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marzo: San Patrizio, apostolo dellIrlanda, vescovo 390(?)-461
Cristo
con me, mattino e sera
È solo una leggenda ma la trovo
significativa. Narra che San Patrizio, giunto in Irlanda, prima
di iniziare il suo lavoro di apostolo ed evangelizzatore degli
abitanti, si fosse ritirato sulla sommità di un picco
ossuto e sassoso che si affaccia sullOceano. Qui iniziò
il suo deserto, fatto di digiuno, di preghiera e
preparazione spirituale alla grande missione. Finita questa esperienza
di solitudine Patrizio si mise a suonare la sua campana. A quel
richiamo accorsero i serpenti dellisola, per poi gettarsi
dal dirupo nel mare, liberando lIrlanda dai rettili. Una
leggenda certo, ma che ci fa capire limportanza del protagonista
e di quanto sia radicato nellimmaginario collettivo degli
Irlandesi. Ci spiega anche il perché ogni ultima domenica
di luglio questo monte sacro, chiamato The Reek,
sia meta di pellegrinaggi di migliaia di persone. Queste, si
arrampicano sul monte, in preghiera e in silenzio, spesso a piedi
nudi in segno di umiltà, talvolta portando vestiti di
penitenza e grandi croci sulle spalle.
Un pellegrinaggio
che si ripete da secoli anche se oggi con meno partecipazione
e convinzione, anche perché lisola è profondamente
cambiata. Se ne andata limmagine tradizionale di una Irlanda
povera ma devotissima, dalla frequenza allEucarestia domenicale
altissima (le ho viste anchio un po di anni fa, a
Dublino, queste chiese strapiene di gente devota e simpatica),
unisola che andava orgogliosa per il proprio attaccamento
e fedeltà a Roma, ricca di vocazioni e generosa esportatrice
di missionari in tutta la Chiesa (in Italia San Colombano, fondatore
della celebre abbazia di Bobbio).
QuellIrlanda non cè più. Il grande
cambiamento è avvenuto grosso modo in questultimo
ventennio. Non cè più la povertà che
si era patita per secoli (da qui anche la grande emigrazione
in America). LIrlanda ha saputo approfittare con intelligenza
e tempismo degli aiuti provenienti dalla Unione Europea (della
quale sono stati sostenitori convinti, a differenza degli Inglesi,
ancora malati di nostalgia del loro ex-impero) non solo per vincere
la povertà ma per diventare unisola di benessere.
Non cè più una cultura chiusa e isolana,
ma aperta alla globalizzazione, con molte aziende multinazionali
che hanno fatto fare un salto di qualità allIrlanda
intera: dalla campagna alla telematica e alla Net Economy.
Molto profondo
è anche linflusso della cultura americana, particolarmente
attraverso la televisione ed i film. Non si parla più
di povertà economica ormai, ma di una certa crisi
spirituale ed ecclesiale. Questa è stata innestata
anche dai molti problemi creati dai fenomeni quali urbanizzazione,
secolarizzazione e consumismo, e, non ultimo, da alcuni scandali
del clero che ha intaccato la fiducia di molte persone. In alcune
zone dellisola la pratica religiosa domenicale è
crollata dal 90% al 50% (comunque sempre più alta rispetto
alla nostra cattolica Italia!). In alcune periferie di grandi
città anche di meno. Ma per avere il quadro completo,
qualche Irlandese direbbe You have to go west bisogna
andare allOvest dellisola, dove la frequenza alla
messa è rimasta ancora molto alta, anche se minore rispetto
al passato. Questo significa che il Cristianesimo rimane sempre
la struttura portante della mentalità e della cultura
della gente irlandese.
E questo è merito anche di San Patrizio e delle radici
profonde che ha dato al cristianesimo dellisola.
