SANTA
SCOLASTICA (480-542)
VIVERE INSIEME PER DIVENTARE SANTI
Non il solo male fa notizia, ma anche il bene.
Non solo i grandi peccatori, i criminali suscitano imitatori
e seguaci, pronti a ripercorrerne le gesta e gli esempi, ma anche
i santi. Anche se cè una grande differenza: il male
fa più notizia. Oggi si dice fa più audience.
I nostri giornali, radiogiornali e telegiornali sembrano indugiare
più volentieri, talvolta con morbosità, sui misfatti
umani, sulle cattive azioni, sui comportamenti devianti, sui
delitti invece che su eventuali azioni positive o normali che
ci sono e che sono nella e della stragrande maggioranza delle
persone della nostra società.
Penso che questa sia una malattia
di fondo del sistema dei mass media in generale. Dare più
spazio a ciò che di negativo cè o si produce
nella società, invece che a quellimmenso fiume di
bene che scorre silenzioso, e che rende questo nostro mondo ancora
vivibile. Cè anche un proverbio che riassume questo,
che dice: Fa più rumore un albero che cade, che
una foresta che cresce. È mille volte vero.
Questa rubrica Un mese,
un santo vuole essere un invito a tutti, non solo a vedere
ed imitare la foresta che cresce, ma a guardare bene
se cè qualche albero speciale, dai frutti
più belli e saporiti. Fuor di metafora, a guardare ad
eventuali santi che Dio ci mette davanti e imitarli, seguendone
gli esempi. Qualche volta si dice anche che non si va in paradiso
o allinferno da soli. Ci trasciniamo sempre qualcuno dietro.
In altre parole è più facile che da santo nasca
santo (naturalmente se anche chi è vicino al santo...
vuole farsi santo). Ma non dimentichiamo che non si diventa santi
per automatismo, o semplicemente per contiguità spaziale
o anche esistenziale, se non cè la volontà
decisa, altrimenti si potrebbe dire... non cè
santo che tenga.
Abbiamo numerosi esempi nella
storia della Chiesa. San Basilio fu grande amico di Gregorio
Nazianzeno, e insieme si emularono nella strada della santità.
San Francesco dAssisi trascinò Chiara
sua compaesana. Ricordiamo santIgnazio di Loyola e san
Francesco Saverio. San Francesco di Sales e santa Francesca Fremyot
de Chantal. San Giovanni Bosco ha invogliato alla
santità non solo Domenico Savio, ma anche il Beato Michele
Rua, il Beato Filippo Rinaldi, santa Maria Mazzarello e altri
come don Orione e san Leonardo Murialdo. Tra queste coppie di
santi possiamo anche ricordare San Benedetto e sua sorella Santa
Scolastica. Questa ha voluto seguire lesempio del fratello
Benedetto, esattamente come Chiara ha voluto imitare Francesco
dAssisi.
Dal monachesimo eremitico
alla vita religiosa vissuta in comune
Siccome non cè
molto da dire sulla vita di santa Scolastica (ma nessuno dubita
della sua santità, tanto è vero che è nel
calendario liturgico della Chiesa), e visto che questa santa
è anche una religiosa, questo fatto mi offre loccasione
per dire brevemente come si è arrivati a questa forma
di vita cristiana, che verrà poi chiamata vita religiosa.
Nessuno sa chi sia stato il primo monaco o in quale anno e luogo
sia iniziato il monachesimo. Ma lidea di appartarsi in
solitudine e nella vita austera per giungere al dominio di sé,
era preesistente al cristianesimo, ma fu questultimo a
dargli grande impulso. Sono tre i nomi che brillano quando si
parla delle origini del monachesimo: Antonio, Pacomio e Basilio,
e in Occidente san Benedetto. SantAntonio cominciò
la sua vita monastica lasciando tutto (vendendo tutto
e dandolo ai poveri, secondo linvito del Vangelo) e ritirandosi
nellAlto Egitto, nella Tebaide.
Qui Antonio fece lanacoreta
per tutta la vita (anacoreta deriva dal greco anacorein cioè
ritirarsi). Pacomio, un altro egiziano, farà fare un salto
di qualità a questa prima forma di vita religiosa: con
lui si passa dal monachesimo anacoretico, cioè di solitari,
al monachesimo cenobitico, cioè vissuto in comunità
o per lo meno in qualche forma comunitaria (cenobio significa
vita comune). Sarà san Basilio il Grande a portare su
basi nuove lidea cenobitica di Pacomio. Basilio prima di
arrivare alla sua riforma aveva visitato in lungo
e in largo questi anacoreti... Alla fine concluse che forse era
troppo facile (in un certo senso!) santificarsi... da soli. Per
lui la vera santità si doveva raggiungere insieme, in
vita comune organizzata, sotto la supervisione di
un superiore. Sulle basi stabilite da Basilio si svilupperà
in seguito tutto il monachesimo delloriente, con influsso
su San Benedetto considerato il padre del monachesimo occidentale.
In tutto questo non mancò,
come sempre, lapporto e la presenza femminile. Già
nel 340 si segnalava sempre in Egitto la presenza di una comunità
femminile. Non mancavano anche le donne (più rare) che
vivevano come eremite. Si narra nei Detti dei Padri del deserto
che Dulas e il suo abate Bessarione passando vicino ad una spelonca
videro un eremita che intrecciava una stuoia con foglie di palma,
ma non rivolse loro la parola. Per discrezione essi se ne andarono.
