5 GIUGNO: SAN BONIFACIO, martire :
UN INGLESE

"APOSTOLO DELLA GERMANIA"

Nei mesi precedenti la nascita dell’Euro, (2 maggio 1998) si era ripetutamente insistito che quello storico passo (la Moneta Unica) avrebbe grandemente contribuito a creare un’Europa più unita. C’era un po’ di esagerazione: come se bastasse una moneta uguale per tutti per dare una comune identità politica agli europei. Si sono dimenticati tanti altri valori condivisi dagli abitanti del nostro continente. Tra questi la fede cristiana: prima ancora che dalla moneta unica gli europei sono stati e sono ancora uniti dalla fede nell’unico Cristo.

È interessante notare che la evangelizzazione dell’Europa non fu monopolio di un unico popolo, diventato guida unica per tutti gli altri. I popoli europei sono stati contemporaneamente evangelizzatori ed evangelizzati. Tutti, in vario grado, hanno aiutato gli altri a conoscere Cristo, e sono stati aiutati dagli altri. Questo lo dobbiamo ad un grande numero di uomini e donne che hanno lasciato la propria patria per andare “per amore di Cristo” in altre parti d’Europa. Non tutti sanno che l’evangelizzazione dell’Inghilterra fu intrapresa da un gruppo di monaci provenienti dall’Italia, guidati da Agostino (la liturgia lo ricorda come Sant’Agostino di Canterbury). San Colombano (secolo VII) era un ardente Irlandese che aveva lasciato la sua verde isola per predicare il vangelo in tutta Europa, fondando varie abbazie. Morì a Bobbio (presso Piacenza), in una di queste. Ma la stessa Irlanda era già stata evangelizzata alcuni secoli prima (sec. V) da San Patrizio, proveniente dall’Inghilterra.

Ricordiamo un altro santo: Sant’Anselmo, un grande teologo, diventò vescovo di Canterbury nell’Inghilterra meridionale. In realtà era originario della Valle d’Aosta. Sant’Antonio di Padova, proveniva da Lisbona; San Domenico invece proveniva dalla Spagna e parte della sua attività la svolse nel sud della Francia. Curiosa poi la storia di San Bruno: tedesco di Colonia fondò la Chartreuse in Francia (Certosini), venne chiamato da Urbano II a Roma, dove costruì un monastero. Infine puntò verso sud, e precisamente verso la Calabria. Qui costruì una certosa, dove poi morirà e verrà sepolto.
Maastricht. Chi non ricorda questo nome ed i suoi famosi parametri che tanto hanno fatto soffrire politici e non? Ha come protettore Sant’Amando di... Maastricht, appunto (sec. VII).

Di origine gallo-romana, nacque nel sud della Francia, andò a predicare il Vangelo prima tra i popoli della Frisia (Olanda e nord Germania) “famosi per la loro ferocia”. Gli andò male: non convertì nessuno. Si recò poi tra i Baschi. Secondo insuccesso apostolico. Il terzo tentativo lo fece con gli Sloveni. Ma anche qui le cose non gli andarono meglio. Finalmente ebbe successo tra le popolazioni del nord della Francia e del Belgio. Si conquistò così sul campo apostolico il titolo di “Apostolo delle Fiandre”.
Una velocissima carrellata di santi che hanno “fatto” l’Europa unita dal punto di vista cristiano. Sarebbe bene non dimenticarlo.

Tra questi santi “europei” un posto molto importante lo occupa San Bonifacio. Di lui ha scritto lo storico britannico Christopher Dawson: “Bonifacio ebbe sulla storia dell’Europa un’influenza superiore a quella di ogni altro inglese di qualsiasi epoca”. Shakespeare compreso. La chiesa celebra il 5 giugno la memoria di questo grande cittadino “europeo”. Vogliamo ricordarlo proprio nel mese delle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo (13 giugno).

“Pregate per me e mandatemi libri”

Winfrith nacque verso il 634 nel sud dell’Inghilterra, presso Exeter (dove c’è una bella cattedrale).
I suoi genitori accettarono che il piccolo, che mostrava oltre ad una buona intelligenza i segni di una vocazione precoce, si recasse nel monastero benedettino di Exeter, sotto la guida di Wulfhard. L’amore allo studio lo distinse da giovane e da meno giovane. Tutto quello che imparava era finalizzato alla comprensione della Sacra Scrittura. Per un po’ di tempo si dedicò all’insegnamento, componendo trattati di grammatica, indovinelli istruttivi e poesie. Questo amore alla cultura non lo abbandonerà mai. Anche quando era missionario in Germania scriveva ai suoi amici in patria chiedendo solo due cose: “Pregate per me e mandatemi libri”.

