BEATA MARIA
ROMERO :
L'AMICA DEI POVERI
Maria Romero,
Figlia di Maria Ausiliatrice, contemplativa a servizio degli
ultimi BEATIFICATA il 14 aprile 2002. È la prima donna
del Centro America che raggiunge gli onori degli altari. La sua
memoria liturgica è stata fissata al 7 luglio.
Gli
inizi
Maria Romero nacque in Nicaragua,
la terra dei vulcani e dei laghi. Da lì ereditò
il suo carattere ardente per le continue iniziative e nello stesso
tempo calmo, come le acque lacustri, per quel senso di pace che
riusciva sempre a trasmettere.
Venne alla luce allinizio del secolo scorso, il 13 gennaio
1902, in una famiglia benestante di Granada. Studiò con
gusto pianoforte e violino mentre frequentava il collegio delle
Figlie di Maria Ausiliatrice. Temperamento di artista, amava
disegnare ed era brillante sia nella scuola, sia nelle relazioni
personali: caratteristica, questa, fondamentale per essere salesiana.
A 13 anni, è ammessa tra le Figlie di Maria e gode
di una di quelle gioie che non hanno nome nel consegnarsi
alla materna guida della Madonna. La sua adolescenza serena e
vivace si proietta nel futuro. Vive una crescente intimità
con Gesù, che chiama mio Re. E si rivolge alla Vergine
come alla sua Regina.
A 18 anni, Maria inizia il suo cammino per diventare Figlia di
Maria Ausiliatrice. Incomincia per lei una intensa attività
apostolica come insegnante, catechista e assistente tra le giovani
studenti.
Trasferita a San José di Costa Rica, che diviene la sua
seconda patria, individua il campo della sua missione specie
tra i più poveri: i ragazzi e le ragazze della strada.
Un giorno, una alunna le racconta di una sua visita a un quartiere
di periferia dove ... le famiglie, bambini, vecchi, giovani
vivono in catapecchie di cartone, con pavimento in terra battuta,
senza mobili....
Allora, suor Maria forma tra le sue allieve un gruppo di volontarie,
e le manda ad esplorare i sobborghi, a tentare qualche lezione
volante di catechismo. Tornano un po disanimate: Ci
sono solo tugùri, madre. Tetti di latta, pareti di cartone,
pavimenti in terra battuta. E ci sono famiglie ammassate in un
solo ambiente, frotte di bambini e di cani. Non hanno lavoro,
né vestiti, né viveri. Abbiamo parlato di Gesù.
Ci ascoltavano apatici. Una mamma ci ha detto: «Gesù
va bene. Ma il latte per i miei bambini chi me lo dà?».
Suor Maria parla a lungo con le sue ragazze, raduna viveri e
vestiti. Nel giorno di Natale 1939 inizia con loro la piccola
missione: Andremo nelle case. Daremo una mano a pulire,
ordinare. Porteremo vestiti e cibo. Ma ricordiamoci tutte che
se portiamo latte e stoffa, ma non portiamo Gesù, lasceremo
quei nostri fratelli più poveri di prima.
La piccola missione inizia così quasi dal
niente, e prende uno sviluppo enorme, incalcolabile, come quello
del granello di senape di cui parla Gesù nel Vangelo.
Ormai suor Maria era presa, come dicevano le sue amiche, dalla
mania dei poveri. Inventò così le missionariette,
ragazzine del collegio che andavano a due a due, come i discepoli,
nei sobborghi ad aiutare e a fare catechismo. Nacquero decine
e decine di oratori festivi dove arrivavano migliaia di ragazzini
per pregare, giocare, ricevere abiti e cibo.
Suor Maria non solo scelse i poveri e si consacrò ad essi,
ma riuscì a convincere i più ricchi ad essere solidali
con chi non aveva nulla.
Le cittadelle
di Maria
Dopo la Casa de la Virgen,
che era dimora per i poveri con dispensario medico, scuola di
orientamento sociale e casa per le ragazze povere ed abbandonate,
suor Maria aveva un altro sogno.
Le persone che lavoravano alle opere sociali avevano visto anche
le case dove vivevano gli assistiti. Se case potevano chiamarsi:
non cerano sedie, né
letti, né piatti per mangiare.
