Dateci un santo per Internet... please!

Quando i cybernavigatori della www, per lavoro o per diletto, si spingono al largo nel gran mare di Internet, sanno che, oltre ad avere il mondo a portata di... mouse, corrono anche molti pericoli on line dovuti ai virus di tutte le specie, agli hacker pronti a violare la tua privacy e sicurezza informatica, ai cyberterroristi in azione, agli spammers che inondano la tua e-mail box di messaggi trash o anche di semplice indesiderato spamming, ai venditori virtuali, esperti di marketing aggressivo e inopportuno.

“Navigare necesse est” dicevano gli antichi. È ormai un imperativo anche per la navigazione su Internet: confessiamolo, ormai siamo quasi tutti net dipendenti. Non possiamo farne a meno. Ma quanti pericoli e paure da affrontare.

Dateci almeno un santo in paradiso che ci aiuti ad alleviare le angosce dai virus informatici quotidiani e dagli hacker in agguato.

Qualcuno, oltre a consigliare un buon anti virus, ha cercato di risolvere questo problema. Anni fa infatti un sito web ha lanciato un’inchiesta on line: Quale santo protettore proponete per Internet? Nella hit parade insolita i più cliccati risultarono il Beato Giacomo Alberione (fondatore di Famiglia Cristiana) che precedeva di soli 9 clic San Giovanni Bosco (“Padre e Maestro dei giovani”).
E altri ancora. Uno dei nomi fatti fu anche quello di Sant’Isidoro. Il Vaticano comunque non ha deciso ancora niente, ma immaginiamo abbia aperto un “dossier”, scusate, un “file” anche su di lui. Nel frattempo noi poveri cybernauti continuiamo a navigare... tra un virus e l’altro (Mario Scudu).


SANT'ISIDORO DI SIVIGLIA, VESCOVO E DOTTORE DELLA CHIESA:
LA PRIMA ENCICLOPEDIA

Quando pensano ai santi e alle sante molti cristiani sono prigionieri di uno stereotipo ormai radicato: santi uguale gente di lunghe penitenze, di continue preghiere e di grandi opere di carità. Questo è vero, ma è un po’ riduttivo. I santi sono tutto questo, ma non solo. E non c’è bisogno di far scorrere tutta l’agiografia (la storia dei santi) per dimostrarlo. Pensiamo, per esempio, al santo di questo mese: Sant’Isidoro. Fu per molti anni vescovo zelante di Siviglia, ma fu anche un uomo di cultura, un grande erudito, forse il principale del suo tempo. Grazie alle sue opere godette di un’autorità indiscussa per tutto il Medio Evo su molti argomenti e per questo veniva studiato nelle varie scuole di teologia (fu chiamato “il precettore del Medio Evo”).
Fondò lui stesso una scuola che ebbe un impatto profondo sulla cultura e la pratica didattica dell’Europa occidentale. I suoi scritti riguardanti la Spagna del tempo e delle invasioni barbariche sono ritenuti oggi attendibili. Ma l’opera (tra le molte) che lo renderà famoso in tutta Europa sono le Etymologiae, un’opera di grande erudizione, contenente materie quali grammatica, retorica, matematica, medicina e storia, e informazioni riguardanti i riti e la teologia della Chiesa. Questa è considerata oggi come una vera enciclopedia del sapere: la prima, grazie a lui.

Gli scritti di Isidoro non solo hanno valore storico ma ci mostrano anche un uomo profondamente interessato alla cultura in generale e alle questioni spirituali, desideroso di istruire non solo il clero ma anche i semplici fedeli. Diede grande importanza inoltre allo studio della Scrittura. Diceva infatti: “Se uno vuole essere sempre con Dio dovrebbe pregare spesso e leggere anche spesso (la Scrittura)”.
Nell’iconografia che lo ricorda, per lo più presente a Leon in Spagna, viene rappresentato come un vescovo che regge in mano un libro o una penna. Il simbolo proprio di sant’Isidoro però è l’alveare, per il suo incredibile sforzo nel raccogliere la dottrina dell’antichità.

Un altro particolare. Il Beato Giovanni XXIII fu ispirato dal ritratto del vescovo ideale fatto proprio da Sant’Isidoro di Siviglia. Questi scrisse nel De Officiis Ecclesiasticis: “Colui a cui è data l’autorità di educare e istruire la gente, per il loro bene deve essere santo in tutte le cose e biasimevole in nessuna (...). Ogni vescovo dovrebbe essere contraddistinto tanto dalla sua umiltà quanto dalla sua autorità... Conserverà anche quella carità che supera in importanza tutti gli altri doni e senza la quale tutte le virtù non hanno valore alcuno”. Isidoro faceva qui il proprio autoritratto spirituale senza volerlo?

