S. Anna
(e Gioacchino, suo marito): i nonni di Gesù ***
Anna
e Gioacchino, nonni di Gesù
E' un vero spettacolo vedere i nonni
alle prese con i loro nipotini: davanti all'energia e vitalità
che si sprigiona da quelle piccole creature non trovano né
pace, né quiete. E' impossibile star fermi. La vita è
movimento, lo sappiamo. E i nipotini sono tutti maestri di fantasia
in movimento
Ma l'esperienza dei nonni li sostiene in questo
impari 'duello'; anche se la loro saggezza è messa alla prova
e le loro forze pure. Alla fine saranno certamente stanchi, ma contenti
della gioia comunicata loro dai nipotini e viceversa. Un magnifico
e bellissimo dare e ricevere tra generazioni così lontane
negli anni, ma così vicine affettivamente. E' la legge della
vita che si comunica da quella principiante dei bambini alla loro.
Sì, possiamo dire che in questi ultimi decenni tira un vento
favorevole di simpatia di lode e di apprezzamento verso i nonni
in generale. Si riconosce loro il merito di essere un validissimo
aiuto e sostegno per le giovani famiglie che spesso non hanno tutto
il tempo che vorrebbero da dedicare ai loro bambini. Questo aiuto
non di rado prende le connotazioni non solo psicologiche ma anche
finanziarie. Insomma i nonni sono molte volte un vero sostegno,
in tutti i sensi. E allora lode a Dio per tutti i nonni in attività,
nonostante tutto.
E Gesù? Ha avuto anche lui due bravi nonni, che, secondo
la tradizione, si chiamavano Anna e Gioacchino, i genitori appunto
della madre, Maria di Nazaret.
Dalla Bibbia: due Anna esemplari
Di certo non sappiamo molto di questi
nobilissimi nonni. Nei vangeli silenzio assoluto. In altri documenti
di storia nessuna traccia. Beh, diciamolo, un po' ci dispiace. Ma
dobbiamo accettare i fatti cercando di capirne il perché.
Del resto lo sappiamo: i protagonisti dei racconti dei Vangeli e
degli altri libri del Nuovo testamento erano totalmente presi e
afferrati dal mistero di vita, morte e resurrezione di Gesù,
Figlio di Dio e Figlio di Maria
che quasi non avevano tempo
e interesse per altre notizie e biografie di personaggi collaterali,
come appunto Anna e Gioacchino. Anche di Maria di Nazaret, la Madre
di Gesù, nei Vangeli non si dice molto
Anche dse qualcuno
dice che c'è l'essenziale per amarla in profondità.
Poche parole o interventi i suoi, ma molto significativi: ricordiamone
due solamente: quelli della Nozze di Cana, e ai piedi della Croce.
Di Giuseppe, lo sposo di Maria, il 'padre' di Gesù davanti
alla Legge, non si tramanda nessuna parola, solo azioni dettate
dalla sua ubbidienza alla volontà di Dio. Tutto molto edificante
e corroborante per la nostra vita spirituale. Ma, ahimè,
troppo poco per la nostra 'santa' curiosità. Ma è
così. Accettiamolo.
E' nel primo Libro di Samuele che si parla di Anna, sua madre. Una
storia bella e commovente. Soffriva moltissimo per la propria sterilità,
fatto che per una donna ebrea era gravissimo e vergognoso: significava
in un certo senso non essere benedetta da Dio, non trovare grazia
presso di lui. E Anna per avere un figlio pregò incessantemente
Dio
. promettendo, con voto, che l'avrebbe offerto a Dio stesso,
cioè l'avrebbe messo al servizio del Tempio. Abbiamo anche
sulle sue labbra una bellissima definizione di preghiera. Quando
il sacerdote del tempio di Silo la vide in preghiera e muovere le
labbra
credette, molto erroneamente, che si trattasse di una
donna in stato di
ubriachezza. E la sgridò. E Anna
gli rispose: "No, mio signore, io sono una donna affranta,
e non ho bevuto né vino né altra bevanda inebriante,
ma sto solo sfogando il mio cuore davanti al Signore". Bellissima
definizione di preghiera: sfogare il proprio cuore davanti al Signore.
Allora il sacerdote Eli le rispose: "Va in pace, e il Dio d'Israele
ti conceda quanto gli hai chiesto" (1 Sam 1,9-17). Diventò
la madre di Samuele, il profeta della transizione alla monarchia
con Saul primo re.
