13 MAGGIO: SANTA MARIA
DOMENICA MAZZARELLO
UNA FEDE RADICATA
ED UN FORTE REALISMO EVANGELICO
Madre Mazzarello nasce a Mornese, un paese dellalessandrino,
il 9 maggio 1837.
La sua fu unesistenza breve ma radicata nellessenzialità
e nella saggezza evangelica; la sua vita fu ricca di scelte coraggiose
dettate da una quotidianità scarna ed esigente e la sua
storia fu delineata da un continuo processo di conversione e
di purificazione interiore.
Il segreto della sua santità è da ricercare nella
personalità forte e determinata, sostenuta ed alimentata
da una fede robusta che nasce e si sviluppa in un contesto geografico
rurale, povero, un contesto non estraneo al clima di restaurazione
ottocentesca.
Anche il piccolo centro mornesino
vive un clima di ri-conversione e di riappropriazione della fede
che si esprime con la nascita di confraternite, associazioni
e pie unioni e ad un ritorno e ad una riscoperta
del sacramento dellEucarestia.
La figura di don Domenico Pestarino e la sua delicata ma costante
sollecitazione a partecipare alla vita sacramentale, giocano
un ruolo fondamentale nel cammino di crescita spirituale di Maria
Domenica.
I primi anni della sua vita, quelli che potrebbero essere definiti
delliniziazione cristiana, sono caratterizzati
da un clima familiare semplice e sereno che la portò ad
una graduale conoscenza del mondo, di se stessa e di Dio, cammino
nel quale spicca lapporto della figura paterna.
Il padre, uomo saggio ed essenziale
la guidò in un percorso di conoscenza e di verità
di se stessa, fu un uomo capace di conciliare lavoro, preghiera,
vita familiare e impegno parrocchiale. Fu probabilmente dallesperienza
vissuta in famiglia che Maria Domenica scoprì il lavoro
insieme poi allo studio come mezzi educativi di realizzazione
personale, di crescita umana e di formazione professionale.
Il lavoro se compiuto rispettando la dignità della persona
e vissuto a luogo, a tempo e per amore di Dio, diventa nel cuore
e nella mente di Maria Mazzarello via chiara e lineare di santificazione
personale.
La sua serenità, la gioia di cui si fece portatrice e
la capacità di costruire relazioni vere e profonde provenienti
dalla certezza della presenza e vicinanza di Dio, le permisero
di trasformare i sacrifici, le sofferenze e le fatiche incontrate
in continue occasioni di crescita e di conversione.
La guida saggia ed esigente di don Pestarino, leducazione
familiare sostenute dallazione dello Spirito Santo, posero
le fondamenta di una fede spoglia, semplice, radicata e coraggiosa che
farà da sfondo a tutta la sua vita.
Nascono
le Figlie dellImmacolata
Tra il 1850 e il 1860, periodo
in cui visse con la famiglia in una cascina, la Valponasca, fuori
Mornese, Maria Domenica inizia a vivere un vero e proprio cammino
di accettazione personale della fede fino ad ora ricevuta.
Sono questi gli anni nei quali maturò in lei la capacità
di interiorità e di unità del suo essere attraverso
la scoperta del valore del silenzio.
Un silenzio interiore che le permise di sviluppare il forte bisogno
di andare allessenziale e di trasmettere la certezza che
la felicità e la santità sono mete universali e
quotidiane. La ricerca del silenzio accentuò la sua capacità
di fare sintesi cogliendo i punti focali e dando la priorità
allintuizione del cuore più che alla logica fredda
e calcolatrice, senza comunque mai sottovalutare una visione
oggettiva della realtà e senza mai rinunciare a vivere
e a soffrire per i grandi e forti ideali.
Questi anni trascorsi alla
Valponasca fecero crescere in Maria Domenica il desiderio di
andare verso i più bisognosi e di creare relazioni; nella
vita parrocchiale spiccò la sua e la sua forza di volontà
e si delinearono i tratti del suo cuore sapiente radicato nella
preghiera e nellEucarestia oltre che nel continuo dono
di sé per raggiungere laltro.
