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Maggio: S. Giuliana di Norwich (1342 circa-1430)
Mistica inglese, non
dichiarata santa ufficialmente....
LA NOSTRA TENERISSIMA
MADRE GESU'
«Questa è
una rivelazione damore che Gesù Cristo, nostra felicità
eterna, mi ha fatto in sedici visioni (c. 1*).
Questa rivelazione fu fatta ad una creatura semplice e illetterata
mentre ancora viveva nella sua carne mortale, nellanno
di nostro Signore 1373, il (venerdì) 13 di maggio (c.
2)...
Io
non sono buona a motivo della visione, ma solo se amo meglio
Dio, e nella misura in cui voi amate meglio Dio, essa vale più
per voi che per me... lo dico per voi che siete semplici, perché
ne ricaviate sollievo e conforto: tutti noi infatti siamo uno
nellamore, e veramente non mi fu rivelato che Dio mi ama
di più della più piccola anima che vive in grazia
di Dio. Poiché sono sicura che ci sono molti che non hanno
mai avuto né visioni né rivelazioni oltre il comune
insegnamento della santa Chiesa e che pure amano Dio più
di quanto non faccia io.
Se guardo a
me stessa singolarmente io non sono proprio niente; ma se mi
considero in generale, sono, io spero, in unione di carità
con tutti i miei fratelli cristiani. E in questa unità
sta la vita di tutti gli uomini che saranno salvati. Perché,
per quanto vedo, Dio è tutto ciò che è buono;
e Dio ha fatto tutto ciò che è creato, e Dio ama
tutto ciò che ha creato. E colui che ama tutti per Dio
ama tutto ciò che esiste. Perché nellumanità
che sarà salvata è compreso tutto, voglio dire
tutto ciò che è creato e il creatore di tutto,
perché nelluomo cè Dio, e in Dio cè
tutto. E chi ama così ama tutto. E io spero, per la grazia
di Dio, che chi vede le cose in questo modo sarà ammaestrato
nella verità e riceverà una grande consolazione,
se ne ha bisogno (c. 9).
Questa creatura desiderava
ottenere dalla grazia di Dio tre doni: il primo era la memoria
della passione, il secondo era una malattia fisica, il terzo
era di avere da Dio tre ferite... Desideravo... provare in me
le sofferenze della passione di Cristo, ma desideravo con la
grazia di Dio di farne unesperienza ancor più profonda.
Avrei voluto essere realmente presente con la Maddalena e con
gli altri amici di Cristo per riuscire a vedere con i miei occhi
la passione che nostro Signore Gesù Cristo soffriva per
me, e così poter soffrire con lui, come fu dato a quelli
che lo amavano e gli erano accanto. Per questo desideravo una
visione corporea in cui avrei potuto avere
una conoscenza maggiore delle pene fisiche del nostro Salvatore...
(c. 2).
La Trinità
è la nostra gioia
Quando avevo trentanni
e mezzo Dio mi mandò una malattia fisica che durò
tre giorni e tre notti: la quarta notte ricevetti tutti i riti
della santa Chiesa, e pensavo che non sarei riuscita a sopravvivere
fino allalba... E però mi dispiaceva morire, non
perché ci fosse qualcosa sulla terra per cui mi sarebbe
piaciuto vivere, né perché mi spaventassero il
dolore e la sofferenza: per questo confidavo nella misericordia
di Dio. La ragione era che avrei voluto vivere per amare Dio
meglio e più a lungo, e così guadagnarmi una maggiore
conoscenza e un più grande amore per Dio nella gioia del
cielo... (c. 3).
Nella prima rivelazione vidi
il sangue rosso di Cristo scorrere giù dalla corona, caldo
e gorgogliante, abbondante e vivo... Ero assolutamente convinta
che proprio lui, Dio e uomo, che aveva sofferto per me, era la
medesima persona che mi si rivelava in quel momento, senza intermediario
alcuno. E nella stessa visione la Trinità riempì
immediatamente il mio cuore di una grande gioia, e capii che
così doveva essere nella vita senza fine del cielo per
quelli che ci arrivano. Perché la Trinità è
Dio, Dio è la Trinità. La Trinità è
il nostro creatore, la Trinità è il nostro custode,
la Trinità è il nostro amore eterno, la Trinità
è la nostra gioia e felicità infinita, per il nostro
Signore Gesù Cristo e nel nostro Signore Gesù Cristo
(c. 4)... Questa visione era viva e reale, e orribile e paurosa,
e dolce e amabile, e di tutta la visione che io vidi ciò
che mi diede maggior conforto fu che il nostro buon Signore,
che è così alto da ispirare timore e paura, si
mostrasse così familiare e cortese, e questo soprattutto
riempì la mia anima di gioia e di sicurezza...
