22 febbrio: SANTA
MARGHERITA DA CORTONA: Terziaria Francescana
MARGHERITA,
UNA
DONNA SEMPRE INNAMORATA
Margherita
da Cortona, la santa che ricordiamo in questo mese di febbraio,
ha una caratteristica presente in tutta la sua vita: lessere
stata sempre innamorata, lesser vissuta sempre di amore
totale. È una santa per molti versi moderna (o post moderna?)
almeno nella prima parte della sua vita, e per altri è
antica (nella seconda parte) cioè portatrice di quella
santità classica, con tutti gli ingredienti, apertamente
o velatamente presenti in tutti i santi di Dio, come vedremo
più avanti.
Cè
una poesia del poeta romanesco Trilussa che può illustrare bene la vita
di Margherita. Dice il poeta:
Davanti
ar Crocifisso duna Chiesa / una candela accesa se strugge
da lamore e da la fede. / Je dà tutta la luce, tutto
quanto er calore che possiede, / senza abbadà se er foco
la logora e la riduce a poco a poco. / Chi nun arde non vive.
/ Comè bella la fiamma dun amore che consuma,
/ purchè la fede resti sempre quella! / Io guardo e penso....
Margherita
è stata una donna ardente damore profano nella prima
parte della vita, e nella seconda, dopo la conversione,
si consumò, come una candela, per il suo amore a Gesù
Cristo. Per essere luce e calore per gli altri, occorre decidere
di lasciarsi consumare a poco a poco, di lasciarsi mangiare dallamore.
È proprio qui la legge evangelica, proclamata dal Cristo:
perdere e perdersi per ritrovare se stessi e Dio; donare e donarsi
giorno dopo giorno, portando la propria croce quotidiana con
il Cristo e per amore del Cristo. E tutto questo per essere felici:
morire a poco a poco per vivere eternamente.
Come il grano
caduto in terra, muore e poi vive di nuovo, trasformato e portatore
di nuovi e più abbondanti frutti. Una legge ardua da osservare,
non è umana ma è quella di Cristo. È la
stessa legge che ha guidato i santi lungo i secoli della storia.
La santità
è un percorso impervio e in salita, verso la montagna
che è Dio, un camminare spesso anche al buio, senza il
conforto e la compagnia delle stelle (leggi notte dello spirito
e assenza di Dio, almeno secondo il sentire umano). Ma è
lunica via per arrivare alla trasfigurazione di se stessi.
Per diventare luce e calore trasformati dalla Luce e dal Calore
che è Dio. Margherita, almeno nella seconda parte della
vita, è vissuta così. È vissuta di amore
totale, con mani innocenti e cuore puro ha scalato
Dio, lardua montagna. Si è trasfigurata nella luce
emanante dalla contemplazione della Passione di Cristo. Per questo
è santa. Ed è giusto e confortante per noi ricordarla
anche oggi a distanza di ben sette secoli.
Innamorata
a 16 anni
Margherita
nacque nel 1247 a Laviano, in Umbria. Quindi è una santa
umbra, anche se è vissuta per più di 25 anni a
Cortona, sul versante toscano del Lago Trasimeno. Come si vede
siamo a pochi anni dalla morte di San Francesco (1232), la cui
luce e fama di santità si poteva respirare non solo in
Umbria
ma in tutta Italia. Anche Margherita entrerà in questo
cono di luce e di santità francescana.
Suo padre si chiamava Tancredi, e coltivava, con discreto successo,
alcuni terreni di proprietà del comune di Perugia.
Purtroppo già
alletà di 9 anni Margherita rimase orfana della
madre. Un colpo molto duro e difficile da superare per lei ancora
bambina, bisognosa della guida e dellaffetto materno. A
complicare la già difficile situazione ci pensò
la nuova donna che arrivò in casa, dopo le seconde nozze
del padre: avrebbe dovuto essere per lei una seconda madre, ma
purtroppo si rivelò solo una matrigna, in tutti i sensi.
