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26 luglio: SANT'ANNA (e GIOACCHINO) ***

S. Anna (e Gioacchino, suo marito): i nonni di Gesù ***

Anna e Gioacchino, nonni di Gesù

E' un vero spettacolo vedere i nonni alle prese con i loro nipotini: davanti all'energia e vitalità che si sprigiona da quelle piccole creature non trovano né pace, né quiete. E' impossibile star fermi. La vita è movimento, lo sappiamo. E i nipotini sono tutti maestri di fantasia in movimento… Ma l'esperienza dei nonni li sostiene in questo impari 'duello'; anche se la loro saggezza è messa alla prova e le loro forze pure. Alla fine saranno certamente stanchi, ma contenti della gioia comunicata loro dai nipotini e viceversa. Un magnifico e bellissimo dare e ricevere tra generazioni così lontane negli anni, ma così vicine affettivamente. E' la legge della vita che si comunica da quella principiante dei bambini alla loro. Sì, possiamo dire che in questi ultimi decenni tira un vento favorevole di simpatia di lode e di apprezzamento verso i nonni in generale. Si riconosce loro il merito di essere un validissimo aiuto e sostegno per le giovani famiglie che spesso non hanno tutto il tempo che vorrebbero da dedicare ai loro bambini. Questo aiuto non di rado prende le connotazioni non solo psicologiche ma anche finanziarie. Insomma i nonni sono molte volte un vero sostegno, in tutti i sensi. E allora lode a Dio per tutti i nonni in attività, nonostante tutto.
E Gesù? Ha avuto anche lui due bravi nonni, che, secondo la tradizione, si chiamavano Anna e Gioacchino, i genitori appunto della madre, Maria di Nazaret.

Dalla Bibbia: due Anna esemplari

Di certo non sappiamo molto di questi nobilissimi nonni. Nei vangeli silenzio assoluto. In altri documenti di storia nessuna traccia. Beh, diciamolo, un po' ci dispiace. Ma dobbiamo accettare i fatti cercando di capirne il perché. Del resto lo sappiamo: i protagonisti dei racconti dei Vangeli e degli altri libri del Nuovo testamento erano totalmente presi e afferrati dal mistero di vita, morte e resurrezione di Gesù, Figlio di Dio e Figlio di Maria… che quasi non avevano tempo e interesse per altre notizie e biografie di personaggi collaterali, come appunto Anna e Gioacchino. Anche di Maria di Nazaret, la Madre di Gesù, nei Vangeli non si dice molto… Anche dse qualcuno dice che c'è l'essenziale per amarla in profondità. Poche parole o interventi i suoi, ma molto significativi: ricordiamone due solamente: quelli della Nozze di Cana, e ai piedi della Croce. Di Giuseppe, lo sposo di Maria, il 'padre' di Gesù davanti alla Legge, non si tramanda nessuna parola, solo azioni dettate dalla sua ubbidienza alla volontà di Dio. Tutto molto edificante e corroborante per la nostra vita spirituale. Ma, ahimè, troppo poco per la nostra 'santa' curiosità. Ma è così. Accettiamolo.
E' nel primo Libro di Samuele che si parla di Anna, sua madre. Una storia bella e commovente. Soffriva moltissimo per la propria sterilità, fatto che per una donna ebrea era gravissimo e vergognoso: significava in un certo senso non essere benedetta da Dio, non trovare grazia presso di lui. E Anna per avere un figlio pregò incessantemente Dio…. promettendo, con voto, che l'avrebbe offerto a Dio stesso, cioè l'avrebbe messo al servizio del Tempio. Abbiamo anche sulle sue labbra una bellissima definizione di preghiera. Quando il sacerdote del tempio di Silo la vide in preghiera e muovere le labbra… credette, molto erroneamente, che si trattasse di una donna in stato di… ubriachezza. E la sgridò. E Anna gli rispose: "No, mio signore, io sono una donna affranta, e non ho bevuto né vino né altra bevanda inebriante, ma sto solo sfogando il mio cuore davanti al Signore". Bellissima definizione di preghiera: sfogare il proprio cuore davanti al Signore. Allora il sacerdote Eli le rispose: "Va in pace, e il Dio d'Israele ti conceda quanto gli hai chiesto" (1 Sam 1,9-17). Diventò la madre di Samuele, il profeta della transizione alla monarchia con Saul primo re.
Di un'altra Anna si parla nel Nuovo Testamento. Alla presentazione al Tempio (Lc 2,36) Gesù fu accolto, oltre che da vecchio Simeone, anche da Anna, profetessa come la chiama il Vangelo. Aveva vissuto col marito solo sette anni. Da vedova invece di commiserarsi e piangere il proprio destino crudele, si era messa al servizio del Tempio di Gerusalemme, trasformando nobilmente la propria vedovanza in un servizio di preghiera e di opere a Dio stesso.

