SAN DOMENICO SAVIO (1842-1857)
UN CAPITANO A 15 ANNI (a 160 dalla nascita)
Qualcuno
ha affermato che è un santino latte e miele
e ha pensato di non parlarne più ai ragazzi doggi.
Eppure, a guardarlo bene, appare un piccolo eroe, un elegante
e distinto giovane della santità. È nato a Riva
di Chieri (TO) il 2 aprile 1842, dove il padre Carlo con la mamma
Brigida, si è trasferito da Murialdo di Castelnuovo dAsti,
per guadagnarsi il pane con la sua piccola officina di fabbro.
Il cuore
a Gesù solo
Quando il bimbo
non conta che due anni, i Savio tornano a Murialdo, continuando
il loro lavoro. Domenico è un marmocchio di pochi anni
e quando il papà ritorna stanco alla sera, Domenico lattende
per dirgli: Sei stanco papà? Io sono buono a poco,
ma prego il buon Dio per te. La mamma lo porta alla Messa
tutte le domeniche. Gli altri bambini, mentre aspettano il prete,
fanno schiamazzi. Lui si inginocchia per terra e prega. Quando
a casa viene un tale che si mette a mangiare senza neppure fare
il segno di Croce, Domenico si rifiuta di venire a tavola, perché
non posso mangiare con uno che divora tutto come le bestie.
A sette anni è ammesso alla prima Comunione, cosa rarissima
ai suoi tempi. Con il cuore in festa fissa quattro propositi
come quattro rampe da atleta
per salire alle vette di Dio, da rocciatore di sesto grado:
Mi
confesserò e comunicherò sovente;
voglio
santificare le feste;
i miei amici saranno Gesù
e Maria;
la morte ma non peccati.
Gesù
dunque è per lui lamico, lAmico per eccellenza,
lAmico che gli riscalda il cuore, lo innamora, lo spinge
al sacrificio, fino alla morte se Lui lo vuole. È come
dire: Quanto ho di più caro al mondo è Gesù
Cristo. Il suo cuore e la sua vita, Domenico li dona a
Gesù solo. Va a scuola a costo di fatica: una quindicina
di chilometri ogni giorno, a piedi, per strade insicure. Gli
domandano se non ha paura. Risponde: Macché paura!
Io non sono solo. Ho lAngelo custode che mi accompagna.
Una mattina dinverno a scuola, mentre si attende il maestro
(un buon prete di nome Don Cugliero), i compagni riempiono la
stufa di sassi e di neve. Al maestro irato, i ragazzini dicono:
È stato Domenico. Lui non si scolpa e il maestro
lo punisce severamente, mentre gli altri sghignazzano. Allindomani
però, la verità si viene a sapere e linsegnante
gli domanda: Perché non mi hai detto che eri innocente?.
Risponde Domenico: Quel tale, già colpevole di altre
mancanze, sarebbe stato cacciato da scuola. Io pensavo di essere
perdonato. E poi pensavo a Gesù... anche Lui è
stato castigato ingiustamente....
Alla scuola
di Don Bosco
Don Cugliero
presenta questo ragazzo al suo amico, Don Bosco. Il 12 ottobre
1854, papà Carlo accompagna Domenico nellaia della
casa dei Becchi, dove Don Bosco è venuto con i suoi ragazzi.
Il santo educatore lo trova intelligente, carico di doti, e se
lo porta a Torino, alloratorio di Valdocco. Nellufficio
di Don Bosco cè una scritta in latino che dice:
Dammi le anime, Signore, e prenditi il resto. Domenico
legge, comprende e commenta: Qui si fa commercio non di
denaro, ma di anime. Qualche giorno dopo, Don Bosco durante
una buona notte dice ai suoi ragazzi: È volontà
di Dio che ci facciamo santi. Dio ci prepara un grande premio
in cielo se ci facciamo santi. Domenico avvicina Don Bosco
a quattrocchi e gli domanda: Come devo fare?.
Don Bosco gli risponde: Servi il Signore nella gioia.
Da quel giorno, Domenico diventa lintimo amico di Gesù.