Il 9 dicembre del 1855 Maria
Domenica ed altre quattro compagne, sotto la guida di don Pestarino,
fondarono le Figlie dellImmacolata, unassociazione
di ragazze consacrate a Dio ma non religiose, il cui scopo fu
lavorare senza chiasso o che alcuno vi badasse, per fare
rientrare Dio nella famiglia e nello stato e per fare amare la
Chiesa. La forza del regolamento di tale associazione,
a cui Maria aderì con tutto il cuore e tutta la volontà,
permisero al fuoco interiore e allapostolato di indirizzarsi
verso la perfezione.
Tra il 1860 e il 1872 Maria
Mazzarello dopo un cammino di unificazione e di personalizzazione
di fede, visse un periodo di crisi didentità che
sfociò in una nuova e rinnovata conversione segno e desiderio
di cercare con tutta se stessa la santità anche a costo
di rinunce sofferte.
La crisi chiede sempre un cambiamento e se è autentica
sfocia in una decisione.
Fu così anche per Maria Domenica.
La malattia del tifo, contratta nel 1860, dopo aver prestato
assistenza ad un parente infetto, fu per lei occasione per vivere
in prima persona lesperienza della fragilità fisica,
psicologica e spirituale. Fu il tempo dellincertezza, della
paura e di una forte insicurezza che la portarono a scegliere
di ricostruirsi totalmente come persona nuova.
Dio scelse la via della povertà,
la via della spoliazione da ogni certezza e da ogni progetto
puramente umano per indicarle la strada del totale e fiducioso
abbandono alla Sua volontà.
Non fu unesperienza razionale e puramente intellettuale,
ma un incontro col Dio della vita, non fu semplice accettazione
di una volontà, ma dialogo vissuto e sofferto tra due
libertà.
Lindicazione più importante della volontà
di Dio la ricevette nella primavera del 1861 sulla collinetta
di Borgoalto, durante una passeggiata nel periodo della convalescenza:
Maria ebbe la visione di un caseggiato, simile ad un collegio
pieno di giovinette e sentì una voce che diceva: A
te le affido. Fu il segno che Dio le diede come indirizzo
di vita nuova e come missione da portare a termine.
Spossata fisicamente dalla malattia, Maria, non più in
grado di continuare la vita dei campi, si diede in tutto e per
tutto alleducazione delle ragazze di Mornese. Lapertura
di un laboratorio di cucito con lamica Petronilla, fu loccasione
per radunare le giovani del paese, prendersi cura delle orfane
condividendo con loro anche momenti di festa e di preghiera.
Maria Domenica più che maestra dago si rivelò splendida
formatrice di anime giovanili e il suo lavoro diventò
per le ragazze strumento e occasione per guidarle alla virtù.
Lincontro
di due santi: Don Bosco e Maria Mazzarello
Lincontro con don Bosco
nel 1864 invitato a Mornese da don Pestarino, confermò
la rettitudine del suo cammino.
Don Bosco profondamente colpito dalla spiritualità del
gruppo delle Figlie dellImmacolata, vide nella giovane
colei che Dio aveva indicato per estendere lopera di salvezza
della gioventù. Pur non essendosi mai incontrati prima,
si verificò nellincontro tra i due santi una straordinaria
vicinanza di azione e spirito, come se don Bosco e Maria Mazzarello
avessero da sempre condiviso gli stessi ideali, sogni,
speranze e lo stesso stile educativo.
Egli guardò con grande
interesse ai progetti del piccolo gruppo e gradualmente si delinearono
i tratti dellIstituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
A don Pestarino, direttore delle Figlie dellImmacolata
fu dato lincarico di scegliere nel gruppo le ragazze chiamate
a condividere una vita comune, ponendo così le fondamenta
dellIstituto destinato a promuovere oratori e collegi per
la gioventù secondo lo spirito della Congregazione Salesiana.
Fu così che il 5 agosto 1872 Sr. Maria Domenica Mazzarello
insieme ad altre quindici ragazze, con la sua prima professione
religiosa aderì al progetto che Dio da sempre aveva sognato
per lei, inaugurando insieme a don Bosco una via di santificazione
improntata su un forte realismo e una sapiente concretezza di
vita.
