SIGNORE, ORA FAI TU
Beata Maria Gabriella dellUnità:
chi era costei? Quanti lettori e lettrici della presente rivista
si porranno questa domanda? Me la sarei posta anchio fino
ad alcuni mesi fa, quando qualcuno
mi fece aprire gli occhi sulla mia ignoranza.
Questa mia (e di altri) non
conoscenza della Beata in questione è dovuta anche alla
brevità della sua vita (1914-1939), al fatto di non aver
scritto libri eclatanti di teologia che abbiano avuto impatto
sulla Chiesa (e studiato a scuola), a non aver fondato qualche
ordine religioso o movimento ecclesiale che ne perpetuasse visivamente
e affettivamente la memoria storica, a non esser vissuta nellera
tele-mediatica, con la televisione che tutto crea e tutto amplifica
(specialmente il male, purtroppo).
Pensiamo a Padre Pio (San)
o a Madre Teresa di Calcutta (Beata), o anche a Giovanni Paolo
II (che si voleva santo subito ma lo sarà a suo tempo).
Eppure la Chiesa, il 25 gennaio 1983 lha dichiarata Beata
(e quindi modello per gli altri, per noi), a soli 44 anni dalla
sua morte. Non capita sovente, visto il procedere coi piedi di
piombo della Chiesa Cattolica in simile materia.
La Beata Maria Gabriella con
la sua santità maturata in soli 25 anni ha collezionato
vari primati. Eccoli: è lei storicamente la prima beata
che sia uscita dalle file dellAzione Cattolica Italiana;
è anche la prima fra le giovani e i giovani della Sardegna.
Ma il suo ricordo nella Chiesa
è legato indissolubilmente (lo è già nel
nome Maria Gabriella dellUnità) al suo aver posto
al servizio dellUnità dei Cristiani la sua stessa
vita, come vittima offerta a Dio per questo scopo (non per niente
il giorno della sua beatificazione fu proprio alla fine della
Preghiera per lUnità dei Cristiani il 25 gennaio
1983). Un altro primato se vogliamo è il nome stesso della
Beata Maria Gabriella: per la Chiesa
Cattolica e altre confessioni cristiane (specialmente per gli
anglicani) è legato alla preghiera che si fa ogni anno
per lUnità dei Cristiani, come avviene per il nome
di Santa Teresa di Gesù Bambino (altra santa morta giovane
come Maria Gabriella) perché legato al mese missionario
di ottobre (in quanto è stata proclamata Patrona delle
Missioni). A 25 anni dalla beatificazione anche la Rivista Maria
Ausiliatrice la vuole ricordare.
A 18 anni un cambiamento
radicale
Maria è nata il 17 marzo
1914 a Dorgali, grosso centro agricolo e turistico della costa
orientale della Sardegna (la vicina Cala Gonone, sul mare, ha
ormai una meritata fama internazionale). La madre si chiamava
Caterina Cucca e il padre Marcantonio Sagheddu, di professione
pastore al servizio di un ricco possidente. Quando venne alla
luce Maria, la numerosa famiglia (cerano due fratelli e
due sorelle più grandi di Maria, e dopo di lei altre due
sorelline e un fratello) godeva di un discreto benessere. Ma
ben presto arrivò il vento gelido della sofferenza e del
dolore. A 5 anni perse un fratellino di appena un anno e subito
dopo il padre non ancora cinquantenne. Nel 1932 perse anche la
sorella Giovanna Antonia, poco più giovane di lei, a cui
aveva fatto da sorella maggiore e anche da mamma. Il dolore fu
grande e profondo. Questi lutti familiari sono momenti tragici
che o uccidono esistenzialmente e spiritualmente o fanno maturare.
La signora Caterina, dal carattere forte, non si perse danimo
e fece sacrifici enormi per mandare avanti la famiglia.
