Io preferisco ricordare solo
Basilio (e magari lanno venturo Gregorio). Il motivo è
molto semplice: abbiamo davanti a noi una stella di prima grandezza
nel firmamento della Chiesa, sia per esperienza ecclesiale, sia
come studioso, sia come esempio di vita cristiana. E poi, sono
sicuro, Gregorio Nazianzeno non si lamenterà visto che
si può parlare più ampiamente del suo amico. E
lamico gioisce delle gioie, dei successi, della fama del
proprio amico, senza invidia o gelosia. Non è vero?
Ho trovato la biografia di Basilio estremamente interessante
e attuale. Alluomo contemporaneo, moderno o post moderno
che si voglia, che ha ancora il coraggio di porsi la domanda
ultima Che cosè luomo? e che
cosa ci faccio io su questo mondo?, sapete che cosa risponde
san Basilio:
Luomo
è una creatura che ha ricevuto da Dio lordine di
diventare Dio per grazia.
Non cè male. Cercate
in tutte le filosofie e in tutti i pensatori e scrittori un obiettivo
più grande e più impegnativo per luomo. Altro
che obiettivi deboli o a breve termine o nutriti
di pessimismo e nichilismo. Basilio lega il destino delluomo
il più alto possibile: a Dio stesso. Il motivo è
molto semplice: perché Dio stesso, in Cristo, nella Incarnazione,
ha voluto legare il suo destino alluomo stesso. Non cè
niente di più grande e di più consistente e di
più permanente che Dio stesso.
Questo Dio,
afferma ancora Basilio, deve essere sempre davanti agli occhi
delluomo giusto. La vita del giusto infatti sarà
un pensare a Dio e nello stesso tempo una lode continua a Lui.
San Basilio: Il pensiero di Dio una volta impresso come
sigillo nella parte più nobile dellanima, si può
chiamare lode di Dio, che in ogni tempo vive nellanima...
Luomo giusto riesce a fare tutto alla gloria di Dio, così
che ogni azione, ogni parola, ogni pensiero hanno valore di lode.
Due citazioni di questo santo che ci danno subito lidea
della sua visione delluomo (antropologia) positiva legata
saldamente al pensiero su Dio (teologia).
Basilio:
studente costante e grande viaggiatore
Basilio nacque a Cesarea di
Cappadocia (attuale Turchia) nel 329. Da una famiglia agiata
dal lato economico, e ricchissima sul versante culturale, spirituale
e propriamente cristiano. Basilio respirò fin dalla più
tenera età il pensare, lagire e tutti i valori legati
alla religione cristiana, valori vissuti anche a costo di sacrifici.
I suoi nonni paterni ad esempio godevano dellaureola di
martirio, perché durante la persecuzione di Massimino
per sette lunghi anni avevano vissuto nascosti sui monti e nei
boschi.
Basilio subì grandemente
linfluenza della nonna Macrina e anche della sorella con
lo stesso nome (dirigeva una comunità di compagne in una
specie di monastero, è diventata poi santa). Questa aveva
un grande ascendente sul fratello e fu lei stessa a sollecitarlo
a ricevere il battesimo invitandolo a porre fine alla vanità
di una scienza umana e dedicarsi a Dio. Basilio ebbe la possibilità
di studiare prima a Cesarea, poi a Costantinopoli e infine ad
Atene, allora uno dei principali centri culturali. Qui conobbe
Gregorio Nazianzeno. I due diventarono grandi amici: ambedue
vescovi, dottori della Chiesa e santi. Conobbe ad Atene anche
un certo Giuliano (la storia lo chiamerà Giuliano lApostata).
Attirato dallideale monastico,
viaggiò molto visitando monaci ed eremiti palestinesi,
egiziani e armeni. Rimase fortemente ammirato e attratto dalla
loro scelta. E divenne monaco. Ma Basilio, da persona intelligente
e acuta che era, notò che mancava qualcosa. Questi monaci
amavano in maniera radicale Dio con tanti sacrifici; la loro
vita ascetica era ineccepibile ed encomiabile.
Ma lamore
del prossimo dove lo praticavano, se vivevano isolati? Basilio
aveva intuito che per amare Dio non bastava solo la contemplazione,
ci voleva anche lazione fatta di istruzione ai poveri e
di molteplici opere di carità, e magari anche esercitare
lamore del prossimo sopportando i propri fratelli nella
vita comunitaria. Da questa sua esperienza e riflessione nacque
il progetto del cenobio (= vita in comune). Queste
intuizioni sulla vita religiosa le trasmise nelle Regole: queste
avranno un influsso enorme sulla Chiesa, facendo di san Basilio
il padre del monachesimo dellOriente. Non solo: il nostro
san Benedetto chiamandolo il beato padre san Basilio
ne riconobbe linflusso su quello occidentale.