Di un'altra Anna si parla nel Nuovo Testamento. Alla presentazione
al Tempio (Lc 2,36) Gesù fu accolto, oltre che da vecchio
Simeone, anche da Anna, profetessa come la chiama il Vangelo. Aveva
vissuto col marito solo sette anni. Da vedova invece di commiserarsi
e piangere il proprio destino crudele, si era messa al servizio
del Tempio di Gerusalemme, trasformando nobilmente la propria vedovanza
in un servizio di preghiera e di opere a Dio stesso.
Con la preghiera e con la speranza
Di Anna e Gioacchino invece non parlano
i Vangeli canonici (o le Lettere degli apostoli), ma quelli Apocrifi,
cioè racconti posteriori (spesso di molto) ai fatti realmente
accaduti narrati dagli evangelisti. Sono frutto della devozione
(e pia fantasia) di persone che volevano riportare parole e racconti
edificanti. Il tutto con l'intento buono di 'colmare le lacune'
dei documenti ufficiali della Chiesa, e le legittime curiosità
della gente credente. Ma non storicamente sicuri come quelli descritti
nei Vangeli.
Di S. Anna e Gioacchino parla il Protovangelo di Giacomo, detto
anche Storia della Natività di Maria, dove apprendiamo ambedue
i nomi dei genitori della Madre di Gesù. Anna, nome comune
tra le donne ebree, significa 'dono', 'grazia' 'amore' era andata
sposa ad un ricco possidente della Galilea, Gioacchino, nome che
in ebraico significa 'preparazione del Signore'.
Erano ambedue ricchi e pii, e anche generosi nelle offerte ai poveri
e al Tempio: infatti delle proprie entrate un terzo era per i poveri,
un terzo per Dio (cioè per il Tempio che per gli ebrei era
la Casa di Dio) ed un terzo per se stessi
Se tutti i ricchi
di questo mondo li imitassero! Ma purtroppo erano senza figli. Un
vero dramma per ambedue i coniugi, ma specialmente per Anna. Comunque
lui, fedele e innamorato della moglie, non volle mai trovarsi un'altra
donna.
Questa condizione di sterilità, per la società e cultura
del periodo, era penalizzante specialmente per Anna, dal lato parentale,
psicologico e spirituale. Ci poteva essere infatti l'auto percezione,
di stampo culturale, di non essere amata e benedetta da Dio attraverso
i figli. Dice il Salmo 127: "Dono di Dio sono i figli, è
sua ricompensa il frutto del grembo". Ma il dramma era compartecipato
anche dal marito Gioacchino. Sembrava tutto inutile: una vita pia,
giusta, generosa con poveri e con Dio. Pensava anche lui che forse
Dio lo aveva dimenticato? Il pensiero lo turbava. Un giorno arrivò
anche una bruciante umiliazione. Mentre stava portando le sue abbondanti
offerte al Tempio, il gran sacerdote lo fermò dicendogli
che non aveva diritto di farlo per primo perché non aveva
generato prole! Un colpo al cuore. Non resistette e scappò
nel deserto. Pensava anche alla umiliazione di Anna. Nella solitudine
pregò e supplicò Dio con lacrime e digiuni. Anna che
soffriva sia per la sterilità che per la fuga del marito,
continuò a pregare ancora con più forza e con fede
maggiore, implorando Dio di esaudirla.
Durante la preghiera le apparve un angelo che le annunciò
che il Signore l'aveva ascoltata e che presto avrebbe concepito
un figlio. Della sua prole, inoltre, ne avrebbe parlato tutto il
mondo.
Anche Gioacchino fu avvertito da un angelo della risposta di Dio
alle sue preghiere, digiuni e lacrime, insieme a quelle di Anna,
sua moglie. Ritornò presto dal deserto, e il loro incontro
alla Domus Aurea venne immortalato da vari artisti quali Albert
Dürer e dal grande Giotto.
Così avvenne. Nacque una bimba che venne chiamata Maria,
che significa, 'amata da Dio' o 'prediletta da Dio'. Quando Maria
compì tre anni venne portata al Tempio, con grandi offerte,
per essere educata secondo la Legge e consacrata al servizio del
Tempio, secondo la promessa fatta da entrambi i genitori. Narra
il Protovangelo di Giacomo che Maria bambina lasciò tutti
stupiti e ammirati per l'energia e la sicurezza con cui salì
i 15 gradini del Tempio. Santa fretta di arrivare nella Casa di
Dio!
S. Anna, grande nell'arte (e nel
folklore)
Una bella storia, commovente ed edificante.
