FESTA
DI S. MARIA D. MAZZARELLO 2012:
TRIDUO DI PREPARAZIONE per le Comunità
SDB ed FMA di Torino-Valdocco:
ANIMATRICE: Sr. ERTA CIGOLLA FMA
11 maggio 2012 (nella chiesa di S.
Francesco di Sales)
A te
le affido!
Un fatto alquanto
significativo lo si può collocare tra il 1860 e il 1861.
Era il periodo della convalescenza dalla malattia del tifo. Maria
Domenica Mazzarello dopo la malattia non poteva più lavorare
come prima perché le forze non tornavano; sperava nella
buona stagione, la primavera, ma nulla da fare. Allora in lei
si apre una convinzione nuova: Dio vuole qualcos'altro. Del resto
cresceva in lei il desiderio di dedicarsi alle ragazze, già
lo faceva, ma ora "questa voce si fa continua".
Maria Domenica
"non faceva più conto della vita se non per quanto
può dar gloria a Dio". 1
Le Memorie
dicono che Maria Domenica, dopo la malattia, "era rassegnata",
ma andava anche pensando che cosa avrebbe potuto fare.
E' la rassegnazione di uno spirito che interiormente rimane attivo,
non si lascia andare. Le parole, quindi, udite a Borgoalto, erano
una conferma di quello che portava dentro.
Dio entra nella sua vita con una nuova chiamata, proprio nella
situazione in cui si trova; è una chiamata che le chiede
di verificare e approfondire ulteriormente la sua fede.
E mentre passeggia
per il paese pensa:
"Se sapessi
sbrigarmela meglio nel lavoro d'ago
quante ragazze potrei
radunare. Alle più piccine vorrei insegnare a fare la
calza
; alle maggiori, a preparare la loro biancheria
e intanto le terrei lontane dai pericoli
Le affezionerei
al Signore e alla Madonna". 2
Poi, a rafforzarla
in questo desiderio, avvenne una "cosa singolare",quello
appunto che la Cronistoria chiama "Visione", con un
punto di domanda, e questo evento avviene in un luogo ben preciso:
Via Borgoalto.
Questo fatto segna l'inizio di
qualcosa di nuovo nella vita di Maria Domenica Mazzarello.
Riporto un
tratto del testo:
"Visione?"
Passava un giorno per la collinetta di Borgoalto, quando le parve
di vedersi di fronte un gran caseggiato con tutta l'apparenza
esteriore di un collegio di numerose giovanette.
Si fermò a guardare piena di stupore, e disse tra sé:
- Che cosa è mai questo che vedo? Ma qui non c'è
mai stato questo palazzo! Che succede? E sentì come una
voce: - A te le affido!-.
Abituata a
padroneggiarsi, Maria si allontanò rapidamente di là
e procurò di non ripensarvi; ma sì, quelle giovanette
erano sempre lì a chiamarla, specialmente ogniqualvolta
era costretta a ripassare per quell'altura; e a niente le giovava
il distrarsi, il gettarsi nel lavoro con crescente attività.
A liberarsi da quel pensiero insistente, volle provare a parlarne
con don Pestarino, dopo la confessione; ma quando fu a descrivergli
il palazzo, il santo sacerdote l'interruppe bruscamente, la rimproverò
di essersi fermata su una fantasia, le proibì di tornarvi
col pensiero e di parlargliene ancora. 3
Nei processi
di beatificazione la "visione" è contenuta in
deposizioni giurate ripetute e concordi, degne di fede. Il fatto
avvenne nel 1861.
Suor Teresa
Laurentoni entrata tra le FMA nel 1874, vissuta parecchi anni
con madre Mazzarello, al Processo Ordinario del 1911 - 1917,
conferma il fatto dichiarando: "Sì, contò
il fatto a me, essa stessa".
A 15 anni dall'episodio Maria Domenica Mazzarello lo portava
in cuore come forte richiamo e come spiegazione di quanto avveniva
intorno a lei. Ne parlava con semplicità e confidenza
alle prime Figlie di Maria Ausiliatrice.
