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        STUDI MARIANI / Maria nei secoli:
  
   
Un teologo dotto e gentile, devoto di Maria


     John H. Newman (1801-1890) affermò di essersi convertito al cattolicesimo grazie allo studio dei Padri. Questi, per la vicinanza agli Apostoli, furono decisivi anche nel pensiero su Maria.

19 Settembre 2010: a Birmingham, dinanzi ad una folla entusiasta, composta anche da molti giovani, Benedetto XVI inscrive nell'albo dei beati un teologo dotto e gentile, l'inglese John Henry Newman, vissuto nel secolo XIX. Era un apprezzato professore e pastore della Chiesa d'Inghilterra, separata da Roma dal XVI secolo, da quando il Re Enrico VIII volle creare una chiesa nazionale per soddisfare i suoi capricci e non ubbidire al Papa che gli proibiva di ripudiare la moglie e sposarsi con la sua amante. Trecento anni dopo, la Chiesa d'Inghilterra era diventata una specie di dipartimento dello stato, senza più fervore e devozione. Newman si sentiva a disagio. Cercava la volontà di Dio nella sua vita con sincerità e pregava così: "Guidami, Luce amabile, tra l'oscurità che mi avvolge". E la luce arrivò. Studiando con rigore e con onestà, si accorse che i Cattolici avevano ragione: solo essi conservavano la fede insegnata dagli Apostoli, mentre i Protestanti avevano introdotto delle credenze ad essa contrarie. Analizzò i testi degli antichi scrittori cristiani, quelli più vicini all'epoca degli Apostoli, lesse pure gli atti dei sinodi e dei concili dei primi secoli, giungendo sempre alla medesima conclusione che sintetizzò con queste parole: "I Padri mi fecero cattolico". Nel 1845, quando aveva 45 anni, fu accolto nella Chiesa Cattolica. Divenne sacerdote e religioso dell'Oratorio di san Filippo Neri. Umile, mite e sempre cortese, anche con i suoi avversari, fu creato cardinale dal Papa Leone XIII nel 1879. Morì dieci anni dopo. Le parole che scelse come suo motto sono tratte da san Francesco di Sales: "cor ad cor loquitur", il cuore parla al cuore.
Gli Anglicani non riuscivano a capire la sua scelta di aderire a ciò che la Chiesa Cattolica crede di Maria. E il Beato Newman con pazienza e bontà spiegò le sue motivazioni in una lunga lettera indirizzata ad un pastore anglicano, il reverendo Pusey. Il suo ragionamento è semplice e lineare, caratteristiche, queste, della verità.

I Padri: la fonte della mariologia a cui attingere

Egli annota che scrittori antichissimi, come Giustino, Ireneo e Tertulliano, nel II secolo, in aree geografiche lontanissime tra loro, cioè Palestina, Turchia e Africa del nord, nutrivano gli stessi pensieri sulla Madonna, attribuendole un ruolo eccezionale nella storia della salvezza a motivo dell'Incarnazione, e riconoscendole una dignità altissima, superiore a quella di ogni altra creatura. Poiché questi antichi scrittori, la cui testimonianza la Chiesa ha sempre tenuto in altissima considerazione, sono vissuti subito dopo gli Apostoli, l'unico argomento che può spiegare il fatto che condividano la stessa dottrina su Maria è questo: l'avevano appresa direttamente dagli Apostoli. Con fine ironia, Newman fa notare che, invece, le opinioni erronee dei Protestanti, non sono attestate in nessuno degli antichi scrittori.
Ma che cosa dissero Giustino ed Ireneo, per esempio, sulla Madonna? La chiamarono "Nuova Eva" e, assegnandole quel titolo, intendevano dire che è stata la collaboratrice del "Nuovo Adamo", cioè Cristo, nel distruggere gli effetti del peccato d'origine, ossia nell'opera della Redenzione, e che solo Lei riceve questo titolo. Di conseguenza, il suo posto nella storia della salvezza è unico ed irripetibile.

I Padri: concordi nel chiamare Maria Madre di Dio

Inoltre, gli antichi Padri, osservava John Henry Newman che leggeva senza fatica le opere scritte in greco e latino, erano concordi nel chiamare Maria "Madre di Dio", senza quelle esitazioni ingiustificate e persino empie dei Protestanti del passato e dei nostri giorni. Nel 106, Ignazio di Antiochia, un martire autore di sette bellissime lettere analizzate con finezza dal Beato Newman, scriveva: "Il nostro Dio fu portato nel seno di Maria". Insomma, questo ci insegna il nostro dotto e gentile teologo inglese: il catechismo della Chiesa cattolica, dall'epoca degli Apostoli sino ad oggi, quando parla di Maria, della sua santità e della sua grandezza, non è mai cambiato nella sua sostanza!
Non sorprende, allora, che Newman abbia pregato la Madonna confidando nella Sua opera mediatrice. L'argomento squisitamente teologico addotto per sostenere l'urgenza di pregare Maria è questo: nel Corpo Mistico si prega gli uni per gli altri. Chi è più santo degli altri, però, eleva una preghiera più forte ed efficace a Dio. Dal momento che Maria, senza alcun peccato, è la creatura più santa di tutte, la sua preghiera è la più potente. E così, con un'espressione indimenticabile, il cardinal Newman concludeva: "il nostro rapporto con Lei deve essere quello di clienti verso la propria signora".

    Roberto SPATARO sdb -  E-mail: silvaestudiosus@libero.it
                                        Studium Theologicum Salesianum | Gerusalemme


PENSIERI:

1 - Newman ci insegna che se abbiamo accolto la verità di Cristo e abbiamo impegnato la nostra vita per lui, non vi può essere separazione tra ciò che crediamo ed il modo in cui viviamo la nostra esistenza. Ogni nostro pensiero, parola e azione devono essere rivolti alla gloria di Dio e alla diffusione del suo Regno. (Benedetto XVI).

2 - Maria silenziosa, che tutto immaginasti, senza parlare, oltre ogni visione umana, aiutami ad entrare nel mistero di Cristo lentamente e profondamente, come un pellegrino arso di sete entra in una caverna buia alla cui fine oda un lieve correr d'acqua. Fa' che prima di tutto m'inginocchi ad adorare, fa' che poi tasti la roccia fiducioso, e m'inoltri sereno nel mistero. Fa' infine ch'io mi disseti all'acqua della Parola, in silenzio come Te. (B. John H. Newman).

                                                 



      RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2012 - 03  
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