Ogni otto giorni la Confessione, tutti i giorni la Messa con
la Comunione. Con la gioia nel cuore, mosso dallo spirito di
sacrificio che il Crocifisso gli ispira, si butta nei comuni
doveri della vita, compiendoli con perfezione e amore di Dio
per conquistare i suoi compagni a Gesù, tanto nella scuola,
come nel gioco.
Anche se ancora ragazzo, sente il bisogno di fare apostolato,
di annunciare Gesù in mezzo ai compagni e le occasioni
non gli mancano. Tra i ragazzi di Valdocco cè uno
che ha portato giornali osceni: Domenico glieli fa a pezzi, anche
se rischia di prendersele. Alla porta dellOratorio, cè
un protestante che viene a fare propaganda: lui lo manda via
e allontana i compagni che lo ascoltano. Sulla strada cè
un carrettiere che bestemmia: lui lo richiama dolcemente a cambiar
modo di parlare. Passa un sacerdote che porta lEucaristia
a un moribondo: Domenico si inginocchia nel fango della strada
e fa inginocchiare anche un ufficiale impettito nella sua divisa,
stendendogli il suo fazzoletto per terra. Due compagni fanno
a sassate fino a spaccarsi la testa: lui, in nome del Crocifisso,
fa da paciere, rischiando di avere la testa rotta al loro posto.
Nelle vacanze a Mondonio, il paese dove i suoi si sono sistemati,
anima i giochi degli amici e insegna il Catechismo. Autorevole
per bontà e letizia, tutti lo ascoltano e ne sono interiormente
cambiati. AllOratorio di Don Bosco, brucia di passione
per essere simile a Gesù Crocifisso: tra le lenzuola nasconde
alcuni sassolini per fare penitenza per la conversione dei ragazzi
lontani da Dio. Una mattina di gennaio, Don Bosco lo trova tutto
intirizzito con una sola coperta. Perché
spiega Domenico Gesù sulla Croce era più
povero di me.
Dopo che Pio IX ha proclamato il dogma dellImmacolata Concezione
di Maria (8 dicembre 1854), Domenico Savio vuole fare qualcosa
di grande per la Madonna. Raduna i suoi amici migliori e dice:
Uniamoci, fondiamo una compagnia per aiutare Don Bosco
a salvare molte anime. La Confessione e la Comunione frequenti,
la preghiera e listruzione religiosa, limpegno tenace
per portare a Dio i compagni più difficili, sono i cardini
della ormai nata Compagnia dellImmacolata. Don Bosco è
la sua guida in tutto, ma qualche volta è Domenico che
guida Don Bosco in opere straordinarie di bene.
Promosso
sul campo
Allinizio
del 1857, Domenico è diventato assai fragile. Rientra
nella sua casetta a Mondonio e sa che Gesù lo chiama allincontro
definitivo con Lui. Si prepara festante. Saluta il papà
e la mamma. La sera del 9 marzo, mentre il papà gli legge
la preghiera della buona morte, Domenico si colora in volto e
con voce vivace dice: Addio, caro papà... Oh che
bella cosa io vedo mai.... È la Madonna che viene
a prenderlo per introdurlo nella vita che non muore. Lo dirà
lui stesso in sogno a Don Bosco: È stata Maria Santissima
la mia più grande consolazione in vita e in morte. Lo
dica ai suoi figli che non dimentichino mai di pregarla.
La fama di santità di Domenico dilagò in tutta
la Chiesa e nel mondo intero. Vennero i miracoli a confermare
la sua santità. E il 12 giugno 1954, nella Basilica di
San Pietro a Roma, il papa Pio XII lo proclamò santo davanti
a migliaia di giovani. Poi il grande Pontefice si inginocchiò
davanti a quel ragazzo, per rendergli venerazione e invocarne
lintercessione per tutta la Chiesa.
Come aveva già iniziato nella sua breve esistenza, San
Domenico Savio sarà un trascinatore di altri ragazzi a
Gesù su tutte le vie della terra. Un capitano di 15 anni,
promosso sul campo di battaglia più sublime, quello della
santità. Tuttaltro che un santino latte e miele,
ma un vero atleta, un principe di Dio.
Paolo Risso
IMMAGINE :
Caffaro Rore (1910-2001)
: San Domenico Savio, Basilica di Maria Ausiliatrice, Torino-Valdocco
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE
2002-9
VISITA Nr.