Margherita per lei non era una figlia, ma una figliastra. E questo
era tutto. Si comportò verso di lei in maniera ostile
e ruvida, fu scorbutica e anche gelosa.
Per Margherita
le cose si complicarono sempre di più, poiché alle
normali difficoltà della crescita dovuta alla fanciullezza
e poi alladolescenza, si aggiunsero i continui maltrattamenti
inflitti dal comportamento della matrigna. Non cè
molto da meravigliarsi dellassenza del padre in questa
faccenda. Già allora, e per molti secoli a venire, leducazione
dei figli era principalmente demandata alla madre. Ancora oggi,
in ambito familiare, arrivano spesso denunce e allarmi perché
si sta andando pericolosamente verso una società
senza padre.
Dal punto di
vista della pedagogia familiare un errore sempre per i figli,
che diventa grave e disastroso in situazioni come quella di Margherita.
La ragazza non sorrideva più, non era più serena,
cercava disperatamente sia un appoggio esistenziale ed una guida
per la propria crescita, sia un po di comprensione e affetto.
E li trovò. Fuori dalla famiglia.
Non passava
certo inosservata, la sua bellezza. Infatti a 16 anni (o 18?)
conobbe un giovane nobile (e
ricco), di Montepulciano, passato alla storia come Arsenio.
Luomo che sognava? Il suo cavaliere, il principe azzurro
delle belle storielle? Un po di tutto. Anche qui sta un
po la modernità di Margherita. Sognava
molto e in grande.
Questi la convinse a fuggire e a rifugiarsi nel castello di famiglia.
Margherita si lasciò facilmente e comprensibilmente convincere.
Sembrava che quellincontro aprisse nuovi orizzonti, più
ampi di quelli della famiglia, più confortanti e meno
angoscianti del presente.
Secondo una
tradizione sarebbe vissuta o meglio convissuta (e qui cè
laspetto moderno di Margherita) per ben nove
anni. Secondo qualche biografo ci fu anche la convalida della
convivenza davanti ad un notaio. Però niente matrimonio
religioso ufficiale, per lopposizione della famiglia di
lui.
Un particolare importante: larrivo di un figlio, Jacopo.
Questa la situazione fino alla morte improvvisa dellArsenio,
sembra durante una partita di caccia. Margherita guidata dal
suo cane (elemento curioso presente nella sua iconografia) ritrovò
il suo cadavere. A quella vista rimase profondamente scossa.
Ma non si scoraggiò. Rifiutata dalla famiglia di lui,
Margherita prese il figlio e andò via dal castello.
Logicamente fu rifiutata anche dalla casa paterna, dove imperava
sempre la matrigna. Questa è la prima versione, contenente
elementi leggendari.
La seconda,
mutuata dal biografo (e confessore) Fra Giunta Bevegnati
afferma invece che Margherita concluse la sua travolgente storia
damore sposando (sembra solo dopo un anno con matrimonio
civile) lArsenio. Le differenze di classe tra i due furono
dimenticate, e Margherita visse come una gran signora a Montepulciano.
Il marito continuò come sempre la sua vita che non collimavano
con gli ideali di Margherita. Ma lei lo amò lo stesso
fino alla fine.
Quale la versione più affidabile? Unipotesi è
che in tutte e due sia intervenuto un certo lavoro redazionale
degli autori. In una versione si incattivisce Margherita per
esaltarne maggiormente la santità dopo. Nellaltra
forse cè stato un certo abbellimento per mostrare
che la ragazza non era poi completamente persa, prima. Non si
sa con precisione. Solo ipotesi.
Una vita
di penitenza,
di preghiera e servizio agli ammalati poveri
Alla morte
di lui, Margherita diede una svolta totale alla propria vita,
e, avendo scoperto il nulla e la vacuità che le sembrava
aver vissuto fino ad allora, si diede a Dio con una conversione
totale.
