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18 agosto: SANT'ELENA imperatrice ***

S. Elena, imperatrice (255ca - 330ca), madre di Costantino il Grande ***

Elena, donna di potere eppure santa

Potere e santità? Dominio sugli altri e santificazione di se stessi? E' un binomio possibile? E' risaputo come l'esercizio del potere e della ricchezza, che è sempre potere, possa trasformarsi in un serio pericolo psicologico e spirituale, per chi lo esercita e molto spesso a danno dei sudditi. Gesù stesso ci ha ammoniti "Non potete servire (o adorare) Dio e Mammona" (Mt 6,24 - Lc 16,13). Questa massima di Cristo la possiamo cambiare anche in: "Non potete servire Dio e il Potere del Denaro". Nella storia umana, antica e moderna, abbiamo avuto personaggi che hanno servito e adorato il potere (e quindi anche la ricchezza) visto come il loro bene assoluto, il valore massimo, sfruttando e servendosi dei popoli come mezzo per questo fine. Ma nella grande storia dell'umanità ci sono anche tanti uomini e donne, re e regine (chiamati santi dalla Chiesa), che hanno usato potere politico che avevano, del denaro e ricchezza conseguenti, per fare del bene al proprio popolo. Hanno posto se stessi, ciò che erano e ciò che possedevano, al sevizio degli altri e non servendosi di loro per i propri fini egoistici. Ricordiamo tra gli altri S. Stefano re d'Ungheria, S. Luigi re di Francia, S. Enrico di Germania, e tra le regine: S. Elisabetta d'Ungheria, S. Edvige di Polonia, S. Margherita di Scozia, S. Matilde di Germania. Ed anche S. Elena, madre di Costantino, imperatore romano, autore della storica "svolta costantiniana" che ristrutturò non solo la vita dell'Impero ma cambiò in maniera radicale la futura storia dell'Europa, e oltre. I posteri gli daranno il titolo di Grande.

Elena, da umile locandiera….

In preparazione ai 1700 anni dall'accordo di Milano (passato alla storia come Editto) tra Costantino, imperatore d'Occidente e Licinio, imperatore d'Oriente, il 25 ottobre 2012 è stata aperta, proprio nella città lombarda, una Mostra dal titolo: "Costantino 313 d.C.". I protagonisti della mostra sono stati Costantino e sua madre Elena nominata Augusta dal figlio, quando divenne imperatore nel 307. Ma chi era Elena, prima di diventare Augusta?
Non era nata con sangue blu e nemmeno era di famiglia ricca. Di proprio aveva, secondo la tradizione, la bellezza, e come dimostrò in seguito a fianco del figlio Costantino, anche saggezza, bontà e capacità di decisione oltre che di influenza sul figlio imperatore. Era di famiglia cristiana e faceva la locandiera, insomma lavorava in un albergo. Non era quindi una principessa. Ma nel complesso le notizie storiche su di lei non sono numerose e quelle che ci sono molto sobrie. Si sa che divenne concubina di Costanzo Cloro, un personaggio dal punto di vista militare e politico, molto importante. Era infatti uno dei Cesari, quindi il n. 2 tra i vertici dell'impero in Occidente. Insomma era il vice imperatore (che era Massimiano, collega di Diocleziano, autore costui di una delle più sanguinose persecuzioni dei cristiani). Elena fu poi ripudiata da Costanzo Cloro, per ragioni politiche.
Nel 307 divenuto imperatore, richiamò presso di sé a corte sua madre Elena, le diede il titolo di Augusta (normalmente titolo riservato alla moglie dell'imperatore) e insieme ricchezze e onore. Costantino coltivava il progetto politico di dominio assoluto sull'Impero. Prima seguì il padre in Britannia a fare il tirocinio da soldato, poi in seguito come generale sconfisse sia i Franchi sia gli Alemanni. Fu promosso imperatore sul campo di battaglia nel 306 dal suo stesso esercito. Ma quando Massimino e Massenzio si allearono contro di lui, attraversò le Alpi, e vittoria dopo vittoria, arrivò al duello finale contro Massenzio, il padrone di Roma. E sul Ponte Milvio Costantino vinse la battaglia decisiva. Tutti conosciamo la storia del sogno e della visione, secondo la tradizione, avuti da Costantino prima dello scontro finale: vide una Croce e la scritta "In hoc signo, vinces", "Con questo segno vincerai". Fece poi mettere il monogramma di Cristo sui labari dell'esercito, al posto dell'aquila imperiale romana. Quella vittoria cambiò veramente tutto: per Costantino e per i cristiani che avevano sperimentato feroci persecuzioni da parti degli altri imperatori. Costantino era un adoratore del 'Sol invictus' e dopo quella battaglia incominciò un lungo cammino di conversione. La sua era un sentimento sincero o calcolo politico? Forse un po' tutti e due, dapprima. Certo la sua non fu come quella di S. Paolo sulla strada di Damasco.

