chi ama confrontare il racconto lucano con quello di Mc 9,2-10
o di Mt 17,1-9 si accorgerà che quello di Luca è
assai diverso e molto più ricco per approfondire il mistero
di Gesù. Meditiamolo attentamente, chiedendoci innanzitutto:
Chi è Gesù?
Come si rivela Gesù?
Gesù è colui
che nellintimità della preghiera cerca il contatto
con il Padre. È la quinta volta che Luca ce lo presenta
in preghiera (3,21; 5,16; 6,12; 9,18) e sempre in momenti cruciali
della sua vita. La situazione concreta, che ora fa di nuovo sentire
a Gesù di Nazaret il bisogno di pregare, è simile
a quella di 6,12: i farisei stavano cercando di farlo fuori (6,11)
e Gesù, sentendo attorno a sé il rifiuto se
ne andò sulla montagna a pregare e passò tutta
la notte in orazione. Ora ha la certezza che lo faranno
fuori: ha appena annunciato ai suoi discepoli che deve soffrire
molto, essere rifiutato... ed essere messo a morte (9,22). Anche
per lui, uomo, cè il problema di come affrontare
la sofferenza. Per questo sente il bisogno di pregare, di dialogare
con il Padre.
Ed eccolo salire sul monte. Per lui limmergersi nella preghiera
è sempre un trasfigurarsi, un essere avvolto dalla luce
di Dio, un vedere le cose in Dio, un comprendere meglio la storia
della salvezza sempre guidata da Dio. E che di questo si tratti
sta il fatto che Mosè ed Elia, apparsi in quel momento,
si misero a dialogare con Gesù sul suo Esodo che
si sarebbe compiuto a Gerusalemme. Non è più
di sofferenza e di morte che si parla come in 9,22, perché
a Gerusalemme si compirà il suo Esodo, cioè
il suo passaggio da questo mondo al Padre, per usare un linguaggio
giovanneo (cf Gv 13,1). È chiaro che la morte non è
più vista come una fine, ma come un Esodo, un passaggio,
una Pasqua. In questa luce la sofferenza si colma di speranza.
Gesù scenderà dal monte e presto, al momento giusto,
si dirigerà decisamente verso Gerusalemme
(9,5). La preghiera lo ha colmato, come uomo, della forza di
Dio. Egli sarà il primo a perdere la sua vita per salvarla
(vedi 9,24). Gesù dalla Trasfigurazione in poi è
colui che cammina verso il suo Esodo, verso la piena libertà.
Ma non vuole essere solo.
Gesù e i discepoli
Anche tre discepoli sono andati
con Gesù sul monte e si trovano nella stessa situazione
di Gesù. Lannuncio della Passione è stato
fatto a loro ed è stato detto loro che se vogliono essere
suoi discepoli debbono immedesimarsi nel suo stesso destino:
portare dietro a lui la croce ed essere disposti a perdere la
loro vita se vogliono davvero salvarla (9,23-24). Essi sanno
che il destino del discepolo, e oggi è tale ogni cristiano,
non può escludere il martirio. Là sulla montagna,
però, essi non pregano. La voglia di dormire sembra sopraffarli.
Ma appena vedono Gesù avvolto di luce, trasfigurato dalla
preghiera e in colloquio con Mosè ed Elia, si sforzano
di stare svegli per non perdere nulla di quanto sta accadendo.
È troppo bello quello che vedono e vogliono allungare
allinfinito quel momento. Pietro infatti, appena si accorse
che Mosè ed Elia se ne stavano andando, tentò di
fermare quel momento di gloria e disse a Gesù: Maestro,
è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende una per
te, una per Mosè ed una per Elia. Parlò in
questo modo, tanto per dire qualcosa; in realtà non
sapeva che cosa dire.
È chiaro che né lui né Giacomo e Giovanni
capivano il senso di ciò che avveniva. E tanto meno capirono
quello che avvenne dopo che Mosè ed Elia se ne furono
andati. Dice il testo che mentre Pietro parlava venne una
nube e li avvolse (letteralmente: e li coprì con la sua
ombra). La paura del divino li colse, tanto più
che udirono una voce uscire dalla nube che diceva: Questo
è il Figlio mio, leletto. Ascoltatelo!. Immediatamente
tutto ridivenne normale: Gesù restò solo.
Il racconto si conclude così: Essi tacquero e in
quei giorni (cioè fin dopo la risurrezione di Gesù
e la Pentecoste) e non riferirono a nessuno ciò che avevano
visto. Ma dopo la risurrezione di Gesù e dopo essere
diventati ministri della Parola per essere stati rivestiti di
forza dallAlto, cioè dalla forza dello Spirito Santo,
Pietro diede questa bella testimonianza: Quando eravamo
con lui sul monte noi (cioè Pietro, Giacomo e Giovanni)
abbiamo udito una voce scendere dal cielo: «Questi è
il Figlio mio prediletto». Ed ecco che cosa aggiunge
Pietro: Perciò abbiamo una conferma più solida
della parola dei profeti alla quale però fate bene a volgere
lattenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro
(2 Pt 1,17-19).