Io,
Patrizio, vado avanti sostenuto dalla forza di Dio
Patrizio nacque
attorno al 390 a Bannavem Taberniae, un villaggio della Britannia
Romana, sulla costa occidentale dellInghilterra. Possiamo
dire che era un figlio darte perché
suo nonno era prete e il padre era un diacono e nello stesso
tempo decurione civile, incaricato cioè della riscossione
dei tributi. Ma quando Patrizio era ancora un ragazzo le legioni
romane cominciarono a ritirarsi dalla Britannia, lasciandola
indifesa. E in quegli anni hanno inizio le incursioni, dal continente,
di altri popoli quali gli Angli, i Sassoni, gli Juti (che più
tardi si stabiliranno nellisola che diventerà così
la Terra degli Angli (England), con una popolazione
in prevalenza quindi anglo-sassone.
Ma le incursioni non arrivavano solo dal continente, ma anche
dalla vicina grande isola. Ed in una di queste razzie di pirati
irlandesi, Patrizio venne rapito, a sedici anni, e portato in
Irlanda a fare il pastore, proprio tra quelle popolazioni che
diventeranno il terreno della sua missione evangelizzatrice.
Si vede proprio che le vie della Provvidenza sono infinite, e
si serve anche di una apparente disgrazia (essere rapiti) per
i propri progetti di salvezza. Patrizio cominciò così
a conoscere e studiare lindole ed il carattere, gli usi
e i costumi di quelle popolazioni. Questo avvenimento doloroso
interruppe la sua formazione scolastica (e di questo si rammaricherà
spesso dichiarando di essere rimasto purtroppo ignorantissimo),
ma nello stesso tempo fu provvidenziale. Scrisse
lui stesso nella sua Confessio:
Arrivato
in Irlanda, ogni giorno portavo al pascolo il bestiame, e pregavo
spesso nella giornata; fu allora che lamore e il timore
di Dio invasero sempre più il mio cuore, la mia fede crebbe,
e il mio spirito era portato a fare circa cento preghiere al
giorno, e quasi altrettante la notte, e stavo nelle foreste e
sulle montagne, e mi alzavo prima dellalba a pregare, e
nonostante la neve, il gelo e la pioggia non sentivo alcun male,
e non cera in me pigrizia alcuna, come vedo ora, perché
allora il mio spirito era pieno di ardore.
Dopo alcuni
anni riuscì a fuggire dallIrlanda e le notizie che
si hanno su questo buco di circa ventanni della sua vita
sono controverse. Si sa che Patrizio si preparò a diventare
diacono e prete, e che seguì poi il vescovo Germano ad
Auxerre, nella Gallia romana. Germano era una figura importante:
una specie di Ambrogio di Milano. Era stato infatti funzionario
imperiale, chiamato poi dal popolo allepiscopato. Aveva
fatto anche dei viaggi apostolici in Britannia (nel 430 e nel
445) predicando ed insegnando. Patrizio lo scelse come suo maestro
e lo seguì nella città chiamata oggi Auxerre (qualche
studioso afferma che sia stato anche a Roma).
Patrizio
evangelizzatore e vescovo di tutta lIrlanda
Patrizio non
è stato il primo evangelizzatore. Prima di lui era arrivato
Palladio, britannico come Patrizio, inviato dal papa Celestino
I. Gli Annali Irlandesi parlano anche di altri tre vescovi provenienti
dal continente per predicare il Vangelo nellisola. Ma questi
sono stati solo i primi tentativi. Patrizio portò a compimento
la sua missione, diventando il vero e grande apostolo di tutta
lIrlanda.
Alla morte
di Palladio, Germano consacrò Patrizio vescovo e lo inviò
nellisola. Per lui era stata terra di prigionia, ora diventava
terra di missione. E a questo si dedicò con tutto se stesso.
Cominciò il suo lavoro apostolico nel nord, ed in seguito
fissò sua sede episcopale ad Armagh. Particolare interessante,
visto che parliamo molto di Unione Europea. Patrizio portò
con sé un team multinazionale di collaboratori:
cerano Romani, Britanni, Galli, Franchi. Il risultato di
questo lavoro europeo fu splendido. Da vecchio, Patrizio
si definiva peccator rusticissimus (peccatore ignorantissimo),
ma il suo spendersi senza risparmio e con intelligenza diffuse
la fede cristiana nellisola dandole una forte organizzazione.
