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      Casa Madre Salesiani di Don Bosco Via Maria Ausiliatrice 32 | 10152 Torino-Valdocco | Italia
   Santuario - Basilica di Maria Ausiliatrice       


FESTA DI S. MARIA D. MAZZARELLO 2012:
TRIDUO DI PREPARAZIONE per le Comunità SDB ed FMA di Torino-Valdocco:
ANIMATRICE: Sr. ERTA CIGOLLA FMA


11 maggio 2012 (nella chiesa di S. Francesco di Sales)

A te le affido!

Un fatto alquanto significativo lo si può collocare tra il 1860 e il 1861. Era il periodo della convalescenza dalla malattia del tifo. Maria Domenica Mazzarello dopo la malattia non poteva più lavorare come prima perché le forze non tornavano; sperava nella buona stagione, la primavera, ma nulla da fare. Allora in lei si apre una convinzione nuova: Dio vuole qualcos'altro. Del resto cresceva in lei il desiderio di dedicarsi alle ragazze, già lo faceva, ma ora "questa voce si fa continua".

Maria Domenica "non faceva più conto della vita se non per quanto può dar gloria a Dio". 1

Le Memorie dicono che Maria Domenica, dopo la malattia, "era rassegnata", ma andava anche pensando che cosa avrebbe potuto fare.
E' la rassegnazione di uno spirito che interiormente rimane attivo, non si lascia andare. Le parole, quindi, udite a Borgoalto, erano una conferma di quello che portava dentro.
Dio entra nella sua vita con una nuova chiamata, proprio nella situazione in cui si trova; è una chiamata che le chiede di verificare e approfondire ulteriormente la sua fede.

E mentre passeggia per il paese pensa:

"Se sapessi sbrigarmela meglio nel lavoro d'ago … quante ragazze potrei radunare. Alle più piccine vorrei insegnare a fare la calza …; alle maggiori, a preparare la loro biancheria … e intanto le terrei lontane dai pericoli … Le affezionerei al Signore e alla Madonna". 2

Poi, a rafforzarla in questo desiderio, avvenne una "cosa singolare",quello appunto che la Cronistoria chiama "Visione", con un punto di domanda, e questo evento avviene in un luogo ben preciso: Via Borgoalto.
Questo fatto segna l'inizio di qualcosa di nuovo nella vita di Maria Domenica Mazzarello.

Riporto un tratto del testo:

"Visione?"
Passava un giorno per la collinetta di Borgoalto, quando le parve di vedersi di fronte un gran caseggiato con tutta l'apparenza esteriore di un collegio di numerose giovanette.
Si fermò a guardare piena di stupore, e disse tra sé: - Che cosa è mai questo che vedo? Ma qui non c'è mai stato questo palazzo! Che succede? E sentì come una voce: - A te le affido!-.

Abituata a padroneggiarsi, Maria si allontanò rapidamente di là e procurò di non ripensarvi; ma sì, quelle giovanette erano sempre lì a chiamarla, specialmente ogniqualvolta era costretta a ripassare per quell'altura; e a niente le giovava il distrarsi, il gettarsi nel lavoro con crescente attività.
A liberarsi da quel pensiero insistente, volle provare a parlarne con don Pestarino, dopo la confessione; ma quando fu a descrivergli il palazzo, il santo sacerdote l'interruppe bruscamente, la rimproverò di essersi fermata su una fantasia, le proibì di tornarvi col pensiero e di parlargliene ancora. 3

Nei processi di beatificazione la "visione" è contenuta in deposizioni giurate ripetute e concordi, degne di fede. Il fatto avvenne nel 1861.