Il Papa, ne LOsservatore Romano, invitava a preoccuparsi
di più dei poveri.
Che cosa farebbe Don Bosco? si domandava suor Maria.
Dopo molto pregare le venne lilluminazione: formare un
gruppo di signore per soccorrere i senzatetto. E lì, in
chiesa, lei, pittrice per vocazione, disegnò il suo prossimo
progetto: un grande cerchio, uno splendido sole e al centro il
nome dellassociazione: ASAYNE, cioè Asociacion Ayuda
Necesitados. Segnò i quattro punti cardinali e scrisse
i nomi della periferia di S. José dovera più
urgente dare case ai senzatetto. Stavano per sorgere le Cittadelle
di Maria Ausiliatrice.
Ma come realizzare tutto questo? Da vera organizzatrice, pensò,
a dei prestiti bancari, e poi a una sorta di azionariato popolare
per far partecipare i ricchi alla costruzione delle Cittadelle:
creò dei Buoni da 100 e più colones. Occorreva,
però, attuare questo bellissimo progetto. Ecco allora
lidea di affidare alle signore dellAssociazione tutta
lorganizzazione e agli uomini, avvocati, ingegneri, industriali
la costruzione stessa delle cittadelle. Suor Maria Romero applicava
così lidea moderna del tutor.
Oggi tutte queste opere sussistono ancora e sono gestite da schiere
di laici che, insieme con alcune Figlie di Maria Ausiliatrice,
hanno raccolto il testimone profetico di suor Maria. Continuano
così ad organizzare la speranza, in gesti di solidarietà
verso i più poveri.
Fioretti
quotidiani
Tutto era semplice nella vita
di suor Maria. Si rivolgeva sempre con labbandono di un
bimbo alla sua Regina, come chiamava la Madonna, e al suo Re,
Gesù.
Era tale la sua fiducia che neppure le molte situazioni difficili
che dovette affrontare riuscirono ad intaccare minimamente il
suo amore, la sua voglia di vivere e la sua allegria.
Per lei, i piccoli miracoli quotidiani entravano a far parte
dellordinaria amministrazione.
Un giorno, doveva pagare 500 colones per il pane dei ragazzi
degli oratori in gita sul fiume. La cassa però era vuota.
Arrivò il fornaio con le ceste colme e... con la fattura.
Suor Maria, senza allarmarsi, gli disse: Aspetti un momento.
Poi pregò la Madonna chiedendole: Metti la tua mano,
Madre mia, mettila prima della mia. Si aprì la porta
ed entrò una cooperatrice che le disse con gioia: Ho
potuto vendere quel terreno, prenda. E le consegnò
una busta. Nella busta cerano 500 colones. Così
capitò per i biscotti. Cerano dieci scatole da cento
porzioni. I piccoli erano mille. Suor Maria si raccomandò
molto con la suora della distribuzione che non ne desse alle
mamme, perché i biscotti erano contati. Ma questa si lasciò
impietosire e li distribuì a tutti. Terminata la distribuzione,
in cui tutti avevano ricevuto con abbondanza, si accorse di aver
esaurito una sola scatola. Le altre nove erano rimaste intatte.
I biscotti si erano moltiplicati.
Un giorno, mentre fa scuola, suor Maria guarda dalla finestra
e dice: Questo terreno, fra qualche anno, sarà un
grande edificio e si chiamerà casa dei poveri. Vi sarà
anche un dispensario medico. Lì i poveri avranno vitto
e lavoro, e sarà il rifugio per molte giovani orfane,
sole o senza casa. E Gesù e Maria avranno una cappella.
Una ragazza, Maria Lourdes, le chiede stupita: Chi le darà
tanto denaro?. E lei tranquilla: La Madonna si incaricherà
di tutto.
Quando lei chiedeva qualcosa alla Madonna, la Vergine sorrideva
e trasformava questo sorriso in benessere per i più poveri.
Le testimonianze dicono che Dio le concesse il dono della bilocazione,
le diede la forza di smuovere le coscienze, di guarire
i disagi interiori e anche le malattie fisiche.
Messaggi
per il cielo
In una recente biografia, suor
Maria è stata definita contemplattiva. Era
veramente così, contemplativa e attiva.
