Nel 1415 a Costanza (Germania)
ci fu un Concilio Ecumenico, durante il quale fu avvertito da
tutti il bisogno urgente di riforma della Chiesa. Attuata, si
diceva, in capite et in membris cioè nel clero
e nel Popolo di Dio. Purtroppo per molti anni non si fece nulla.
Fu nel 1500 che il problema
si ripresentò. Grave. Ecclesia reformata, Ecclesia
semper reformanda così si diceva e cioè:
il cantiere della riforma della Chiesa doveva rimanere sempre
aperto.
E così sulla Chiesa si abbattè il ciclone devastante
dei cosiddetti Riformatori: Lutero, Calvino e Zwinglio. Per qualche
aspetto il loro fu un tentativo lodevole, ma per tanti altri
disastroso.
Lutero (1517), il principale dei tre. Ex monaco agostiniano,
dalla grande cultura e dalla personalità complessa, spiritualmente
ed esistenzialmente inquieto. Sebbene rivalutato negli ultimi
decenni, non si può tuttavia tacere la portata del suo
errore. Il punto che pone Lutero al di fuori della Chiesa
è il suo soggettivismo, che avrà grande incidenza
sulla storia della cultura. Egli, dotato di fortissima personalità,
tende a sottoporre tutto alla sua coscienza individuale, ad affermare
il proprio «io» al di sopra di ogni riferimento ad
unoggettività. Piega la Parola di Dio alle
sue esigenze (A. M. Erba - P. L. Guiducci). Fu inoltre un riformatore
impaziente (Y. Congar).
La riforma (o Controriforma),
sollecitata da Lutero (questo è il suo merito) fu attuata
con il Concilio di Trento (1545-1563) e per impulso di vari santi,
presenti spesso insieme a Roma, come Ignazio di Loyola, Francesco
Saverio, Filippo Neri, Carlo Borromeo, Pio V (quello di Lepanto
1571) e altri.
Ignazio,
cavaliere per la gloria del mondo
Ignazio fu uno dei grandi protagonisti
della vera riforma della Chiesa. Lo fu attraverso il suo carisma
e la sua santità, la sua cultura e il suo coraggio apostolico,
la sua azione personale e quella dei suoi Figli, i Gesuiti.
Questo campione della Chiesa è nato a Loyola, nei Paesi
Baschi nel 1491. Era di temperamento impetuoso, volitivo, desideroso
di avventure militari, amante dei bei vestiti e della compagnia
delle belle dame. Al servizio del viceré, combatté
coraggiosamente nellassedio di Pamplona, dove fu anche
ferito gravemente ad una gamba. Poco dopo lui stesso ne decise
loperazione stringendo i pugni e i denti. Iniziò
subito dopo un periodo di convalescenza e di riflessione, che
diventava insieme il percorso della sua conversione. Lesse lImitazione
di Cristo, la Legenda Aurea di Jacopo da Varazze, e la Vita di
Cristo. Leggeva e rifletteva sulla propria vita passata e sulle
prospettive del futuro, rileggeva ed analizzava
se stesso sempre più in profondità. Voleva conoscersi
per migliorarsi. Era insomma alla conquista del proprio io profondo.
E ci riuscì, molto bene. Era un altro uomo. Un uomo nuovo,
pronto per Dio e per la sua gloria.
Ignazio,
cavaliere per la gloria di Dio
A Manresa (1522) ebbe delle
esperienze mistiche che lo trasformarono completamente. Conobbe
molte cose della vita spirituale con una luce completamente nuova
(e che confluiranno nei suoi famosi Esercizi Spirituali). Era
Dio stesso, attraverso il suo Spirito, che lo aveva illuminato.
Ignazio possedeva ormai una cultura nuova su Dio,
sulluomo, sul mondo, su se stesso. Affrontava cioè
la vita su basi totalmente nuove, guidato dalla novità
di Dio. E fu la Chiesa intera a beneficiarne.