Il nostro fratellino Isidoro

Non si hanno notizie precise sull’infanzia e sulla giovinezza di Isidoro. Il padre Severiano proveniva da Cartagena ed era di nobile estrazione ispano-romana. Quando era in arrivo l’invasione dei Visigoti, la famiglia per sfuggire all’orrore e alla devastazione che questi lasciavano dietro di sé (oltre all’eresia ariana) si trasferì a Siviglia, dove probabilmente nacque Isidoro, già preceduto dai fratelli Leandro (santo), Fulgenzio (santo) e Florentina (anche lei... santa). Rimasto orfano, l’educazione fu assicurata specialmente da Leandro.

È interessante quello che lui scrisse nell’epilogo della Regola per la sorella Florentina, monaca: “Infine, ti prego, carissima sorella mia, di ricordarti di me nelle preghiere e di non dimenticare il nostro piccolo fratello Isidoro; poiché i nostri genitori, lasciandolo sotto la protezione di Dio e dei suoi fratelli vivi, tranquilli e senza preoccupazione per la sua tenera età si addormentarono nel Signore.... Come io lo considero veramente come figlio... e mi dedico interamente al suo amore, così tu amalo con tanto affetto e prega tanto Gesù per lui quanto sai che fu amato con tutta tenerezza dai nostri genitori”.

Probabilmente frequentò la scuola presso la cattedrale di Siviglia, fondata dal fratello Leandro e quando poi gli successe come vescovo (601) Isidoro ne ereditò anche la ricca biblioteca. Era ormai un uomo intellettualmente maturo, che scriveva già opere di grande erudizione, mosso sempre da zelo pastorale.
Isidoro non fu solo un uomo di cultura ma fu anche un ottimo ed efficace pastore di anime. Era così rinomato e stimato che altri vescovi venivano a lui per consultarsi o per richiedere il suo intervento su questioni ecclesiastiche e anche civili, o anche per organizzare sinodi locali o concili.

Isidoro ha meritato un posto anche nella Storia della Chiesa per la presidenza che ebbe di ben due Concili: il primo, provinciale a Siviglia, ed il secondo, nazionale a Toledo nel 633 (il IV Concilio). Entrambi contribuirono a promuovere e ad implementare importanti decreti, e in ambedue i casi Isidoro brillò davanti a tutti come amministratore e uomo di pensiero. Ma la sua opera fu importante specialmente a Toledo. Infatti il Credo quivi redatto si basava sulla teologia della Trinità e dell’Incarnazione e fu accettato come definizione corretta della fede anche dai Concili che seguiranno. In particolare egli ebbe grande merito nel fare accettare anche in Occidente il problema cristologico cosiddetto del Filioque... In questo Concilio fu raggiunto un accordo fra i vescovi per l’uniformità liturgica in tutta la Spagna. Un passo importante, visto che la difformità in liturgia era fonte di continue diatribe dottrinali. Ogni diocesi inoltre doveva dotarsi di una Scuola di formazione per il clero, sull’esempio di quella già presente a Siviglia.
Un particolare importante, oggi: il Concilio stabilì che nessuno degli ebrei, numerosi nel territorio, poteva essere costretto a diventare cristiano.

L’Esercizio della Buona Morte

Degna di nota è anche la sua strategia per affrontare la morte preparato. Del suo passaggio a Dio infatti esiste un racconto dettagliato, che i critici giudicano attendibile e che ci mostra ancora una volta lo spessore della sua santità e di quanto era stimato.

La morte avvenne nel 636 e venne riferita da un suo diacono. “Sentendosi prossimo alla fine, non so in che modo, aprì le sue mani, sempre generose, ma allora con maggior larghezza, e per sei mesi e più, quotidianamente, ... divideva la sua fortuna tra i poveri (...)”. Quando poi la sua malattia allo stomaco si acutizzò chiamò due suoi vescovi perché lo assistessero nell’ultima ora. “Mentre lo conducevano dal suo palazzo alla basilica di San Vincenzo, una grande moltitudine di poveri, di ecclesiastici, di religiosi e di tutti gli abitanti della città con forti grida e pianti, come se ognuno avesse la gola di ferro e si disfacesse in lacrime e lamenti, lo accolse e lo accompagnò.

Nella basilica, posto in mezzo al coro, accanto alla cancellata, ricevette la penitenza. E chiedendo che uno dei vescovi gli mettesse il cilicio e che l’altro lo coprisse di cenere, levando le mani pregò...”. Quindi chiese perdono ai vescovi e ai laici presenti e ricevette l’Eucarestia. Morì quattro giorni dopo, il 4 aprile del 636.
Ancora due date importanti. Nel Concilio di Toledo del 653, Isidoro fu definito “dottore insigne, la gloria più recente della Chiesa Cattolica”.
La seconda è il 1063: le sue spoglie mortali furono trasferite a Leon, dove si trovano tutt’ora. Questo trasferimento risultò provvidenziale perché era più semplice visitarlo anche dagli innumerevoli pellegrini che si recavano a Santiago de Compostela.

