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Santa Gemma Galgani e Maria corredentrice


     

E' una mistica del nostro tempo, morta nel 1903 Visse una vita piena di incomprensioni e sofferenze, sempre in unione alla Passione di Cristo. Ebbe anche il dono delle stigmate come s. Francesco e P. Pio. Singolare la sua devozione alla Madonna che chiamava "la mia cara mamma".

"Chi ti ha ucciso, Gesù?", domanda in un colloquio soprannaturale una giovane donna toscana. "L'amore", le risponde il Signore. Questo dialogo è stato trascritto nel diario spirituale di una delle più grandi mistiche dell'epoca contemporanea, santa Gemma Galgani, che a soli 25 anni, nel 1903, concluse la sua esistenza terrena, segnata da tanta sofferenza: la morte precoce dei genitori, la scomparsa dei fratelli, le ristrettezze economiche, le dolorose malattie, la delusione di non poter diventare una suora passionista, le incomprensioni e le accuse subite da coloro che non credevano all'autenticità dei fenomeni straordinari che la interessarono, compreso il servizio che l'Angelo custode le prestava, quello di recapitare le lettere indirizzata al direttore spirituale, che viveva a Roma, e che, misteriosamente, gli gieungevano senza mai passare per gli uffici postali!

Il dono delle Stigmate

Non sorprende, dunque, che Gemma Galgani sia stata un'innamorata della Passione del Signore, il quale le accordò un dono concesso a pochissimi santi, come Francesco d'Assisi o Padre Pio: le stigmate, ricevute quando aveva 21 anni. Queste le parole di Gemma: "Eravamo alla sera dell'8 giugno 1899, quando tutto a un tratto mi sento un interno dolore dei miei peccati. Comparve Gesù, che aveva tutte le ferite aperte; ma da quelle ferite non usciva più sangue, uscivano come fiamme di fuoco, che vennero a toccare le mie mani, i miei piedi, il mio cuore. Mi sentii morire". Tra Gemma e il Signore fu instaurato un patto d'amore: questa ragazza graziosa, sempre gentile e modesta, che non parlava mai male degli altri, consegnava ogni pena a Gesù perché Egli la offrisse al Padre come vittima d'amore per tutti i peccatori.
Chi contempla, chi ama, chi rivive la Passione del Signore non può che essere un'anima squisitamente mariana. Anche la nostra giovane santa lo fu. La Madonna dei Dolori ordinariamente le veniva in visita il sabato e con Lei Gemma si intratteneva in mistiche conversazioni, chiamandola affettuosamente "la mia cara mamma". Questa intima frequentazione con la Madonna le permise di penetrare nel mistero della partecipazione di Maria alla Passione redentrice del Signore. Con un'espressione teologicamente sorprendente Gemma afferma: "Mia madre fu crocifissa con Gesù e non si è mai lamentata e ribellata". Si trattò evidentemente di una crocifissione spirituale e tuttavia dolorosissima perché, come intuì con finezza tipicamente femminile santa Gemma Galgani, i genitori che assistono alla morte dei propri figli soffrono indicibilmente.

Maria nella Passione e Corredenzione di Cristo

In un'altra esperienza di estasi, mentre considerava la scena della deposizione dalla Croce, ella dettò questa meditazione: "Io non vedo più un solo sacrificio. Ne vedo due: quello di Gesù e quello di Maria. Oh, Madre, se uno potesse vederti con Gesù, non potrebbe dire chi sia stato il primo a morire, se Tu o Gesù". In altre parole, con il suo linguaggio semplice, dettato dal cuore, ispirato dalla sua profondissima fede e corroborato dai doni che il Signore le concesse, santa Gemma Galgani ha confermato un insegnamento proposto da molti santi e dottori della Chiesa: la Madre ha offerto, in modo del tutto speciale, la sua cooperazione alla Passione del Figlio così che può essere giustamente definita come "corredentrice".
Anche in un altro punto, Gemma si è rivelata una vera specialista delle cose di Dio e di Maria, cioè, nel cogliere la relazione intensissima che sussiste tra la Madre del Signore ed il mistero eucaristico, illustrata in anni recenti dal beato Giovanni Paolo II. Come ha testimoniato il suo direttore spirituale, santa Gemma Galgani, in alcune occasioni, ha ricevuto la comunione eucaristica insieme a Maria. Parlando di queste esperienze, ha detto che esse sono state per dei momenti in cui ha assaporato sulla terra un anticipo della beatitudine e della gioia del Paradiso.
Prima di spirare, affetta da tubercolosi, il sabato santo del 1903, rivolse le sue ultime parole alla Madonna: "Mamma mia, affido a te l'anima mia. Di' a Gesù che mi usi misericordia".

                                          Roberto SPATARO sdb -  E-mail: silvaestudiosus@libero.it

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PENSIERI:

Ti fanno così piangere? O Dio, Gesù! Questi poveri peccatori non li abbandonare. Sono pronta io a fare qualunque cosa. Non sono io che devo soffrire per loro? Dei peccatori ne hai tanti, ma delle vittime ne hai poche. La vittima di tutti i peccatori voglio essere io. (Santa Gemma Galgani)


O Padre, che ti compiaci di stabilire la tua dimora in chi ti ama con cuore semplice e puro, fa' che sull' esempio e per l' intercessione di S. Gemma viviamo, con purezza evangelica, il mistero dell'amore crocifisso, per essere immagine viva del tuo Figlio. (Beato Giovanni Paolo II)


Che ci venite a fare qui da me a chiedere grazie? Correte a Lucca che è a voi più vicina, perché là ci sta Santa Gemma, che è una grande santa. (San Pio da Pietrelcina)
                                                                                           



      RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2012 - 06  
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