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6 luglio: SANTA MARIA GORETTI
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Santa Maria Goretti (1890-1902), adolescente martire ***

Per amore di Gesù morire perdonando

Tra le "donne pazze per Dio" che presentiamo in questo volume, c'è anche una ragazzina di appena 12 anni, morta più di cento anni fa (1902). Quindi siamo in presenza non di una vittima dei soliti crudeli imperatori romani dei primi secoli che uccidevano chi si dichiarava cristiano o viveva e testimoniando i valori cristiani pubblicamente, ma abbiamo davanti una fanciulla uccisa in piena età contemporanea, nella nostra era. Tutto all'inizio del sec. XX, quel secolo che avrebbe dovuto vedere tante conquiste scientifiche positive ma che ha visto anche la bomba atomica ed il trionfo diabolico delle ideologie anticristiane come il comunismo ed il nazismo, con due guerre mondiali ed innumerevoli persecuzioni. Parliamo di Maria Goretti, morta il 6 luglio del 1902, uccisa per aver difeso la propria purezza davanti ad una brutale aggressione sessuale. La chiesa l'ha proclamata santa nel 1950, e l'ha dichiarata martire. Qualcuno ha visto in lei l'"Agnese del XX secolo": un accostamento che mi sembra appropriato . Per lo scrittore Piero Bargellini: "Questa santa bambina, martire della propria purezza, è la santa più tipica del nostro tempo, la più antica e la più nuova" (in Mille santi del giorno, Vallecchi Editore 1988, p. 376).

Quante vittime della violenza sessuale

Il papa Giovanni Paolo II (Santo) nel suo lungo pontificato ha scritto molti documenti, tra encicliche e Lettere e Discorsi, ma ce n'è uno che ha destato molto stupore quando uscì, e ha lasciato il segno per l'acutezza e la profonda intuizione che lo guidava. Parlo della Lettera del Papa Giovanni Paolo II alle Donne, del 1995. Scrive il grande Papa: "Guadando poi a uno degli aspetti più delicati della situazione femminile nel mondo, come non ricordare la lunga e umiliante storia - per quanto spesso 'sotterranea' - di soprusi perpetrati nei confronti delle donne nel campo della sessualità? Alle soglie del terzo millennio non possiamo restare impassibili e rassegnati di fronte a questo fenomeno. E' ora di condannare con vigore, dando vita ad appropriati strumenti legislativi di difesa, le forme di violenza sessuale che non di rado hanno per oggetto le donne. In nome del rispetto della persona non possiamo altresì non denunciare la diffusa cultura edonistica e mercantile che promuove il sistematico sfruttamento della sessualità, inducendo anche ragazze in giovanissima età a cadere nei circuiti della corruzione e a prestarsi alla mercificazione del loro corpo".
Non ci vuole molta scienza e cultura o anche essere dei giornalisti professionisti per dare ragione al Giovanni Paolo II. La violenza di stampo sessuale sulle donne, spesso anche all'interno delle mura domestiche dove dovrebbe regnare il rispetto e la mutua comprensione, purtroppo è una piaga antica e moderna. E non è la tecnologia o telematica imperante a tutti i livelli che stiano affrontando e risolvendo il problema. E così pure la violenza su ragazze avviate allo sfruttamento nella prostituzione e costrette brutalmente dai loro 'protettori' o meglio cinici sfruttatori, con il rischio della propria vita. "E' la santa più tipica del nostro tempo" (P. Bargellini) e la ricordiamo proprio per sensibilizzare le nostre coscienze. La Chiesa dichiarandola martire ha voluto rendere giustizia alle altre ragazze uccise per lo stesso motivo, ma rimaste sconosciute, ma non a Dio, che è sempre il difensore dei poveri e dei deboli, come ci insegna la Bibbia.

