S. Faustina
Kowalska (1905-1038), monaca, 'Segretaria della Divina Misericordia'***
"Io
stesso sono la Misericordia"
Quante volte nel passato abbiamo
sentito parlare della "morte di Dio", della "eclissi
di Dio", della "mancanza di Dio" nel mondo contemporaneo.
E questo particolarmente nel secolo scorso, che ha visto il trionfo
della tecnologia con la sua Terza Rivoluzione, quella informatica.
Questa ha veramente cambiato tutto e ha reso più semplice
e più facile, in molti aspetti, la nostra vita quotidiana.
Non dimentichiamo però che il secolo XX non solo ha visto
il primo calcolatore elettronico e il primo uomo sulla luna, ma
anche ben due crudeli guerre mondiali, con più di cinquanta
milioni di morti, innocenti vittime della crudeltà umana.
E' stato anche un secolo senza compassione, imbruttito dalle crudeli
ideologie comunista e nazista, che non hanno avuto nessuna misericordia
per quei poveri che non rientravano nei loro schemi ideologici.
E Dio dov'era durante queste crudeltà? Impressionante la
domanda che qualcuno si è posta.: "Dopo Auschwitz è'
possibile parlare di Dio)"? Sì. Dobbiamo parlarne, dobbiamo
conoscerlo meglio. E, se guardiamo in profondità, ci accorgeremo
che Dio è stato sempre presente, soffrendo con i milioni
di innocenti. No, Dio non ha mai abbandonato l'uomo, perché
non può farlo. E' l'uomo che lo ha spesso dimenticato e abbandonato,
ubriacato dai trionfi della propria ragione e dalle conquiste tecnologiche.
Dio ha sempre parlato all'uomo, anche nel secolo XX.
"Sia lodato ciò che rende
duri"
E' curioso notare che proprio nel
secolo scorso, mentre in Germania, negli anni '30, dopo l'avvento
e il consolidamento dell'ideologia nazista, in alcune scuole del
partito si inculcava il detto di F. Nietzsche "Sia lodato ciò
che rendi duri", ovvero ciò che rende l'uomo senza pietà
e misericordia, a poche centinaia di kilometri, in Polonia, Gesù
appariva ad una umilissima monaca, sr. Faustina Kovalska. E le dava
'lezioni' di tutt'altro tenore: le parlava della compassione e misericordia
di Dio per i peccatori, cioè per tutti. Anzi le parlava di
se stesso come della Misericordia in persona, sempre pronta ad essere
donata e a beneficio di tutti. Un grande messaggio, recepito con
difficoltà, ma di cui c'era grande bisogno per curare tante
ferite nel cuore dell'uomo, durante, dopo la guerra mondiale e sempre.
Discorso non facile da accettare nel contesto della cultura moderna,
ma fatto proprio da Giovanni Paolo II, che aveva conosciuto le crudeltà
della guerra. Difficoltà riconosciuta nella sua Enciclica
"Dio, ricco di Misericorda" (1980) dove scrisse: "La
mentalità contemporanea tende ad emarginare dalla vita e
a distogliere dal cuore umano l'idea stessa della Misericordia.
La parola e il concetto di Misericordia sembrano porre a disagio
l'uomo. il quale, grazie allo sviluppo della scienza e della tecnica
mai conosciuta prima della storia, è diventato padrone e
ha dominato e soggiogato la terra" (n.2). Ma si riconosce anche
che la tecnologia ha rivoluzionato sì la vita dell'uomo,
rendendola più efficiente e più facile, ma non ha
nello stesso tempo cambiato il cuore dell'uomo, non lo ha reso più
compassionevole e misericordioso verso gli altri. Innocenti che
soffrono, miserie umane in tutte le latitudini, gente umiliata e
sfruttata esiste ancora e, purtroppo, esisterà: poveri, in
tutti i sensi, che avranno bisogno della solidarietà, compassione
e misericordia dell'uomo.
Incontro con Gesù
in
discoteca!
1 settembre 1939: la furia nazista
si abbatteva sulla Polonia scatenando la Seconda Guerra Mondiale.
Saranno sei lunghi anni di tragedie immani, di milioni di morti
innocenti, di inenarrabili violenze, sofferenze e distruzioni. Anni
durante i quali le parole compassione e misericordia sembravano
cancellate dal vocabolario dell'uomo.
