19 Settembre 2010: a Birmingham,
dinanzi ad una folla entusiasta, composta anche da molti giovani,
Benedetto XVI inscrive nell'albo dei beati un teologo dotto e
gentile, l'inglese John Henry Newman, vissuto nel secolo XIX.
Era un apprezzato professore e pastore della Chiesa d'Inghilterra,
separata da Roma dal XVI secolo, da quando il Re Enrico VIII
volle creare una chiesa nazionale per soddisfare i suoi capricci
e non ubbidire al Papa che gli proibiva di ripudiare la moglie
e sposarsi con la sua amante. Trecento anni dopo, la Chiesa d'Inghilterra
era diventata una specie di dipartimento dello stato, senza più
fervore e devozione. Newman si sentiva a disagio. Cercava la
volontà di Dio nella sua vita con sincerità e pregava
così: "Guidami, Luce amabile, tra l'oscurità
che mi avvolge". E la luce arrivò. Studiando con
rigore e con onestà, si accorse che i Cattolici avevano
ragione: solo essi conservavano la fede insegnata dagli Apostoli,
mentre i Protestanti avevano introdotto delle credenze ad essa
contrarie. Analizzò i testi degli antichi scrittori cristiani,
quelli più vicini all'epoca degli Apostoli, lesse pure
gli atti dei sinodi e dei concili dei primi secoli, giungendo
sempre alla medesima conclusione che sintetizzò con queste
parole: "I Padri mi fecero cattolico". Nel 1845, quando
aveva 45 anni, fu accolto nella Chiesa Cattolica. Divenne sacerdote
e religioso dell'Oratorio di san Filippo Neri. Umile, mite e
sempre cortese, anche con i suoi avversari, fu creato cardinale
dal Papa Leone XIII nel 1879. Morì dieci anni dopo. Le
parole che scelse come suo motto sono tratte da san Francesco
di Sales: "cor ad cor loquitur", il cuore parla al
cuore.
Gli Anglicani non riuscivano a capire la sua scelta di aderire
a ciò che la Chiesa Cattolica crede di Maria. E il Beato
Newman con pazienza e bontà spiegò le sue motivazioni
in una lunga lettera indirizzata ad un pastore anglicano, il
reverendo Pusey. Il suo ragionamento è semplice e lineare,
caratteristiche, queste, della verità.
I Padri: la fonte della mariologia
a cui attingere
Egli annota che scrittori antichissimi,
come Giustino, Ireneo e Tertulliano, nel II secolo, in aree geografiche
lontanissime tra loro, cioè Palestina, Turchia e Africa
del nord, nutrivano gli stessi pensieri sulla Madonna, attribuendole
un ruolo eccezionale nella storia della salvezza a motivo dell'Incarnazione,
e riconoscendole una dignità altissima, superiore a quella
di ogni altra creatura. Poiché questi antichi scrittori,
la cui testimonianza la Chiesa ha sempre tenuto in altissima
considerazione, sono vissuti subito dopo gli Apostoli, l'unico
argomento che può spiegare il fatto che condividano la
stessa dottrina su Maria è questo: l'avevano appresa direttamente
dagli Apostoli. Con fine ironia, Newman fa notare che, invece,
le opinioni erronee dei Protestanti, non sono attestate in nessuno
degli antichi scrittori.
Ma che cosa dissero Giustino ed Ireneo, per esempio, sulla Madonna?
La chiamarono "Nuova Eva" e, assegnandole quel titolo,
intendevano dire che è stata la collaboratrice del "Nuovo
Adamo", cioè Cristo, nel distruggere gli effetti
del peccato d'origine, ossia nell'opera della Redenzione, e che
solo Lei riceve questo titolo. Di conseguenza, il suo posto nella
storia della salvezza è unico ed irripetibile.
I Padri: concordi nel chiamare
Maria Madre di Dio
Inoltre, gli antichi Padri,
osservava John Henry Newman che leggeva senza fatica le opere
scritte in greco e latino, erano concordi nel chiamare Maria
"Madre di Dio", senza quelle esitazioni ingiustificate
e persino empie dei Protestanti del passato e dei nostri giorni.
Nel 106, Ignazio di Antiochia, un martire autore di sette bellissime
lettere analizzate con finezza dal Beato Newman, scriveva: "Il
nostro Dio fu portato nel seno di Maria". Insomma, questo
ci insegna il nostro dotto e gentile teologo inglese: il catechismo
della Chiesa cattolica, dall'epoca degli Apostoli sino ad oggi,
quando parla di Maria, della sua santità e della sua grandezza,
non è mai cambiato nella sua sostanza!
Non sorprende, allora, che Newman abbia pregato la Madonna confidando
nella Sua opera mediatrice. L'argomento squisitamente teologico
addotto per sostenere l'urgenza di pregare Maria è questo:
nel Corpo Mistico si prega gli uni per gli altri. Chi è
più santo degli altri, però, eleva una preghiera
più forte ed efficace a Dio. Dal momento che Maria, senza
alcun peccato, è la creatura più santa di tutte,
la sua preghiera è la più potente. E così,
con un'espressione indimenticabile, il cardinal Newman concludeva:
"il nostro rapporto con Lei deve essere quello di clienti
verso la propria signora".
Roberto SPATARO sdb - E-mail: silvaestudiosus@libero.it
Studium
Theologicum Salesianum | Gerusalemme
PENSIERI:
1 - Newman ci insegna che se
abbiamo accolto la verità di Cristo e abbiamo impegnato
la nostra vita per lui, non vi può essere separazione
tra ciò che crediamo ed il modo in cui viviamo la nostra
esistenza. Ogni nostro pensiero, parola e azione devono essere
rivolti alla gloria di Dio e alla diffusione del suo Regno. (Benedetto
XVI).
2 - Maria silenziosa, che tutto
immaginasti, senza parlare, oltre ogni visione umana, aiutami
ad entrare nel mistero di Cristo lentamente e profondamente,
come un pellegrino arso di sete entra in una caverna buia alla
cui fine oda un lieve correr d'acqua. Fa' che prima di tutto
m'inginocchi ad adorare, fa' che poi tasti la roccia fiducioso,
e m'inoltri sereno nel mistero. Fa' infine ch'io mi disseti all'acqua
della Parola, in silenzio come Te. (B. John H. Newman).