19 marzo: San Giuseppe
L'ANNUNCIO A GIUSEPPE
LAnnuncio a Giuseppe,
riportato nel Vangelo di Matteo è molto importante per
capire bene il ruolo avuto da Maria nellIncarnazione. Se
non avessimo che il racconto dellAnnuncio a Maria, questo
sarebbe certo bello, ma mancherebbe di realismo.
Perché Maria stava per
diventare madre: se questo doveva accadere fuori dal contesto
matrimoniale, allora inevitabilmente suo figlio
sarebbe passato più tardi per un figlio naturale, cosa
che fu daltronde sostenuta sia dai giudei che dai pagani,
nelle loro veementi polemiche contro i cristiani.
Il testo
di Matteo 1,18-24
18 Di Gesù come Messia
lorigine ebbe luogo nel modo seguente: sua madre Maria
era fidanzata a Giuseppe;
ora, prima che essi venissero ad abitare insieme, ella si trovò
che portava in grembo un bambino per lopera dello Spirito
Santo.
19 Ma Giuseppe, suo sposo, che era giusto e non voleva svelare
[il suo mistero] decise di separarsi da lei in segreto.
20 Ma quando ebbe preso questa
decisione, ecco che un angelo del Signore gli apparve in sogno
e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di
prendere con te Maria, tua sposa; perché, certo, ciò
che è stato generato in lei viene dallo Spirito Santo,
21 ma ella [ti] partorirà un figlio e tu gli darai il
nome di Gesù, perché sarà lui a salvare
il suo popolo dai suoi peccati».
22 Ma tutto questo è
avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto
dal Signore per bocca di un profeta:
23 «Ecco: la vergine porterà in grembo e partorirà
un figlio; e gli daranno il nome di Emmanuele», che in
traduzione significa: «Dio-con-noi».
24 Ma quando Giuseppe si fu
risvegliato dal sonno, fece come langelo del Signore gli
aveva ordinato e prese con sé la sua sposa.
A
partire da queste difficoltà concrete, comprendiamo meglio
il significato provvidenziale del matrimonio di Maria e la missione
estremamente importante e delicata che Giuseppe doveva compiere.
Anche se il figlio non doveva nascere da relazioni coniugali
normali tra Maria e lui, Giuseppe era ugualmente lo sposo legittimo
di Maria, egli doveva adempiere nel matrimonio al compito di
padre legittimo del figlio di Maria.
Se Luca adotta il punto di
vista di Maria, Matteo presenta il punto di vista di Giuseppe:
a partire dalla paternità legale di Giuseppe, il figlio
di Davide, levangelista pone la questione della missione
messianica di Gesù.
I problemi
del testo di Matteo
Nel versetto 19 ci sono tre
parole che creano alcuni problemi. Ecco la nostra traduzione:
«Ma Giuseppe, suo sposo, che era giusto e non voleva svelare
[il suo mistero], decise di separarsi da lei in segreto».
La parola greca dikaios è di solito tradotta con «giusto»,
«integro» o «retto». La seconda parola,
deigmatisai è assai rara in greco. Il terzo vocabolo,
apolusai è tradotto in diversi modi. Per lesegesi
di tutta la pericope di Matteo, molto dipenderà dalla
traduzione e soprattutto dallinterpretazione di queste
tre parole difficili.
Lannuncio a Giuseppe
avviene nel periodo intermedio
di alcune settimane o di alcuni mesi che separava il matrimonio
giuridico dalla coabitazione definitiva degli sposi.
Dikaios
La miglior traduzione di questa
parola è «giusto». Ma in che senso Giuseppe
è giusto? Per alcuni, Giuseppe voleva rispettare scrupolosamente
la Legge giudaica. Ora, secondo questa legge, una donna che aveva
commesso adulterio doveva non soltanto essere condannata, ma
lapidata. Certo Giuseppe non avrebbe voluto giungere a questo,
ma si sarebbe sentito obbligato ad accusare Maria davanti ai
rappresentanti della Legge. Questa è linterpretazione
severa, puramente legale, della parola «giusto»,
che considera come «giusto» solo ciò che entra
nel quadro dellosservanza stretta della Legge giudaica.