A don Bosco Dio, come segno, aveva dato il sogno dei nove anni,
a Maria Domenica Mazzarello Dio fa vedere l'inesistente Collegio
di Borgoalto a Mornese.
Del fatto parla
anche madre Caterina Daghero, eletta madre Generale dopo la morte
di madre Mazzarello. Depose al Processo di Acqui:
"Quanto
a doni straordinari, mi pare che la Serva di Dio ne fosse fornita.
Da Figlia dell'Immacolata, quindi prima della fondazione dell'Istituto,
nel luogo dove più tardi sorse la prima casa delle FMA,
la serva di Dio raccontò di aver visto in quello stesso
luogo suore e ragazze adunate insieme, mentre si chiedeva se
stesse sognando o no; ma si persuase di essere ben sveglia perché
stava camminando coi piedi per terra. Ebbe il presentimento di
dover radunare ragazze per istruirle nella dottrina cristiana,
insegnar loro a lavorare e santificare le feste; allontanarle
dal male e incamminarle verso il bene. Non aveva però
mai sentito parlare né di collegi né di oratori
festivi. Quando poi conobbe i piani di don Bosco, li trovò
corrispondenti ai suoi giovanili presentimenti".
Madre Daghero
ricorda anche la scortese chiusura dello sportello al confessionale
di don Pestarino, commentando: "La serva di Dio si sentì
umiliata, non per il gesto impensato del confessore, ma per aver
immaginato che Dio volesse scegliere una povera creatura come
lei per una missione così delicata".4
E madre Mazzarello
"per quanto si sforzasse di non pensarci più, la
visione di trovarsi a capo di molte fanciulle le si ripeteva
suo malgrado".5
Dio irrompe nella sua vita
e la malattia ne è stata una lenta preparazione. Dice
il Maccono: " [
] senza la malattia e le sue conseguenze,
che parevano funeste ed erano provvidenziali, Maria, con tutta
probabilità, sarebbe stata una buona e forte contadina
e non si sarebbe messa per la strada che doveva condurla ad essere
la Confondatrice di un importante Istituto religioso".6
Nel 1862 (approssimativamente)
avviene pure il sogno di don Bosco riportato da don G. B. Francesia
nella biografia di madre Mazzarello. Don Bosco aveva sognato
di trovarsi in Piazza Vittorio a Torino, fra un gran numero di
ragazze schiamazzanti dalle quali era stato supplicato di pensare
anche a loro, ma lui si era schermito. Comparve allora una nobile
Signora risplendente in viso che gli aveva detto: "Abbine
cura, sono mie figlie".7
La parola:
"A te le affido!" suppone che lei si affidi totalmente
a Dio: questo è innanzitutto il nuovo cammino. Solo a
chi si affida completamente a Dio può essere affidato
il cammino di crescita dei figli di Dio. La preghiera che fece,
quando finalmente, dopo la malattia, poté recarsi in Chiesa:
"[
] che io sia dimenticata da tutti fuorché
da voi", esprime un cammino di purificazione del cuore che
può finalmente mettere tutta la sua fiducia nell'Unico,
Vero Bene.
Sia per don
Bosco che per madre Mazzarello la missione è quella di
"custodire" quanto Dio stesso affida. E' la stessa
missione di Gesù: "Padre, ho conservato nel tuo nome
coloro che mi hai dato".
Suor Erta CIGOLLA FMA
1
- Cronistoria v 1 p 96.
2 - Idem
3 - Cronistoria v 1 pp. 96-98.
4 - CASTANO L.
"Un segno dal cielo a Maria Mazzarello".
5 - MACCONO v1 p. 90.
6 - Ivi, p. 87.
7 - FRANCESIA Giovanni Battista, Suor Maria Mazzarello e i primi
due lustri delle Figlie di Maria Ausiliatrice,
pp. 212-213.
| HOME
PAGE | HOME
PAGE - ITA | FORMAZIONE CRISTIANA
| FORMAZIONE
MARIANA | INFO
VALDOCCO |