Fin da bambina Maria mostrava
già un carattere forte e volitivo, non di rado capriccioso
e volubile, qualche volta anche un po duro. Otteneva sempre
quello che voleva: il tempo e letà infatti giocavano
per lei. Era di intelligenza sveglia e a scuola andava volentieri
e con profitto, specialmente in matematica. Ma purtroppo, date
le circostanze, non poté finire gli studi: cominciò
quindi a lavorare per aiutare la famiglia.
Nella parrocchia di Santa Caterina
di Alessandria, a Dorgali, cera un numeroso gruppo di Azione
Cattolica. Era quasi logico che anche Maria vi entrasse. E invece
lei respinse ripetutamente linvito a farne parte. Forse
si sentiva indegna, o non ne capiva fino in fondo il significato.
Fu però nel 1932, quindi a 18 anni, che inspiegabilmente
agli occhi di tutti, Maria chiese di entrare in quel gruppo di
AC. Stava maturando spiritualmente nella sua devozione alla Madonna
(era molto devota del Santo Rosario) ma specialmente a Gesù
Cristo, il centro di ogni spiritualità cristiana. Chi
la conobbe notò il cambiamento rapido e deciso. Non cera
lintervento di nessun psicologo alla base di esso ma lidea
della propria consacrazione totale al Cristo, attraverso la vita
religiosa. Desiderava e voleva essere tutta e sempre di
Dio, come confidò ad un suo parente lanno
prima della grande decisione.
Non aveva unidea precisa
sulla metodologia per seguire il Signore nella vita religiosa
(cioè a quale ordine religioso riferirsi) lei voleva solamente
e totalmente consacrarsi a Dio, il resto era secondario. Fu il
vice parroco Don Basilio Meloni, suo confessore e direttore spirituale
a consigliarle lordine dei trappisti.
Il terreno era già stato preparato e coltivato bene: Maria
infatti non era la prima che lasciava il paese per la vita religiosa.
Lei accettò la proposta, subito e volentieri. Altri lavevano
preceduta nel donare la propria vita a Dio, altri la seguiranno.
Da questo punto di vista Dorgali è stato un paese estremamente
generoso verso la Chiesa.
La mia vita per lunità
dei Cristiani
E il giorno della grande decisione
venne: Maria entrò nella Trappa
del Monastero di Grottaferrata (non lontano da Roma) il 6 ottobre
1935. Prese il nome di Maria Gabriella (a ricordo del mistero
dellAnnunciazione, che lei meditava spesso). Il 13 aprile
dellanno seguente ci fu la solenne cerimonia della vestizione.
Scrisse ai familiari: Pregate sempre affinché io
sia sempre fedele ai miei doveri e alle mie Regole facendo sempre
la volontà di Dio senza mai offenderlo, e così
vivere felicemente per tutta la vita nella sua casa.
Nei suoi brevi anni di vita
religiosa Maria Gabriella si distinse per la ricerca di una sempre
maggiore conoscenza e amore a Dio, elemento che deve distinguere
ogni cristiano, per il suo pensiero continuo ed il suo amore
totale a Cristo, sposo della sua anima (lei voleva prepararsi
degnamente per le nozze eterne con Lui) e per la devozione alla
Madonna (quando poteva lo pregava in continuazione). Altra connotazione
di Maria Gabriella religiosa fu lobbedienza pronta alle
superiore e perfino una sincera devozione per esse. Scrisse un
giorno: Dalle
mie superiore, non avrei potuto desiderare di meglio. I suoi giorni trascorsero nellobbedienza,
nella preghiera e nellumiltà (specialmente quando
veniva rimproverata, era sempre pronta a riconoscere i propri
sbagli con il famoso Mea Culpa).
Lanno 1937 rimane lanno
decisivo nella sua vita. Nella festa di Cristo Re fece i voti
religiosi, disponendosi così anche davanti alla Chiesa
al sacrificio totale di se stessa. Così scrisse in quel
giorno: Nella
semplicità del cuore mio ti offro tutto lietamente, o
Signore... Ti ringrazio con tutta leffusione dellanima
e nel pronunciare i santi voti mi abbandono interamente a Te.
Fa, o Gesù, che mi mantenga sempre fedele alle mie
promesse.... E così
fece.