Le sue giornate si snodavano in una attività intensa,
ma il suo cuore dimorava in Dio. Ai suoi tempi non esisteva il
cellulare, e tanto meno gli SMS, ma lei anche in questo tipo
di comunicazione fu originale e profetica.
Alla sua morte, si sono ritrovati moltissimi foglietti volanti
con i suoi rapidi messaggi per il cielo. Alcuni sono frecce damore
per il suo Re e per la sua Regina; altri sono pensieri di comunione
spirituale; i più numerosi sono poesie scritte come laudi
francescane, per le bellezze del creato e tutte le opere di Dio.
Artista in ogni goccia del suo sangue, Maria usava tutti i modi
per esprimere il suo amore a Dio: suonava, cantava, scriveva
poesie, e... coltivava i fiori.
Allalba, molte volte, si metteva allorgano e intonava
la canzone napoletana preferita: O sole mio, per onorare il suo
Sole, il Dio della vita.
Un giorno, alcune ragazzine ospiti della Casa de la Virgen guardando
dalle finestre, la videro parlare con le rose: Siete rose
bellissime, ma le mani di Colui che vi ha fatto sono ancora più
belle e miracolose. Mentre diceva così, le ragazze
videro tutti i fiori curvarsi verso il volto di suor Maria, e
accarezzarla, senza che vi fosse il benché minimo alito
di vento.
Anche alla fine della sua vita, in riposo per qualche giorno
a Peñitas, vicino alloceano, non volle rinunciare
ad essere solidale con i poveri. Benché le sorelle le
avessero preparato una camera principesca, si fece prestare un
materasso usato da dei bambini locali, che non aveva proprio
lodore delle migliori profumerie, perché quello
che le avevano dato era troppo morbido per la sua schiena, abituata
a chinarsi sulle piaghe dei corpi e delle anime.
Così passò le sue ultime notti, solidale con quei
poveri che aveva servito per tutta la vita.
Un giovedì mattina, la famiglia lasciata la sala da pranzo
si reca alla spiaggia. Suor Maria si avvicina allacqua
che lambisce la nivea spiaggia. Il sole è alto nel cielo
e riversa sulle acque calde la sua luce dorata. Suor Maria, stendendo
lo sguardo sullimmensità del mare, dice: Oh,
vedo Dio in ogni goccia di questo mare... Come devessere
bello morire di fronte al mare!. Il buon Dio raccolse questo
suo ultimo desiderio e dopo poche ore la trovarono addormentata
per sempre. Era il 7 luglio 1977.
Graziella Curti FMA
***
*** Questo
e altri 120 santi e sante e beati sono presenti nel volume di
:
MARIO SCUDU, Anche Dio
ha i suoi campioni, Editrice Elledici, Torino
Mandami delle cipolle!
Nella cittadella
di Maria Ausiliatrice, suor Maria aveva organizzato anche un
piccolo mercato, in cui, a prezzi bassissimi, i poveri contadini
potevano comperare o scambiare i frutti della terra. Ma ci fu
un periodo, in cui oltre ai fagioli, non cera nientaltro.
Allora, suor Maria, un sabato, entrò in chiesa e iniziò
a pensare a cosa avrebbe potuto dare ai suoi poveri, perché
i loro soliti fagioli avessero buon gusto, poiché li cucinavano
sempre e solo con acqua e sale. Con questi pensieri, Maria si
rivolse alla Madonna: Madre mia, mi piacerebbe rendere
più gustoso il cibo dei miei poveri. Mandami un po
di cipolle, però oggi stesso, perché è questo
il giorno per farle portare al mercato. Oh, mia Regina, vedi
che te lo chiedo con tutta fiducia: cipolle, o anche aglio, mandamele,
per favore, poiché a te non costa nulla, vero?.
Suor Maria era ancora in chiesa, quando le si avvicinò
la portinaia che le disse bisbigliando: Cè
un uomo che le porta un regalo, però vuole consegnarglielo
personalmente. Vuole metterlo nelle sue mani.