Meno di un anno prima, i1 5 ottobre 1938 moriva in Polonia, una
giovane monaca che fu proprio depositaria delle rivelazioni di Gesù
Cristo sulla centralità della misericordia. Oggi la ricordiamo
come S. Faustina, Segretaria della Divina Misericordia.
Elena Kowalska nacque nel 1905, ad ovest di Varsavia, in una numerosa
famiglia contadina, povera ma profondamente cristiana. Elena stessa
(diventerà Faustina alla professione religiosa) affermerà
di aver imparato a pregare guardando suo padre, e lei stessa ringraziò
sempre Dio per i suoi genitori così buoni. A 14 anni cominciò
il suo lavoro di domestica fidata presso gente fidata e a 15 ecco
l'annuncio di voler entrare in convento. Tutti contro tale prospettiva.
Lei comunque continuò a sentire una voce interiore che le
sussurrava di non abbandonare quel progetto. A 17 anni tentò
di nuovo. Altro rifiuto familiare. Sembrò scoraggiarsi: forse
non era quella la strada? Provò a distrarsi, a non pensarci
più. A divertirsi: aveva solo 18 anni quindi... Ed eccola
in discoteca con una sorella. Mentre ballava Gesù in persona
le disse: "Quanto tempo ancora ti dovrò sopportare?
Fino a quando mi ingannerai?". Finita la visione, sconvolta,
si recò in una chiesa a pregare e davanti al Santissimo chiese:
"Che cosa vuoi che io faccia?". E una voce le diceva di
andare a Varsavia.
Sr. Faustina
e la 'notte oscura'
Nel luglio 1923 andò nella
capitale a lavorare come domestica, e nel frattempo iniziava la
ricerca di un convento per coronare il suo sogno. Respinta dovunque.
Finalmente nel 1924 chiese di essere accolta tra le Suore della
BV Maria della Misericordia. Accolta sì, ma doveva ancora
lavorare un anno per essere in grado di pagarsi il modesto corredo
da suora.
Curiosa la metodologia di discernimento usata dalla superiora. Dopo
un breve colloquio, le disse: "Va a chiedere al Padrone di
casa se ti vuole". Lei andò in chiesa e chiese a Gesù:
"Signore di questa casa, mi vuoi tu qui?". Sentì
una voce nel suo profondo che le diceva: "Ti voglio qui, sei
nel mio cuore". Tornò dalla superiora che le domandò:
"Allora, ti ha accolto il Signore?". Lei rispose di sì,
e la superiora: "Se il Signore ti ha accolta, ti accolgo anch'io".
E così fu.
Nel 1925, a 20 anni diventò postulante, iniziando così
i suoi tredici anni di vita religiosa e successivamente nel gennaio
1926 eccola a Cracovia per terminare il postulandato e iniziare
i due anni di noviziato. Era diventata Suor Maria Faustina. Ma fu
proprio in quegli anni che attraversò un periodo di oscurità
spirituale che le stessa così descrisse: "Verso la fine
del primo anno di noviziato, cominciò a farsi scuro nella
mia anima. Non provo alcuna soddisfazione nella preghiera; la meditazione
per me è una grande fatica; la paura comincia ad impossessarsi
di me. Penetro a fondo nel mio intimo e non vi scorgo nulla, all'infuori
di una grande miseria. Vedo anche chiaramente la grande santità
di Dio, non oso alzare gli occhi a Lui, ma mi prostro nella polvere
ai suoi piedi e mendico la sua misericordia" (Dal Diario, 23).
Fu il Venerdì Santo del 1928 che riacquistò la serenità:
il momento della conversione e della purificazione era stato superato:
lei si era donata interamente a Dio e alla sua santa volontà.
La meditazione delle sofferenze di Cristo per l'umanità e
per lei stessa l'aiutò nella terribile esperienza di deserto.
Cucina, giardino, pulizie
ed
esperienze mistiche
Nel 1930 venne mandata a Plock a
nord ovest di Varsavia, con compiti piuttosto pesanti nella cucina,
nella panetteria e nel negozio, lavori che lei svolgeva con impegno,
nonostante che spesso si sentisse debole e stanca.
Ed ecco la svolta: 22 febbraio 1931 la visione di Gesù nel
silenzio della sua camera:"
Muta tenevo gli occhi fissi
sul Signore; l'anima mia era presa da timore, ma anche da gioia
grande. Dopo oun istante, Gesù mi disse: "Dipingi un'immagine
secondo il modello che vedi ora, con sotto scritto: Gesù
confido in te! Desidero che questo immagine venga venerata prima
nella vostra cappella e poi nel mondo intero" (Diario, 47).