Con la preghiera e con la speranza

Di Anna e Gioacchino invece non parlano i Vangeli canonici (o le Lettere degli apostoli), ma quelli Apocrifi, cioè racconti posteriori (spesso di molto) ai fatti realmente accaduti narrati dagli evangelisti. Sono frutto della devozione (e pia fantasia) di persone che volevano riportare parole e racconti edificanti. Il tutto con l'intento buono di 'colmare le lacune' dei documenti ufficiali della Chiesa, e le legittime curiosità della gente credente. Ma non storicamente sicuri come quelli descritti nei Vangeli.
Di S. Anna e Gioacchino parla il Protovangelo di Giacomo, detto anche Storia della Natività di Maria, dove apprendiamo ambedue i nomi dei genitori della Madre di Gesù. Anna, nome comune tra le donne ebree, significa 'dono', 'grazia' 'amore' era andata sposa ad un ricco possidente della Galilea, Gioacchino, nome che in ebraico significa 'preparazione del Signore'.
Erano ambedue ricchi e pii, e anche generosi nelle offerte ai poveri e al Tempio: infatti delle proprie entrate un terzo era per i poveri, un terzo per Dio (cioè per il Tempio che per gli ebrei era la Casa di Dio) ed un terzo per se stessi… Se tutti i ricchi di questo mondo li imitassero! Ma purtroppo erano senza figli. Un vero dramma per ambedue i coniugi, ma specialmente per Anna. Comunque lui, fedele e innamorato della moglie, non volle mai trovarsi un'altra donna.
Questa condizione di sterilità, per la società e cultura del periodo, era penalizzante specialmente per Anna, dal lato parentale, psicologico e spirituale. Ci poteva essere infatti l'auto percezione, di stampo culturale, di non essere amata e benedetta da Dio attraverso i figli. Dice il Salmo 127: "Dono di Dio sono i figli, è sua ricompensa il frutto del grembo". Ma il dramma era compartecipato anche dal marito Gioacchino. Sembrava tutto inutile: una vita pia, giusta, generosa con poveri e con Dio. Pensava anche lui che forse Dio lo aveva dimenticato? Il pensiero lo turbava. Un giorno arrivò anche una bruciante umiliazione. Mentre stava portando le sue abbondanti offerte al Tempio, il gran sacerdote lo fermò dicendogli che non aveva diritto di farlo per primo perché non aveva generato prole! Un colpo al cuore. Non resistette e scappò nel deserto. Pensava anche alla umiliazione di Anna. Nella solitudine pregò e supplicò Dio con lacrime e digiuni. Anna che soffriva sia per la sterilità che per la fuga del marito, continuò a pregare ancora con più forza e con fede maggiore, implorando Dio di esaudirla.
Durante la preghiera le apparve un angelo che le annunciò che il Signore l'aveva ascoltata e che presto avrebbe concepito un figlio. Della sua prole, inoltre, ne avrebbe parlato tutto il mondo.
Anche Gioacchino fu avvertito da un angelo della risposta di Dio alle sue preghiere, digiuni e lacrime, insieme a quelle di Anna, sua moglie. Ritornò presto dal deserto, e il loro incontro alla Domus Aurea venne immortalato da vari artisti quali Albert Dürer e dal grande Giotto.
Così avvenne. Nacque una bimba che venne chiamata Maria, che significa, 'amata da Dio' o 'prediletta da Dio'. Quando Maria compì tre anni venne portata al Tempio, con grandi offerte, per essere educata secondo la Legge e consacrata al servizio del Tempio, secondo la promessa fatta da entrambi i genitori. Narra il Protovangelo di Giacomo che Maria bambina lasciò tutti stupiti e ammirati per l'energia e la sicurezza con cui salì i 15 gradini del Tempio. Santa fretta di arrivare nella Casa di Dio!