Ed è
quanto il nostro Signore Gesù fa con noi, perché
secondo me la gioia più grande sta proprio nel suo essere
altissimo, onnipotente, nobilissimo e degno di ogni onore, e
insieme umilissimo, dolcissimo, familiare e cortese oltre ogni
misura. Ed egli ci rivelerà questa meravigliosa gioia
in modo vero e reale quando lo vedremo. E il nostro buon Signore
vuole che queste cose siano per noi oggetto di fede e di fiducia,
fonte di gioia e di letizia, e ci siano di conforto e di sollievo,
per quanto ci è possibile, con laiuto della sua
grazia, fino al giorno in cui lo vedremo come egli è (c.
7)...
Nella quattordicesima visione
compresi come Gesù è la nostra vera Madre nella
natura per la nostra prima creazione, ed è nostra vera
Madre nella grazia per avere assunto la nostra natura creata.
Tutte le belle funzioni e tutti gli uffici dolci e gentili della
preziosa maternità sono propri della seconda Persona...
(c. 59). Sappiamo che le nostre madri ci generano al dolore e
alla morte. Ah, cosa è mai questo? La nostra vera Madre,
Gesù, lui solo ci genera alla gioia e alla vita eterna,
sia benedetto!... Per questo è per lui un dovere il nutrirci,
perché il suo prezioso amore della maternità lo
ha fatto debitore verso di noi. Una madre può dare al
bambino il suo latte da succhiare, ma la nostra carissima Madre
Gesù è in grado di nutrirci con se stesso, e lo
fa, con grande cortesia e tenerezza, mediante il sacramento beato
che è il cibo prezioso per la vera vita... (c. 60).
Desideri
vedere mia Madre?
Nellundicesima rivelazione
il nostro buon Signore... mi rammentò dove stava
la Madonna nel momento della sua passione. Desideri vederla?. E in questa dolce parola è
come se avesse detto: Io so bene che tu desideri vedere
la mia Madre beata, poiché dopo di me lei è la
gioia più alta che io possa mostrarti, il gaudio e lonore
più grande, ciò che tutte le mie beate creature
desiderano maggiormente vedere (c. 25)...
Nellottava
rivelazione invece io vidi parte della compassione della Madonna,
Maria Santissima: poiché Cristo e lei erano così
uniti nellamore, che la grandezza del suo amore fu la causa
della grandezza del suo dolore... Poiché quanto più
alto, più forte, più dolce è lamore,
tanto più grande è il dolore di chi vede soffrire
il corpo dellamato... Qui io vidi una grande unità
tra Cristo e noi, secondo quanto comprendo: poiché quando
egli era nel dolore, noi eravamo nel dolore, e tutte le creature
che sono in grado di soffrire dolore soffrivano con lui. Questo
significa che tutte le creature che Dio ha fatto per il nostro
uso, il firmamento e la terra, vennero meno secondo la loro natura
per il dolore causato dalla morte di Cristo, perché appartiene
alla loro natura conoscerlo come loro Signore... (c. 17).
Così la Madonna è
nostra Madre; in lei siamo tutti racchiusi e nasciamo da lei
in Cristo, poiché lei, che è la madre del nostro
Salvatore, è la madre di tutti quelli che sono salvati
nel nostro Salvatore; e il nostro Salvatore è la nostra
vera madre, e in lui siamo continuamente generati, e non ci separeremo
mai da lui... (c. 57).
Nostro Signore mi fece anche una rivelazione sulla preghiera,
e in essa vidi due condizioni rispondenti allintenzione
del Signore: una è che lintenzione sia retta, laltra
è che la nostra fiducia sia sicura... La preghiera è
una sincera, gratuita e costante volontà dellanima,
unita e legata alla volontà di nostro Signore mediante
la dolce e misteriosa operazione dello Spirito Santo... (c. 41).
Ma talvolta pensiamo di avere pregato per molto tempo senza ricevere
quello che abbiamo chiesto. Questo però non dovrebbe deprimerci,
poiché sono sicura che nelle intenzioni di Dio ciò
significa che, o dobbiamo attendere un tempo migliore, o una
grazia più grande, o un dono più bello...
(c. 42).
E imparai
che nostro Signore è amore
E Dio mi rivelò che
il peccato è il flagello più crudele con cui possa
essere colpita ogni anima eletta, e questa sferza colpisce uomini
e donne, e abbatte luomo, e lo rende spregevole ai suoi
stessi occhi... Con il massimo amore il nostro buon Signore ci
custodisce quando ci sembra di essere quasi abbandonati e respinti
a causa del nostro peccato e quando noi vediamo di avere meritato
questo abbandono... Poiché il nostro cortese Signore non
vuole che i suoi servi si disperino, sia che cadano spesso in
peccato, sia che le loro cadute siano gravi: il nostro cadere
in peccato, infatti, non gli impedì di amarci. La pace
e lamore sono sempre in noi, in noi vivono e operano, noi
però non siamo sempre nella pace e nellamore. Ma
egli ci vuole attenti al fatto che è lui il fondamento
di tutta quanta la nostra vita, nellamore, e inoltre è
il nostro eterno custode... (c. 39).