E dopo difficoltà, con l'aiuto di un pittore, fu fatta proprio
quell'immagine che ritraeva Gesù in veste bianca, con due
raggi che uscivano dal suo Cuore (simboleggianti i sacramenti che
salvano), e che sarà conosciuta in seguito e pregata come
immagine di Gesù Misericordioso.
Ma ci furono anche altre difficoltà: da parte del confessore
e delle consorelle. Interpretavano male le sue parole o, peggio,
non le credevano per niente. Dicevano essere prodotti della fantasia
di una povera suora malatticcia e ignorantella.
Dopo i voti perpetui nel 1933 a Cracovia, fu mandata a Vilna, capitale
della Lituania, con l'incarico del giardino. Non sapeva niente di
piante e coltivazione, ma andava bene lo stesso, lei sentiva quel
lavoro come volontà di Dio. Le bastava.
Nominata Segretaria della Divina
Misericordia da
Gesù
Ed ecco l'incontro provvidenziale con padre Michael Sopocko: questi
sarà per lei una vera guida spirituale, l'aiuterà
nel discernimento e comprensione delle visioni, ne accetterà
il messaggio come proveniente da Gesù stesso, e diventerà
un vero apostolo della Divina Misericordia. Sarà lui stesso
a presentare ai vescovi l'immagine del Gesù Misericordioso.
E, saggia decisione per tutta la Chiesa, le ordinerà di scrivere
il Diario. Abbiamo così un prezioso documento testimone della
vita spirituale di Sr. Faustina e nello stesso tempo la profondità
delle rivelazioni di Gesù a lei. E' un Diario profondo teologicamente
e un libro di grande spiritualità. E sarà nel 1937
che in una visione Gesù stesso le dirà "Segretaria
della Mia Misericordia, scrivi, parla alle anime di questa mia grande
Misericordia" (Diario, 965). Promossa segretaria quindi dallo
stesso Gesù! Un bell'incarico, non c'è che dire.
In seguito Gesù stesso chiederà (1931) la Festa della
Misericordia, una richiesta questa che susciterà forti discussioni
nella Chiesa, tutte superate da Giovanni Paolo II (1994) che la
istituirà ponendola nella Prima Domenica dopo Pasqua. Gesù
le disse: "Desidero che la festa della Divina Misericordia
sia di riparo e di rifugio per tutte le anime e specialmente per
i poveri peccatori. In quel giorno sono aperte le viscere della
Mia Misericordia, riverserò tutto un mare di grazie sulle
anime che si avvicinano alla sorgente della Mia Misericordia (Diario,
699). Gesù chiederà (1935) anche una speciale Coroncina
della Divina Misericordia da recitare per i peccatori. Questa ha
trovato una notevole diffusione nel mondo, in seguito anche alla
canonizzazione di Sr. Faustina (30 aprile 2000).
Sarà ancora nel 1935 che Gesù le chiederà di
fondare una Congregazione religiosa "che annunci la Misericordia
di Dio al mondo e la impetri per il mondo", svelandole non
solo il compito ma anche la spiritualità.
Io stesso sono la Misericordia
Interessante una precisazione di Gesù stesso a Sr. Faustina
che, sapeva a stento scrivere e sembrava allergica alla punteggiatura:
"Tu non vivi per te, ma per le anime. Scrivi affinché
imparino ad amarmi. Scrivi sulla mia misericordia". E lei:
"E se io scrivessi sulla tua misericordia cose esagerate?".
Gesù: "
Tu non diresti mai troppo della mia misericordia
.
Credi di aver scritto abbastanza della mia misericordia? Ma io stesso
sono la Misericordia".
La più grande affermazione scritta da Sr. Faustina sarà:
"La misericordia è il maggiore degli attributi di Dio.
Tutto quanto mi circonda me lo attesta". Il suo confessore
si convinse che non era certo frutto della cultura (che non aveva)
o di studi teologici che non aveva fatto: la sorgente non poteva
che essere una rivelazione diretta di Gesù. Bisognava risalire
addirittura a S. Agostino per trovare una simile affermazione: "La
Misericordia è il più grande attributo divino".
Frase questa ripresa, con dotta dimostrazione, dal grande Tommaso
d'Acquino.