La dura vita da emigrata

Maria è nata a Corinaldo nelle Marche, il 16 ottobre 1890, da Luigi e Assunta Carlini. Era la primogenita di una famiglia numerosa e povera, che conoscerà ben presto le difficoltà e anche il dolore dell'emigrazione, in cerca di miglior fortuna. Mentre altri italiani emigravano in America in cerca di lavoro e di una sistemazione meno precaria se non sicura, la famiglia Goretti, già cresciuta, si trasferì nell'Agro Pontino, a Ferriere di Conca, presso Nettuno, a lavorare come mezzadri. Il luogo non era proprio, come si dice, un bel posto, né per viverci né per lavorarci, ma i Goretti si videro costretti dalle circostanze e dalla necessità a trasferirsi proprio là. Furono anni molto duri per tutti, perché quelle campagne erano anche infestate dalla malaria. E fu proprio Luigi ad essere stroncato da questa terribile malattia. Maria (o Marietta come veniva chiamata) aveva solo dieci anni, un'età in cui si ha estremo bisogno della presenza, conforto, incoraggiamento e sostegno psicologico da parte della figura paterna. Per la signora Assunta fu un'enorme perdita, una difficoltà nel mare di difficoltà che doveva affrontare quotidianamente. Lo scoraggiamento era in agguato, ma essa trovò sostegno nella fede. La famiglia Goretti era infatti cristiana e praticante per quanto potevano. Anche Maria ricevette un'educazione cristiana convinta, fatta di semplici ma efficaci insegnamenti come alcune preghiere, la conoscenza e l'osservanza dei Comandamenti, il ricordo degli esempi lasciati dal Cristo durante la Passione (Maria si commuoveva sentendola raccontare!), il senso del proprio dovere fatto bene e per amor di Dio, e anche un po' di fiducia nella Provvidenza. Sarà proprio lei, nei momenti difficili che consolerà e incoraggerà la madre (vedova a soli trent'anni!) dicendole: "Coraggio mamma, che paura avete? Ormai ci facciamo grandi! Basta che il Signore ci dia la salute. La Provvidenza ci aiuterà. Camperemo, camperemo". Quindi Maria, sebbene fanciulla, aveva una certa consistenza spirituale che la faceva parlare così. "Potremmo ammettere senza fatica che la vita spirituale della bambina non fosse molto profonda - se non bisognasse ancor più ammettere che tale profondità è nota soltanto a Dio, anzi è scavata da Lui stesso, quando egli prende possesso della sua creatura"(A. M. Sicari). Ed in Maria Dio lavorava con il suo Spirito Santo, che è l'autore principale di ogni santificazione. Anche la devozione alla Madonna, che lei pregava recitando il santo Rosario, era per lei fonte di vero conforto ed aiuto.

"Io voglio Gesù"

Per una serie di circostanze Maria aveva ricevuto il sacramento della Cresima all'età di sei anni, prima ancora della Prima Comunione, che fece, dopo molti sacrifici per poter frequentare il Catechismo, all'età di 12 anni. E quando la mamma fece l'obiezione che non c'erano i soldi per il vestito bello, il velo, le scarpe ecc. lei rispose: "Io voglio Gesù… Io non ci voglio stare senza Gesù". E il giorno prima aveva chiesto perdono a tutti, ad uno ad uno, anche al suo futuro uccisore, per i proprie eventuali sbagli ed offese. Dicevano i vicini di casa: "Si vedeva che era una bambina tirata su per il Signore". E la mamma testimonierà: "Più si faceva grande, più diventava buona… Non mi ha mai dato un dispiacere volontario".
Gesù nell'Eucaristia era il suo grande Amore, desiderava riceverlo tutte le volte che poteva (che non era molte). Ed era Gesù stesso che la nutriva, la rendeva forte dimorando in lei con la sua grazia. Non aveva detto Lui stesso: "Il mio corpo è vero cibo? Chi mangia di me vivrà per me? (Gv 6,52 e ss.). La mattina di quel sabato in cui fu uccisa, aveva chiesto ad una vicina di casa di poterla accompagnare, il giorno dopo, a fare la Comunione, dicendole: "Ho tanta voglia di fare la Comunione". Avrebbe ricevuto la sua ultima Eucaristia in ospedale, prima di morire.
E' questo suo amore a Gesù presente nell'Eucaristia che la rese forte anche nell'estrema difficoltà che dovette affrontare.

