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      Casa Madre Salesiani di Don Bosco Via Maria Ausiliatrice 32 | 10152 Torino-Valdocco | Italia
   Santuario - Basilica di Maria Ausiliatrice       


FESTA DI S. MARIA D. MAZZARELLO 2012:
TRIDUO DI PREPARAZIONE per le Comunità SDB ed FMA di Torino-Valdocco:
ANIMATRICE: Sr. ERTA CIGOLLA FMA


12 maggio 2012 (nella Basilica di Maria Ausiliatrice)

L'offerta della vita

"Le spoglie mortali di madre Mazzarello, da Nizza Monferrato, vengono trasportate a Torino e tumulate nella cripta (Cappella delle Reliquie) della Basilica di Maria Ausiliatrice: 9 febbraio 1938".

Venne beatificata il 20 novembre 1938. "Nella novena dell'Immacolata del 1939 sistemazione delle spoglie mortali della beata, nella cappella a lei dedicata nella Basilica di Maria Ausiliatrice".1

Già nel 1935, madre Mazzarello è stata insignita del titolo di Confondatrice dell'Istituto delle FMA.

La canonizzazione avviene il 24 giugno 1951: non per una gloria umana, ma per una vita che ha cercato sempre la gloria di Dio.

Sappiamo che uno dei primi passi per la canonizzazione è il riconoscimento delle virtù eroiche. Virtù teologali e cardinali. Poi ogni santo si distingue in particolare per alcun e caratteristiche proprie.
Certamente madre Mazzarello si distingue per l'umiltà e la carità. Più che virtù sono state il suo stile di vita.

Una tra le parole più ripetute nell'epistolario e, in genere, negli insegnamenti di madre Mazzarello è la parola "umiltà".
Questa parola, con la realtà che essa richiama, non gode molto successo, è poco popolare, forse anche tra noi.
Umiltà e umiliazione, alla sensibilità odierna, suonano forse come annientamento della personalità, fonte quindi di tristezza e senso di inferiorità. Non è certamente questa la visione biblica dell'umiltà e neppure il pensiero di madre Mazzarello.

Ai Processi è stato detto che "l'umiltà era la caratteristica più chiara della sua vita".

Don Costamagna ai Processi: "Debbo confessare che, quantunque io talora mi sia dimostrato molto duro con lei (come ad esempio, quando non volevo darle udienza in direzione), mai se ne mostrò offesa, rivelandosi sempre mansueta come un agnello".

Di lei ai processi è stato testimoniato da suor Angela Vallese (la pioniera delle Missioni in Patagonia con don Fagnano) che "l'umiltà di madre Mazzarello era un eccesso", era eccessiva, esagerata.
Era una umiltà che non le toglieva il coraggio di parlare quando era necessario.

Ci sono alcune testimonianze a questo proposito, ne cito solo una.

Riferendosi alla predicazione di don Costamagna, allora direttore delle Suore, non ebbe timore di dire il suoi pensiero. Così egli si esprime: "quando sentiva parlare dell'inferno, mi soleva dire francamente: 'Non è questo che mi muove a far guerra al peccato o ad amare molto Gesù; ma è la considerazione della sua Passione e Morte. Ci parli di questo e vedrà che ne caveremo più frutto".3

Mi fermo ora brevemente su un aspetto della vita di madre Mazzarello di solito meno sottolineato ed è l'offerta della sua vita per la santità dell'Istituto.

Muore a 44 anni. Ne parla ad una consorella, suor Giuseppina Pacotto, che doveva partire con la terza spedizione missionaria e che non aveva fatto la domanda, la trattiene la pena di dover lasciare la Madre.

Queste le parole di consolazione che le disse madre Mazzarello: "Tu patisci nel sentire di dovermi lasciare … ma anche se tu rimanessi, dovremmo separarci ugualmente, perché io non finirò l'anno"; di fronte alla sorpresa della suora madre Mazzarello dice: "… per cose che io vedo in Congregazione, mi sono offerta vittima al Signore".
Suor Giuseppina approfitta della presenza di don Bosco a Nizza e gli chiede di pregare il Signore per revocare quell'offerta. Don Bosco dice: "La vittima è gradita a Dio e fu accettata".
La suora insiste: "Non si potrebbe cambiare? Offrirei me al suo posto", e don Bosco: "No, è troppo tardi".4

Don Cagliero è rimasto presso madre Mazzarello fino al momento in cui è spirata. Ebbe con lei, ormai quasi alla fine, alcuni incontri in cui poté raccogliere la grande preoccupazione di madre Mazzarello.
Così testimonia il card. Cagliero: "… mi diede ragguaglio di parecchi inconvenienti, che secondo i suoi lumi speciali e la sua grande esperienza, compromettevano lo spirito religioso delle suore, postulanti, novizie ed allieve del collegio … affinché dopo la sua morte, fossi in grado di correggere questi gravi difetti, e togliere questi ostacoli per il bene dell'Istituto …".

E a questo punto una sincera confessione di don Cagliero:

"E confesso che, se l'avessi ascoltata, avrei potuto prevenire, scongiurare e impedire parecchi inconvenienti in quei primordi (dell'Istituto) a danno di certe vocazioni e dell'incipiente Istituto".5

Madre Mazzarello muore lucidissima fino alla fine, parlando con le varie persone che aveva attorno. L'ultimo saluto fu per don Cagliero: "… si volse a don Cagliero, alzò la mano in atto di congedo e disse con un sorriso: A Dio! Arrivederci in cielo".6

Nel 1898, a Roma nel 25° di fondazione dell'Istituto, il Card. Lucido Maria Parrochi (7) disse queste parole: "le circostanze della morte di Maria Mazzarello sono così commoventi, sono così impresse di vita soprannaturale, vi è così manifesta l'opera di Dio …" e rivolgendosi alle FMA:

"di Maria Mazzarello siate degne e di don Bosco; giacché possiamo credere, essi in cielo congiungono le mani per voi e per i figli primogeniti [SDB] , dinanzi alla Vergine, dinanzi a Cristo …",
dando a vedere che li riteneva santi (8).
                                                                                           
Suor Erta CIGOLLA FMA


1 - MACCONO v 2 pp. 380-381. Così anche Teresio Bosco nel libro "Qui visse don Bosco".
2 - Un'altra testimonianza si suor Enrica Telesio: "Non si offendeva nelle mortificazioni; quando avevamo a direttore don Costamagna veniva alle volte in ricreazione dove eravamo suore ed educande; la Madre qualche volta gli faceva qualche domanda, egli rispondeva mortificandola ed ella chiedeva scusa e ringraziava; e ciò accadde due o tre volte durante la stessa ricreazione".
3 - MACCONO v 2 p. 117.
4 - MACCONO v 2 p. 303-304.
5 - Ivi pp. 358-359.
6 - Ivi p. 364.
7 - Un giorno memorabile lo vive, in gioia purissima, quando del 1887, consacra al Castro Pretorio in Roma, il Santuario internazionale del S. Cuore fatto edificare da S. Giovanni Bosco, presente il santo stesso.
8 - Ivi p.373.


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