All’età di 30 anni diventò prete, e fu mandato a Canterbury a rappresentare il clero dell’Wessex. Qui era ancora viva la tradizione lasciata da Sant’Agostino e dai suoi monaci. La tradizione insulare e l’influenza romana marcarono profondamente la preparazione di Winfrith.
Come molti monaci irlandesi del tempo, anche Winfrith sognava di salvarsi l’anima con il “peregrinare per Cristo” attraverso l’Europa. Si imbarcò per il continente, direzione la Frisia. La regione era in piena rivolta. Non durò molto e se ne tornò in patria.

Dopo aver rifiutato l’elezione ad abate di Nursling, nel 718 fece un pellegrinaggio a Roma per pregare sulle tombe degli apostoli Pietro e Paolo. Questo richiamo era forte per gli Anglossassoni come Winfrith: non dimenticavano il ruolo avuto dal papato (S. Gregorio Magno) nell’evangelizzazione della loro isola. Gregorio II gli cambiò il nome in Bonifacio e lo incaricò ufficialmente della predicazione nei territori pagani della Germania. Dopo un tentativo, in verità non brillante, di predicazione nella Frisia, cominciò l’evangelizzazione del centro della Germania, dell’Assia e della Turingia. Qui Bonifacio ebbe grande successo. Le informazioni viaggiavano anche allora anche se meno velocemente di oggi. Gregorio II saputolo lo richiamò a Roma. Lo ordinò vescovo nel 722, ma senza legarlo a nessuna diocesi particolare (vedi finestra).

Continuò la cristianizzazione di quei territori. Famoso è rimasto l’episodio della quercia consacrata al dio Thor. Con un azione spettacolare Bonifacio ne iniziò l’abbattimento. I pagani presenti si aspettavano una qualche “vendetta del loro dio Thor” contro il sacrilego. Questa naturalmente non arrivò: si convinsero così che il loro dio non esisteva. Il legno della quercia fu usato per costruire una cappella dedicata a San Pietro. Bonifacio non era solo in questa opera di evangelizzazione. Chiamò dei suoi compatrioti, ma li scelse tra i più colti. Tra questi anche alcune donne. Una di queste era Lioba, sua parente, diventata poi badessa. Era una donna colta e santa. In una delle sue lettere a Bonifacio scriverà: “Fratello carissimo, vi chiedo con insistenza di essere protetta dallo scudo delle vostre preghiere contro le frecce avvelenate del nemico”. E dopo le preghiere gli chiedeva di correggere lo stile della lettera.

Nel 731 il nuovo papa Gregorio III insieme alle felicitazioni per il successo gli mandava il “pallium” dandogli così la dignità di arcivescovo. Bonifacio iniziò il suo lavoro apostolico nella Baviera. Organizzò quella chiesa, creando quattro vescovi. Fece altrettanto per la Germania centrale.
Lottò strenuamente per la riforma del clero, e per ristabilire l’autorità del vescovo. Questo lo fece al di qua e al di là del Reno. Dopo tanta fatica e per la delusione di non essere stato fatto vescovo di Colonia, perché i... “Franchi non mantennero le promesse”, Bonifacio voleva ritirarsi.

Nella Germania meridionale, a Fulda, con alcuni suoi amici costruì una chiesa ed un monastero. Chiese poi al papa l’esenzione dalla giurisdizione episcopale, cioè che fosse indipendente dal vescovo ma direttamente collegato alla Santa Sede. Un privilegio insomma per il suo monastero, che Bonifacio ottenne. Ma nonostante l’età e le fatiche già sostenute pensava ancora all’evangelizzazione dei pagani. Ritornò al nord, ancora nella Frisia. Questa regione rimaneva un suo vecchio sogno. Che gli costò la vita. Bonifacio infatti vi subì il martirio, il 5 giugno insieme ai suoi compagni.

Per suo desiderio il suo corpo fu portato a Fulda dove riposa tutt’oggi: per questo è diventato il centro religioso più importante della Germania. Per il grande afflusso di pellegrini, la basilica fu ingrandita, fino a diventare una delle più grandi chiese dell’Occidente. Ogni anno le più importanti assemblee dell’episcopato tedesco si tengono proprio a Fulda, presso la tomba di Bonifacio, l’inglese diventato “Apostolo della Germania”.
                                                                    
                          MARIO SCUDU SDB ***


*** Questo e altri 120 santi e sante sono presenti nel volume di :
           
MARIO SCUDU, Anche Dio ha i suoi campioni, Editrice Elledici, Torino

IMMAGINE: Martirio di san Bonifacio nel 754 nella Frisia (Germania).
RIVISTA AMRIA AUSILIATRICE 1999-6
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