SANTA
CHIARA di Assisi:
ALLA SEQUELA DI CRISTO
POVERO
Ha destato molta sorpresa nel marzo
scorso la decisione di Giovanni Paolo II di avviare subito il
processo di beatificazione di Madre Teresa di Calcutta a nemmeno
due anni dalla scomparsa. Quanta fretta, avrà pensato
qualcuno. E poi la Chiesa ne ha già tante di sante e santi:
lasciamo maturare i tempi (anche quelli burocratici dellapparato
della Chiesa, lunghi per definizione).
È umanamente comprensibile la santa fretta
di Giovanni Paolo II di vedere presto santa una donna che lui
conosceva e stimava molto.
Ancora peggiore
il caso di Chiara di Assisi. Morta nel 1253, dopo soli due anni
fu proclamata santa da Alessandro IV e proposta allimitazione
di tutta la Chiesa.
Chiara nacque ad Assisi nel 1194. Non solo è compaesana
di San Francesco, ma la sua vita è stata grandemente influenzata
da lui. Non pensiamola però completamente allombra,
seppure santa, di Francesco. Anche lei aveva una forte personalità:
la manifestò nel portare avanti la sua decisione di consacrarsi
a Cristo nonostante le molte difficoltà.
Chiara aveva tutti gli ingredienti per vivere una vita agiata
e felice. Era una bella ragazza, di famiglia benestante con genitori
di nobile casato. Poteva quindi aspirare ad un matrimonio di
alto rango. Niente di tutto questo.
Alletà di 18 anni
Chiara fuggì da casa per coronare il suo sogno di consacrarsi
a Cristo. Una decisione improvvisa, frutto di una incosciente
fretta adolescenziale o di una precoce esaltazione spirituale?
No, sapeva quello che faceva.
Sua madre, Ortolana, buona e molto religiosa, laveva educata
cristianamente. Ma lesempio decisivo le venne dalla scelta
di Francesco di vendere tutte le proprie sostanze per seguire
Cristo povero. Chiara aveva approvato il gesto del suo compaesano,
e aspettava il momento giusto per imitarlo. Ricordo un brevissimo
colloquio tra i due, nel famoso film di F. Zeffirelli Fratello
Sole, Sorella Luna. Francesco, dopo la scelta radicale
di seguire Cristo, le disse: La gente non mi ha capito.
Ora tutti credono che sia diventato pazzo. E Chiara di
rimando: Per me eri pazzo prima non adesso.
Nella domenica delle Palme
del 1212 Chiara fuggì da casa
e andò alla Porziuncola presso Francesco e i suoi amici.
Probabilmente anche lei, poco tempo prima aveva venduto i propri
beni, rompendo con la famiglia. Di qui anche lostilità
dei parenti. Francesco laccolse, e dopo averle tagliato
i capelli e rivestita di un saio, per simbolizzare il nuovo stato
di vita, la condusse in un monastero benedettino. Qui subì
il tentativo dei parenti di ricondurla a casa con la forza. Chiara
resistette e dopo poco tempo fu raggiunta da alcune sue amiche
e dalla stessa sorella Agnese, fuggita anchessa di casa.
In seguito arrivarono laltra sorella Beatrice, ed infine
dopo alcuni anni sua madre. Tutte affascinate dalla predicazione
e dallesempio di Francesco, dei suoi frati, e dalla decisione
coraggiosa di Chiara. La piccola comunità aveva ormai
un posto sicuro, presso la chiesa di san Damiano, in Assisi.
Per questo furono chiamate Damianite dal popolo, Povere Dame
da Francesco e in seguito Clarisse. Chiara e le sue amiche non
fuggivano dal mondo, non si imboscavano lontano dalle
difficoltà quotidiane della gente. Volevano vivere ritirate
sì, ma sostenute dal proprio lavoro, immerse nella preghiera
per sé e per gli altri, ponendosi al servizio della chiesa,
preoccupandosi davanti a Dio della salvezza di tutti.
La sistemazione sicura e stabile a San Damiano diventò
per Chiara anche linizio della seconda tappa della sua
vita. Dopo il periodo della conversio ad Deum, della
ricerca di Dio, cominciava la seconda parte: quella della conversatio
cum Deo, cioè del dialogo con Dio nella
sua vita religiosa.