S. Anna, grande nell'arte (e nel folklore)

Una bella storia, commovente ed edificante. Diciamo anche verosimile, credibile ma… apocrifa. Nella storia della salvezza, come descritta nell'Antico e Nuovo Testamento, ci sono casi di donne sterili, che implorarono la maternità come dono di Dio (ricordiamo la cugina di Maria, Elisabetta, madre di Giovanni Battista), abbiamo la grazia concessa, abbiamo visioni di angeli, come messaggeri della volontà di Dio. E questi figli, donati da Dio, che si mettono al servizio totale di Dio. Vengono ri-donati a Lui.
Sono molte le donne che la sentono vicina e ne invocano l'aiuto e la protezione. S. Anna infatti è importante e famosa anche per i molteplici patronati che le si attribuiscono. E' patrona di tante categorie di lavoratori: orefici, bottai, fabbricanti di scope, tessitori, minatori, falegnami, carpentieri, ebanisti, tornitori, tessitori, sarti, fabbricanti e commercianti di tele e biancheria. E' patrona delle madri di famiglia, delle vedove, delle partorienti, ma soprattutto è invocata nei parti difficili e contro la sterilità. A lei, infatti, sono intitolate numerosissime cliniche e reparti di ginecologia e ostetricia, ospedali dove nascono le nuove vite, che spesso soffrono di complicazioni varie. Insomma è una donna santa dalla parte delle donne, molto potente e molto vicina, anche per il fatto della Figlia, Maria, madre anche lei. Che S. Anna protegga tutti! Ne hanno bisogno.
E' stata immortalata anche nell'arte, alcune volte con Gioacchino, ma più spesso in compagnia di sua figlia, Maria e del nipotino Gesù.
La Chiesa Cattolica lungo i secoli ha sempre avuto un notevole 'feeling' con l'arte in generale, ma specialmente con la pittura. Non ci vuole molto per convincersi: basta andare in qualcuna delle tante chiese piene di arte, in Italia. La Chiesa, buona madre sollecita per l'istruzione dei suoi figli, volle usare gli artisti per dipingere figure religiose, particolarmente le scene del Vangelo e gli episodi dei Santi, per istruire il popolo cristiano, semplice ed analfabeta. E così questa sua sollecitudine ha prodotto grandi capolavori. E poi, come tutti sanno, l'arte è un linguaggio universale… quindi adatto per tutti grandi e piccoli, istruiti e… poveracci, in tutte le latitudini.
Tra le numerose chiese dedicate a S. Anna nei 5 continenti ricordiamo solamente quella di Gerusalemme, che si trova nella città vecchia. Fu edificata in epoca crociata e dedicata nel 1142 alla madre di Maria. Cinquanta anni dopo il sultano d'Egitto, Saladino, occupò Gerusalemme e fece di questa chiesa una scuola coranica. Sorte toccate a tante altre chiese cristiane sotto la ferocia islamica: distrutte o riconvertite in moschee, per distruggere ogni traccia di cristianesimo (purtroppo è così anche oggi in molti stati del Medio Oriente).
Altro particolare: la parrocchia all'interno della Città del Vaticano è dedicata non a S. Pietro, ma a S. Anna, detta anche dei Palafrenieri. Certamente un onore.
Proprio per essere madre della Madre di Gesù, S. Anna ha avuto una grandissima celebrazione nella pittura. E' ritratta spesso in atteggiamenti materni e protettivi nei riguardi della Figlia Maria, con lo sguardo si posa dolcemente e sorridente sul nipotino Gesù. Solo alcuni nomi tra i più celebri che l'hanno celebrato: Leonardo da Vinci, Giotto, Masaccio, Murillio, Bronzino, il Sansovino, Jacopo da Bassano, Tiepolo e tanti altri.
Il sommo artista della parola, Dante, così nel Paradiso (32,133-134) parla di S. Anna: "Di contr'a Pietro / vedi sedere Anna / tanto contenta di mirar sua figlia / che non move occhio per cantare osanna". La celebrità anche artistica di questa santa è proprio l'essere madre della Madre di Gesù, Maria di Nazaret, che la Chiesa venera come madre, avvocata e ausiliatrice del popolo cristiano.