Non crediamo che proprio per queste rivelazioni dirette di Gesù
la sua vita fosse tutta rose e fiori. C'erano anche le spine e molte
spine, costituite dal comportamento delle semplici consorelle (e
superiore) verso di lei: dubbiose, incredule perfino ostili. Ma
non solo. Anche spine e molto pungenti di ordine fisico: la sua
debolezza e la tubercolosi, in stato avanzato, che fu confermata
nel 1936. Per questo sr. Faustina venne inviata vicino a Cracovia.
Scriverà: "Ho accettato questa grazia della cura, ma
mi affido completamente alla volontà di Dio. Faccia di me
quello che vuole. Non desidero altro che fare la sua Volontà
Non desidero maggiormente la guarigione che la morte, e mi sono
affidata totalmente alla sua infinita Misericordia e come una bambina
vivo nella massima tranquillità".
Dopo lunghe sofferenze sopportate con la massima pazienza, Sr. Faustina
tornò alla Casa del Padre e a continuare il suoi colloqui
con Gesù stesso, il 5 ottobre 1938. Lei era morta, ma il
messaggio da lei raccolto si diffonderà in tutto il mondo,
bisognoso come non mai della infinita misericordia di Dio.
2 - Annunciare la Divina Misericordia
Desidero che i sacerdoti annuncino questa mia grande misericordia
Nessun peccatore, fosse pure un abisso di abiezione, esaurirà
mai la mia misericordia, perché più vi si attinge
i più aumenta
Io sono più generoso con i peccatori
che con i giusti, perché è per loro che sono sceso
sulla terra. E' per loro che ho versato il mio sangue
La Festa
della Misericordia è nata nel mio cuore per la consolazione
del mondo intero
tutto ciò che esiste è racchiuso
nelle viscere della mia misericordia più profondamente di
quanto nn lo sia un bambino nel ventre della madre sua
Parla
al mondo intero della mia misericordia" (Gesù a Sr.
Faustina).
Mario
SCUDU sdb - Torino
*** Testi
1 - Per chiedere la grazia di essere misericordiosi
Desidero trasformarmi tutta nella Tua misericordia ed essere il
riflesso vivo di Te, o Signore. Che il più grande attributo
di Dio, cioè la Sua incommensurabile misericordia, giunga
al mio prossimo attraverso il mio cuore e la mia anima.
Aiutami, o Signore, a far sì che i miei occhi siano misericordiosi,
in modo che io non nutra mai sospetti e non giudichi sulla base
di apparenze esteriori, ma sappia scorgere ciò che c'è
di bello nell'anima del mio prossimo e gli sia di aiuto.
Aiutami a far sì che il mio udito sia misericordioso, che
mi chini sulle necessità del mio prossimo, che le mie orecchie
non siano indifferenti ai dolori ed ai gemiti del mio prossimo.
Aiutami, o Signore, a far sì che la mia lingua sia misericordiosa
e non parli mai sfavorevolmente del prossimo, ma abbia per ognuno
una parola di conforto e di perdono.
Aiutami, o Signore, a far sì che le mie mani siano misericordiose
e piene di buone azioni, in modo che io sappia fare unicamente del
bene al prossimo e prenda su di me i lavori più pesanti e
più penosi. Aiutami a far sì che i miei piedi siano
misericordiosi, in modo che io accorra sempre in aiuto del prossimo,
vincendo la mia indolenza e la mia stanchezza. Il mio vero riposo
sta nella disponibilità verso il prossimo.
Aiutami, Signore, a far sì che il mio cuore sia misericordioso,
in modo che partecipi a tutte le sofferenze del prossimo. A nessuno
rifiuterò il mio cuore. Mi comporterò sinceramente
anche con coloro di cui so che abuseranno della mia bontà,
mentre io mi rifugerò nel misericordiosissimo Cuore di Gesù.
Non parlerò delle mie sofferenze. Alberghi in me la Tua misericordia,
o mio Signore. Tu stesso mi comandi di esercitarmi in tre gradi
della misericordia. Primo: nell'azione misericordiosa di ogni specie.
Secondo: nel parlare con misericordia, quello che non riesco a fare
con le azioni, devo farlo con le parole. Terzo: nel pregare, qualora
non possa comportarmi con misericordia né agendo né
parlando, lo posso sempre fare pregando
O Gesù mio,
trasformami in Te stesso poiché Tu puoi fare tutto.
***
Tratto dal volume:
MARIO
SCUDU, Pazze per Dio
Profilo storico-spirituale di 40 Sante
e Beate
Prefazione di YVONNE REUNGOAT
Editrice ELLEDICI - Torino
Visita Nr.