Alla sequela
del Cristo povero
A San Damiano è presente
sì lo spirito di Francesco, ma è Chiara che dà
limpronta decisiva alla sua comunità. Sarà
lei stessa con coraggio a resistere alle pressioni
del papa Gregorio IX, che insisteva nel persuaderla a possedere
qualche proprietà proponendo una dispensa dal voto di
povertà. Lei stessa gli dirà con decisione Santo
Padre, a nessun patto e mai, in eterno, desidero essere dispensata
dalla sequela di Cristo. Il Cristo di Chiara era quello
povero, da seguire integralmente, anche se lei stessa scriveva
ad Agnese di Praga che non abbiamo un corpo di bronzo né
la nostra è la robustezza del granito. Il papa in
seguito le concederà il privilegio della povertà.
Questo le arrivava a due anni
dalla morte del grande Francesco. Per lei aveva grande importanza.
La difesa dellideale pauperistico ed il mantenimento
a pieno titolo dellOrdine Damianita nellalveo del
movimento francescano, stelle polari dellesistenza di Chiara,
furono dunque motivo di tenaci e prolungati confronti con la
Sede Apostolica... Nel contesto della tradizione monastica, la
scelta di povertà era per Chiara lunico modo per
preservare una sua specifica identità (S. Brufani).
Grandi la fede e la devozione
di Chiara a Gesù nellEucaristia. Confinata a letto
per tanti anni a causa di una malattia, ricamò con maestria
finissimi corporali per adornare gli altari di varie chiese di
Assisi e dintorni. Famoso poi è rimasto lepisodio,
narrato da un testimone, dellallontanamento dei Saraceni
dal monastero. Quando arrivarono gli invasori chiamarono Chiara.
Ella andò alla porta del refettorio e fece portare la
cassetta contenente lEucaristia, si prostrò davanti
e piangendo implorò: Signore, guarda tu queste tue
serve, perché io non le posso guardare. Si udì
una voce di grande soavità che disse: Io ti difenderò
sempre. Poi Chiara implorò la stessa grazia per
la città. La voce rispose: La città patirà
molti pericoli, ma sarà difesa. Ed i Saraceni se
ne andarono.
Chiara morì l11
agosto 1253 dopo lunghi diciannove anni di malattia, due giorni
dopo lapprovazione della sua Regola. Al funerale partecipò,
in segno di grande stima e ammirazione, il papa e alti esponenti
della Curia papale. Due anni dopo era già scritta nellalbo
dei santi con la bolla pontificia Clara claris praeclaris
meritis. Qui ella viene definita una innamorata ed
indefessa seguace della povertà: la povertà
per amore del vangelo viene quindi per la prima volta valutata
ed esaltata come virtù determinante per una canonizzazione.
Unultima annotazione.
Pochi sanno che nel 1958 il papa Pio XII la proclamò Patrona
della Televisione. Questo per ricordare un miracolo di
cui ella fu protagonista. Era la notte di Natale, essendo Chiara
a letto perché malata, non poteva essere presente alla
suggestiva liturgia nella Notte Santa. Tuttavia ella seguì
miracolosamente la celebrazione che avveniva a grande distanza
come fosse presente. Il giorno dopo la raccontò alle consorelle.
MARIO SCUDU ***
*** Questo
e altri 120 santi e sante e beati sono presenti nel volume di
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MARIO SCUDU, Anche Dio
ha i suoi campioni, Editrice Elledici, Torino
Pensieri
di Santa Chiara
1. Sì,
è ormai chiaro che lanima delluomo fedele,
che è la più grande di tutte le creature, è
resa dalla grazia di Dio più grande
del cielo.
2. Medita e
contempla e brama di imitare Cristo. Se con Lui soffrirai, con
Lui regnerai; se in compagnia di Lui morirai sulla croce della
tribolazione, possederai con Lui le celesti dimore nello splendore
dei santi, ed il tuo nome sarà scritto nel Libro della
vita e diverrà famoso tra gli uomini.
3. Da quando
ho conosciuto la grazia del Signore nostro Gesù per mezzo
di quel suo servo Francesco, nessuna pena mi è stata molesta,
nessuna penitenza gravosa, nessuna infermità mi è
stata dura.
4. A se stessa
morente: Va, perché colui che tha creata,
ti ha santificata, e sempre guardandoti come una madre suo figlio,
ti ha amata con tenero amore.
IMMAGINE:
Santa Chiara
che con l'Ostensorio respinge l'assalto dei Saraceni - Scuola
di Beranardo Zenale
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 1999-7
VISITA Nr.