MARIO SCUDU SDB ***


*** Questo e altri 120 santi e sante sono nel volume di :
          
MARIO SCUDU, Anche Dio ha i suoi campioni, Editrice Elledici, Torino


La preghiera purifica, la lettura istruisce

La preghiera ci purifica, la lettura (della Sacra Scrittura) ci istruisce. Usiamo dell’una e dell’altra, se è possibile, perché tutte e due sono cose buone. Se ciò tuttavia non fosse possibile, è meglio pregare che leggere.
Chi vuol stare sempre con Dio, deve pregare e leggere continuamente. Quando preghiamo, parliamo con Dio stesso; quando invece leggiamo è Dio che parla a noi.

Ogni progresso viene dalla lettura e dalla meditazione. Con la lettura impariamo quello che non sappiamo, con la meditazione noi conserviamo nella memoria ciò che abbiamo imparato.

Doppio è il vantaggio che ricaviamo dalla lettura della Sacra Scrittura. Essa illumina il nostro intelletto, e conduce l’uomo all’amore di Dio, dopo di averlo strappato alle vanità del mondo.

Doppio è anche il fine che dobbiamo prefiggerci nella lettura: innanzi tutto cercar di capire il senso della Scrittura, in secondo luogo adoperarci per proclamarla con la maggiore dignità ed efficacia possibile. Chi legge infatti cerca prima di tutto di capire quello che legge. Quindi procura di esprimere nel modo più convincente quello che ha imparato.

Il bravo lettore non si preoccupa tanto di conoscere quello che legge, quanto piuttosto di metterlo in pratica. C’è minor pena nell’ignorare del tutto un ideale che, conosciutolo, lasciarlo inattuato. Come infatti col leggere dimostriamo il nostro desiderio di conoscere, così dopo aver conosciuto dobbiamo sentire il dovere di mettere in pratica le cose buone che abbiamo imparato.

Nessuno può penetrare il senso della Sacra Scrittura, se non la legge con assiduità, secondo quanto sta scritto: “Amala e ti porterà in alto; quando l’avrai abbracciata, essa sarà la tua gloria” (Pro 4,8).
Quanto più si è assidui nel leggere la Scrittura, tanto più ricca è l’intelligenza che se ne ha, come avviene per la terra che, quanto più si coltiva, tanto più produce...
(Da Libri delle Sentenze, 3, 8-10).


Dateci un santo per Internet

Quando i cybernavigatori della www, per lavoro o per diletto, si spingono al largo nel gran mare di Internet, sanno che, oltre ad avere il mondo a portata di... mouse, corrono anche molti pericoli on line dovuti ai virus di tutte le specie, agli hacker pronti a violare la tua privacy e sicurezza informatica, ai cyberterroristi in azione, agli spammers che inondano la tua e-mail box di messaggi trash o anche di semplice indesiderato spamming, ai venditori virtuali, esperti di marketing aggressivo e inopportuno.

“Navigare necesse est” dicevano gli antichi. È ormai un imperativo anche per la navigazione su Internet: confessiamolo, ormai siamo quasi tutti net dipendenti. Non possiamo farne a meno. Ma quanti pericoli e paure da affrontare.

Dateci almeno un santo in paradiso che ci aiuti ad alleviare le angosce dai virus informatici quotidiani e dagli hacker in agguato.

Qualcuno, oltre a consigliare un buon anti virus, ha cercato di risolvere questo problema. Anni fa infatti un sito web ha lanciato un’inchiesta on line: Quale santo protettore proponete per Internet? Nella hit parade insolita i più cliccati risultarono il Beato Giacomo Alberione (fondatore di Famiglia Cristiana) che precedeva di soli 9 clic San Giovanni Bosco (“Padre e Maestro dei giovani”).

E altri ancora. Uno dei nomi fatti fu anche quello di Sant’Isidoro. Il Vaticano comunque non ha deciso ancora niente, ma immaginiamo abbia aperto un “dossier”, scusate, un “file” anche su di lui. Nel frattempo noi poveri cybernauti continuiamo a navigare... tra un virus e l’altro (Mario Scudu).


IMMAGINI:
1
  Sant’Isidoro, Murillio (1655), Cattedrale di Siviglia. / Sant’Isidoro è noto per il suo amore alla Scrittura e per la sua sete di conoscenza.
2  San Leandro, fratello maggiore di Isidoro.
 © Inizio del Terzo Libro dell’Etimologia, Biblioteca Cap. Vercelli / Ph.: Dagli Orti.
4  L’arca contenente le reliquie di Sant’Isidoro, trasferite nella Cattedrale di Léon dal primo re di Castiglia, Ferdinando, nel 1603.
5  Interno della Cattedrale di Siviglia.
6  © Andrea M. Winter / Meraviglioso soffitto dell’Alcazar di Siviglia.
  Intenet: è una grande ragnatela di calcolatori elettronici collegati fra loro che avvolgono il mondo e che rendono possibile la condivisione continua di informazioni di ogni genere.

RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2006 - 4

Visita Nr. http://counter.digits.net/wc/-d/4/scudum