Secondo unaltra interpretazione,
«giusto» dovrebbe essere compreso nel senso di «buono»:
Giuseppe ha dei sospetti, ma è un uomo «buono»,
egli ha un «cuore buono», non farà un dramma
di ciò che crede di sapere e dunque «si separerà
da lei in silenzio». Ma dikaios non ha mai il senso di
«buono» o di «avente un cuore buono»;
per esprimere questo significato il greco dispone di altri vocaboli.
Una terza interpretazione traduce dikaios come «giusto
davanti a Dio». Non nel senso di una osservanza minuziosa
della Legge giudaica, ma nel senso di un rispetto totale per
la volontà di Dio e per la sua azione nelle nostre esistenze.
Forse Giuseppe aveva già
compreso e saputo da Maria come tutto era avvenuto. Sapendo che
lo Spirito Santo era qui allopera, Giuseppe si è
messo da parte davanti al mistero. Potremmo dunque descrivere
così latteggiamento di Giuseppe: Dio è qui
allopera, io devo lasciarlo agire; bisogna che mi ritiri.
È allora per rispetto, per timore religioso davanti al
mistero di Dio, che Giuseppe vuole ritirarsi. Proprio perciò
viene chiamato «giusto».
Deigmatisai
Il verbo deigmatisai è
molto raro in greco. Per cui si trovano traduzioni e interpretazioni
divergenti: «Non voleva diffamarla»; «Non voleva
denunciarla pubblicamente»; «Non voleva esporla al
pubblico ludibrio». Queste tre versioni sembrano implicare
che Giuseppe considerasse Maria colpevole.
Noi optiamo per unaltra interpretazione: «Non voleva
svelare [il suo mistero]». Tutta la questione è
quindi, di sapere se questo raro verbo greco deve avere un significato
peggiorativo o no.
In greco, un termine più
usato è il verbo composto paradeigmatisai che incontriamo
in Ebrei 6,6. Qui ha certamente
il senso peggiorativo di «fare affronto a qualcuno»,
«esporre alle ingiurie». Ma questo vale anche per
il nostro brano di Matteo? Ecco che diventa importante ascoltare
ciò che ci dicono gli autori greci antichi. In uno dei
suoi scritti, Eusebio di Cesarea osserva che i due verbi non
sono sinonimi. Il verbo semplice deriva dalla radice deiknumi
che significa mostrare, indicare, designare. Per questo deigmatisai
secondo Eusebio, significa semplicemente: «far conoscere»,
«portare alla luce», senza alcuna risonanza peggiorativa.
Una cosa che non è conosciuta
e che viene in seguito rivelata può dunque essere buona
o cattiva, edificante o vergognosa; ma la parola non significa
in sé che «rendere visibile, manifesto», «svelare»,
«portare alla luce».
Apolusai
Lultima delle tre parole
difficili è apolusai che rimanda al senso di «staccare»,
«slegare», «sciogliere». Quindi può
significare semplicemente «lasciar libero», «lasciar
andare», ma può avere anche il senso di «rimandare»
e, specialmente, quello di «sciogliere, rompere i legami
matrimoniali». Potrebbe dunque secondo alcuni autori
significare «ripudiare», «divorziare».
Nel contesto di Matteo 1,19
bisognerebbe quindi interpretarlo come se Giuseppe volesse consegnare
a Maria un attestato da sottoporre al tribunale in vista di ottenere
il divorzio. Giuseppe avrebbe quindi voluto sciogliere il suo
matrimonio con Maria. Ma questa è uninterpretazione
secondo la linea dura. Quanto a noi, riteniamo che, tecnicamente
parlando, la parola non possa significare «divorziare».
In ogni caso non significa questo nel nostro passo, perché
il divorzio è un atto pubblico, davanti a dei testimoni,
e qui il verbo è accompagnato dallavverbio lathra
«segretamente». Un atto pubblico non si può
fare «in segreto».
Nel corso del nostro esame
di queste tre «parole difficili», abbiamo toccato
tre punti delicati, ma che sono essenziali per la giusta interpretazione
dellAnnuncio a Giuseppe. Si presume a ragione che per ciascuno
dei tre casi due direzioni opposte sono possibili: una interpretazione
severa e unaltra, più moderata, che lascia aperta
la via a una spiegazione favorevole.