Il secondo avvenimento, decisivo per lei, fu la Settimana di
preghiera per lunità dei Cristiani (che continuano
ancora oggi). Due furono gli animatori di queste Settimane di
Preghiera: il sacerdote Francis Wattson, e specialmente labate
Paul Couturier.
Fu nel 1938 che la Madre Badessa
lesse in comunità linvito del Couturier La
preghiera universale dei Cristiani per lunità cristiana.
Parole queste che ebbero una risonanza decisiva su Maria Gabriella,
che ne rimase impressionata profondamente. Soprattutto avvertiva
già nel profondo un richiamo chiaro ad offrirsi per questa
nobile causa spirituale ed ecclesiale. Labate aveva anche
annunciato che cerano già state delle offerte della
vita per questa causa. La sua Madre Badessa, Maria Pia Gullini,
donna buona e saggia, che aveva suscitato nel monastero questo
fervore di preghiera per lunità dei Cristiani, quando
sentì il proposito di Maria Gabriella rimase dapprima
un po dubbiosa: cera bisogno di maggiore discernimento.
Si trattava forse di un fuoco spirituale sì, ma di corto
respiro e di dubbia durata? Era solo legato allemozione
del momento? Era forse suscitato dal desiderio di emulazione?
La invitò, di conseguenza, a pregare e a riflettere ancora.
Dopo qualche giorno Maria Gabriella
tornò da lei dicendole commossa: Mi pare proprio che
il Signore lo voglia, mi sento spinta a questo senza volerci
pensare. La Madre
le rispose: Non dico né sì né no.
Si offra alla volontà di Dio raccomandandole di
chiedere al Padre Cappellano. E così ci fu lofferta
della propria vita, solenne e irrevocabile, fatta a Dio, nel
più profondo del cuore. E Dio stesso, che legge nellintimo
più intimo di noi stessi, vide la sincerità estrema
di quellanima
giovane ma generosa e decisa, e ne accolse lamore, labbandono
totale in Lui e lofferta di sé, come vittima sullaltare.
Dio la prese sul serio, perché
Maria Gabriella era estremamente seria nel dono irrevocabile
di sé a Lui, sullesempio del Cristo. La sera di
quello stesso giorno le fece capire che aveva accettato lofferta.
Avvertì infatti, in maniera imprevista, unacuta
piaga nella schiena. Era la tisi. Cominciava per lei la dura
salita al Calvario, prima allospedale, poi nellinfermeria
del monastero. Una volta disse allinfermiera: La mia malattia
è il mio tesoro, non posso darlo a nessuno.
E nei momenti di più
acuto dolore soleva sussurrare: Mio Dio, la tua gloria.
E così tornava il sollievo e la pace interiore. Alla mamma
Caterina scrisse: Io sono felice di poter soffrire qualche cosa
per amore di Gesù... Non cè felicità
più grande di quella di poter soffrire qualche cosa per
amore di Gesù e per la salvezza delle anime.
Le sue sofferenze offerte con
amore a Dio e la sua giovane vita finirono il 23 aprile 1939.
La sua tomba è nella Cappella dellUnità del
Monastero di Vitorchiano. La Chiesa nel 1983, dichiarandola Beata,
riconobbe il sacrificio della vita di Maria Gabriella offerta
per lUnità dei Cristiani. Il prezzo altissimo pagato
da quella giovane donna trappista era un vero segno di santità,
cioè di comunione e di imitazione di Cristo, vittima al
Padre per la salvezza del mondo.
Mario Scudu sdb***
*** Questo e altri 120
santi e sante sono nel volume di :
MARIO SCUDU, Anche Dio ha i
suoi campioni, Editrice Elledici, Torino
PENSIERI DI MARIA GABRIELLA
1 Il Signore mi ha messo su questa strada,
penserà Lui a soccorrermi nella lotta.
2 Ho veduto di fronte un grande Crocifisso
ed ho pensato che il mio sacrificio non era niente in confronto
al suo.
3 La volontà di Dio, qualunque
essa sia: questa è la mia gioia, la mia felicità,
la mia pace.