Diciamo anche verosimile, credibile ma
apocrifa. Nella storia
della salvezza, come descritta nell'Antico e Nuovo Testamento, ci
sono casi di donne sterili, che implorarono la maternità
come dono di Dio (ricordiamo la cugina di Maria, Elisabetta, madre
di Giovanni Battista), abbiamo la grazia concessa, abbiamo visioni
di angeli, come messaggeri della volontà di Dio. E questi
figli, donati da Dio, che si mettono al servizio totale di Dio.
Vengono ri-donati a Lui.
Sono molte le donne che la sentono vicina e ne invocano l'aiuto
e la protezione. S. Anna infatti è importante e famosa anche
per i molteplici patronati che le si attribuiscono. E' patrona di
tante categorie di lavoratori: orefici, bottai, fabbricanti di scope,
tessitori, minatori, falegnami, carpentieri, ebanisti, tornitori,
tessitori, sarti, fabbricanti e commercianti di tele e biancheria.
E' patrona delle madri di famiglia, delle vedove, delle partorienti,
ma soprattutto è invocata nei parti difficili e contro la
sterilità. A lei, infatti, sono intitolate numerosissime
cliniche e reparti di ginecologia e ostetricia, ospedali dove nascono
le nuove vite, che spesso soffrono di complicazioni varie. Insomma
è una donna santa dalla parte delle donne, molto potente
e molto vicina, anche per il fatto della Figlia, Maria, madre anche
lei. Che S. Anna protegga tutti! Ne hanno bisogno.
E' stata immortalata anche nell'arte, alcune volte con Gioacchino,
ma più spesso in compagnia di sua figlia, Maria e del nipotino
Gesù.
La Chiesa Cattolica lungo i secoli ha sempre avuto un notevole 'feeling'
con l'arte in generale, ma specialmente con la pittura. Non ci vuole
molto per convincersi: basta andare in qualcuna delle tante chiese
piene di arte, in Italia. La Chiesa, buona madre sollecita per l'istruzione
dei suoi figli, volle usare gli artisti per dipingere figure religiose,
particolarmente le scene del Vangelo e gli episodi dei Santi, per
istruire il popolo cristiano, semplice ed analfabeta. E così
questa sua sollecitudine ha prodotto grandi capolavori. E poi, come
tutti sanno, l'arte è un linguaggio universale
quindi
adatto per tutti grandi e piccoli, istruiti e
poveracci, in
tutte le latitudini.
Tra le numerose chiese dedicate a S. Anna nei 5 continenti ricordiamo
solamente quella di Gerusalemme, che si trova nella città
vecchia. Fu edificata in epoca crociata e dedicata nel 1142 alla
madre di Maria. Cinquanta anni dopo il sultano d'Egitto, Saladino,
occupò Gerusalemme e fece di questa chiesa una scuola coranica.
Sorte toccate a tante altre chiese cristiane sotto la ferocia islamica:
distrutte o riconvertite in moschee, per distruggere ogni traccia
di cristianesimo (purtroppo è così anche oggi in molti
stati del Medio Oriente).
Altro particolare: la parrocchia all'interno della Città
del Vaticano è dedicata non a S. Pietro, ma a S. Anna, detta
anche dei Palafrenieri. Certamente un onore.
Proprio per essere madre della Madre di Gesù, S. Anna ha
avuto una grandissima celebrazione nella pittura. E' ritratta spesso
in atteggiamenti materni e protettivi nei riguardi della Figlia
Maria, con lo sguardo si posa dolcemente e sorridente sul nipotino
Gesù. Solo alcuni nomi tra i più celebri che l'hanno
celebrato: Leonardo da Vinci, Giotto, Masaccio, Murillio, Bronzino,
il Sansovino, Jacopo da Bassano, Tiepolo e tanti altri.
Il sommo artista della parola, Dante, così nel Paradiso (32,133-134)
parla di S. Anna: "Di contr'a Pietro / vedi sedere Anna / tanto
contenta di mirar sua figlia / che non move occhio per cantare osanna".
La celebrità anche artistica di questa santa è proprio
l'essere madre della Madre di Gesù, Maria di Nazaret, che
la Chiesa venera come madre, avvocata e ausiliatrice del popolo
cristiano.