Quel 5 luglio 1912

La mamma Assunta aveva accettato di condividere la cascina in cui viveva lei e i 6 figli con l'altra famiglia dei Serenelli, anch'essi mezzadri, sotto lo stesso padrone. Il Serenelli, con il figlio Alessandro, avrebbe lavorato nei campi, Assunta invece si prendeva cura di tutte le faccende domestiche compresi i figli piccoli di ambedue le famiglie. Maria avrebbe dato una mano in casa. Sembrava una buona soluzione, almeno in apparenza. Ma le difficoltà arrivarono e anche di ordine morale, per le 'avances' del Serenelli verso Assunta, sempre respinte e per le attenzioni anche morbose di Alessandro, ormai di 18 anni, verso Maria. Lei lo vedeva quasi come un fratello, lui invece la guardava con ben altri occhi, come una ragazzina cioè da… usare per le proprie passioni, non certo 'educate' o messe a freno dal padre. Questi con il proprio comportamento non sempre edificante e con lo scusarlo quando qualche volta portava in casa riviste 'sporche'… diceva che erano per fare esercizio di… lettura, offriva quasi un involontario incoraggiamento al figlio. Maria aveva capito le intenzioni di Alessandro, e aveva cercato anche di dissuaderlo.. il ragazzo invece l'aveva addirittura minacciata anche di morte, se parlava. E quel 5 luglio, quando tutti erano a lavorare nell'aia davanti alla cascina, nel chiasso e gioia generale, Alessandro, sapendo che Mara era in casa da sola, tornò indietro e tentò di violentarla. Lei gli gridò: "Che fai? E' peccato, Dio non vuole. Così vai all'inferno". Allora il giovane al rifiuto deciso di Maria la colpì ripetutamente con un punteruolo lasciandola per terra e credendola morta. La ragazzina in fin di vita, gridava forte. Portata all'ospedale di Nettuno, nonostante le cure morì il 6 luglio, perdonando al suo uccisore: "Per amore di Gesù gli perdono, voglio che venga con me in Paradiso". Aveva solo 12 anni. Uno dei suoi propositi fatti in occasione della Prima Comunione fu: "Morire ma non commettere dei peccati". E Maria questo proposito lo mantenne fino alla fine, aggiungendo anche la forza e il coraggio del perdono al suo 'crocifissore'.
E questa la santità fino al martirio "per non offendere la volontà di Dio", anche se sbeffeggiata da certa stampa laicista legata alla massoneria anticlericale, ha colpito e impressionato milioni di giovani, che hanno visto in lei una giovane, coraggiosa e decisa testimone degli ideali cristiani.