Nella sua predicazione ebbe un primo obbiettivo:
Il modo
di operare di Patrizio fu quello di convertire i figli e le figlie
dei re (se non proprio il re stesso). E lui stesso dice che molti
di questi diventarono monaci e monache, tutti dedicati a Dio.
E questo sostiene bene lidea che la cultura druidica di
allora era già ben sviluppata, e pronta a quellultimo
passo della fede, in cui la grazia poteva costruire sulla base
umana già molto alta. Questi due aspetti spiegherebbero
il grande successo dellinculturazione della fede nellIrlanda
di allora (Pat Egan SDB).
Con i suoi
collaboratori seppe infondere in tutti e in tutto una particolare
energia che renderà lIrlanda una isola di
santi e di dotti facendone sentire linflusso anche
sul continente europeo. Darà poi agli irlandesi lorgoglio
della propria identità come un popolo unificato dalla
stessa fede cristiana.
Ma chi era Patrizio? Di sé parla nella Confessio. Traspare
dagli scritti la figura di un uomo molto sensibile... Ma gli
elementi del carattere che risaltano di più sono una franchezza
disarmante, un senso acuto dei propri limiti, e insieme la coscienza
di aver ricevuto una missione alla quale consacrarsi con uno
zelo smisurato, una generosità istintiva, una vera e propria
passione per il Vangelo, unita alla venerazione per tutta la
Scrittura, senza trascurare lattaccamento affettuoso alle
persone da lui battezzate ordinate, che traspare con tutta la
forza dellemozione soprattutto nellEpistola
(Domenico Pezzini).
Patrizio fu
specialmente un apostolo, un evangelizzatore ed un grande catecheta,
molto vicino alla gente semplice, che egli sapeva capire e dalla
quale si faceva capire, anche quando parlava di grandi temi teologici,
quali la Trinità. Di essa è rimasta celebre la
spiegazione che diede al popolo: Le Persone della Trinità
sono distinte tra loro, come queste foglioline di trifoglio sul
loro stelo. Ma unica è la loro sostanza: ciascuna Persona
è Dio, come ciascuna fogliolina è erba. Qualche
teologo non sarà certo felice della espressione, ma il
popolo semplice intravedeva il significato del grande mistero
trinitario e ne era felice. Da qui viene anche la tradizione
degli Irlandesi che nel giorno della sua festa, il Saint
Patricks Day, ancora oggi portano allocchiello
un trifoglio. Per ricordare e per ringraziare il grande santo
che portò il Vangelo alla loro verde isola.
Mario Scudu SDB ***
*** Questo e altri 120
santi e sante sono nel volume di :
MARIO SCUDU, Anche Dio ha i
suoi campioni, Editrice Elledici, Torino
Cristo davanti
a me e dietro di me
Io, Patrizio, vado
avanti per la mia strada, sostenuto dalla forza di Dio.
La potenza di Dio mi protegge, la saggezza di Dio mi guida,
Locchio di Dio mi indica la via, lorecchio di Dio
è testimone delle mie parole.
Le parole di Dio siano sulle mie labbra, la mano di Dio mi sostenga,
si apra dinanzi a me la via che conduce a Dio, lo scudo di Dio
mi difenda
larmata invisibile di Dio mi salvi dalle insidie del demonio,
dai difetti che mi imprigionano, da tutti coloro che mi vogliono
ingannare.
Durante il mio viaggio, breve o lungo, da solo o accompagnato
da molti,
Cristo mi protegga sulla mia via,
perché una messe abbondante
sia il frutto della mia missione.
Cristo davanti a me, Cristo dietro di me,
Cristo sotto e sopra di me, Cristo dentro e di fianco a me,
Cristo attorno a me dappertutto, Cristo con me mattino e sera.
Cristo nel cuore di chi pensa a me, Cristo sulle labbra di chi
parla di me,
Cristo nello sguardo di chi mi guarda, Cristo negli orecchi di
chi mi ascolta.
San Patrizio dIrlanda
IMMAGINE:
San Patrizio,
sec. XVI . Collezione privata, Milano
RIVISTA MARIA
AUSILIATRICE 2001-3
VISITA Nr.