Mario
SCUDU sdb - Torino
*** Testi
1 - Papa Francesco e
i nonni
Nella Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro (luglio
2013), presenti milioni di giovani festanti, Papa Francesco ha avuto
un singolare ricordo
per i nonni, di tutte le nazioni. "Che
il Signore benedica i nostri nonni e ci permetta di "invecchiare
con sapienza" per poterla trasmettere agli altri". È
il singolare auspicio formulato da Papa Francesco alla Messa a Sumaré,
il 26 luglio, nel giorno in cui la Chiesa celebra la memoria dei
Genitori della Vergine, Gioacchino e Anna (e in molte nazioni del
mondo si festeggiano i nonni). Genitori di Maria e quindi nonni
di Gesù. Avere la saggezza di sentirsi un "anello della
catena" della storia del mondo, che è iniziata prima
e proseguirà in futuro, un futuro sul quale "scommettere"
quello dei nipoti. È questo che ci si aspetta dai nonni ed
è questo - ha affermato Papa Francesco - che certamente furono
Anna e Gioacchino, i nonni di Gesù, che "accettarono
di essere un anello della catena" nella storia della salvezza.
Una "promessa", che come genitori della Vergine, poterono
solo "salutare da lontano", ma alla quale "credettero"
con "umiltà". Un atteggiamento che, da una diversa
prospettiva, è riscontrabile in tutti i nonni del mondo:
"I nonni hanno questo, che quando vedono il nipote scommettono
sulla vita e sul futuro e desiderano la cosa migliore per il nipote,
la cosa migliore. Oggi ci farà bene pensare ai nostri nonni;
quando siamo nati, tutto il bene che hanno voluto per noi e la sapienza
che ci hanno trasmesso, perché i nonni in un Paese sono quelli
che devono trasmettere la sapienza, no? E la lasciano come eredità.
Chiedere al Signore che benedica molto i nostri nonni: loro sono
stati un anello nella vita".
Papa Francesco ha chiesto con insistenza a Cristo di benedire questa
capacità dei nonni di donare senza pretese l'esperienza maturata
a chi viene dopo di loro. "E che a noi - ha proseguito riferendosi
ai suoi confratelli Gesuiti - doni la grazia di invecchiare con
sapienza, di invecchiare con dignità, per poter essere nonni
'materiali' o i consacrati spirituali":
"Trasmettere sapienza. Che noi si possa essere come il buon
vino, che quando invecchia migliora: è più buono!
Il vino cattivo diventa aceto. Che noi si possa essere come il buon
vino. Che noi si possa invecchiare con sapienza, per poter trasmettere
sapienza. E anche chiedere la grazia di non credere che la storia
finisca con noi, perché non è neanche cominciata con
noi: la storia continua. E che ci doni anche un pochino di umiltà,
per poter essere anello della catena e poterlo credere".
2 - Beatissimi i Genitori di Maria
Oggi rendiamo grazie per i genitori della Madre di Dio. Essi stano
all'origine della salvezza di tutti noi e la loro festa è
anche festa della loro figlia
Il Signore ha benedetto la casa
dei giusti Gioacchino ed Anna con la loro santa figlia, la tutta
pura e sempre vergine Maria, Madre del Cristo e Madre di Dio.
Veramente beatissimi i genitori della Madre di Dio! Il mondo intero
è loro debitore: i profeti, perché per loro merito
le profezie pronunciate sull'incarnazione del Cristo si sono avverate,
gli apostoli, perché in virtù della loro figlia sono
diventati figli della luce; i santi martiri, perché ae essi
debbono la loro celeste corona, i santi e i giusti, perché
potranno ereditare i beni futuri; i peccatori, perché le
preghiere della Madre di Dio otterranno ad essi misericordia.
Diciamo pure ad alta voce e con riconoscenza: esulta, Gioacchino,
venerabile padre di colei che, dopo dio è la speranza nostra.
Esulta, Anna, madre venerabile della madre della nostra vita
.
Le nostre labbra sono colme di lodi per la vostra mirabile santità.
Tuttavia siamo incapaci di celebrare come si conviene la vostra
unione comunale, che dio ha fecondato; non lo potremmo che facendo
nostra la voce di Cristo, nipote vostro secondo la carne, onde benedirvi
entrambi esclamando: Rallegratevi, esultate, perché grande
è la vostra ricompensa nei cieli (Mt 5,12). (B. Cosma, dal
Sermone sui santi Gioacchino ed Anna, genitori della Madre di Dio,
1, 6-7).
***
Tratto dal volume:
MARIO
SCUDU, Pazze per Dio
Profilo storico-spirituale di 40 Sante
e Beate
Prefazione di YVONNE REUNGOAT
Editrice ELLEDICI - Torino
Visita Nr.