Mario SCUDU sdb - Torino

*** Testi

1 - Alla canonizzazione: Roma, 1950
"Così sostenuta dalla grazia divina, a cui corrispondeva generosamente, donò la sua vita, ma non perse la gloria della verginità. In questa vita di umile fanciulla… possiamo ammirare, non solo uno spettacolo degno del cielo, ma ancora degno di essere considerato e ammirato in questo nostro secolo….
Non tutti certamente siamo chiamati a subire il martirio, ma tutti siamo chiamati a raggiungere la virtù cristiana. La virtù richiede forza, ché, se non arriva al grado eroico di questa fanciulla, non di meno richiede un'attenzione diuturna, diligente da non tralasciare mai fino alla fine della vita. Perciò può chiamarsi un lento e continuato martirio, a consumare il quale ci ammonisce la divina Parola di Gesù Cristo. "Il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono" (Mt 11,12). A questo , dunque, tendiamo tutti, sostenuti dalla celeste grazia: a questo ci inviti la santa vergine e martire Maria Goretti. Dal cielo, dove gode una beatitudine eterna, ottenga dal divin redentore con le sue preghiere che tutti noi, secondo la nostra condizione, seguiamo il suo luminoso esempio con volontà forte e la condotta coerente"( Da Pio XII, Discorso per la canonizzazione di santa Maria Goretti, Piazza San Pietro 24 giugno 1950, davanti a circa 500.000 persone!).
2 - Il racconto delle sue ultime ore
"Appena mi vide mi chiamò: "Mamma!". Io avvicinandomi al suo lettino, le chiesi come stesse ed essa mi rispose: "Bene, mamma". Poi volle notizie dei fratellini e delle sorelline e mi domandò se sarei stata con lei durante la notte. Avendole risposto che il dottore non lo permetteva, mi disse: "E dove vai tu a dormire?". Io la rassicurai. Più tardi mi pregò: "Mamma, mi dai una goccia di acqua?". Le risposi che il medico l'aveva proibito; ed ella per venti ore soffrì l'orribile spasmo della sete. La lasciai che era quasi mezzanotte… L'arciprete di Nettuno, mons. Signori, pensando di amministrarle il Viatico, le accennò al perdono concesso da Gesù ai suoi carnefici; alla domanda: "Volete perdonare anche voi? Ella mi rispose: "Sì, gli perdono e voglio che venga in paradiso con me". La mamma, finalmente, le chiede se il Serenelli l'avesse infastidita altre volte, prima di allora; e ella rivela le insidie trascorse, confermando: "Mi aveva giurato che, se l'avessi detto, mi avrebbe ammazzata… intanto mi ha ammazzata lo stesso".
3 - Dal testamento di Alessandro Serenelli, suo uccisore
"Sono vecchio di quassi 80 anni, prossimo a chiudere la mia giornata. Dando uno sguardo al passato, riconosco che nella mia giovinezza infilai una strada falsa: la via del male, che mi condusse alla rovina. Vedevo, attraverso la stampa, gli spettacoli e i cattivi esempi, che la maggior parte dei giovani seguiva quella via senza darsi pensiero ed io pure non me ne preoccupai. Persone credenti e praticanti le avevo vicino a me, ma non ci badavo, accecato da una forza bruta, che mi sospingeva per un strada cattiva. Consumai a vent'anni il delitto passionale, dei quale oggi inorridisco al solo ricordo. Maria Goretti, ora santa, fu l'angelo buono che la Provvidenza aveva messo avanti i miei passi. Ho impresse ancora nel cuore le sue parole di rimprovero e di perdono. Pregò per me, intercedette per me, suo uccisore. Seguirono trent'anni di prigione… Accettai la sentenza meritata; rassegnato espiai la colpa. Maria fu veramente la mia luce, la mia protettrice. Col suo aiuto mi di portai bene e cercai di vivere onestamente, quando la società mi riaccettò tra i suoi membri i Figli di San Francesco, i Minori Cappuccini delle Marche, con carità serafica mi hanno accolto fra loro non come servo, ma come fratello con loro convivo dal 1936. Ed ora aspetto sereno il momento di essere ammesso alla visione di Dio, di riabbracciare i miei cari, di essere vicino al mio Angelo protettore e alla sua cara mamma Assunta. Coloro che leggeranno questa mia lettera vogliano trarre il felice insegnamento di fuggire il male, di seguire il bene sempre fin da fanciulli. Pensino che la religione con i suoi precetti non è una cosa di cui si può fare a meno, ma è il vero confort, l'unica via sicura in tutte le circostanze, anche le più dolorose della vita. Pace e bene". (Lettera scritta a 80 anni, nel 1961; è morto nel 1970).


*** Tratto dal volume:

MARIO SCUDU, Pazze per Dio
Profilo storico-spirituale di 40 San
te e Beate
Prefazione di YVONNE REUNGOAT
Editrice ELLEDICI - Torino


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