Vidi poi tre specie di desideri in Dio e tutti e tre hanno il
medesimo fine... Il primo è il desiderio di insegnarci
a conoscerlo e ad amarlo sempre di più, e questo è
conveniente e utile per noi. Il secondo è il desiderio
di vederci nella felicità come sono le anime quando in
cielo sono libere dal dolore. Il terzo è il desiderio
di riempirci di felicità, e questo si realizza nellultimo
giorno con una pienezza che durerà per sempre... (c. 75).
Nellultima
visione mi meravigliai altamente, perché nonostante la
nostra vita da poco e la nostra cecità quaggiù,
il nostro cortese Signore instancabilmente ci guarda... nel medesimo
amore egli ci custodisce... E perciò quando ci sarà
il Giudizio e noi saremo portati lassù, potremo vedere
chiaramente tutti i misteri che ora ci sono nascosti. E allora
nessuno di noi sarà spinto a dire: Signore, se fosse
stato così, sarebbe stato meglio. Ma tutti diremo
ad una sola voce: Signore, sii benedetto, perché
le cose stanno così e vanno bene; e ora vediamo nella
verità che ogni cosa è stata fatta secondo quanto
tu avevi stabilito prima che fosse fatta... (c. 85).
Dal primo momento in cui ebbi
queste rivelazioni, spesso desiderai sapere che cosa intendesse
nostro Signore. Più di quindici anni dopo mi fu data in
risposta una comprensione spirituale... E così imparai
che nostro Signore significa amore. Ed io vidi con assoluta sicurezza
in questa visione e in tutto il resto che Dio prima ancora di
crearci ci ha amati, di un amore che non è mai venuto
meno, né mai svanirà. E in questo amore egli ha
fatto tutte le sue opere, e in questo amore egli ha fatto in
modo che tutte le cose risultino utili per noi, e in questo amore
la nostra vita dura per sempre. Nella nostra creazione abbiamo
avuto un inizio, ma lamore nel quale ci ha creati era in
lui da sempre, senza principio. In questo amore noi abbiamo il
nostro principio, e tutto questo noi lo vedremo in Dio, senza
fine. Siano rese grazie a Dio (c. 86)».
Da
" Le
Rivelazioni del Divino Amore"
* I numeri si riferiscono ai capitoli dellopera
di Giuliana "Le Rivelazioni del Divino Amore", da cui
provengono le citazioni.
CHI
E' GIULIANA DI NORWICH?
Di quella che recentemente
è stata definita dalla critica come la donna teologa
più importante della tradizione cristiana non
si sa molto almeno per quanto riguarda le fonti storiche. È
una mistica inglese vissuta nella città di Norwich, a
nord est di Londra, autrice del Libro delle Rivelazioni, che
è considerato una pietra miliare della spiritualità
non solo inglese ma universale e anche una importante opera che
figura nella storia della incipiente letteratura inglese. Si
sa con certezza che è vissuta dal 1342 fino al 1430 circa,
che prima di diventare una Anchoress o reclusa
si chiamava Katherine. Secondo lautore canadese, Ralph
Milton, studioso di medioevo e di mistica medievale in Julians
Cell (La cella di Giuliana), Katherine si era sposata giovanissima
e aveva avuto due figli.
Poi unimmane tragedia
(la peste dei piccoli) le portò via i due
bambini ancora in tenera età ed il marito. È solo
unipotesi questa ma plausibile visto il grande risalto
dato a Dio e a Cristo come nostra Madre, e al continuo riferimento
alluomo singolo e allumanità intera come fosse
un bambino bisognoso di affetto e di sicurezza nelle braccia
della propria Madre, Dio. Forse Katherine ha scritto e descritto
così il proprio rapporto con Dio, attingendo alla propria
esperienza di madre terrena.
Dopo la morte dei suoi cari,
annichilita dal dolore, cadde in una lunga e profonda crisi spirituale.
Rifugiatasi quindi nellabbazia benedettina di Carrow, continuò
la propria ricerca di fede, nella meditazione e nella preghiera,
e qui quasi da autodidatta apprese a leggere e scrivere in inglese
e imparò anche il latino (ma non sembra che sia diventata
monaca benedettina). Lesse i Padri della Chiesa, in particolare
SantAgostino, San Bernardo, forse anche i mistici tedeschi.