Avevo detto a Nostra Signora, iniziò a dire
il contadino, che se mi concedeva un buon raccolto di cipolle,
una parte lavrei data ai poveri. E siccome il raccolto
è stato magnifico, ecco sono qui a compiere la mia promessa....
La santa acqua del rubinetto
Nel 1955 un
centinaio di famiglie dei sobborghi riceve regolarmente aiuti
in viveri e vestiti. I fanciulli degli oratori che ricevono pane
e catechismo sono circa cinquemila. Ma i malati? Che fare per
i malati che non hanno né medici né medicine? Suor
Maria sogna un grande dispensario, ma intanto che può
fare? Si sfoga con la Madonna. Le dice con la confidenza di sempre:
Tu a Lourdes hai fatto scaturire unacqua che guarisce.
Perché questa preferenza per Lourdes? Noi siamo tanto
lontani, non ne possiamo approfittare. Ma tutte le acque del
mondo sono tue, anche quella di questo rubinetto. Tu sei la Regina
del mondo. E allora fammi questo favore: fai guarire i malati
anche con questacqua qui. E con fede comincia.
Cè
un catechista missionario, Leonardo, che è a letto con
febbre, tosse e mal di gola. Senza di lui un oratorio rimarrà
scoperto. Lo manda a chiamare da sua sorella. Quando lo vede
con i brividi addosso, apre il rubinetto e con un bicchiere in
mano gli dice: Bevi con fede, Leonardo. E dopodomani vieni
per loratorio. Ma io ho linfluenza.
Vedrai, vedrai. Alla sera Leonardo è guarito.
Alla domenica è pronto a scorazzare nei campi per dirigere
il suo oratorio. Suor Maria dice grazie alla Madonna, e continua
a usare lacqua del rubinetto come fosse a Lourdes. La mamma
di unex-allieva è gravissima, con una fistola cancerosa
in gola e 82 anni di età. Con lacqua della Madonna
presa a cucchiaini, la fistola e il cancro se ne vanno. La vecchietta
può così riprendere ad aiutare suor Maria nel mettere
ordine tra i vestiti dei poveri. Un bambino travolto da unauto
ha il cranio sfondato, è in fin di vita. La mamma corre
da suor Maria. Torna con una bottiglia piena dellacqua
del rubinetto di suor Maria. Appena bagna la fronte del suo bambino,
questi riapre gli occhi. Il terzo giorno torna a parlare, e lottavo
giorno è pienamente guarito. Ora è laureato, e
sua mamma Lidia continua a raccontare di quella bottiglia con
lacqua del rubinetto.
I fatti si
moltiplicano, la povera gente corre per avere lacqua
della Madonna. La Superiora, impressionata, dice a suor
Maria che è meglio smettere quella distribuzione. Suor
Maria obbedisce. Ma unex-allieva, che ha la mamma gravissima
e non riesce a ottenere lacqua, disperata lattinge
da un rubinetto qualsiasi della casa: Se la Madonna ha
benedetto questacqua, che differenza fa un rubinetto o
laltro?. Lammalata beve e guarisce. Suor Maria
è informata e sorride: Che bellezza! Ora tutti potranno
prendere lacqua benedetta dalla Madonna, e io potrò
tornare alle mie catechiste missionarie.
Teresio Bosco SDB
Supplica urgente
Cuore di Gesù,
Abbiamo bisogno ogni settimana, senza contare le paghe, di 2525
colones.
Oltre a: 750mila per il resto della costruzione, 250mila per
il terreno del dottor Saborìo, 60 mila per lascensore,
400mila per gli strumenti medici, 300mila per i mobili, senza
contare ciò che serve per vestire i bambini e dare da
mangiare ai poveri ogni giorno.
Contiamo sulla tua ricchezza e misericordia infinita.
Ci abbandoniamo e abbiamo fiducia nella tua bontà.
Fa presto, Signore, ad aiutarci.
Per approfondire: Giuliana Martirani,
Maria Romero, Paoline Editoriale Libri, 2002, ¤ 9,30.
Maria Domenica Grassiano, Con Maria tutta a tutti come Don Bosco,
Istituto Figlie di Maria Ausiliatrice, Roma, 1986.
IMMAGINI: 1-2 Beata Maria Romero Meneses FMA
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE
2002-4
VISITA Nr.