Dicendo questo Pietro indica a noi quel cammino che lui, con
gli altri apostoli, ha compiuto per capire quanto era avvenuto
sul monte. Ubbidendo a Gesù risorto (vedi Lc 24,27.45-47),
Pietro, colmo dello Spirito che scese sui discepoli il giorno
di Pentecoste, gettò la luce dei profeti, rappresentati
da Mosè ed Elia, sullevento della Trasfigurazione,
e capì che il dileguarsi dei due per far posto al solo
Gesù gli indicava con chiarezza che i Profeti avevano
parlato delle sofferenze del Messia, anche se il suo popolo non
aveva mai interpretato in senso messianico quanto si dice nellAntico
Testamento del Giusto sofferente e del Servo
di Dio. Ma Cristo lo ha insegnato loro quando aprì
loro la mente allintelligenza delle Scritture e disse:
«Così sta scritto: il Cristo dovrà patire
e risuscitare dai morti» (Lc 24,46). Queste parole
di Gesù illuminano anche quelle che ha detto secondo Mt
11,13: La Legge e i Profeti hanno profetato fino a Giovanni
e se lo volete accettare egli è quellElia che deve
venire. Il senso è chiaro: Giovanni Battista è
lultimo profeta. Ora il Padre non ci parla più per
mezzo dei Profeti, ma definitivamente per mezzo del Figlio suo
(Eb 1,1). È Gesù e solo Gesù la definitiva
Parola di Dio allumanità, ed è solo in lui
che possiamo essere salvati.
Pietro comprese pure, dopo la Pasqua e la Pentecoste, quanto
vere erano le parole che un giorno disse loro Gesù: Nessuno
conosce il Figlio se non il Padre (Mt 11,27). Sì,
lui in particolare aveva già detto a Gesù: Tu
sei il Cristo di Dio, cioè il Messia, linviato da
Dio, ma poi sul monte comprese che davvero solo il Padre
poteva dirgli chi era in realtà Gesù. Solo nella
fede, solo accogliendo la rivelazione del Padre, e non mediante
ragionamenti umani, posso dire a Gesù: Tu sei il
Figlio di Dio! e costatare che il Padre ci ha mandato come
Salvatore il suo stesso Figlio, il Prediletto e lo ha fatto perché
davvero ha tanto amato il mondo. Per questo la Trasfigurazione
divenne per la comunità cristiana il culmine della rivelazione
dellidentità di Gesù.
Pregando il testo
Signore Gesù, quante
volte ho letto questa pagina del Vangelo secondo Luca e, come
i tre che erano con te sul monte, mi sono limitato a contemplarti
colmo di luce e a dire con Pietro: Questo sì che
è bello!. È difficile, Gesù, dopo
unesperienza tanto gioiosa, ritornare nella durezza del
vivere quotidiano. Eppure è questo che la parola del Vangelo
mi vuole insegnare e vuole che lo faccia fissando su di te lo
sguardo, pensando attentamente a te sotto ogni aspetto. Ma facendo
così sento che debbo osservarti meglio nella tua concreta
situazione di vita umana. Sei giunto a un momento cruciale della
tua missione. Se vuoi continuare ad essere Messia, in un modo
mai pensato dal tuo popolo, tu capisci che di fronte a te cè
solo la morte, perché oramai sai che hanno deciso di farti
fuori.
In questa situazione anche tu, come uomo, senti che puoi risolvere
le tue difficoltà solo se ti rifugi nel Padre e dialogando
con il Padre. Ed ora lo fai coinvolgendo sempre di più
noi discepoli. Ci dici che se vogliamo essere tuoi discepoli
dobbiamo anche noi immedesimarci nel tuo destino: essere disposti
a portare dietro a te la croce e a perdere la nostra vita. Tu
sai che è difficile risponderti; per questo non aspetti
la nostra decisione, ma subito te ne vai sul monte e ti immergi
nella preghiera, ma non dici ai tuoi discepoli di fare altrettanto:
lo dovrebbero capire. Però tu sai che lo capiranno solo
più tardi quando tu già avrai portato a termine
la tua missione perché solo quando avranno capito che
in realtà sei il Figlio di Dio, e ti avranno contemplato
risorto e tu li avrai colmati di Spirito Santo, capiranno che
non è vano seguirti sino alla fine e daranno la vita per
te.
Oggi tocca a noi fissare lo sguardo su di te per sapere come
te portare la croce e perdere la nostra vita per salvarla. E
il primo insegnamento che ci dai è quello di affrontare
la sofferenza nella preghiera, in un intimo dialogo con il Padre,
Dio tuo e Dio nostro, Padre tuo e Padre nostro; solo con la preghiera
infatti possiamo essere come te, uomo e nostro fratello, immersi
in pieno nella storia della salvezza e con te collaborare per
la salvezza di tutti, sentendo tutti come fratelli.
Comunque cè sempre un cammino da fare per entrare
nel tuo mistero e ce lo ha indicato il tuo Apostolo Pietro, ormai
immerso in pieno, nella sua missione, dopo averti contemplato
risorto ed essere stato colmato dalla forza del tuo Spirito.
Egli ci ha insegnato che è bene, nei momenti di oscurità,
lasciarci guidare dalla luce dei profeti per approfondire il
mistero della tua persona, per avere una piena conoscenza di
te, per sentirti come la pienezza della Legge, come
il compimento di tutte le promesse. Solo sentendoti
così, infatti, a un certo punto ci accorgeremo, come i
tre che erano con te sul monte, che i profeti si dileguano per
far posto solo a te, accogliendo la voce del Padre, che è
lunico che ci può rivelare chi veramente sei: suo
Figlio; e finalmente accoglierti come vera e definitiva Parola
del Padre.
Mario
Galizzi SDB
Preghiera
Gesù, fa
che io viva in ascolto di te. Fa che il mio intimo vivere
trovi solo in te il suo senso. Fa che ogni mia attività
non trovi senso se non nella testimonianza di te e nellannuncio
del tuo Vangelo e fa che questo annuncio sia animato da
un solo desiderio: farti conoscere e aiutare tutti a trovare
solo in te il senso della loro vita. Donami di sentire, come
il tuo Precursore, tanta gioia quando si dimenticano di me per
seguire te. Amen!
IMMAGINE: La Trasfigurazione
di G.B. Bellini - Museo Correr - Venezia
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2001-3
VISITA Nr.