Il travaglio
spirituale culminò, alletà di trentanni
il 13 maggio 1373 (un venerdì, giorno del ricordo della
Passione del Cristo), con una gravissima malattia durante la
quale ebbe una serie di impressionanti visioni di Cristo durante
la Passione. Dopo la sorprendente guarigione iniziò la
vita da reclusa in una cella costruita a fianco del
Santuario di San Giuliano a Norwich (da questo momento diventa
Giuliana). Reclusa dentro quattro ristrette mura e segregata
dal mondo per lei non significava vivere estranea alle sue vicende
lieti e tristi. Non si era seduta ai bordi del fiume della storia
intenta a guardare, con cuore impassibile, lo scorrere dellimmenso
dolore umano. No, non fu così. La città di Norwich
e la Chiesa intera erano nel suo cuore.
E ben presto la gente semplice
intuì il grande significato della presenza di quella donna
apparentemente ritiratasi dalle lotte quotidiane della vita.
A lei infatti accorreranno per ricevere conforto, per chiedere
preghiere, per avere consiglio o solo per il desiderio di vederla.
Madre Giuliana, come veniva chiamata, era diventata così
un punto di riferimento per tutta la città e oltre. Nel
silenzio, nella preghiera e nel raccoglimento (aiutata solo dalla
domestica Alice) rielaborò le visioni avute e scrisse
il capolavoro Le
Rivelazioni del Divino Amore.
Un libro questo, dopo tanto
oblio, tornato alla ribalta teologica, non solo perché
scritto da una donna ma anche per la grande intuizione ampiamente
descritta di Cristo come nostra Madre tenerissima e carissima.
In verità lidea era già presente nella spiritualità
cristiana medievale (A. Cabassut), ma è proprio lei a
darle di nuovo grande risalto, allinterno del dibattito
sulla maternità di Dio e della necessità di un
linguaggio teologico nuovo. Che le donne debbano far sentire
la loro voce nel concerto di chi parla di Dio è unesigenza
sempre più sentita. Giuliana può dare forza a queste
voci e aiutare ad aprire una strada, sia per quel che dice sia
per il tono con cui lo dice... Il suo contributo porta ad una
visione di Dio più ricca ed equilibrata, più piena
e quindi, più attraente. E non è poco (Domenico
Pezzini). Una visione di Dio quindi anche al femminile
(dopo tanta teologia al maschile) visto che Lui è
per noi, sempre e insieme, Padre e Madre. Ce nera bisogno.
(Mario
Scudu SDB)****
«Giuliana era una donna
che aveva le antenne, percepì il travaglio dei tempi nuovi
e pensò allumanità, di tutti e di ciascuno,
come a una creatura che ha bisogno di essere presa in braccio,
tenuta stretta, rassicurata. La sua dottrina (esposta nel libro
Rivelazioni) è nota come teologia della maternità
di Dio e viene considerato un modello di teologia femminista...
Nella teologia
di Giuliana la relazione materna è lallegoria del
mistero divino, ciò che lo rende pensabile e praticabile
in questo mondo, senza però esaurirlo; per lei la maternità
allegorica di Dio è vera e reale, comè vera
e reale ogni maternità e, prima di tutte, quella di Maria
di Nazareth.
Sì, perché Dio
che ci era madre in quanto creatore, lei spiega, volle diventare
la nostra madre in tutto, anche per quella parte sensuale
cioè il nostro essere vivente, carne sensibile
che si perde e si disperde, esponendoci alla sofferenza
e alla disperazione...» (Luisa Muraro, in Il Dio delle
donne, 2003, pp. 77-79).
Per
la sua misteriosa divinità Dio è Padre.
Ma
la tenerezza (sympathès) che ha per noi lo fa diventare
Madre. Amando, il Padre diventa femminile. (Clemente di Alessandria)
IMMAGINI:
1 Interno della Chiesa di San Giuliano
a Norwich
2 Entrata alla cella di Madre Giuliana, nella Chiesa
di San Giuliano a Norwich.
3 Finestra della Cattedrale di Norwich,
All Hallows, Ditchingham
4 La finestra della cella. Le parole
All
shall be well (Tutto
sarà bene)
dette dal Cristo a Giuliana, vogliono manifestare linfinito
amore di Dio per noi, al di là di ogni male e di ogni
peccato.
5 Sulla base della statua le parole significano:
Ecco
come ti ho amato e sulla lapide: Qui è vissuta Madre Giuliana
Reclusa di Norwich (1342 circa - 1430). Tu mi basti.
6 Statua di Madre Giuliana
di David Holgate, Cattedrale di Norwich.
*** Questo e altri 120
santi e sante sono nel volume di :
MARIO SCUDU, Anche Dio ha i suoi campioni, Editrice Elledici,
Torino
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE
2005-5
VISITA Nr.