Mario SCUDU sdb - Torino

*** Testi

1 - Papa Francesco e… i nonni
Nella Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro (luglio 2013), presenti milioni di giovani festanti, Papa Francesco ha avuto un singolare ricordo… per i nonni, di tutte le nazioni. "Che il Signore benedica i nostri nonni e ci permetta di "invecchiare con sapienza" per poterla trasmettere agli altri". È il singolare auspicio formulato da Papa Francesco alla Messa a Sumaré, il 26 luglio, nel giorno in cui la Chiesa celebra la memoria dei Genitori della Vergine, Gioacchino e Anna (e in molte nazioni del mondo si festeggiano i nonni). Genitori di Maria e quindi nonni di Gesù. Avere la saggezza di sentirsi un "anello della catena" della storia del mondo, che è iniziata prima e proseguirà in futuro, un futuro sul quale "scommettere" quello dei nipoti. È questo che ci si aspetta dai nonni ed è questo - ha affermato Papa Francesco - che certamente furono Anna e Gioacchino, i nonni di Gesù, che "accettarono di essere un anello della catena" nella storia della salvezza. Una "promessa", che come genitori della Vergine, poterono solo "salutare da lontano", ma alla quale "credettero" con "umiltà". Un atteggiamento che, da una diversa prospettiva, è riscontrabile in tutti i nonni del mondo:
"I nonni hanno questo, che quando vedono il nipote scommettono sulla vita e sul futuro e desiderano la cosa migliore per il nipote, la cosa migliore. Oggi ci farà bene pensare ai nostri nonni; quando siamo nati, tutto il bene che hanno voluto per noi e la sapienza che ci hanno trasmesso, perché i nonni in un Paese sono quelli che devono trasmettere la sapienza, no? E la lasciano come eredità. Chiedere al Signore che benedica molto i nostri nonni: loro sono stati un anello nella vita".
Papa Francesco ha chiesto con insistenza a Cristo di benedire questa capacità dei nonni di donare senza pretese l'esperienza maturata a chi viene dopo di loro. "E che a noi - ha proseguito riferendosi ai suoi confratelli Gesuiti - doni la grazia di invecchiare con sapienza, di invecchiare con dignità, per poter essere nonni 'materiali' o i consacrati spirituali":
"Trasmettere sapienza. Che noi si possa essere come il buon vino, che quando invecchia migliora: è più buono! Il vino cattivo diventa aceto. Che noi si possa essere come il buon vino. Che noi si possa invecchiare con sapienza, per poter trasmettere sapienza. E anche chiedere la grazia di non credere che la storia finisca con noi, perché non è neanche cominciata con noi: la storia continua. E che ci doni anche un pochino di umiltà, per poter essere anello della catena e poterlo credere".

2 - Beatissimi i Genitori di Maria
Oggi rendiamo grazie per i genitori della Madre di Dio. Essi stano all'origine della salvezza di tutti noi e la loro festa è anche festa della loro figlia… Il Signore ha benedetto la casa dei giusti Gioacchino ed Anna con la loro santa figlia, la tutta pura e sempre vergine Maria, Madre del Cristo e Madre di Dio.
Veramente beatissimi i genitori della Madre di Dio! Il mondo intero è loro debitore: i profeti, perché per loro merito le profezie pronunciate sull'incarnazione del Cristo si sono avverate, gli apostoli, perché in virtù della loro figlia sono diventati figli della luce; i santi martiri, perché ae essi debbono la loro celeste corona, i santi e i giusti, perché potranno ereditare i beni futuri; i peccatori, perché le preghiere della Madre di Dio otterranno ad essi misericordia.
Diciamo pure ad alta voce e con riconoscenza: esulta, Gioacchino, venerabile padre di colei che, dopo dio è la speranza nostra. Esulta, Anna, madre venerabile della madre della nostra vita….
Le nostre labbra sono colme di lodi per la vostra mirabile santità. Tuttavia siamo incapaci di celebrare come si conviene la vostra unione comunale, che dio ha fecondato; non lo potremmo che facendo nostra la voce di Cristo, nipote vostro secondo la carne, onde benedirvi entrambi esclamando: Rallegratevi, esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli (Mt 5,12). (B. Cosma, dal Sermone sui santi Gioacchino ed Anna, genitori della Madre di Dio, 1, 6-7).


*** Tratto dal volume:

MARIO SCUDU, Pazze per Dio
Profilo storico-spirituale di 40 San
te e Beate
Prefazione di YVONNE REUNGOAT
Editrice ELLEDICI - Torino


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