Giuseppe
e le scelte possibili
Un altro modo di affrontare
i problemi di questa pericope è quello di analizzare le
diverse opinioni che si sono avute sulla situazione e sullo stato
spirituale di Giuseppe quando ricevette da parte di Dio lordine
di prendere Maria con sé. Ecco le tre teorie principali.
Secondo una prima opinione
Giuseppe avrebbe realmente pensato che Maria era stata infedele,
la sospettava di adulterio. Come sposo legittimo sarebbe stato
convinto della colpevolezza di Maria.
Una seconda interpretazione è più benevola verso
Giuseppe.
Egli non sa cosa pensare quando
vede che Maria è incinta. È convinto della sua
innocenza, ma non sa come spiegare la situazione. Il bambino
che deve nascere non è certamente suo, ma non può
tuttavia credere che Maria sia colpevole. Si trova dunque posto
davanti a un fatto per il quale non trova spiegazione, ma rimane
convinto dellinnocenza di Maria.
Secondo una terza concezione,
Giuseppe conosceva il mistero che si era compiuto in Maria; sapeva
che ella aveva concepito un figlio per intervento divino; si
suppone dunque che Giuseppe era stato informato
dellAnnuncio a Maria, cioè di quanto viene raccontato
nella scena del Vangelo di Luca, di cui si è parlato nel
capitolo precedente.
Questo era possibile soltanto
se Maria cosa che sarebbe stata daltra parte del
tutto normale si fosse preoccupata di informare Giuseppe
di ciò che era successo. Egli conosceva dunque il mistero
della concezione verginale. Questa interpretazione era ben conosciuta
nella tradizione patristica e medievale.
Giuseppe
conosce già la verità
Il versetto 18 ci dice che
Maria si trovò incinta avendo da Spirito Santo.
Il verbo eurethe, si trovò, indica chiaramente una forma
passiva ed è seguito da due chiarificazioni: che il suo
trovarsi è perché ha un bambino nel grembo e che
questo è dovuto per opera di Spirito Santo.
Questo versetto dapertura si presenta dunque come un iniziale
stato della questione, a partire dal quale si svilupperà
tutto il seguito del racconto. Entrambi gli elementi manterranno
la loro importanza fino alla fine.
Insieme a diversi Padri della
Chiesa riteniamo dunque che Giuseppe sapesse già due cose:
che Maria era incinta e che questo era avvenuto per opera di
Spirito Santo. Possiamo ora chiederci: da chi è stato
informato e quando? Se Giuseppe ha saputo fin dallinizio
che la sua sposa portava un bambino nel suo grembo per opera
di Spirito Santo, va da sé che non poteva saperlo che
mediante una comunicazione di Maria stessa.
Possiamo ora quindi comprendere
che «Giuseppe, suo sposo, che era giusto e non voleva svelare
[il suo mistero], decise di separarsi da lei in segreto».
Come abbiamo già detto,
«giusto» significa qui «giusto davanti a Dio».
Incontriamo questa espressione, per esempio, anche negli Atti
degli Apostoli 10,22, dove il centurione Cornelio è chiamato
«uomo giusto e timorato di Dio». Luomo «giusto»
è colui che si ritira rispettosamente davanti allintervento
di Dio. Questa reazione è anche quella dei «giusti»
dellAntico Testamento: quella di Mosé al momento
della teofania sul monte Sinai; quella del profeta Isaia in occasione
della visione di Dio nel Tempio, e quella di altri ancora.
Quando Dio si manifesta e interviene
nella storia delluomo, il «giusto» si ritira
con timore, indietreggia rispettosamente davanti alla maestà
di Dio. Nel caso presente, il «giusto Giuseppe» vuole
separarsi da Maria segretamente, perché egli sa ciò
che Dio ha operato in lei.
Giuseppe
non svela il mistero
Se Giuseppe veramente sapeva
ciò che era avvenuto a Maria, non gli era né permesso
né possibile «svelarlo», «metterlo in
pubblico». È in tale prospettiva che abbiamo tradotto
il v. 19. Per maggior chiarezza abbiamo aggiunto tre parole tra
parentesi («il suo mistero»), perché queste
parole sono nella logica stessa del testo: «Giuseppe, suo
sposo, che era giusto e non voleva svelare [il suo mistero],
decise
di separarsi da lei in segreto».