Diede così vita ad un
metodo educativo fatto di poche ma appropriate parole, teso a
individuare le forti motivazioni che danno sapore allesistenza
e che riempiono di senso le scelte quotidiane attraverso la pedagogia
dei piccoli, autentici e sinceri gesti.
Il progetto di don Bosco di realizzare un collegio per i soli
ragazzi fu sostenuto e realizzato con entusiasmo e disponibilità
dagli abitanti di Mornese. Ma la decisione improvvisa di don
Bosco di destinare la nuova struttura alle giovani del paese,
portò numerosi malumori ed una difficile convivenza tra
i mornesini e le Figlie di Maria Ausiliatrice.
Nonostante questa spiacevole situazione le neo-professe avviarono
la loro vita di comunità allinsegna della serenità,
incarnata in prima persona da sr. Maria Domenica, eletta loro
superiora.
I periodi di difficoltà non mancarono senza però
portar via la serenità e la gioia provenienti da un fiducioso
abbandono nel Signore.
La povertà bussava più
insistente alla porta del collegio ma la totale fiducia di Sr.
Maria nella Provvidenza riuscì a non far perdere le speranze.
Le mamme di Mornese per paura di perdere le proprie figlie ritennero
inopportuno mandarle al laboratorio. Diminuì per un certo
periodo il numero delle alunne. In seguito però da Torino
e da altre località arrivarono nuove postulanti ed educande.
La comunità in aumento determinò lapertura
di nuove case in tutto il Piemonte e lIstituto si diffuse
in molte parti dItalia.
Nel 1878 si aprì la casa di Nizza Monferrato (AT) divenuta
poi sede dellIstituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Fu in questa casa che il 14
Maggio del 1881 Madre Mazzarello, dopo una vita vissuta sulla
scia del Magnificat di Maria, lasciò la casa terrena per
raggiungere leternità.
Alla morte di Santa Maria Domenica Mazzarello lIstituto
delle Figlie di Maria Ausiliatrice aveva solo 9 anni di storia:
si era già diffuso in quattro nazioni (Italia, Francia,
Uruguay, Argentina), con 26 case e 200 membri tra religiose,
professe e novizie.
Oggi a poco più di 100 anni dalla sua morte, lIstituto
è cresciuto in tutti i continenti: le suore professe sono
circa 17.000. Coniugando lattenzione ai giovani e alla
loro educazione, con levoluzione della cultura e i luoghi
concreti in cui si costruisce il sistema di valori di una società,
le Figlie di Maria Ausiliatrice cercano, in modo sempre più
autentico di incarnare oggi la spiritualità inaugurata
da don Bosco e Madre Mazzarello.
Silvia Testa - Elena
Raimondi - Viviana
Aglì
Postulanti FMA Nord Italia di Torino-Valdocco
Madre Mazzarello e Maria Ausiliatrice
Verso
la fine di aprile di quel 1875, allinizio del mese di Maria
Ausiliatrice, ci fu una grossa novità al collegio. Don
Costamagna aveva preparato la comunità allarrivo
di una statua di Maria Ausiliatrice che, in qualche modo, doveva
evocare leffigie dellAusiliatrice di Torino, la Madonna
di Don Bosco.
La Madre stimola a preparare una celebrazione piena di significato.
Avete pronta la chiave del vostro cuore? chiede
alle suore e alle ragazze . Bene, io presenterò
alla Madonna le chiavi della casa perché Maria Ausiliatrice
ne sia la padrona assoluta, ma tutte in quel momento offriamole
le chiavi del cuore: che lei possa prenderlo e darlo al Signore.
Così avviene. Una piccola, umile Madre è lì,
ai piedi della Sovrana del Cielo che è serva del Signore:
Ecco la nostra Superiora afferma con gioia
la superiora della nostra comunità.
IMMAGINI:
1 S. Maria
Mazzarello - Tempio di Don Bosco, Chiesa Inferiore - Colledonbosco
- Asti /
2 Incontro tra don Bosco e Madre
Maria Mazzarello - Collegio - Mornese (AL).
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2000-5
VISITA Nr.