… a strumento della Provvidenza per la conversione per il figlio…

La conversione ci fu, ma per la Chiesa Cattolica Costantino non è santo, lo è invece sua madre Elena. Per quella greco ortodossa sono santi tutti e due. E qui lo strumento principale di questo cambiamento graduale e lungo fu proprio la santità della madre Elena. Lo stesso Costantino, dopo il Ponte Milvio, volle incontrare i sacerdoti per capire chi era il Dio dei cristiani. Aveva quindi il desiderio di riconoscere (prima la riconoscenza al Dio cristiano) e di conoscere questa divinità che lo aveva assistito nel momento decisivo della guerra e che poteva aiutarlo e assisterlo anche nel reggere l'impero. Costantino pensava che non bastava la 'virtus' militare fatta di coraggio sul campo di battaglia, ci vuole anche la 'pax deorum et hominum'. Sia per i pagani sia per i cristiani il potere supremo viene dagli dei o da Dio e l'imperatore deve esercitarlo attraverso il coraggio militare, la pace, la concordia e la ricerca della collaborazione di tutti. Quell'impero che Costantino aveva in mano non poteva 'funzionare' senza la volontà divina di quel Dio che l'aveva aiutato. Questo fa parte del suo cammino di conoscenza e di conversione al cristianesimo. Cammino durato tutta la vita, anche durante qualche paurosa caduta di crudeltà 'politica', fino a farsi battezzare, prima di morire, nel 337 a Nicomedia.
S. Ambrogio, vissuto pochi decenni dopo questi fatti, esalta Elena come santa, e Costantino beato, ma lo è grazie alla santità della madre: "Beatus Costantinus, tali parente". In genere il vescovo Ambrogio non è tenero nel parlare di Costantino, anche per le crudeltà che perpetrò in seguito. Per Ambrogio è proprio Elena la grande consigliera e vera artefice della svolta cristiana dell'impero romano, dopo il famoso Accordo (Editto) del 313 a Milano.
Il cristianesimo già due anni prima (con Galerio imperatore) godeva dello statuto di 'religio licita', perché così contribuiva alla 'pax deorum', e nella concezione carismatico sacrale della 'res pubblica' che sia Galerio (morto nel 311) sia Costantino avevano, era importante che i cristiani potessero praticare il loro culto in pace, propiziando così il loro Dio a beneficio dell'impero.
Con l'accordo del 313 il cristianesimo godette di piena libertà e in taluni casi fu favorito con una legislazione filo cristiana. Un esempio importante: nel 321 si definì la domenica come il giorno festivo per l'impero, un dato questo molto significativo che implicava un'accettazione del cristianesimo come forza religiosa strutturante la vita del popolo, a cui dava un ritmo di lavoro, di riposo e di possibilità di frequentazione religiosa.

… a coraggiosa pellegrina in Terra Santa

Il vescovo Ambrogio scrisse che Elena dette molto di più in fatto di buon esempi e di pietà al figlio Costantino che non viceversa. E ci crediamo. Ma sappiamo anche che il figlio imperatore diede quasi mano libera alla madre nello spendere denaro per le sue 'cose' che erano assistenza, aiuto ai bisognosi, aiuto a città, beneficenza in genere, ma specialmente, per la costruzione di chiese (a Betlemme, a Gerusalemme, a Roma…). Non solo denaro per le opere di carità, ma anche per il grande viaggio, che volle fare in Terra Santa, per cercare la Croce di Cristo, quel 'Segno' apparso prima del Ponte Milvio.
Finanziata generosamente dal figlio, scoraggiata benignamente dal papa Silvestro, suo coetaneo, Elena (quasi settantenne!) partì per la Terra Santa. Un viaggio e pellegrinaggio insieme, antesignano di quei milioni di pellegrini che vi andranno per amore a Cristo e per conoscenza delle coordinate geografiche della propria fede. Aveva inoltre un obiettivo non solo spirituale ma anche 'scientifico': il ritrovamento della Croce di Cristo. Che coraggio, si direbbe, e che fede, si dovrebbe aggiungere. Di questo ritrovamento così importante però non ne parla Eusebio, storico della Chiesa morto nel 340, ma si tramandano due versioni. Riferisco sinteticamente quella meno fantasiosa. Secondo la tradizione Elena ed i suoi scavatori archeologi ritrovarono un luogo identificabile con l'area del Santo Sepolcro di oggi. Poco distante fu rinvenuta anche un cisterna contenente strumenti delle esecuzioni capitali, come travi, chiodi, corde ed altro, presumibilmente adoperati per il Cristo. Elena ed i suoi aiutanti vollero dare credito affermando di aver trovato l'oggetto della ricerca. I resti di quella che pensava fosse la Vera Croce fu divisa in tre parti: una a Gerusalemme, una al figlio Costantino che era a Costantinopoli, e l'altra la portò con sé a Roma, per metterla nella chiesa che fece costruire dedicata appunto alla S. Croce in Gerusalemme. Secondo una tradizione medievale, Elena portò con sé anche quattro sacri Chiodi, usati nella Passione. Due di questi, e qui subentra di nuovo il grande vescovo Ambrogio, furono dati a Costantino, incastonati uno nell'elmo e l'altro nel morso del suo cavallo. Questi Chiodi visti non più come feticci o amuleti sacri. Il grande vescovo di Milano affermò che un chiodo era posto nel diadema dell'imperatore, per indicare che ormai l'Impero era cristiano e l'altro nel morso del cavallo, per significare che il potere imperiale bisognava esercitarlo con tolleranza e moderazione, senza abusarne a proprio vantaggio. Sono solo tradizioni anche belle, ma non suffragate da accurati documenti storici.