Se noi leggiamo il versetto
in questa prospettiva, esso cambia totalmente di tonalità.
Giuseppe non poteva dire in pubblico ciò che Maria gli
aveva rivelato in confidenza, doveva conservarlo nel suo cuore
come un segreto prezioso. Ma lui, cosa doveva fare? Pieno di
timore religioso davanti al mistero che si è compiuto
in Maria sua sposa, Giuseppe non vede in questo momento nessunaltra
via duscita che quella di ritirarsi discretamente. Se interpretiamo
il versetto in questo modo, allora le ultime parole diventano
molto belle: «Decise di separarsi da lei in segreto».
Dunque lidea stessa di
una denuncia svanisce completamente. Lottica è radicalmente
rovesciata. Pieno di rispetto per Maria, nella quale Spirito
Santo aveva realizzato cose così grandi, Giuseppe è
pronto a cederla totalmente a Dio. Ma in questo momento decisivo,
prosegue il testo, «mentre pensava a queste cose, ecco
che un angelo del Signore gli apparve in sogno» (v. 20).
Giuseppe
obbedisce
Langelo dice a Giuseppe:
«Non temere di prendere con te Maria, la tua sposa».
Perché queste parole, «non temere», per parlare
della coabitazione dei due sposi? Non sentiamo risuonare lo stesso
«noli timere», lo stesso «non temere»,
nel momento dellAnnuncio a Maria: «Non temere, Maria...»
(Lc 1,30)? Questa esortazione, nella Bibbia, ha un profondo significato
(cf Mt 14,25; 17,7; Mc 9,32; Ap 1,17). Si tratta del «santo
timore» che luomo prova nel momento di una rivelazione
della presenza di Dio, durante una visione o davanti ad unaltra
forma di intervento divino.
Proprio questo timore per la
presenza o per lazione di Dio nei confronti di Maria è
supposto qui per Giuseppe nel testo di Matteo. Se ammettiamo
che Giuseppe era al corrente della concezione verginale, allora
possiamo descrivere il suo «dubbio» sotto forma di
domanda: cosa devo fare in questa situazione piena di mistero?
Per il «timore» davanti allazione di Dio nei
confronti della sua sposa, egli è pronto a ritirarsi con
rispetto, in segreto.
Questo perché agli occhi
di Giuseppe la concezione verginale di Maria era un ostacolo
alla sua coabitazione con lei. Per questo langelo viene
a rispondere alla sua difficoltà, dandogli un ordine da
parte di Dio: senza dubbio, il bambino che è stato concepito
nel grembo di Maria viene da Spirito Santo; nonostante questo,
lui, Giuseppe, deve prendere con sé Maria sua sposa, deve
andare ad abitare insieme con lei e accettare il suo duplice
compito di sposo e di padre.
Ignace de la Potterie
***
*** Questo
e altri 120 santi e sante sono nel volume di :
MARIO SCUDU, Anche Dio ha i
suoi campioni, Editrice Elledici, Torino
IMMAGINI
1 © Elledici / Nino Musio / Maria e Giuseppe
2 Giuseppe era lo sposo legittimo di
Maria. Il suo compito era quello di dare una legittimità
giuridica e sociale al figlio della Vergine.
3 Sposalizio della Vergine, Bernardo Daddi (1336),
Royal Collection, Windsor (Inghilterra). / Accettando di sposare
Maria, Giuseppe porta a compimento la legge e dà alla
Madre del Salvatore una protezione legale. La scelta di Giuseppe
è stata influenzata dal sogno che lo ha investito di una
missione speciale: diventare il custode di Gesù.
4 Fuga in Egitto, Albrecht Dürer
(1496), Gemäldegalerie, Dresden (Germania). / Giuseppe sarà
sempre obbediente alla voce di Dio che gli indica come proteggere
al meglio la Madre e il Bambino, anche a costo di gravi sacrifici.
5 Davanti allazione di Dio, Giuseppe
vuole ritirarsi per non intralciare lopera che Dio ha iniziato
in Maria.
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE
2008 - 3
VISITA Nr. hhh