Ordinato sacerdote nel 364 diventò per un po di
tempo collaboratore del vescovo Eusebio di Cesarea, finché
alla sua morte ne raccolse leredità pastorale. Non
era ricco di anni (ne aveva 40) ma lo era di esperienza, di cultura,
di coraggio e di santità. Tutte caratteristiche che dimostrò
subito. Prima di tutto nel resistere allimperatore ariano
Valente, che difendeva larianesimo (una eresia dirompente
per il Cristianesimo).
È interessante
la risposta che Basilio diede al governatore Modesto: questi
aveva tentato in tutti i modi di fargli sottoscrivere una dichiarazione
pro ariana minacciandolo di rappresaglie, in quanto il suo atteggiamento
ribelle contro limperatore non laveva mai tenuto
nessuno. Basilio gli rispose: Forse perché non ti
sei mai imbattuto in un vescovo. Aveva ragione. Vescovi
della tempra, cultura e santità di Basilio non ce ne erano
in giro.
Quasi viene da ridere al pensare
ai due contendenti: limperatore Valente, con tutta la sua
potenza e potere politico, contro un vescovo mingherlino, povero
e malaticcio, armato solo della sua cultura e fede in Dio. Chi
vincerà il duello? Strano ma il più forte cedette.
Valente capì chi aveva davanti e... lasciò fare.
Con disappunto del governatore Modesto. Anzi, ironia della sorte,
più tardi fece ricorso proprio a lui per mettere pace
fra alcune chiese, donandogli come regalo dei poderi.
La Basiliade:
la città di Basilio per i malati
Quei terreni li adoperò
per costruire una cittadella della sofferenza e della speranza
(una specie di Cottolengo ante litteram). Il popolo
la chiamò Basiliade ovvero la Città
di Basilio. E Basilio ne fu il motore intelligente e pieno
di energia. Il concetto di ospedale non è moderno, non
è figlio del solito illuminismo o della scienza figlia
della ragione. La Basiliade era un complesso grandioso con vari
reparti, secondo le diverse malattie, per evitare contagi. Particolare
cura era riservata ai malati di lebbra, normalmente abbandonati
anche dai parenti. Basilio era un grande organizzatore (qualcuno
lha definito lultimo dei Romani). Diceva
che tutti anche i malati erano chiamati a diventare Dio
per grazia... di Dio.
Aveva organizzato
bene anche la carità per finanziare la sua città-ospedale
senza aspettare il ministero della Sanità dellImpero
Romano. E qui ritorna in ballo Giuliano al massimo della carriera:
era imperatore. Questi sentendo parlare della Basiliade si infuriò
con i suoi governatori perché pur essendo pieni di denaro
pubblico e di risorse umane (leggi schiavi) non erano
riusciti a realizzare qualcosa di simile, a differenza di quel
monaco spiantato di soldi e di schiavi ma ricco di... Provvidenza.
Giuliano aveva dimenticato qualcosa o meglio Qualcuno in cui
non credeva più: Dio.
San Basilio non solo è
un grande vescovo e santo ma è anche un Dottore della
Chiesa. Scrisse anche molte opere. Ma mentre Gregorio di Nissa,
suo fratello, era un vero speculativo, lui era pratico, essenziale,
stringato, chiaro e profondo e rigoroso nellargomentazione.
Ci ha lasciato opere di carattere teologico, esegetico (a commento
della Scrittura) morale e ascetico. Ci sono rimaste anche molte
sue lettere. In questi scritti Basilio si dimostra un maestro
spirituale ed un padre non solo per i monaci ma per tutti i fedeli.
Un concetto su cui il grande Basilio ritornava sempre era che
Dio è il bene sommo ed unico delluomo, la felicità
di questi è nel possesso di Dio. Dio è la misura
del bene delluomo e della sua felicità. Ma per raggiungere
questo è necessario camminare alla presenza di Dio
e praticare una costante ascesi o sforzo spirituale per attuare
questa conformazione a Cristo, e per non ostacolare lopera
e lilluminazione dello Spirito Santo.
Anche alluomo di oggi
san Basilio propone limmagine di un Dio non solo non invidioso
delluomo o tiranno su di lui, ma un Dio che ha a cuore
la sua grandezza e felicità. Lobiettivo di questo
Dio è di collaborare alla grandezza e alla
felicità delluomo. Per cui luomo, ogni uomo,
è chiamato a diventare Dio per grazia di Dio.
Ecco la sfida che, secondo san Basilio, Dio lancia alluomo
di tutti i tempi.
MARIO SCUDU SDB ***
IMMAGINE: Pierre
Subleyras: S. Basilio celebra la Messa davanti all'imperatore
Valente, S. Maria degli Angeli, Roma