Elena, una donna santa all'incrocio di due mondi

"Ci sono donne che non solo segnano il loro tempo, anticipano il futuro. Elena ha capito di vivere all'incrocio di due mondi quello pagano e quello cristiano, e ha saputo guardare ad entrambi: imperatrice e santa, donna di potere e viaggiatrice in Palestina. Sarà grazie a lei che Costantino si avvicinerà alla fede cristiana e concederà poi la libertà di culto (Raffaella De Santis, da La Repubblica, 14 aprile 2013). Era una donna consapevole di sé, si vedeva come strumento della Provvidenza di essere accanto ad un imperatore romano con un immenso potere, militare e politico. E questa sua vicinanza seppe servirsene per il bene dei cristiani fino ad allora perseguitati, ma anche per tutti gli altri a cui venne lasciata la libertà di seguire la propria religione.
Amava indossare monili d'oro e bei vestiti, come si addiceva al suo rango, ma in lei non c'era alcune tentativo di sembrare più bella di quello che era, o più giovane di quello che non era.
Poteva benissimo naufragare nelle spire del potere e dei piaceri di corte, della ricchezza e della gloria mondana ma seppe dominare le circostanze che il destino e la Provvidenza le pose davanti, per fare di tutto un'occasione di bene e di costruzione sociale. La sua figura incarna l'atteggiamento di molte figure della storia classica che amavano fare elargizioni delle proprie ricchezze alla collettività, atteggiamento che venne poi chiamato 'evergetismo' (dal greco 'euergheteo' cioè 'fare del bene') e nel mondo moderno 'filantropismo'. Elena fu una grande donna e santa anche per questo suo buon uso delle ricchezze e del potere che aveva, non per sé ma per il popolo.
Della sua morte non si sa niente di preciso, ma avvenne tra il 330 ed il 335. Fu subito venerata come santa ed il suo culto fu grande in Oriente e in Occidente ed è una delle prime sante non martiri (e non monache) della tradizione agiografica . Lei rappresentò, agli occhi della Chiesa, il modello della santità imperiale in situazione di potere e di ricchezza, una donna che seppe dominare queste realtà senza lasciarsi dominare da esse usando la forza del buon esempio e del saggio consiglio sui figli.

Mario SCUDU sdb - Torino

*** Testi

Elena imperatrice con la storia della sua vita e della ricerca della Croce di Cristo è stato un soggetto estremamente popolare per l'arte sacra. Fu immortalata innumerevoli volte da artisti molto diversi tra loro, ma tutti in generale hanno messo in risalto due i suoi elementi principali: l'essere stata imperatrice e il suo impegno per il ritrovamento della Croce di Cristo. Per questo viene rappresentata vestita con abiti splendidi da vera regina e con una croce (o anche dei chiodi) in mano. Proprio per il suo impegno nella costruzione della Chiesa di Santa Croce a Roma, dove vengono custodite alcune preziose reliquie o frammenti della croce di Cristo rinvenuta, secondo la tradizione, proprio da lei, Elena è molto venerata nella Città Eterna ed è considerata cittadina onoraria della città, quale madre dell'imperatore Costantino. A lei ci si rivolgeva per implorare qualche grazia con questa preghiera particolare:
"Sant'Elena de Roma, imperatrice / Madre di Costantin' imperatore / voi che andaste de llà der mare e scavaste / e la croce di Cristo la trovaste. / Nell'acqua del Giordano la bagnaste, / a San Pietro de Roma la portaste. / Per quella croce, per quelle piaghe / pe' le pene che voi provaste / ve prego sant'Elena mia / de famme la grazia che vi chiedo io".
2- I frammenti della Croce di Cristo
"Sulla moltiplicazione dei frammenti della Santa Croce di Cristo su cui subì il martirio Gesù, il romanziere inglese Evelyn Arthur Waugh, vissuto nel XX secolo, osservò come secondo i calcoli di alcuni ci fossero in giro reliquie sufficienti per costruire un battello. Uno studioso francese, Charles de Fleury, decise così di farne una stima più attendibile, effettuata la quale ottenne un totale di quattro milioni di millimetri cubi di legno. Considerando che le due travi necessarie a realizzare quello strumento di tortura erano milioni di millimetri cubi di legno, venne pertanto definitivamente sancita l'autenticità di quelle reliquie. (da Dizionario dei Santi e Beati, DeAgostini, Novara).


*** Tratto dal volume:

MARIO SCUDU, Pazze per Dio
Profilo storico-spirituale di 40 San
te e Beate
Prefazione di YVONNE REUNGOAT
Editrice ELLEDICI - Torino


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