4 Non posso dire altro che queste parole:
"Mio Dio, la tua gloria".
5 Pregate sempre affinché io sia
sempre fedele ai miei doveri e alle mie Regole facendo sempre
la volontà di Dio senza mai offenderlo, e così
vivere felicemente per tutta la vita nella sua casa. (da una
lettera ai familiari).
6 Il Signore, come voi sapete, mi ha
sempre favorito di grazie speciali, ma adesso con questa malattia
me ne ha fatto una più grande di tutte. Mi sono totalmente
abbandonata nelle mani del Signore ed ho guadagnato moltissimo.
7 Affido alla sua misericordia la mia
fragilità
Nella semplicità
del cuore mio
Ti offro tutto lietamente,
o Signore. Tu ti sei degnato chiamarmi a Te ed io vengo con slancio
ai tuoi piedi.
Tu nel giorno della tua festa regale, vuoi fare di questa misera
creatura la regina.
Ti ringrazio con tutto all'effusione
dell'anima e nel pronunziai i santi voti mi abbandono interamente
a Te. Fa, o Gesù, che io mi mantenga sempre fedele alle
mie promesse e non abbia mai a riprendermi ciò che ti
do in questo giorno. Vieni e regna nell'anima mai come re d'amore
(
).
O Gesù, io mi offro
con te in unione al tuo Sacrificio, e sebbene sia indegna e da
nulla, spero fermamente che il divino Padre guardi con occhi
di compiacenza la mia piccola offerta, perché sono unita
a Te e del resto ho dato tutto ciò che era in mio potere.
O Gesù, consumami come una piccola ostia d'amore per la
tua gloria e per la salvezza delle anime.
Padre Eterno, mostrate che
in questo giorno il vostro Figlio va a nozze e stabilite il suo
regno in tutti i cuori, onde tutti lo amino e lo servano conforme
alla vostra divina volontà. A me date ciò che mi
abbisogna per essere una vera sposa di Gesù. Amen".
(Festa di Cristo Re del 1937, dopo i voti religiosi).
Pregare per l'Unità dei
Cristiani
Per riaffermare questa
esigenza (dell'unità dei Cristiani), ho voluto proporre
ai fedeli della Chiesa Cattolica un modello che mi sembra esemplare,
quello di una suora trappista, Maria Gabella dell'Unità,
che ho proclamano beata il 25 gennaio 1983. Suor Maria Gabriella,
chiamata dalla sua vocazione ad essere fuori del mondo, ha dedicato
la sua esistenza alla meditazione e alla preghi9era incentrata
sul capitolo 17 del Vangelo di San Giovanni e l'ha offerta per
l'unità dei cristiani. Ecco, questo è il fulcro
di ogni preghiera: l'offerta totale e senza riserve della propria
vita al Padre, per mezzo del Figlio, nello Spirito Santo. L'esempio
di Suor Maria Gabriella ci istruisce, ci fa comprendere come
non vi siano tempi situazioni o luoghi particolare per pregare
per l'unità. La preghiera di Cristo al Padre è
modello per tutti, sempre e in ogni luogo. (Giovanni Paolo II,
da Enciclica Ut unum sint, 1995, n. 27)
IMMAGINI
1 Il
monastero trappista di Vitorchiano dove riposa la Beata Maria
Gabriella.
2-3 La Beata
Maria Gabriella Sagheddu, nata a Dorgali (Nuoro) il 17 marzo
1914 e morta il 23 aprile 1039, nella domenica del Buon Pastore.
Offrì con semplicità la sua vita per l'Unità
della Chiesa e per i fratelli separati. E' stata beatificata
il 25 gennaio 1983 da Papa Giovanni Pa9lo II-
4 Alcune monache del monastero di Vitorchiano,
in un momento di convivialità.
5 Cappella
della Beata Maria Gabriella, Cenacolo dell'Unità presso
il monastero. Urna in terracotta e rame.
5 Icona della Beata Maria Gabriella dell'Unità.
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE
2008 - 4
VISITA Nr. hhh