Rinnovato spiritualmente, ricominciò
a studiare (aveva 34 anni! Ma quando sentì
che lo voleva Dio superò tutti gli ostacoli. Tappe importanti
furono: a Barcellona, Salamanca, a Parigi (alla Sorbona) dove
pose le prime basi della Compagnia di Gesù (Montmartre
1534). Ordinato sacerdote a Venezia, Ignazio approdò finalmente
a Roma, dove risiedeva il Papa, molto contestato in quegli anni.
Ignazio ed i suoi compagni (si chiamavano Gli amici del
Signore) non volevano protestare contro di
lui (come si faceva al nord delle Alpi), ma semplicemente si
misero al suo servizio, in totale obbedienza, per amore di Dio
e per il bene della Chiesa.
E subito arrivarono anche due
prestigiosi imprimatur al suo progetto, due importanti
approvazioni che gli daranno sicurezza e forza per
il futuro: una visione della Trinità a La Storta (Roma
1537) e il sì del Papa Paolo III alla Compagnia di Gesù
(1540).
Ignazio rimarrà sempre
a Roma a guidare la giovane Compagnia, che volle particolarmente
ferrata culturalmente (teologia, filosofia e scienze), e sempre
pronta alle grandi sfide.
Fu un grande lavoratore ed organizzatore. Ma anche un santo.
Quindi pregava molto ed aveva una particolare devozione alla
Trinità, allEucarestia e a Cristo Crocifisso. Fu
chiamato dai biografi Contemplativo nellazione,
proprio per la sua straordinaria azione fatta tutta non per se
stesso ma per la maggior gloria di Dio. Morì il 31 luglio
1556 sussurrando le parole: Ay, Dios.
MARIO SCUDU sdb
Avvenne che una notte, mentre
era ancora sveglio, vide chiaramente unimmagine della Madonna
con il santo Bambino Gesù. A tale vista provò a
lungo grandissima consolazione.
DallAutobiografia
Prendi, Signore,
e ricevi
tutta la mia libertà,
la mia memoria,
la mia intelligenza,
e tutta la mia volontà.
Tutto ciò che possiedo
tu me lo hai dato,
a te, Signore,
lo ridono.
Tutto è tuo,
di tutto disponi
secondo ogni tua volontà.
Dammi il tuo amore
e la tua grazia:
questo mi basta. Amen.
Anima di Cristo
Anima di Cristo,
santificami.
Corpo di Cristo, salvami.
Sangue di Cristo, inebriami.
Acqua del costato di Cristo, lavami.
Passione di Cristo, confortami.
O buon Gesù, esaudiscimi.
Nelle tue piaghe, nascondimi.
Non permettere che io mi separi da te.
Dal nemico maligno, difendimi.
Nellora della mia morte, chiamami.
E comandami di venire a te
a lodarti con i tuoi santi
nei secoli dei secoli. Amen.
Anima Christi, santifica
me
Anima Christi, santifica me.
Corpus Christi, salva me.
Sanguis Christi, inebria me.
Aqua lateris Chiristi, lava me.
Passio Christi, conforta me.
O bone Jesu, exaudi me.
Intra tua vulnera, absconde me.
Ne permittas me separari a te.
Ab hoste maligno, difende me.
In hora mortis meae, voca me.
Et iube me venire ad te,
ut cum sanctis tuis laudem te,
in saecula saeculorum. Amen!
S.
Ignazio di Loyola
Davanti
a Gesù Crocifisso
Fare un colloquio
chiedendo come mai egli il Creatore, sia disceso
a farsi uomo e dalleterna vita alla morte temporale e a
morire così per il miei peccati. Similmente rimirando
me stesso, domandare che cosa io ho fatto per Cristo,
quello che faccio per Cristo, quello che devo fare per Cristo.
E così vedendolo tale e appeso in croce, passare ai sentimenti
che si presenteranno. Il colloquio si fa propriamente parlando
come un amico parla allaltro...
Dagli Esercizi Spirituali, Principi e Fondamenti
IMMAGINE:
Apparizione
della Madonna a santIgnazio, dipinto di Sébastien
Bourdon (1616-1671). Avvenne che una notte, mentre era ancora
sveglio, vide chiaramente unimmagine della Madonna con
il santo Bambino Gesù. A tale vista provò a lungo
grandissima consolazione.
DallAutobiografia