Suor Teresa Laurentoni entrata tra le FMA nel 1874, vissuta parecchi anni con madre Mazzarello, al Processo Ordinario del 1911 - 1917, conferma il fatto dichiarando: "Sì, contò il fatto a me, essa stessa".
A 15 anni dall'episodio Maria Domenica Mazzarello lo portava in cuore come forte richiamo e come spiegazione di quanto avveniva intorno a lei. Ne parlava con semplicità e confidenza alle prime Figlie di Maria Ausiliatrice.
A don Bosco Dio, come segno, aveva dato il sogno dei nove anni, a Maria Domenica Mazzarello Dio fa vedere l'inesistente Collegio di Borgoalto a Mornese.

Del fatto parla anche madre Caterina Daghero, eletta madre Generale dopo la morte di madre Mazzarello. Depose al Processo di Acqui:

"Quanto a doni straordinari, mi pare che la Serva di Dio ne fosse fornita. Da Figlia dell'Immacolata, quindi prima della fondazione dell'Istituto, nel luogo dove più tardi sorse la prima casa delle FMA, la serva di Dio raccontò di aver visto in quello stesso luogo suore e ragazze adunate insieme, mentre si chiedeva se stesse sognando o no; ma si persuase di essere ben sveglia perché stava camminando coi piedi per terra. Ebbe il presentimento di dover radunare ragazze per istruirle nella dottrina cristiana, insegnar loro a lavorare e santificare le feste; allontanarle dal male e incamminarle verso il bene. Non aveva però mai sentito parlare né di collegi né di oratori festivi. Quando poi conobbe i piani di don Bosco, li trovò corrispondenti ai suoi giovanili presentimenti".

Madre Daghero ricorda anche la scortese chiusura dello sportello al confessionale di don Pestarino, commentando: "La serva di Dio si sentì umiliata, non per il gesto impensato del confessore, ma per aver immaginato che Dio volesse scegliere una povera creatura come lei per una missione così delicata".4

E madre Mazzarello "per quanto si sforzasse di non pensarci più, la visione di trovarsi a capo di molte fanciulle le si ripeteva suo malgrado".5
Dio irrompe nella sua vita e la malattia ne è stata una lenta preparazione. Dice il Maccono: " […] senza la malattia e le sue conseguenze, che parevano funeste ed erano provvidenziali, Maria, con tutta probabilità, sarebbe stata una buona e forte contadina e non si sarebbe messa per la strada che doveva condurla ad essere la Confondatrice di un importante Istituto religioso".6

Nel 1862 (approssimativamente) avviene pure il sogno di don Bosco riportato da don G. B. Francesia nella biografia di madre Mazzarello. Don Bosco aveva sognato di trovarsi in Piazza Vittorio a Torino, fra un gran numero di ragazze schiamazzanti dalle quali era stato supplicato di pensare anche a loro, ma lui si era schermito. Comparve allora una nobile Signora risplendente in viso che gli aveva detto: "Abbine cura, sono mie figlie".7

La parola: "A te le affido!" suppone che lei si affidi totalmente a Dio: questo è innanzitutto il nuovo cammino. Solo a chi si affida completamente a Dio può essere affidato il cammino di crescita dei figli di Dio. La preghiera che fece, quando finalmente, dopo la malattia, poté recarsi in Chiesa: "[…] che io sia dimenticata da tutti fuorché da voi", esprime un cammino di purificazione del cuore che può finalmente mettere tutta la sua fiducia nell'Unico, Vero Bene.

Sia per don Bosco che per madre Mazzarello la missione è quella di "custodire" quanto Dio stesso affida. E' la stessa missione di Gesù: "Padre, ho conservato nel tuo nome coloro che mi hai dato".

                                                                                           
Suor Erta CIGOLLA FMA


1 - Cronistoria v 1 p 96.
2 - Idem
3 - Cronistoria v 1 pp. 96-98.
4 - CASTANO L. "Un segno dal cielo a Maria Mazzarello".
5 - MACCONO v1 p. 90.
6 - Ivi, p. 87.
7 - FRANCESIA Giovanni Battista, Suor Maria Mazzarello e i primi due lustri delle Figlie di Maria      Ausiliatrice, pp. 212-213.

  
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