Un
po di tempo dopo, nel viaggio di ritorno, vollero passare
nuovamente da quelleremita, dicendo: Entriamo da
questo fratello, forse il Signore gli dirà di parlare
con noi. Entrati lo trovarono morto. E lanziano disse:
Vieni fratello ricomponiamo le sue spoglia, il Signore
ci ha mandato per la sepoltura. E mentre lo ricomponevano
scoprirono che era una donna. Stupito, lanziano disse:
Ecco, le deboli donne combattono contro Satana nel deserto,
mentre noi della città viviamo nella dissipazione.
Santa Scolastica a
colloquio col fratello Benedetto
Anche il nome di santa Scolastica
richiama, nella versione al femminile, gli inizi del monachesimo
occidentale, nella forma cenobitica, fondato cioè sulla
stabilità della vita in comune. Sarà Benedetto,
sulle orme di Basilio, che la inviterà a servire Dio non
già fuggendo dal mondo, in una solitudine che poteva diventare
solipsismo o rivolti ad una penitenza itinerante, ma vivendo
in comunità durature e organizzate, e dividendo il proprio
tempo equamente nel lavoro (anche manuale, disprezzato dai Romani)
e studio della Scrittura, nella preghiera e nel riposo (il famoso
Ora et Labora). La vita comunitaria e i suoi grandi appuntamenti,
di lavoro e studio-preghiera avevano unicamente lo scopo di organizzare
la santificazione dei monaci. Lobiettivo era di vivere
insieme per aiutarsi ad amare maggiormente Dio (in parole povere
diventare santi).
Già da giovanissima,
Scolastica, seguendo lesempio del fratello, si era consacrata
a Dio con il voto di castità. Più tardi, anche
lei fonda un monastero con un gruppetto di sue amiche, tutte
donne consacrate, nella zona dove viveva Benedetto con i suoi
monaci. Anche Scolastica, come Benedetto, conduceva le sue consorelle
sulla strada della santità, con mano sicura, imitando
e tenendosi in stretto contatto con il fratello. Il colloquio
con lui avveniva solamente una volta allanno, in una casetta
non lontano dal monastero di Benedetto.
Il 7 febbraio del 547 Scolastica
con il suo gruppetto di consorelle si presentò allappuntamento
annuale con il fratello. Scrive san Gregorio, al quale dobbiamo
le poche notizie su questa santa: Il colloquio si protrasse
per lintera giornata. Sembrava che Scolastica bevesse fuoco
dalle labbra del fratello, più Benedetto diceva su Dio
e sul suo bel paradiso, e più nel cuore della sorella
cresceva il fuoco del divino amore. Ma anche le cose più
belle finiscono. E così finì anche il colloquio
tra i due. Dopo la cena, Benedetto voleva congedarsi, ma Scolastica
lo supplicò dicendo: Ti prego, non lasciarmi sola
questa notte: continua piuttosto a parlarmi della vita che non
ha termine, sin tanto che spunti lalba, ed io, dopo la
Messa e la comunione santa, possa ritornarmene alla mia cella.
Benedetto rifiutò energicamente: Che dici sorella,
a me non è permesso trascorrere la notte fuori dalla mia
cella.
Scolastica capì che
era inutile insistere; non ci sarebbero stati argomenti umani
sufficienti a convincerlo. Allora si rivolse a Chi poteva capirla
meglio. Reclinò il capo tra le mani e pregò. Fuori
scoppiò il finimondo: una vera tempesta di vento e di
acqua fece tremare la casetta dove stavano. E Scolastica con
santo umorismo: Ed ora fratello, ritorna pure, se tu credi,
al tuo cenobio, e lascia me qui sola per questa notte.
Al rimprovero del fratello per quella tempesta, Scolastica replicò:
Ecco, io ti ho supplicato e tu non hai voluto ascoltarmi.
Allora ho rivolto le mie istanze al Signore, ed egli, meno rigido
di te, mi ha esaudito.
Un rimprovero dolce, ma sempre
un rimprovero alla esagerata rigidità di Benedetto. Da
notare che questi è rimasto famoso anche per la sua dolcezza,
il suo equilibrio e la comprensione verso tutti. Anche la disciplina
più santa e più rigida qualche volta deve contemplare
qualche eccezione, specialmente se non è per cose che
banalizzano il nostro spirito. Interessante il commento che il
grande Gregorio, monaco benedettino anche lui e papa, fa dopo
aver raccontato questo episodio: Scolastica fu più
potente, perché era stata più forte nellamore.
E, lo sappiamo, la santità
è direttamente proporzionale alla propria fede. Non cè
niente da aggiungere: almeno in questo episodio Scolastica aveva
vinto la sfida della fede con il celebre fratello. Questo fu
lultimo colloquio tra i due. La gioia e la nostalgia del
paradiso, risvegliata e rafforzata dalle sante parole di Benedetto,
furono così grandi e così forti, che non molto
tempo dopo il cuore di Scolastica cessò di battere su
questa terra, e cominciò a battere in paradiso per Dio.
Si narra anche che Benedetto vide lanima della sorella
salire al cielo leggera come una colomba, verso Dio, al quale
aveva sempre anelato fin da piccola, quando si era consacrata
interamente e per sempre a Lui. Correva lanno 542.
MARIO SCUDU ***
*** Questo e altri 120 santi e sante sono nel volume
di :
MARIO SCUDU, Anche Dio ha i suoi
campioni, Editrice Elledici, Torino
IMMAGINI:
1 Santa Scolastica
2 Immagine della Tebaide, nell'alto Egitto, che vide
il sorgere del monachesimo cristiano
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE
2002-2
VISITA Nr.