Margherita era anche adesso una donna innamorata, questa volta
di Dio (cosa che non le impedirà per niente di seguire
il figlio e di provvedere alla sua educazione). Al rifiuto di
assistenza della famiglia del marito, prese il bambino e vestita
a lutto e lacera, si avviò verso Cortona, decisa ad intraprendere
la strada della penitenza, dellumiltà, della preghiera
e del servizio ai più poveri. Ideali non certo nuovi in
terra dUmbria e zone vicine.
Il vento del francescanesimo soffiava ancora, forte e invitante,
anche in quegli anni. E Margherita si lasciò trasportare.
Arrivò fino al convento dei frati, decisa a chiedere il
saio della penitenza e iniziare così, decisamente e pubblicamente,
una nuova vita. Ma il frate guardiano non la pensava così:
rifiutò infatti di accoglierla perché, secondo
lui, laspirante alla penitenza era troppo giovane
e troppo bella. Non avrebbe perseverato. Cè
da sorridere.
Dopo tre anni di insistenza fu ammessa nel Terzo Ordine francescano,
vestendo il mantello penitenziale. Le fu quindi concessa una
piccola cella, a fianco della chiesa di San Francesco di Cortona.
Visse di penitenza durissima, di preghiera, di servizio agli
ammalati poveri. Seppe anche organizzare, con alcune volontarie
chiamate Poverelle, lassistenza gratuita a domicilio. Nel
1278 fondò anche lOspedale Casa di Santa Maria della
Misericordia (ancora esistente), diventando per i malati non
solo infermiera, ma anche amica, confidente e alloccorrenza
cuoca e questuante.
Solo Cristo
è il sole che salva
Un giorno ebbe
anche il coraggio di tornare al suo paese natale Laviano, ed
in chiesa durante una celebrazione eucaristica chiese il pubblico
perdono per i suoi trascorsi giovanili non edificanti. Si adoperò
anche per portare la pace tra varie fazioni combattenti della
città. Non visse quindi estranea
alle cose del mondo circostante, pur essendo profondamente presente
a Dio.
Margherita ebbe anche una intensa vita contemplativa, con esperienze
mistiche e visioni, nella contemplazione della Passione di Cristo.
Lei non scrisse niente ma le sue esperienze spirituali (visioni
e dialoghi con Cristo) furono riportate dal suo biografo e confessore
francescano Fra Giunta Bevignati.
Margherita
chiuse la sua esperienza terrena il 22 febbraio. Godeva già
di venerazione ancora in vita ma ora dopo la sua morte il culto
si accrebbe grandemente nellItalia centrale. La canonizzazione
arrivò solo il 17 maggio 1828 ad opera di Benedetto XIII.
Margherita da Cortona è una figura molto importante nel
movimento e nella spiritualità francescana. Non per niente
è stata chiamata la Terza Stella del francescanesimo (dopo
Francesco e Chiara).
Ci fa anche capire oggi che la santità è sempre
possibile, per tutti. Che la misericordia di Dio è sempre
disponibile, per tutti. Ed è interessante che quando qualcuno
del popolo la chiamava nuovo sole ella lo rimproverava
indicando il Cristo come il vero Sole e lunica Luce che
salva.
MARIO
SCUDU sdb ***
*** Questo e altri 120 santi e sante sono
nel volume di :
MARIO SCUDU, Anche Dio ha i suoi
campioni, Editrice Elledici, Torino
Non
temere, figlia
Non temere, figlia, non
rattristarti se i tuoi desideri vengono differiti.
Poiché quando tu, con animo tranquillo e senza diffidare
della mia pietà mi aspetti, nel desiderarmi mentre ne
sei priva hai un merito maggiore.
Ed io ti darò una consolazione più grande che se
tu avessi ottenuto subito quello che chiedi.
Gesù a Margherita
in una visione